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Autore: DanzaNelFuoco    01/01/2015    3 recensioni
Questa storia partecipa al contest "A/B/O - Omega!verse dynamics" indetto da eamesie su Contest Mania (dio-niso sul forum di efp).
Omega!Verse - don't like, don't read
- Intro:
Parecchie ore dopo, a tarda notte, quando ormai si era trattenuto oltre la sociale decenza, si era infilato il cappotto, aveva recuperato l'ombrello e aveva aperto la porta d'ingresso desiderando, come non aveva mai desiderato nulla, di non doverla varcare.
Il tocco leggero dell'Ispettore sul suo avambraccio l'aveva inchiodato.
"Perché non ti fermi un altro po'?" aveva risposto al suo sguardo interrogativo.
"Gregory..." era stato quasi un lamento.
"Lascia perdere, deve essere stato il vino che ho bevuto a cena a parlare per me." scosse le spalle, mal interpretando l'altro.
Mycroft era stato tentato di scappare per un breve istante. Raggiungere un luogo silenzioso dove recuperare sé stesso e la propria sanità mentale. Per un brevissimo istante.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lestrade, Mycroft Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al contest "A/B/O - Omega!verse dynamics" indetto da eamesie su Contest Mania (dio-niso sul forum di efp).

Politicamente scorretto
 
Dalla vita Mycroft Holmes aveva imparato che, anche se si è il Governo Britannico, ci sono cose che non si possono fare e che non si possono avere.
Era una lezione che lui aveva appreso solo da adulto, quando ormai la sua giovinezza era passata, e che nessuno nella sua famiglia aveva mai avuto bisogno di imparare. Lui era l’Alpha, destinato a grandi cose, il suo ruolo nella vita era già stato deciso dai soldi, dal potere e dalla posizione della famiglia e Mycroft vi si era adattato con la serena consapevolezza che, anche se la sua strada non fosse già stata tracciata, quella sarebbe stata la direzione che avrebbe voluto che prendesse.
Suo fratello, Sherlock, era l’Omega, colui che doveva portare grande lustro alla famiglia, legandosi ad un Alpha con un prestigio simile a quello di Mycroft stesso, ma Sherlock non aveva mai avuto fiuto per gli affari - infondo un Legame non era niente più di questo per gente come loro - e aveva preferito i sentimenti - la parola gli faceva ancora ribrezzo, nonostante tutto - al legame che l’Alpha capofamiglia aveva scelto per lui. Non che un Omega dovesse obbedienza a qualcuno che non fosse l’Alpha a cui era legato - e, in alcuni rapporti, nemmeno a lui - come Sherlock aveva messo in chiaro fin dal principio, legandosi ad un qualunque medico ex-soldato squattrinato e senza alcuna posizione sociale. Se non li avesse visti insieme con i suoi propri occhi, Mycroft sarebbe stato più che certo che il legame tra il fratello e quel John Watson fosse stato solo un moto di ribellione. Se lo trascinava in giro per Londra come se l’Alpha fosse stato lui e Watson glielo permetteva, sorridendo come un ebete, seguendolo nel suo passatempo di consulente privato per la polizia.
E così finisce la grande stirpe degli Holmes, pensò amaro, facendo tentennare le manette. Un fratello legato ad un poveraccio e l’altro condannato a morte, ecco la sorte di coloro che dovevano far brillare la nostra famiglia.
Le cose gli erano sfuggite di mano per colpa di quell’adulatore di folle e istigatore di masse, gli erano scivolate tra le dita troppo in fretta perché potesse accorgersene e prendere provvedimenti, distratto com’era.
La Gran Bretagna era uno dei governi più tolleranti dell’intero globo, gli Alpha avevano le loro posizioni dirigenziali, certo, ma gli Omega godevano di un rispetto diverso, erano sacralizzati dal momento che erano gli unici in grado di procreare. E i Beta, beh, erano trattati secondo la massima del “vivi e lascia vivere”. Era sempre stato così fin da quando gli Illuministi nel Settecento non avevano proclamato l’uguaglianza degli uomini, di qualunque specie biologica fossero, e Mycroft non si aspettava certo che le cose cambiassero proprio adesso che si trovavano in un’epoca così pacifica.
