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Autore: lookwhatyouhavedonetome    02/01/2015    0 recensioni
"...ma nonostante i disagi che può portare vivere in volo, io amo ciò che faccio. Amo la possibilità di restare qualche giorno nelle città più belle del mondo, di venire a contatto con persone di qualsiasi posto e perchè no, amo il fatto che mi abbia fatto incrociare due occhi blu."
Larry!AU
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Scheduled flight.

1. The reason


Ho sempre amato gli aeroporti. Forse più quello che rappresentano, che il luogo in sè.
Da bambino aspettavo con ansia il secondo giovedì del mese per andare a prendere mia sorella a Heathrow,la quale tornava a farci visita dopo essersi trasferita ad Edimburgo per l'università. Ricordo perfettamente come mia madre mi svegliasse un'ora prima del previsto, con un sorriso brillante: un po' per l'idea di rivedere la sua primogenita, un po' felice di accontentare la strana passione del piccolo di casa.
Arrivavamo in aeroporto sempre molto tempo prima e stretto nella mano di mia madre vagavamo tra arrivi e partenze, il mio posto preferito. Guardavamo qualche coppia separarsi con una lacrima in viso, qualche famiglia che si ricongiungeva con un abbraccio e qualche urletto eccitato, qualche uomo solo in viaggio probabilmente per lavoro, con teste sempre basse e occhi stanchi. E così passava il tempo. A volte mia madre andava a comprarmi un frullato fragola e banana e mi lasciava seduto sulle panche ad aspettare, con la promessa di non muovermi da lì. Inutile dire che quasi sempre fuggivo verso la vetrata che dava sui decolli, schiacciavo il naso sul vetro e sognavo di viaggiare, volare, vedere.
Queste tre v sono la ragione per la quale da adulto ho fatto scelte con cognizione di causa. Ho preso la laurea in lingue, ho imparato a parlarne sei, mi sono messo il mio completo migliore, ho aggiustato i capelli sempre troppo ricci e disordinati e mi sono presentato ad un colloquio. Quello della mia vita. E' così che sono diventato un assistente di volo, uno steward.
Precisiamo, amo il mio lavoro. E' una delle poche scelte che non rimpiango.
Sì, insomma so che non è stata una bella mossa andare a vivere da solo a diciannove anni e mangiare cibi precotti per mesi, non lo è stato nemmeno dare il mio primo bacio ad un amico durante il gioco della bottiglia, se è per questo anche uscire con una ragazza solo per accertarmi di essere gay non è stata una mossa astuta. Insomma, sono uno dalle scelte discutibili ma se c'è una cosa che sono certo di avere azzeccato nella mia vita è il mio lavoro. Chiariamoci, è un lavoro sfiancante e mi limita molto ma lo amo con tutto me stesso. E devo ammettere che non mi pesa. Molte persone credono che il mio mestiere sia tutto nello spingere un carrellino pieno di cibo o provare a vendere profumi o pelletteria, ma è molto più di questo. Non tutti sanno quali disumani orari facciamo al lavoro, quanto sia frequente andare a dormire alle quattro per svegliarsi prestissimo la mattina e ripartire. Non immagina quasi nessuno il fatto che siamo sopra l'aereo da ore quando loro si siedono sulle proprie comodissime poltrone, che ci assicuriamo che tutto sia pronto, pulito e al sicuro per far sì che il cliente possa avere tutti i comfort. Di certo le ragazzine che mi sorridono da sotto gli occhiali non pensano che è stato il bel ricciolino a riscaldare loro il pasto e a preoccuparsi che tutte le attrezzature in caso di pericolo siano sane e funzionanti. Ma nonostante i disagi che può portare vivere in volo, io amo ciò che faccio. Amo la possibilità di restare qualche giorno nelle città più belle del mondo, di venire a contatto con persone di qualsiasi posto e perchè no, amo il fatto che mi abbia fatto incrociare due occhi blu.
Il mio lavoro mi mette a contatto con la gente più di 13 ore al giorno eppure io e la mia stupida testa siamo riusciti a finire ammaliati da Louis Tomlinson, un ragazzo dai capelli nocciola e gli occhi più belli del mondo.
“Che fai Styles? Sei nervoso perchè oggi è mercoledì?” Mi canzona Zayn, il mio migliore amico, anche lui steward della mia stessa compagnia. “ Smettila idiota, così mi fai sembrare un deficiente.” Rispondo a tono io , risentito.
Si tratta del fatto che Louis, cioè.. il Signor Tomlinson prende lo stesso aereo per Francoforte tutti i mercoledì alle undici e torna a Londra il venerdì alle undici, tutto questo sempre viaggiando sulla nostra linea e dunque è stato per me molto semplice imparare i suoi orari. Aggiungiamo il fatto che è soffre di alcune intolleranze e dunque questo fa in modo che io abbia, in qualità di assistente di volo, la sua scheda personale affinchè possa avere tutto quello di cui necessita, durante il viaggio.
“Ma tu sei un deficiente.” Afferma il mio amico aggiustandomi la cravatta al collo e dandomi una pacca sul sedere. 
“Ma suvvia, apriamo le danze.” Mi dice prima che io possa replicare. Così dopo essermi passato una mano nei ricci e aver indossato il mio sorriso più cordiale esco dalla cabina pronto ad accogliere i nostri clienti.
Il mio sguardo vaga subito tra la folla e lo vedo, sempre con il suo miglior completo e gli occhiali scuri inforcati sugli occhi per nascondere la stanchezza. “Buongiorno, accomodatevi.” Affermo facendo posto ad una signora dai capelli grigi che mi guarda sorridendo. “Grazie figliolo.” Mormora per poi sedersi sulla poltroncina vicino il finestrino. 
Noto Louis sedersi sotto invito di Cara, una delle nostre hostess e grande amica. Le rivolge un sorriso appena accennato per poi sparire dietro il suo palmare. Aspettiamo siano tutti seduti, quando Zayn poco più avanti di me si muove con scioltezza per mostrare come aprire le apparecchiature di sicurezza in caso di pericolo. 
Incrocio lo sguardo di Louis che prontamente devia sul compagno che da sempre lo accompagna in questi viaggi. Un biondino dall'aria spigliata e uno strano accento. Li osservo parlottare sommessamente e da una così vasta distanza non riesco a capire cosa evidentemente dicono, ma l'inconfondibile risata del biondo mi giunge alle orecchie e mi fa voltare verso di loro. I due mi guardano per qualche secondo, per poi scambiarsi uno sguardo di intesa, dopodiché tornano alle loro cose. Di istinto mi passo una mano tra i capelli e mi specchio sulle lame metalliche per controllare che tutto sia in ordine. Con dispiacere noto un leggero rossore alle guance.

