Note dell’autrice:
Questa fiction non era in programma in verità. Mi è venuta
così, di getto.
Teoricamente si colloca dopo la
morte di Alex.
Keamy non è stato poi un
personaggio così secondario, ma su di lui ci sono poche informazioni comunque. E
poi, volevo davvero analizzare il suo
personaggio man mano che procedevo a scrivere. Chiedo venia se queste 300 parole
– più o meno – vi hanno fatto solamente ridere ._.
Intanto, colgo l’occasione per
ringraziare chi ha recensito e apprezzato “Hanno portato via anche
Charlie”.
Un abbraccio virtuale a tutti
:D
War machine
La radura si infittisce passo dopo
passo, e il sudore che scende velocemente lungo il viso mi costringe a
rimuoverlo con la mano più volte.
Questa dannata isola è troppo
calda, e non ci trovo nulla di divertente nel vagare tra gli alberi alla ricerca
di chi si ostina a non farsi trovare.
Destra, sinistra, poi ancora
destra. Continuo ad avere la fastidiosa sensazione di stare girando intorno a
qualcosa di inafferrabile.
Estraggo d’un tratto la pistola,
avvertendo movimenti in lontananza. E’ un gesto automatico da molto tempo
ormai.
Il suo è un rumore come un altro,
forse il migliore di tutti.
Sull’arma ci sono ancora tracce di
sangue, forse non tutte appartenenti alla figlia di Linus.
Non è mio compito comunque cercare
di memorizzare le vittime, o – peggio - provare pietà.
Sono nato per eseguire ordini da
chiunque e non mi interessa conoscere nei dettagli chi mi ha affidato una
missione.
Vengo invidiato da molti e preso
come modello da altri. Per quanto mi riguarda, sono più che sicuro di essere uno
di quegli uomini che nessuno vorrebbe avere come nemico.
Se è quello che ho sempre sognato?
Nessun bambino ha mai confessato alla sua maestrina di voler fare lo
sterminatore da grande; una volta diventati uomini, quegli stessi bambini
scoprono gli affari e la gloria personale, sorpresi dal fatto di non provare
vergogna.
E quando un sangue sconosciuto ti
penetra nelle vene, il tuo corpo ha bisogno di combatterlo ed eliminarlo, poiché
lo considera come un veleno.
O forse, c’è bisogno di altro
sangue – più forte, in grado di surclassare l’altro – per chetare quella
battaglia interiore.
E’ un circolo vizioso basato sul
puro gusto di uccidere e guadagnare migliaia di verdoni.
Che io lo voglia o meno, ormai fa
parte di me.
Il mio nome è Martin Keamy e sono una macchina da guerra.