Ripercorse gli avvenimenti dal principio, cercando di colmare le lacune con le informazioni che aveva appreso in quei pochi giorni di prigionia, più per esercizio mentale che per una vera utilità. Nelle condizioni in cui si trovava non avrebbe potuto fare nulla in ogni caso e aveva del tempo da occupare prima che giungesse l'alba. La sua ultima alba.
Era stata tutta causa di Sherlock, o meglio, della inquietante ossessione di Jim Moriarty nei confronti di Sherlock. Mycroft poteva ammettere di averla sottovalutata, era stato un suo errore ritenere che quell'uomo si fosse semplicemente invaghito di Sherlock e pensare che con il Legame del fratello la cosa sarebbe finita.
Era stato anche presuntuoso e aveva creduto di poter gestire quel piccolo criminale che nascondeva traffici illegali dietro le apparenze di una fondazione Omega di copertura. Aveva sottovalutato la potenza e il peso che quella piccola, ma neanche poi tanto, setta aveva avuto sul piano politico, classificandola come una semplice associazione per mascherare un'attività segreta. Ufficialmente si riunivano tutti i martedì, i venerdì e le domeniche pomeriggio per discutere di quanto fosse bello essere Omega e poter dare una prole ai compagni e poter continuare la razza umana e cose del genere. Mycroft non aveva pensato che lo facessero davvero.
Per un po' Moriarty era sparito dalle scene, era successo dopo quel brutto fattaccio che aveva visto come protagonisti un sacco di esplosivo, Sherlock, John, una piscina e Moriarty stesso, anche se non c'era alcuna prova del suo coinvolgimento. Quella sera stessa Sherlock aveva chiesto a John il Legame e Mycroft aveva pensato che le cose si fossero risolte da sole e vi aveva dato poco peso, anche perché da un po' di tempo era entrato in scena il fattore scatenante. Gregory Lestrade.
Dell'Ispettore di Scottland Yard non si poteva dire molto, anche se entrambi i fratelli Holmes erano bravissimi a dedurre da un solo oggetto l'intera vita e personalità di chiunque. Era un anonimo Beta, che in quanto tale non avrebbe mai potuto aspirare alle più alte cariche, ma a lui non importava troppo. Era stato insieme ad un'altra Beta per un po' di tempo, l'aveva anche sposata, secondo quella tradizione tollerante che cercava di dare ai Beta gli stessi diritti di Alpha e Omega fornendo un surrogato del Legame, ma non aveva funzionato e il matrimonio - cosa che non si sarebbe mai potuta fare con un Legame vero - era stato rescisso. Gregory Lestrade lavorava diligentemente, non era una mente eccelsa, ma brillante al punto giusto per non avere casi irrisolti all'attivo, e, nonostante fosse praticamente tiranneggiato da Sherlock, riusciva a non soccombere alla sua personalità.
Mycroft non sapeva cosa l'avesse attratto di lui (probabilmente il fatto che fosse uno dei pochi che riuscisse a tener testa a entrambi gli Holmes), ma era più che certo che, quando gli aveva chiesto di prendere un caffè insieme, parlare del comportamento di Sherlock era stato solo un pretesto. Davanti ad una tazza di Earl Gray e una moka, preparate in fretta nella piccola cucina del piccolo monolocale dell'ispettore, Mycroft Holmes si era ritrovato a provare interesse per quel Beta non particolarmente dotato intellettualmente e la conversazione era scivolata senza fatica dal lavoro verso temi ben più personali.
Mycroft, che non aveva mai provato alcun interesse per i possibili ligandi Omega che aveva incontrato, aveva quasi trattenuto il fiato aspettando una risposta sulla situazione sentimentale dell'ispettore. Si era rimproverato aspramente l'irrazionalità della cosa. Non che non avrebbe potuto Legare a sé un Beta, ma sarebbe stata un'unione infruttuosa e sterile, contraria a tutti i principi a cui tutti gli Alpha della sua famiglia si erano sempre attenuti.
Lestrade aveva sorriso con aria saputa, come se fosse stato a conoscenza di un dettaglio che a lui sfuggiva, e aveva semplicemente risposto di essere libero come l'aria.