Spingo il carrellino contenente il cibo lungo il corridoio ,fermandomi ogni tanto sotto richiesta dei clienti che affamati desiderano trovare qualcosa di commestibile da mettere sotto i denti. Porgo l'ennesimo caffè ad una ragazza che mi guarda con occhi sognanti e sorrido ampiamente, facendole l'occhiolino. Zayn, posto al mio fianco ridacchia per poi sussurrare all'orecchio. “Sei un ruffiano. Dovrebbero sapere quanto gay è il ragazzo su cui stanno facendo delle fantasie!”Faccio una smorfia girandomi verso di lui, intento a trattenere le risate. “Si tratta di cortesia” Mi giustifico io continuando ad andare avanti nel corridoio con fare superiore. 
“Ehi, scusa.” Sento sussurrare alla mia destra, poi un colpo di tosse. “Harry.”Mi giro confuso, guardando la provenienza di quella voce squillante. Louis Tomlinson. “Come..” Inizio a balbettare io, cercando di sembrare professionale e controllare l'emotività. “Ehm, l'ho letto sul cartellino, c'è scritto lì che ti chiami Harry. E' sbagliato?” Mormora imbarazzato  più a se stesso che a me, facendomi sorridere per la parlantina veloce.
“Giusto.” Ammetto scuotendo la testa appena. “Cosa desidera?” Chiedo trovando la mia sicurezza. “Niall, tu cosa vuoi?” 
Dice rivolgendosi al suo amico intento a giocare ad una partita di Candy crush. “Io un cappuccino e un cookie, ricciolino.” Dice rivolgendosi a me e guadagnandosi una guardataccia da parte di Louis. “Scusalo, è un po' espansivo. “ Faccio un gesto con la mano scuotendola per aria per far capire che non importa. “Ho sopportato molto peggio.” Ammetto ridacchiando. 
Zayn accanto a me porge la colazione a Niall e sposta lo sguardo tra me e Louis. “Quando si è belli come Harry, è facile che uomini,donne e bambini facciano apprezzamenti.” Afferma furbamente alzando un sopracciglio. Louis annuisce leggermente divertito dalla situazione e forse anche imbarazzato. “Comunque per me va bene un caffè doppio. Di solito avete anche quei biscotti di soia..perchè ho..” “Delle intolleranze.” Finisco io per lui. “Abbiamo avuto la comunicazione, signor Tomlinson.” Lui annuisce assorto mentre porgo gli alimenti richiesti e prendo i soldi.
Sorrido cordialmente nella loro direzione e seguo Zayn che continua a spingere il carrellino.
“Harry.” Mi richiama Louis. “Si?” Chiedo girandomi di nuovo verso di lui. “Sarà colpa della divisa.” Ammette arrossendo subito dopo. “Ti sta benissimo.” Completa la frase notando il mio silenzio. Sorrido ampiamente e alzo la mano come a salutarlo mentre sento le risatine di Cara e Danielle che guardavano tutto dalla distanza di qualche metro.
Abbasso la testa imbarazzato e mi dirigo direttamente nella cabina apposita per noi assistenti.
Zayn fa il suo ingresso qualche minuto dopo a braccetto con Cara e scoppia a ridere fragorosamente. “Hai fatto colpo sulla tua cotta adolescenziale, Haz!”  Alzo lo sguardo cercando di sembrare quanto più duro possibile. “Non è la mia cotta. E' solo carino.” Affermo mentre Cara mi sorride dolcemente. “Ed è assolutamente gay. Ha evitato tutti i miei ammiccamenti!” Dice mentre mi si accende un sorriso spontaneo. “Magari quel biondino è il suo ragazzo. Ed in ogni caso non importa ,non avrei il tempo nemmeno di uscirci”. “Cazzate” Afferma Zayn gettandosi sulla brandina e stringendomi la vita con un braccio. “Tesoro tu non devi pensare di non poter avere legami perchè fai lo steward.” Dice dolcemente Cara stringendo tra le dita il lenzuolo chiaro, e graffiandolo piano con le unghie laccate di azzurro. “Lo so, è solo che non ho proprio tempo, capite no?” Dico in un sussurro. “Ho orari improbabili e sono sempre stanco o confuso.” Ammetto mentre Zayn annuisce. “Questo è vero.” Ammette . “Però” Aggiunge Danielle “Io con Liam riesco a vedermi comunque.” Facendomi annuire vigorosamente. “Oddio ma voi siete tipo strainnamorati. Qui si tratta di iniziare una pseudo-conoscenza.” Puntualizza Zayn mentre mi schiaccio un cuscino in viso. “Comunque, state parlando del nulla. Forza andiamo.” Dico alzandomi di scatto e uscendo nel corridoio dell'aereo.
“Gentili passeggeri, stiamo per atterrare.” Dico al microfono notando come tutti si ricompongono sul sedile per prepararsi all'atterraggio. Sorrido appena verso Louis che ricambia lo sguardo e poi lo abbassa per allacciarsi la cintura. 
“Buona permanenza a Francoforte.” Sussurro passando accanto a lui,notando con la coda dell'occhio un suo leggero rossore.


Quando apro il portone di casa sono le due e trentacinque di notte. C’è un leggero vento che mi fa rabbrividire, il buio è calato da tempo e io sono appena tornato a casa dopo l’ennesima giornata di lavoro sfiancante. Salgo le scale del vecchio palazzo, scorrendo le dita sulla parete piena di crepe. Immerso nei miei pensieri , le gambe vanno da sé e mi portano davanti la porta di casa, non senza il pericolo di cadere con il muso a terra più e più volte.
Infilo la chiave nella toppa della porta e facendo un po’ di pressione entro in casa.
La luce in soggiorno è accesa e noto subito Liam steso sul divano, addormentato con un libro aperto sullo stomaco. Mi avvicino lentamente a lui e senza nemmeno preoccuparmi di togliere il giaccone pesante, prendo una coperta di lana spessa abbandonata su una poltrona e gliela stendo sul corpo, per poi spegnere la luce e accendere la lampada a luce calda nell’angolo.
Appoggio distrattamente il cappotto su una sedia e mi inoltro nel corridoio cercando di raggiungere la mia stanza senza fare eccessivamente rumore. La camera è illuminata dalla luce di una lampada, Zayn ancora in divisa è spalmato sul mio letto e fa ampi respiri che mi avvertono che stia dormendo.
Mi spoglio in silenzio restando in boxer e mi stendo accanto a lui facendo attenzione a non svegliarlo.
“Hmm.” Mugola non appena mi poggio sul materasso. “Che ore sono Haz?” Chiede con la voce impastata dal sonno. “E’ presto Zaynie. Continua a dormire.” Lo rassicuro stendendomi per bene e stringendo il cuscino tra le braccia. Chiudo le palpebre pesanti e sentendo un fastidio costante continuo a girarmi su un fianco e su un altro senza trovare una posizione adatta per farmi riposare.
“Allora che c’è?” Dice Zayn mettendosi a sedere e appoggiando le spalle alla testiera del letto. “Niente, dormi Zay.” Lo rassicuro senza nemmeno preoccuparmi di alzare lo sguardo verso di lui.
“Non è venuto nemmeno oggi vero?” Chiede certo della risposta. Sbuffo leggermente mettendomi nella sua stessa posizione. “Zayn, sono le tre del mattino.” Lui annuisce e alza le spalle. “Si ma tu ne vuoi parlare, è chiaro.” Mi porto le mani in viso, stropicciandomi il volto. “No invece. Non mi interessa niente di quel tizio, si vede che non deve più partire. Amen.” Rispondo risoluto rimettendomi steso. “Domani chiedo a Ed dei check in se lo ha visto prendere qualche altra direzione, okay Haz?” Mi dice ignorando completamente i miei toni . Annuisco piano e poi lascio che si stenda accanto a me e mi abbracci leggermente.
Chiudo gli occhi cercando sonno e mi sento immensamente stupido a pensare di essermi preso una tale scivolata nei confronti di un passeggero, di una persona con cui ho scambiato poche frasi di circostanza. Non so proprio spiegarmi. Non so spiegare la sensazione di abbandono, quasi di solitudine quando alla partenza dell’aereo Londra-Francoforte , nessuna poltroncina era occupata da Louis. E non per un chissà quale impegno, erano ormai tre settimane, tre mercoledì che Louis non si vedeva più e una strana, stranissima sensazione si era impossessata di me, facendomi intristire e diventare di cattivo umore, come mai prima.