Nella mezz'ora successiva il livello delle rispettive bevande non era sceso, mentre i due uomini continuavano a chiacchierare. La novità della situazione aveva sorpreso Mycroft, le cui interazioni con gli altri esponenti del genere umano erano gli ordini o, tutt'al più, gli interrogatori. Si era domandato per qualche istante perché non lo avesse mai fatto prima ed era stato piacevolmente stupito dal constatare che prima non aveva mai avuto Gregory come interlocutore.
"Perché non ti fermi a cena? Faccio della pasta al formaggio che è fenomenale!" aveva chiesto Gregory ore dopo, senza specificare che in realtà quello era l'unico piatto che era in grado di cucinare.
Mycroft aveva aperto la bocca per rispondere che ormai si era fatto tardi e sarebbe stato proprio il caso per lui di andarsene, ma quando aveva esalato il fiato, le parole che erano uscite erano state: "Con piacere, se non è un disturbo."
D'improvviso gli era sembrato particolarmente ostico andarsene da quella casa. Aveva deciso di smettere di farsi domande sul suo strano comportamento almeno per quella sera e analizzare tutto successivamente a mente fredda, ma gli sembrava impossibile uscire da quello stato febbricitante in cui si trovava.
Parecchie ore dopo, a tarda notte, quando ormai si era trattenuto oltre la sociale decenza, si era  infilato il cappotto, aveva recuperato l'ombrello e aveva aperto la porta d'ingresso desiderando, come non aveva mai desiderato nulla, di non doverla varcare.
Il tocco leggero dell'Ispettore sul suo avambraccio l'aveva inchiodato.
"Perché non ti fermi un altro po'?" aveva risposto al suo sguardo interrogativo.
"Gregory..." era stato quasi un lamento.
"Lascia perdere, deve essere stato il vino che ho bevuto a cena a parlare per me." scosse le spalle, mal interpretando l'altro.
Mycroft era stato tentato di scappare per un breve istante. Raggiungere un luogo silenzioso dove recuperare sé stesso e la propria sanità mentale. Per un brevissimo istante.
Aveva richiuso la porta silenziosamente e si era sfilato il cappotto.
Aveva cominciato a perdere il conto delle serate che aveva passato in quel minuscolo appartamento dopo qualche settimana, mentre il mondo attorno a lui rallentava.
E si era distratto.
Anche in assenza di Moriarty l'associazione Omega aveva continuato a proliferare e a espandersi. Senza che Mycroft se ne rendesse pienamente conto avevano cominciato a finire sui giornali sempre più spesso, a far entrare nelle loro file gente sempre più famosa, più importante. Ma non vi aveva dato peso, era stato fin troppo imprudente. Gli Omega di Moriarty istituivano la Giornata Nazionale del Calore e scendevano in piazza, per Mycroft erano solo un centinaio di esaltati con una Ω stampata sulla maglietta. Una delle Omega di spicco del movimento si divertiva a tenere sotto scacco un'esponente della famiglia reale e Mycroft affidava il caso a Sherlock. Ci avevano messo un anno a risolvere la faccenda e aveva intaccato qualche piano governativo nonché, anche se solo superficialmente, la relazione tra Sherlock e John.
Mycroft era stato impegnato a cercare di gestire il lavoro e la vita privata contemporaneamente, a volte non con troppo successo. A Gregory era quasi venuto un embolo quando lo aveva beccato mentre cercava di districarsi da Anthea che aveva dimenticato di prendere la Pillola per sedare il Calore e in quel momento voleva soltanto avere un figlio da lui. Era diventato di un pericoloso bordeaux, ma Mycroft non aveva avuto il tempo di accorgersene.
"Oh, grazie al cielo sei qui! Aiutami a togliermela di dosso!"
Non era stata forse la frase più elaborata che avesse mai pronunciato, ma mentre rischiava di essere soffocato e di cedere ai ferormoni della donna che gli avevano invaso il naso, quello era stato il massimo che aveva ottenuto.
Gregory si era affrettato ad aiutarlo, rinchiudendo Anthea in un'altra stanza in cui non potesse  percepire Mycroft e facendole prendere la Pillola.