Il calore mi arriva alle guance, sento delle mani calde che mi accarezzano piano la faccia, dei pollici ruvidi vanno ad accarezzare la pelle sensibile ai lati del naso. Apro gli occhi lentamente cercando di non avere un cattivo impatto con la luce che entra dalla finestra. Sento le palpebre pesanti e faccio fatica a mettere a fuoco l’immagine che ho davanti . “Hazz, alzati hai venti minuti per prepararti.”  Sussurra piano Zayn ed io mentalmente associo la sua voce al tocco leggero delle sue mani che ora sono andati ad accarezzare i miei capelli. Mi strofina piano la schiena scoperta, lasciandomi poi un leggero buffetto. Cerco di aprire la bocca per dire qualcosa di anche vagamente comprensibile ma tutto quello che mi esce è un mugugno senza senso. “Dai, altrimenti devi fare le corse.” Insiste per poi poggiarmi sotto il naso la mia tazza di thé e latte caldo. “Ti ho comprato anche un brownie, dai alzati Harry.” Insiste nonostante il mio silenzio. “Zay, è il mio giorno libero.” Dico sottovoce per poi infilare la testa sotto il cuscino. “No idiota, ti ho cambiato turno. C’erano problemi e siamo stati spostati su un internazionale. Partiamo per New York tra tre ore.” Alzo il cuscino e mi metto a sedere meglio, guardando il mio migliore amico negli occhi. “Tu cosa?” Affermo alterato, strappandogli la tazza di mano. “Ma sei impazzito?” Continuo mentre il mio amico mette su un ghigno divertito. 
“Harry, dai. Abbiamo quattro giorni per vedere New York. Ed in più un viaggetto lontano dal caos ci farà bene.” Mi dice mentre io lo guardo ancora stonato. “Ma sono le cinque.” Dico ovviamente mentre lui fa le spallucce. “Si e io ho girato mezza Londra per trovare uno Starbucks aperto ventiquattr’ore per comprarti un fottuto dolcetto. Chi è più incazzato?” Dice lui facendomi ridere. “Ma io ho sonno.” Affermo ancora in modo ovvio. “Se magari ieri ,al posto di cercare Louis tutta la notte su ogni social network esistente al mondo, fossi andato a dormire, non staremo parlando di questo.” Afferma risoluto. E io come al solito gliele porgo tutte su un piatto d’argento.
“Fottiti.” Ammetto alzandomi di botto dal letto e aprendo l’armadio per prendere l’uniforme e creare una parvenza di valigia per restare a New York.
“Mi ringrazierai.” Mi risponde evasivo per poi sparire dietro la porta del bagno.
Apro il borsone sul letto e getto dentro alla rinfusa vestiti e scarpe, insieme a qualche accessorio per il bagno e dei soldi in contanti. Chiudo velocemente la borsa e gli affianco la valigetta da lavoro.
Afferro il cellulare dal comodino e scrivo un messaggio veloce da inviare poi a mia madre e a mia sorella.
Lads, sono stato spostato su un internazionale, niente chiamata ad orari improbabili per almeno cinque giorni. Non preoccupatevi, se non rispondo al telefono non sono morto, abbiamo solo molto fuso e sono molto impegnato. Avrete il vostro regalo newyorkese, tranquille. So che vi importa solo di quello. Vi amo. XXXX H.
Spengo preventivamente il cellulare e dopo aver dato un’occhiata in giro ,esco dalla stanza, chiudendomi la porta alle spalle. Mi affaccio in camera di Liam e lo trovo perfettamente addormentato come è giusto che sia a quest’ora del mattino. 
Scrivo un post-it e lo attacco al microone.  Io e Zaynie partiamo per New York, ci vediamo la prossima settimana. Hai casa libera, party hard. Chiamami. XX H.
“Sei tipo, la persona più attenta e premurosa che conosco.” Afferma il mio amico mentre io piego la colazione che Zayn ha comprato anche per il nostro amico, in un fazzoletto di carta e la ripongo nel fornetto e sistemo sul tavolo la tovaglietta e la tazza preferita di Liam al solito posto.
“Per quanto poco ci vediamo, faccio in modo che non si dimentichi di me.” Affermo ridacchiando mentre il mio amico mi sorride intenerito. “Dai, quest’anno le ferie dovrebbero arrivare a Natale, possiamo passarlo tutti insieme.” Afferma ricordando alle feste di quando eravamo bambini, in cui le nostre famiglie si riunivano per festeggiare assieme.
“Dai, ora andiamo altrimenti facciamo tardi.” Rispondo io prendendo il borsone tra le braccia e dirigendomi verso la porta.

“Siete stati davvero fortunati ad essere già stati spostati a voli di così ampio raggio.” Afferma Kevin, il nostro coordinatore. “Alcuni dei nostri steward sono andati in pensione, potrei chiedere di spostarvi su questa linea.” Continua. “Già, Ludving il mese scorso è andato in pensione.” Riflette Zayn. “Non sarebbe male, potersi spostare su queste tratte.” Rispondo io mentre Kevin si accende. “Esatto Harry, potreste avere qualche giorno di pausa in delle città favolose. Oltre al fatto che siete pagati di più e ci sono oggettivamente più giorni di riposo. Essendo minori il numero dei voli.” Ragiona ad alta voce. “Io credo che dovreste pensarci.” Conclude, intimandoci poi a prepararci per l’arrivo dei passeggeri a bordo.
“Che ne dici?” Chiedo a Zayn che si guarda attorno con aria strana. “Hm? Cosa?” Mi chiede stralunato. “Zayn? Di accettare!” Lui fa spallucce. “Ne parliamo a terra, okay?” Dice prima di passarsi una mano tra i capelli e correre al corridoio per controllare che tutto sia in ordine.
In un attimo l’équipe di assistenti di volo si divide per le entrare dell’aereo e fa sedere tutti i passeggeri.
Con il mio solito sorriso ,faccio sedere persone di tutte le età che sono evidentemente su quell’apparecchio per ragioni molto diverse. 
Gwyneth dall’altra parte dell’aereo mi fa segno che è tutto a posto e che è il momento che vada ad istruire i passeggeri riguardo le manovre di sicurezza.
Cammino a passo spedito verso la fine del corridoio e con maestria inizio a spiegare come azionare i meccanismi di sicurezza. Osservo le facce dei nostri passeggeri quando il mio cuore perde un battito.
Incontro lo sguardo conosciutissimo di Louis Tomlinson che con aria sorpresa ed un sorriso genuino guarda verso di me, mentre il solito Niall lo accompagna con la sua risatina.
“Sorpresa.” Afferma Zayn ,mentre io lo trascino in cabina. “Lo sapevi?” Gli chiedo mentre lui annuisce sorridendo. “Si. Beh, la frase che sto per dire infrange almeno un milione di regole, ma fanculo. Ed ha controllato nei registri e ha notato che da qualche settimana prende questo volo. Ho fatto qualche pressione e ci hanno spostati.”  Strabuzzo gli occhi nei confronti di quel pazzo del mio migliore amico. “E la scheda? Non c’erano reclami sul cibo riguardanti lui.” Zayn fa spallucce. “Ho preso io la scheda di Louis.” Scuoto la testa. “Cosa pensi di ottenere?” Affermo abbracciandolo e sorridendo ampiamente. “Pensavo ad un “grazie”, ma questo abbraccio va bene.”
“Tu sei pazzo.” Mormoro ancora, prima di prendere il carrello e iniziare a spingerlo in direzione dei passeggeri. Sento lo sguardo di Zayn dietro la schiena e sorrido ancora pensando a come il mio amico smuova sempre mari e monti per farmi felice. E’ sempre stato così, io mi incaponivo su qualcosa e lui rinunciava ai suoi desideri per soddisfare i miei. Proprio come quando io non potevo comprarmi il motorino e lui se ne fece regalare uno, nonostante non sapesse guidarlo. In modo che potessi farlo io.
“La verità è che non ne potevo più di sentirti frignare.” Ammette sussurrando al mio orecchio. Scuoto la testa ,ridacchiando e porgendo ad una ragazzina il suo tramezzino al burro di arachidi.
“Ehi ricciolino!” Mi sento chiamare dall’altro capo della fila, distraendo praticamente tutti.
Mi avvicino alla voce che associo a quella del biondino Niall. “Niall, non potevi chiamare l’hostess qui vicino, al posto di far venire lui da lì?” Mormora esasperato Louis. Scuoto la testa ridacchiando.
“Non preoccuparti.” Rispondo mentre Louis si gira di scatto ,arrossendo violentemente. “Preferisce me, sono più simpatico.” Faccio spallucce. Niall sorride soddisfatto. “No, mi incuriosisce il tuo lato Psycho. Dato che ci segui. Mai incontrato tante volte uno steward.”Dice piccante. “Ehi ,biondino. E’ il mio lavoro ,casomai tu mi segui. Hai per caso una cotta adolescenziale per me?” Rispondo a tono facendolo ridere. “Non saresti il primo.” Afferma sicuro di sé Zayn alle mie spalle, facendomi poi l’occhiolino.
“Si, sposami Ricciolino.” Esclama platealmente Niall mentre Louis si copre il viso con le mani.
“Prima però un muffin e un cappuccino, please!” Continua facendomi ridere.
“E per te?” Chiedo rivolgendo l’attenzione a quei pozzi di oceano. “Latte di soia.” Afferma distrattamente. “Se ne hai anche un nuovo amico.” Dice riferendosi al suo amico, sempre pronto a metterlo in imbarazzo. Niall guarda indignato l’amico e poi osserva me esclamando “Lou, potrei svelare tutti i tuoi segreti.” Io sorrido prestando attenzione alla conversazione. "Harry, devi sapere..”Inizia Niall prima che Louis gli tappi la bocca con una mano. “Harry,è meglio che tu vada. Insomma. Devi lavorare.” Afferma sbrigativo Louis tutto rosso in volto. Annuisco e leggermente confuso mi allontano da loro.


“Siamo a New York amico!” Afferma Zayn camminando per le strade della grande mela.
“Non ci posso credere. Ci affittano una stanza al Plaza, uno degli hotel più lussuosi di New York e non sono capaci di chiamare un fottuto taxi?” Sbotto , stanchissimo per il lungo viaggio in aereo.
“Dai bro, così si conosce una città. Camminandoci a piedi. E poi siamo arrivati.” Afferma per poi imboccare la strada che porta al nostro hotel. “Cioè siamo ad un passo dalla Fifty Avenue e da Central Park!” Afferma estasiato mentre io entro nella hall e mi dirigo subito alla reception.
Ritiro le chiavi della nostra stanza e mi prendo un momento per guardarmi attorno. La maestosità del posto ,incanta. Tutto in questo albergo è classe ed eleganza. Aspettiamo l’ascensore in silenzio ed io già so cosa il mio amico, guardandomi ininterrottamente, voglia chiedermi. In quel momento le porte di un ascensore grande quanto la mia camera da letto si aprono. Lascio che Zayn entri e premo il tasto diciotto.  “Cazzo ,è abbastanza in alto la nostra camera eh?” Mi dice facendomi ridacchiare. “Abbastanza.” Rispondo io a tono mentre poggio il sensore della nostra carta sul pomello della porta che con un clic si apre.
La nostra stanza comune è meravigliosa e questo mi fa subito pensare a quanto una suite possa essere straordinaria. Zayn si butta sul letto sbadigliando appena. “Allora, glielo hai dato il numero al tuo Lou?” Afferma canzonandomi. “Nessun numero, non esiste.” Rispondo io mentre lui mi guarda sconcertato. “Glielo devo dare io? Oppure il tuo piano è cercarlo per tutta New York?” “Smettila-” Chiudo io la questione mentre lui scuote la testa.”Sono stanchissimo.” Afferma. “Sono le undici Zay, fatti una dormita e quando ti svegli andiamo da qualche parte.” Consiglio io mentre lui annuisce. “Io penso che andrò a farmi un giro. Liam mi disse che da qualche parte a Brooklyn c’era una gran bella libreria. Penso che andrò a cercarla.” Il mio migliore amico annuisce distratto per poi prendere il cuscino morbido tra le braccia e cercare di riposarsi. “Ti ordino qualcosa dal servizio in camera.” Gli comunico prima di uscire.
Esco velocemente dall’albergo e cerco una metropolitana vicina.
 New York è maestosa ,è vano il tentativo di paragonarla a qualsiasi città al mondo. E’ un insieme di generi mescolati tra loro fino a creare un miscuglio indistinguibile. Qualsiasi cosa tu voglia trovare ,lei è pronto a donartelo. Pace e tranquillità, caos e rumore ,gioia, cultura e divertimento. Tutto in una sola città. Respiro lo smog che non mi sembra cattivo come al solito, osservo le persone che corrono frenetiche chissà dove e quelle che invece si fermano in ogni dove a fare fotografie come se la bellezza di questo posto potesse mai essere catturata in una fotografia. E’ immortale.
Chiedo informazioni ad un signore dall’aria abbastanza attendibile per arrivare a Brooklyn e dopo diversi tentativi di ricordare il percorso finalmente scendo alla fermata giusta della metropolitana e con cartina in una mano e caffè doppio, preso per stretta necessità, nell’altra mi incammino per Crown Heights ,fino a quando finalmente trovo la libreria descritta da Liam. L’insegna in legno è appesa in cima a delle scale, in fondo alle quali vi è una porticina in legno e vetro. La spingo con leggerezza e un campanellino risuona nel silenzio. Una signora anziana dai capelli bianchi e gli occhiali spessi mi rivolge un sorriso sincero. “Benvenuto giovanotto, posso aiutarti?” Scuoto piano la testa. “Mi guardo un po’ in giro. Mi avevano consigliato questo posto, sono curioso di scoprirlo.” Ammetto facendo ridacchiare la signora. Ci sono vecchie poltrone rosse ad ogni angolo. Qualche tavolinetto e qualche macchinetta del caffè. Gli scaffali alti e marroncini sono ricolmi di libri impolverati e dimenticati dal mondo. C’è profumo di stampa e di vecchio ,quella fragranza che dà ai libri quel fascino in più.
Scorro il dito sulle pile di libri ,cercando qualcosa che mi colpisca particolarmente. Quando la mia attenzione si ferma su un classico, letto almeno un milione e mezzo di volte. Il vecchio e il mare di Hemingway. Lo tiro fuori dalla pila e lo rigiro tra le mani. La copertina è vecchia e fragile, sembra che le pagine siano pronte a staccarsi e a volar via da un momento all’altro. Lo sfoglio ancora una volta per poi notare che è del 1952, della prima edizione. Emozionato a livelli imbarazzanti, lo stringo al petto come se qualcuno potesse rubarmelo dalle mani e faccio per uscire da quel labirinto di scaffali per andare alla cassa quando mi scontro letteralmente con qualcuno. “Ouch.” Afferma questo qualcuno massaggiandosi la testa che è andata a scontrarsi col mio petto.
“Scusami, ero distratto.” Affermo mentre il ragazzo alza il volto.
“Non ci posso credere.” Ammette Louis guardandomi. Resto un momento in silenzio rendendomi conto che davanti a me c’è il ragazzo che mi ossessiona.
“Assurdo.” Commento io ridacchiando. “Giuro, non ti seguo.” Afferma lui alzando le mani. “Il mio hotel è qui dietro e mi avevano detto di venire qui per stare tranquillo.”Ridacchio fermando il polso di Louis intento a gesticolare forsennatamente.
“Non l’ho pensato nemmeno un attimo.” Affermo. “Pago il libro e andiamo in un bar. Ti va?” Affermo io in un momento di coraggio. “Speravo me lo chiedessi.”