Era una brava collaboratrice, ma era così assorbita dal lavoro e dal palmare da ricordarsi a malapena di mangiare, figurarsi se poteva mai ricordarsi che un'Omega non Legata aveva certi obblighi nei confronti della società.
Comunque Anthea non si trovava lì per caso. Nel Parlamento inglese era entrato un certo Sebastian Moran, Alpha, ex-cecchino dell'esercito Britannico, appartenente al movimento Omega, Legato a Jim Moriarty.
Ci sarebbe stato tempo per fermare un singolo uomo, aveva pensato, ma non ce n'era stato.
Mycroft e Gregory avevano parlato a lungo quel giorno. Un legame Alpha-Beta era perfettamente legale, nonché biologicamente possibile, ma Gregory non era sicuro di volerlo. Era abituato all'idea che non avrebbe avuto figli, ma sapeva cosa avrebbe significato per Mycroft. Il futuro degli Holmes sacrificato sull'altare dei sentimenti una seconda volta, non glielo poteva chiedere.
Sherlock faceva quello che voleva, Mycroft quello che era necessario.
Diversamente sarebbe andato tutto a catafascio, Gregory ne era consapevole, così come era consapevole che delle conseguenze che si sarebbero state per la sua psiche se l'avesse visto ancora con Anthea. Sebbene non avesse mai provato la smania del Calore sapeva che prima o poi quello avrebbe predominato sul raziocinio di Mycroft, era la natura umana e il più grande degli Holmes non era diverso.
Mycroft aveva lasciato che Gregory aprisse la porta e se la richiudesse alle spalle, convenendo mentalmente che tutto quello che aveva detto l'Ispettore fosse molto logico.
"Non sono affari miei, signore, ma è sicuro?" aveva chiesto Anthea, la voce ancora arrochita dagli effetti del Calore che stavano svanendo, uscendo dalla stanza alle sue spalle.
"Bisogna fare quello che si deve." aveva stretto le labbra lui, senza nemmeno voltarsi a guardarla.
"Bisogna fare quello che si sente. O almeno così mi hanno detto. Penso che dovrebbe seguirlo, signore."
Mycroft si era girato di scatto, prima di riuscire a fermare la sorpresa che si era dipinta sul suo viso alle parole dell'algida segretaria, di nuovo immersa nel palmare come se nulla fosse accaduto.
"Mi perdoni, non sono ancora in me. E, con tutto il rispetto, neanche lei dovrebbe esserlo." disse senza staccare gli occhi dallo schermo del Blackbarry. "Se le interessa, il GPS del cellulare dell'Ispettore Lestrade indica che adesso si trova in Abbey Orchard Street**, fa ancora in tempo a raggiungerlo."
Sollevò lo sguardo sorridendo, guardandolo in attesa. "Allora? Non va, signore?"
Mycroft la fissò un istante, le labbra socchiuse, mentre il suo cervello elaborava velocemente le proprie possibilità. Era fuori dalla porta, scendendo i gradini due alla volta, prima ancora che Anthea potesse ricordargli di prendere l'ombrello.
Non ci si sarebbe dovuti meravigliare della pioggia a Londra, il posto più piovoso del mondo dopo la Foresta Pluviale*, quindi Mycroft semplicemente non lo fece, limitandosi a constatare che il suo meraviglioso ombrello era rimasto quattro rampe di scale più in alto e continuando a correre. Il suo cervello calcolò il percorso più probabile e il suo corpo lo seguì senza tentennare.
Lo raggiunse, tagliandogli la strada. "Fermati."
Gregory sollevò gli occhi dal marciapiede, trovandosi a fissare uno scomposto Mycroft Holmes, i capelli bagnati incollati al viso, il respiro leggermente irregolare, la pioggia che ancora gli frustava la pelle.
Un angolo dalla sua bocca si sollevò verso l'alto. "Vieni qui. Ti ammalerai."
Gli offrì metà del misero spazio sotto il suo misero ombrellino pieghevole che non aveva niente a che fare con il grande elegante ombrello nero a cui Mycroft era abituato, il che li portò ad una vicinanza quasi imbarazzante, visto che non erano più... qualunque cosa fossero prima.
Il suo respiro si infranse caldo contro la pelle dell'altro, raffreddata dalla pioggia, eppure fu lui a rabbrividire.
"Tu non vai da nessuna parte, chiaro?"
"Ma..."
Mycroft gli posò una mano sulla spalla e questo lo zittì. "Sherlock è un Omega ed è Legato. Credo che a John non dispiacerà dare il cognome di Sherlock al loro primo figlio per te, anche se mio fratello sarà più difficile da convincere visto che sarebbe fare un favore a me."
Gregory alzò gli occhi al cielo, come se davvero non riuscisse a capire le priorità di Mycroft, in un espressione di finta esasperazione.
"Andiamo a casa." disse Mycroft e non importava che continuassero a discutere per tutto il tragitto sul fatto che fosse completamente logico che Gregory si trasferisse da Mycroft piuttosto che il contrario perché il monolocale di Greg era piccolo persino per una persona, ma era molto più vicino a Scotland Yard della casa di Myc, che non lo si chiamasse così, per carità, e comunque il DI non si sarebbe certo aspettato che il governo britannico si trasferisse in quel buco, no?
Stranamente vinse Mycroft, perché in fondo non era che a Gregory dispiacesse molto abbandonare l'appartamento occupato dopo il divorzio. E poi la casa di Mycroft era davvero una reggia.
Mycroft sorrise, ripensando a quella notte. Un morso nell'incavo del collo di Greg - aveva ancora la cicatrice tanto aveva affondato i denti - e quella era stata la notte in cui aveva dormito meno ore in  assoluto, persino meno di quella notte che aveva dovuto scongiurare l'inizio delle Terza Guerra Mondiale ad Hong Kong, con otto ore di differenza di fuso orario e una diatriba che si era trascinata per le lunghe. E lui, al contrario di Sherlock, aveva assolutamente bisogno di dormire otto ore per notte.
Tre giorni dopo Moriarty aveva fatto la sua mossa. Moran aveva presentato un disegno di legge che aveva spiazzato Mycroft. Voleva declassare i Beta a esseri inferiori, togliendogli l'accesso agli impieghi della classe media, alle già rarissime cariche prestigiose a cui potessero accedere coloro che non erano Alpha e ad alcuni diritti fondamentali, tra cui quello di avere a che fare con i bambini. Chi non può avere figli non può certo prendersi cura dei nostri, aveva detto Moran in una conferenza stampa. Se non possono procreare forse è perché la natura ha ritenuto più opportuno che non esistessero altri come loro. È evidente che i Beta non abbiano un istinto genitoriale, dal momento che non possono esserlo; con che cuore lasceremo i nostri figli in mano a questi esseri insensibili? Alla nostra società non servono i Beta. Alla nostra società servono Alpha produttivi e Omega devoti. Il mondo si sta spopolando e noi lasciamo che i nostri Alpha stringano Legami sterili, traviati da Beta inferiori che non si rassegnano ad accettare di essere diversi. Vogliono prendersi il nostro mondo, è ora di evitare che ciò accada.
Mycroft non aveva mai sentito un cumulo di stronzate più grande. Inutile dire che tutti gli altri ci cascarono, anche perché - oh, toh, guarda - l'unico Beta dello scenario politico inglese era il figlio minore di un importante politico che con gli agganci di famiglia era riuscito a diventare portaborse del Ministro dello Sport.
Molti erano stati infiammati dalle parole del burattino di Moriarty, davvero convinti che i Beta fossero la causa di tutti i problemi della società moderna e anche i più moderati avevano accolto la proposta con vago interesse. Era stato allora che Mycroft aveva deciso di prendere in mano la situazione, ma a nulla erano servite le sue accese rimostranze.