“Dunque viaggi per lavoro.”Affermo io mentre rigiro il mio caffè. Lui annuisce piano, guardandosi attorno. Ci sono poche persone sedute ai tavolini accanto, molto strano per un bar del centro. “Concludo trattative con delle banche, roba noiosa. A volte ci vuole tempo e quindi faccio le stesse tratte spesso.” Mi spiega leggermente imbarazzato. “Tu come mai hai cambiato tratta?” Mi chiede mettendomi a disagio. “Oddio, succede. Ma in verità il mio amico Zayn insomma.. pensa che tra noi due ci sia una sorta di connessione e quindi ha spostato la nostra tratta, in qualche modo.” Ammetto in imbarazzo. “Ah davvero lo pensa?” Chiede sorridendo verso il suo thé. Annuisco piano. “Il mio amico Niall pensa lo stesso.” Ammette. “Il biondino?” Chiedo io, e lui semplicemente annuisce. “Lui è fotografo e quindi viaggia insieme a me ,così da poter vedere bei posti.” “Mica scemo!” Scherzo io, facendolo finalmente sciogliere in una risata serena. “Finalmente!” Ammetto io mentre le sue guance si imporporano lentamente di rosso. “Ti sei sciolto.” Continuo io mentre lui posa lo sguardo sul tavolo, come se fosse la cosa più interessante del mondo.
“Che ne dici se tu e Niall venite a cenare al nostro hotel stasera? Paga la compagnia.” Dico io ridacchiando. “Ti presento Zayn.” Continuo io. “Siete sempre insieme.” Riflette lui. “Si, è uno dei miei migliori amici.” Gli confido . “Lo è da quando eravamo bambini. Sai, con il lavoro che faccio non è molto facile crearmi una vita normale, con amicizie e tutto il resto. La maggior parte dei miei amici lavora nel mio campo.” Dico sovrappensiero. “Tutte le persone di cui mi senti parlare, famiglia a parte ,è qualcuno che lavora insieme. Ormai siamo diventati tutti molto uniti.” Continuo io mentre lui sembra assorto. “E tu?” Chiedo improvvisamente. “Io?” Domanda sorpreso. Faccio sì con la testa, invitandolo a parlare. “Sono un tipo dai gusti difficili.” Dice facendo spallucce. “Sono molto timido, Harry. E per mascherare questo grande misfatto, mi fingo uno stronzo indicibile.” Dice per poi scoppiare a ridere, coinvolgendomi completamente. “Niall sa come sono fatto e anche El.” Afferma sovrappensiero. “El.. La tua ragazza?” Chiedo senza smettere di girare il mio caffè. “Oh, no. Eleanor è la mia migliore amica. Si, insomma.. ho altri gusti.” Dice senza mezzi termini. 
“Oh, anch’io. Sai, preferisco quelli un po’ bassini, con gli occhi profondi e timidi. A volte si fingono stronzi. Conosci il tipo?” Azzardo io mentre lo vedo cercare di nascondere l’imbarazzo dietro il suo bicchiere. Annuisce. “Vado pazzo per i ricci.” Sussurra appena iniziando a giocare distrattamente con i miei anelli, bene attento a non sfiorarmi la pelle. 
“Quanto resti qui a New York, Louis?” Lui fa spallucce. “Lo scoprirò domani, tutto dipende da come vanno gli accordi.” Dice distratto per poi alzarsi di botto e avvicinarsi alla cassa. Lo osservo trafficare vicino la vetrina e sorridere gentilmente al cameriere per poi tornare al tavolino.
“Ora devo andare Harry.” Ammette passandomi una bustina bianca. “Questi sono per te, mangiali tornando in hotel. Ti ho anche preso un caffè, questo ormai è freddo.” Dice sorridendomi appena. Si sporge verso di me, dall’altra parte del tavolo e mi lascia un bacio leggero all’angolo della bocca.
Per poi correre verso la porta d’uscita. “E per stasera?” Mi trovo ad urlare. Luisi gira sorridendomi e facendomi segno con la mano di chiamarlo. Resto confuso, senza nemmeno avere il tempo di capire come fare. Apro la busta e il profumo di cookies caldi mi arriva alle narici. Alzo il bicchiere di caffè macchiato e al lato si nota una scritta nera che macchia il bianco del contenitore. Delle cifre scritte in grande e una piccola L al lato mi fanno sorridere. Devo ricordarmi di ringraziare Zayn, mi dico mentalmente mentre addento un biscotto uscendo dal bar. E anche Liam.



“Harry siamo a Times Square, posa quel fottutissimo telefono!” Mi ordina il mio amico facendomi scoppiare a ridere. “E’ da quando sei tornato che hai quel cazzo di Iphone in mano, e non cercare di rifilarmi la scusa delle fotografie a Liam!” Continua facendomi sbuffare.
“Okay hai ragione.” Ammetto buttando quello che restava della mia cioccolata calda. “Ma ho una ragione più che valida.” Dico mentre lui aggrotta le sopracciglia e mi spinge via con un braccio. “Haz, ti ho già detto che la scusa del grande amicone che fa di tutto per essere non far sentire la sua assenza, non regge!” Continua teatrale mentre scatta una dannata fotografia a caso. “E la scusa del ragazzo che ha ottenuto il numero di telefono della propria “cotta adolescenziale”“ Dico mimando il gesto delle virgolette con le mani. Zayn si gira immediatamente verso di me e spalanca la bocca. 
“Cosa? E come? Perché non me lo hai detto?” Faccio spallucce. “Volevo una uscita ad effetto.” Affermo guadagnandomi una gomitata in un fianco. “Dai Zaynie, l’ho incontrato nelle libreria di Liam e abbiamo preso un caffè insieme.” Lui scuote la testa scioccato. “E me lo dici così?” Afferma fermandosi un momento sul marciapiedi stracolmo di gente. “So che dentro di te vorresti urlare come una ragazzina.” Scuoto la testa mostrandomi un uomo e non un ragazzino sovraeccitato. “Li ho invitati a cenare con noi, stasera.” Dico ancora mentre lui scoppia a ridere. “Dai urla.” Mi premo le mani sugli occhi. “E’ veramente bellissimo.” Ammetto , rendendomi conto subito dopo di quanto la voce mi sia uscita parecchio più stridula del previsto. “Sono così fiero di te, figliolo!” Ammette lui abbracciandomi e facendomi scoppiare a ridere. “Levati di dosso, cazzone!” 
“Non preoccuparti, continua a farti seghe mentali davanti a quel telefono, in aereo ti racconto io cosa abbiamo visto. Così sai cosa dire ad Anne.” Continua lui prendendomi in giro. “Zayn, smettila.”Continuo io affrettando il passo e lasciandomelo dietro. “Harrieth, sappi che Gemma invece la chiamo stasera e le racconto ogni cosa.”  Lo guardo male. “Da quando vi siete coalizzati?” Chiedo io mentre lui fa spallucce. “Allora…tu dovevi avere sette anni. E lei mi propose un patto . Più caramelle a me se le dicevo cosa facevi tutto il giorno al parco. Da quel giorno siamo Thelma e Louise.” Racconta con il suo tono teatrale, che quasi faccio fatica a seguirlo senza scoppiare a ridere. “Tranquillo, Jealous Lover, ho detto Louise, non Louis. Quello lo lascio a te ed al tuo povero Iphone.” Continua a canzonarmi lui mentre sbuffo sonoramente. “Zaynie, stai viaggiando. Non lo conosco nemmeno. Mi sembra carino, tutto qui. Stasera non importunarlo okay? Sarà già abbastanza imbarazzante di suo.” Affermo io, seriamente preoccupato per l’esito di quella serata. Fare una brutta figura avrebbe significato dover fare la figura dell’idiota ogni qual volta l’avessi incontrato in aereo. E la cosa non mi allettava affatto.
“Perché lo hai invitato allora?” Chiede lui ovvio. “Altrimenti non avrei avuto opportunità di rivederlo.” Rispondo io altrettanto ovviamente. Lui fa spallucce. “Giusto. E poi, l’imbarazzo dovremmo averlo io e il biondino che manterremo il candelabro.” Io scoppio a ridere per l’evidente idiozia del mio amico. “Si dice la candela, Zayn.” Rispondo a tono. “Lo so idiota, ma noi siamo in due.” Afferma come se fosse la cosa più ovvia del mondo. “Ti amo.” Dico io, baciandogli la fronte.
“Ehi, piano. Louis è geloso.” Commenta lui facendo un salto dall’altra parte della strada. Lontano da me.
“Dai coglione, andiamo a comprare il regalo a Gemma. Quella altrimenti mi ammazza.” Zayn mette su un sorriso malefico. “Secondo me, le basta una bella foto tua e di Louis insieme.” Dice mentre io vengo distratto dalla vibrazione del cellulare.

Ehm.. okay, grazie per l’indirizzo. Per le otto va bene? Devo vestirmi in qualche modo particolare? Oddio forse sto facendo troppe domande.
Niall è entusiasta, non solo di conoscerti ma soprattutto perché c’è il cibo.  XXXX LOU


E poi ancora un'altra.

Scusa, ti ho già detto che al posto di scrivere qualcosa di intelligente, nei messaggi scrivo tutto quello che mi passa per la mente? E’ esilarante. O da idioti? 
Okay, a stasera.


Ridacchio leggendo la confusione che mette anche negli SMS. Ha questa strana caratteristica che è venuta fuori nel pochissimo tempo che ho trascorso insieme a lui, è uomo un momento prima e bambino quello dopo. E’ assolutamente adorabile il modo in cui mette da parte la sicurezza di uomo vissuto e in carriera e fa uscire fuori le piccole paure dei bambini che si preoccupano di ogni cosa al mondo. Lo immagino arrossire dietro il cellulare e sorrido un po’ anch’io.

Okay, aspetta che rileggo tutto per rispondere ad ogni domanda! Hahaha
Le otto sono perfette e se non ti scoccia dovresti vestirti sull’elegante. L’hotel è parecchio chic e pare che non mi facciano entrare in tuta! Eresia Hahahaha Vieni come ti pare, male che vada andiamo a mangiare al cinese! 
Sono felice anche io di incontrare Niall, tu cerca di non far caso a Zayn!
E comunque non è da idioti , sei carino!
Ps. Grazie per i biscotti, li ho divorati! 
Vedi che io sono logorroico? XXXXXXXXXX H.


 


Mi butto sul letto con la testa fra le mani. “Cosa cazzo vuoi che mi metta stasera se ho fatto la valigia alle cinque del mattino in dieci minuti?” Urlo contro Zayn mentre lui scoppia a ridere rovistando nella mia borsa effettivamente vuota.
Mi scuoto i capelli bagnati, appena lavati. “Tieni metti questi pantaloni neri. Poi mi spieghi come cazzo te li infili, tanto che sono stretti!” Mi canzona lui ,buttandomi in faccia i miei pantaloni.
“Sopra la maglietta nera, no? Metti la fascia nei capelli e sei un figo.” Ammette lui facendo spallucce. “Vada per total black.” Confermo io infilandomi i pantaloni e guardandomi allo specchio. “Passami gli stivali.” Chiedo facendo un sospiro. “Rilassati, baby.” Dice Zayn dandomi un bacio sulla guancia.
“Non sono agitato. Solo un pochino.” Ammetto aggrottando le sopracciglia.
Zayn mi osserva mentre si abbottona la camicia bianca. “Stai tranquillo, Harry. Louis già ti adora.” Scuoto piano per aria la mano, come per cancellare le parole appena dette dal mio amico. “Smettila.” Rispondo a tono io, mentre controllo che i capelli siano asciutti e infilo la fascia scura a mantenerli alla meno peggio.
“Non è colpa mia se sembra che tu stia per incontrare la Regina Elisabetta.”
Ridacchio per poi guardarmi un’ultima volta allo specchio. “Scendiamo dai.” Dico catapultandomi già fuori dalla stanza. “Fretta?” Faccio spallucce mentre prendo le scale, incapace di aspettare l’ascensore. 
Arriviamo alla hall un po’ trafelati, Zayn non smette un momento di parlare, ma non ascolto nemmeno una parola di quello che mi dice perché i miei occhi catturano la figura di Louis che davanti la porta di ingresso chiacchiera con Niall. Ha una camicia nera a fasciargli i fianchi scolpiti e un jeans decisamente strettissimo a completare i quadro. Si passa nervosamente la mano nei capelli lasciati liberi di venir giù come vogliono. L’amico gli accarezza la spalla, sorridendogli comprensivo. In un attimo , il biondo si gira verso di me e mi sorride per poi dare una gomitata a Louis che si gira nella mia direzione e mi pare illuminarsi in viso. Senza dar retta a Zayn, mi dirigo da lui, scendendo gli ultimi gradini che mi separano dal suo sorriso.
“Ehi.” Dico appena a qualche centimetro da Louis. “Ciao Harry.” Dice lui ,sorridendo imbarazzato. “Sei bellissimo.” Continua facendomi ridacchiare. “Anche tu sei bello..” Ammetto facendolo arrossire a mia volta. “Abbastanza elegante?” Faccio spallucce ,sorridendo come un ebete. “Perfetto.” Sussurro. “Ciao anche a te ricciolino, è un piacere anche per me, rivederti sulla terra ferma!” Ci canzona Niall, scuotendomi la mano ad un palmo dal naso.
“Smettila Niall.” Sussurra Louis mentre Zayn scoppia a ridere. “E’ solo l’inizio amico!” Afferma stringendo la mano al biondo. “Ciao Niall, è un piacere per me conoscerti!” Dico sorridendogli sinceramente. “Lui è Zayn.” Lo presento a tutti e due. “Sono il figo del trio!” Se ne esce trionfante il mio amico. “Non posso giudicare, manca il terzo!” Risponde a tono Niall mentre Louis scuote la testa. “Il tuo di parere non conta, Louis. Diresti che è meglio Harry anche davanti a Mister Mondo!” Afferma Zayn guadagnandosi un’occhiataccia da parte mia. “Scusalo. Non sarà il più figo, ma è il più cretino sicuramente.” Affermo prendendo Louis per il gomito e lasciando gli altri due indietro. “Non pensare a Zayn. E’ tipo da battutacce.” Ammetto in effettivo imbarazzo. Lui fa spallucce staccando il suo gomito dalla presa della mia mano, lasciandomi interdetto per un momento, fino a quando non prende la mia mano, con la sua.
“Ha ragione.” Dice serenamente. “Cosa?” Louis si ferma per un momento davanti a me. “E’ vero. Ai miei occhi saresti tu il più bello, comunque.” Mi guarda negli occhi e parla con una tale sincerità, da disarmarmi. “Tu vuoi lasciarmi sempre senza parole vero?” Lui si limita a sorridermi con gli occhi, sedendosi accanto a me.
“Allora, ordiniamo?” La voce di Niall , interrompe i miei pensieri.