"So che molti di voi si sono fidati del giudizio del signor Holmes, io stesso so quanto il suo contributo alla politica di questa nazione sia stato fondamentale. Ma vedete, signori miei, il Mycroft Holmes che vedete ora davanti a voi a combattere per una battaglia che non è la sua non è lo stesso uomo che avete conosciuto. È stato traviato da un Beta che l'ha convito a Legarlo. Capite ora quanto sia fondamentale che ai Beta non siano concessi gli stessi nostri diritti? Essi sono subdoli e manipolatori." Un mormorio era corso per la stanza e Mycroft aveva capito di avere perso. La legge era stata approvata e, grazie al suo intervento, ora erano stati dichiarati illegali persino i Legami Alpha-Beta. Era stato invitato a cacciare di casa Gregory.
"Spero che tu capisca che lo stiamo facendo per il tuo bene." gli aveva detto Moran, sorridendo malignamente e Mycroft aveva fatto una cosa che non faceva da quando ad Oxford non aveva partecipato al Club di Boxe per aumentare il numero di attività extrascolastiche. Lo aveva preso a pugni, cosa che aveva fatto pensare ai presenti che Gregory gli avesse davvero fatto perdere la testa.
Lo avevano invitato a seguirli fuori e gli avevano concesso di mandare un unico messaggio, ma non ad un Beta, su questo erano stati categorici.
Mi spiace, ma non farò in tempo per la fetta di torta che dovevamo prendere oggi, sono stato trattenuto. MH
Spedì il messaggio, pregando che Anthea facesse in tempo a salvare la sua "fetta di torta". Davvero indicato per uno che era sempre a dieta, ma, quando Anthea gli aveva chiesto il nome in codice per Gregory, Mycroft non aveva trovato niente di più appropriato.
Gli avevano chiesto di rinnegare il proprio Legame e quando si era rifiutato l'avevano rinchiuso in quel buco di cella. Una settimana dopo Moriarty in persona era venuto ad informarlo del suo "piccolo" colpo di stato e del fatto che gli dispiaceva molto, ma era stato costretto a farlo condannare a morte da un tribunale militare. "Anche tu così noioso, ti sarebbe bastato rinunciare al tuo Beta e saresti vivo. Ma cosa ci trovate tutti nei sentimenti?"
Preoccuparsi per qualcuno non era mai stato considerato un vantaggio da Mycroft, ancora non lo era, ma era impossibile non farlo per Gregory. Si chiese se fosse riuscito almeno a farlo fuggire o se fosse stato rinchiuso da qualche parte insieme a lui. 
Il cielo cominciava a schiarire, si stava avvicinando il momento.
Sentì una chiave infilarsi nella serratura. Il suo orologio segnava le sei e mezza, erano in anticipo.
Sulla soglia comparve Gregory.
"Cosa ci fai tu qui?"
"Non potevo lasciarti morire, quindi siamo venuti a salvarti." gli rispose, liberandolo dalle manette. "Anche perché non avevo molto altro da fare, sai, sono stato licenziato."
Sulla porta comparve Sherlock a chiarire il plurale.
"Sei venuto anche tu?"
"Non potrei mai perdere il mio arcinemico, Moriarty è troppo stupido per poter occupare quel ruolo, quindi devo tenere in vita te."
"Potremmo lasciare le smancerie a dopo?" chiese con una certa urgenza la voce fuoricampo di John.
Mycroft si affrettò a uscire nel corridoio dove regnava il caos. "Cosa mi sono perso?"
"Circa metà della popolazione dell'Inghilterra è composta da Beta, fratello, non avrai creduto che se ne sarebbero stati con le mani in mano." lo schernì Sherlock.
"La Resistenza ha appena preso questa prigione, tesoro. Ma adesso muoviti ad uscire, non ci serve un futuro primo ministro morto."
La sua mano scivolò in quella di Mycroft.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*Ok, piccola bugia. Come immaginerete, né la Foresta Pluviale né Londra sono i luoghi più piovosi del pianeta (in realtà non sono nemmeno nella top ten), ma non avrebbe avuto lo stesso effetto se vi avessi detto Mawsynram, no? Io personalmente non sapevo neanche in che continente fosse (India, giusto per curiosità, con 11871 mm di pioggia).
** Abbey Orchard Street è una strada vicino a Buckingham Palace. Ho pensato che Mycroft non potesse abitare tanto lontano da lì.

N.d.A.
Ho odiato il limite di 3500 parole...

 
  
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