“Niall sei ubriaco.” Afferma Louis guardando l’amico mentre quest’ultimo se la ride. “Ma quanto vino hai bevuto?” Chiede come se il biondino fosse in grado di rispondere. “Diciamo che lui e Zayn si sono scolati tutto.” Dico io, notando il mio amico in effettivo stato di trance. 
“Non è prudente che torniate a Brooklyn in metro. Il taxi costerebbe troppo. Portiamoli in camera.” Dico risoluto io, prendendo sotto il braccio il mio amico. “No, Harry. Non voglio assolutamente disturbarti.” Faccio spallucce. “Poche storie Lou, non vi permetto di tornare a casa.” Dico ancora mentre lui annuisce sorridendomi.
Portiamo a fatica quei due idioti in camera, che come delle capre si buttano sul letto e cadono in un sonno profondo in un attimo.
Io e Louis restiamo a guardarci per un po’ in piedi davanti al letto senza sapere cosa fare.
“Che ne dici di andare a farci una passeggiata?” Chiedo io. “Okay” Dice semplicemente lui seguendomi fuori dalla stanza.
In un batter d’occhio ci troviamo esposti al freddo newyorkese. Louis si stringe appena nel suo giaccone, mentre io stringo la mia sciarpa.
Ci sediamo su una panchina vuota, nello strano silenzio di una notte d’inverno.
“Mi dispiace che Niall si sia ubriacato.” Dice sovrappensiero, mentre io ridacchio. “Sei carino a preoccuparti per tutto.” Ammetto prendendo la sua mano tra le mie.
“Avevo immaginato tutto Harry. Ma il modo di passare il nostro primo appuntamento oltre oceano, proprio no..” Ammette pensieroso. “Primo appuntamento?” Chiedo divertito. “Oddio, scusa non volevo dire quello.” Ritratta lui. “No, mi piace.” Dico io sorridendo. “E che immaginavi?” Lui fa spallucce, accoccolandosi al mio petto, mentre io gli accarezzo piano i capelli. “Pensavo che non sarei mai riuscito a chiederti di uscire e l’avrebbe fatto Niall per me. Sarebbe stato imbarazzante.” Scuoto la testa. “Sarebbe stato tenero invece.” Ammetto baciandogli un punto indefinito del capo.
“Ti ho notato tempo fa ,Louis.” Gli dico sinceramente mentre lui sospira, segno che mi sta ascoltando. “Ed io non lo faccio. E non perché sono un deficiente spocchioso. Ma perché il mio lavoro non me lo permette affatto. E questa cosa mi ha parecchio incasinato.” Louis si alza ,per guardarmi bene negli occhi. “Che vuoi dire?”Chiede leggermente scosso. “Solo che hai buttato al cesso anni di lavoro su me stesso. C’ero riuscito a lasciare i sentimenti a terra. Poi arrivi tu e.. io penso che potrei impazzire.” Ammetto mentre lui sorride piano. “E’ troppo?” Chiedo poi notando il suo silenzio. “No, è bello.” Ammette stringendomi poi la mano. “Perché sento lo stesso.” Mi dice per poi abbassare lo sguardo. Sorride tra sé ed io perdo la testa. Mi avvicino con lentezza al suo viso e di sorpresa catturo le sue labbra con le mie. Diamo vita ad un bacio semplice ma urgente. Significativo di molte cose e forte, forte da fare uscire il cuore dal petto.
Mi stacco appena per prendere fiato ma Louis mi stringe a sé, riportando le nostre bocche a contatto.
“Ti odio.” Mormora mordicchiando il mio labbro inferiore. “Perché ?” Chiedo con un sorriso.
“Sei bellissimo Harry. E’ chiaro a tutti. Ma mi piaci per come sei. Ogni volta che noto qualcosa mi piace. E sai di buono.” Dice più a se stesso che a me, facendomi scoppiare a ridere. “Sei assurdo Louis. “ Dico stringendolo in un abbraccio, prima di alzarmi. “Domani devi andare a lavoro no? Forza, andiamo in albergo. Addebito una stanza alla compagnia.” Dico mentre lui si lascia trasportare ridacchiando appena.



Quando apro gli occhi solo qualche ora dopo, il primo pensiero che frutta nella mia mente contorta è “ Questo è il risveglio migliore del secolo” , nonostante le pochissime ore di sonno, nonostante la stanchezza attaccata addosso e i pensieri incessanti.
Mi stiracchio con la sensazione di Louis che mi stringe nel sonno, ma quando noto che sono solo nel letto, mi stropiccio meglio gli occhi per avere una buona visuale della stanza.
Louis non c’è ma sul comodino accanto al suo posto, un vassoio attira la mia attenzione. Mi alzo a fatica per raggiungerlo. Un sorriso spontaneo mi nasce sul volto quando lo prendo tra le mani, notando tutto il cibo poggiato con cura. Lascio per un momento il vassoio sul letto, notando un foglietto bianco ripiegato con cura.
 “Buongiorno.. avrei voluto svegliarmi con te, ma il lavoro chiama. Buona colazione.
Troppo? XXXXXXXX.L”

Sorrido tra me e me , sentendomi leggermente stupido. Prendo il cellulare abbandonato sul comodino , notando un messaggio allarmato di Zayn che si chiedeva dove fossi e cosa aveva fatto con Niall.
Ridacchiando mi rendo presentabile ed esco dalla stanza per raggiungere quella del mio amico. Salgo velocemente le scale e busso sul legno massello.  Zayn viene ad aprirmi ancora sconvolto, i capelli sparati in tutte le direzioni e con la faccia preoccupata. “Haz! Ma dove cazzo sei stato?” Urla tirandomi per un braccio e facendomi entrare in camera. Niall è ancora mezzo addormentato e cerca di armeggiare col cellulare, steso sul letto. “Zaynie, tu e il biondino eravate troppo ubriachi quindi io e Lou vi abbiamo portato in camera. Però poi..qui era diventato troppo affollato per noi. Abbiamo preso una camera.” A quella affermazione , il dormiente si risveglia completamente. “Voi cosa?” Urlicchia Zayn facendo ridacchiare Niall che prontamente gli batte il cinque.
“La smettete idioti?” Chiedo quasi in una supplica. “Non finchè non ci racconti ogni cosa, ricciolino.” Continua Niall ricevendo un gestaccio da parte mia. “Abbiamo tutto il giorno. Io e Nialler avevamo pensato di passare una giornata insieme per le strade di New york.” Scuoto la testa appena guardando l’orario. “In realtà io vado abbastanza di fretta. Lou dovrebbe finire di lavorare tra un’oretta.” Zayn fa gli occhi dolci mentre Niall scoppia a ridere. “Lou? Okay, vi abbiamo persi.” Ammette il biondo mentre Zayn mi dà platealmente un bacio sulla fronte per sancire la sua benedizione. 
“Va bene, io è meglio che vada. State degenerando.” Affermo prendendo le distanze dal mio amico e salutando Zayn. “A stasera.” Mi urlano all’unisono entrambi.
Passo per un attimo in stanza, cercando di rendermi presentabile. Una certa agitazione appiccicata addosso e una strana euforia. Mi sento un bambino. 
Mi siedo un momento sul letto dopo essermi infilato i jeans e rigiro tra le mani il cellulare. L’esigenza di chiedere consiglio a Liam è così forte da non poter essere ignorata. Guardo con premura l’orologio per assicurarmi che, nonostante il fuso, sia un orario decente per chiamarlo e che non sia occupato in una qualsiasi sua attività. Riepilogo mentalmente i soliti impegni del mio amico e immagino che per quell’ora del pomeriggio sia libero dai suoi oneri. Così completamente in trance, e più preoccupato del solito ,compongo il numero di telefono e ascolto il mio apparecchio mettersi in contatto col suo.
Liam è a conoscenza della mia attrazione per Louis, se così si può chiamare, da quando si è presentata la prima volta. Sembrerà assurdamente infantile ma è come se non fossi più abituato a tenere le cose per me, a capire da solo le mie emozioni e assorbirle. Probabilmente è proprio perché nella vita ho sempre avuto questi due assurdi e diversi punti di riferimento. Uno chiacchierone, confusionario, impulsivo ma estremamente buono, Zayn. E uno riflessivo, serio, attento a tutto, determinato e altruista, Liam. 
Liam ha sempre raggiunto tutti gli obiettivi che si è prefissato nella vita, dalle piccole alle grandi cose: diventare avvocato, avere una relazione seria con una ragazza con la testa sulle spalle, crearsi una indipendenza economica e pratica. Eppure ha sempre tenuto conto di me e Zayn, nonostante gli impegni, gli obiettivi e i modi di vivere diversi, Liam è uno di quei punti di riferimento per due sbandati come noi di cui non possiamo fare a meno. Sin da quando, da ragazzino faceva in modo che non ci presentassimo a scuola impreparati e fino ad ora, preparato in ogni dove ad accogliere i nostri problemi. Non ricordo un momento della mia vita in cui mi sono sentito abbandonato da Liam e a volte mi sento un po’ in colpa per non riuscire a dargli indietro almeno un decimo di quello che fa per me.
“ Harold! Buongiorno! Che ore sono lì, le undici vero?” La voce squillante del mio amico mi giunge alle orecchie. “Payno! Undici in punto! Come stai? Ti manchiamo vero?” Chiedo io sentendolo poi ridere. “Mi manca Danielle! Voi potete restare anche là!” Risponde a tono mentre io faccio un verso offeso. “Sapevi tutto vero?” Chiedo. “Certo.” Dice serenamente . “Che ne pensi?” Continuo io. “Aspetta, cioè. L’ho incontrato. Dico a terra, qui a New York. Sono venuti a cena qui, con noi.. insomma è successo un casino e io ho dimenticato tutto. Non ho pensato a tutto quello che penso di solito..capisci? E ci siamo baciati. Abbiamo dormito abbracciati. Insomma sono fottuto.” Spiego io velocemente mentre il mio amico ,dall’altra parte sospira. “Harold non potevi mica pensare di chiuderti della tua corazza di solitudine tutta la vita! Sei un ragazzo bellissimo e piacente, hai una personalità ,che se ne dica, eccezionale e carismatica. Il tuo lavoro non deve essere uno ostacolo.
Louis se vuole iniziare qualcosa con te, capirà. Tu pensi troppo.” Sancisce lui facendomi smuovere.
“Da quando non provavi certe cose? Te lo dico io, da tanto! Ed è bello essere innamorati Harry. Non fare il coglione.” Continua lui. “La fai facile.” Dico io. “E’ facile.” Conclude lui mandandomi un bacio e augurandomi una buona permanenza newyorkese.


Controllo per l’ennesima volta l’indirizzo su internet della banca dove dovrebbe trovarsi Louis. 
“Spero solo di non aver sbagliato il nome della banca.” Mormoro tra me e me mentre mi stringo nel giaccone. Il sole caldo di mezzogiorno batte sulla panchina in pietra su cui ho trovato rifugio, giusto a due passi dal posto dove Louis dovrebbe aver appena finito di lavorare.
Sbuffo leggermente girandomi il cellulare tra le mani e rispondendo distrattamente ad un messaggio di Gemma.
Alzo gli occhi in direzione del palazzone in pietra che ospita la banca e noto un bellissimo e inconfondibile Louis fasciato in un completo gessato e una ventiquattr’ore scura tra le mani. 
Gli scrivo velocemente un messaggio. “La colazione era buonissima, avrei preferito te al cornetto, comunque. Non è mai troppo. XXXXXX H.
Ps. Guarda alla tua destra,honey.”

Lo osservo tastare la tasca della sua giacca e tirarne fuori il cellulare e poi sorridere allo schermo e girarsi nella mia direzione accendendosi un po’ di più.
Attraversa la strada e si avvicina a me a grandi passi, con gli occhi pieni e accesi di una luce incredibile.
“Ciao.” Gli sussurro. “Non ti aspettavo.”Risponde lui sorpreso. Ci avviciniamo bruscamente più volte, senza sapere bene cosa fare. Quando semplicemente posa le sue mani calde sul mio viso e mi schiocca un bacio sulle labbra.
“Ottimo modo per cercare di farsi perdonare.” Considero io mentre lui scoppia a ridere. “Sono andato a lavorare, mica ad adescare qualcuno.” Conclude risoluto lui. “Ci mancherebbe.” Affermo io fingendo un broncio. Lui sorride per poi poggiare la testa sul mio petto e stringermi. 
“Sono stanchissimo.” Ammette lui mentre io annuisco. “Non posso darti torto, hai dormito davvero poco.” Affermo andando ad accarezzargli i capelli. “Se vuoi possiamo tornare in albergo.” Dico io. “No, dai dimmi cosa volevi fare.” Dice sorridendo e alternando carezze alla schiena.
“Pensavo ad un pranzo in perfetto stile newyorkese.” Lui mi guarda curioso mentre semplicemente gli prendo la mano e lo trascino in un parco vicino. “Dai siediti.” Dico indicandogli un angolo all’ombra di un grosso albero. Lui si stende ,poggiando la testa sulla borsa e dandomi una visuale perfetta del suo corpo magnifico. Mi siedo accanto a lui, accarezzando i suoi capelli.
“Ho preso due hotdog completi e due frullati. Okay l’accoppiata è strana ,ma vincente. Credimi.” Affermo entusiasta porgendogli il suo pranzo. “Dio, potrei sposarti domani.” Ammette addentando il suo panino e facendomi arrossire. “Per la questione del panino, intendo.” Precisa lui ,balbettando appena. Annuisco appena bevendo il mio frullato fragola e banana.
“Sto per dire qualcosa che ti stranirà.” Affermo mentre lui si mette a sedere con un lampo di preoccupazione negli occhi. “Insomma, io non ho molto tempo libero..” Inizio io mentre lui fa un gesto con la mano come per zittirmi. “Harry se vuoi dirmi che il nostro “flirt” si conclude in questo periodo newyorkese, risparmiati il discorso del lavoro.” Dice alterato e anche intristito, facendo per alzarsi. Lo prendo per il braccio, rimettendolo a sedere. “Fammi parlare, stupido!” Affermo io mentre lui si ammutolisce. “Dicevo. Dato che non ho molto tempo libero, non posso chiederti di vederci spesso a Londra, se non a orari improbabili. Insomma. Tra due mesi sarà Natale e io avrò tre settimane di pausa. Potremmo usarle, sai per vedere come va.” Ammetto imbarazzato. “Si lo so. E’ strano che ti chiedo di passare le vacanze con me, anche se ci conosciamo da davvero poco..” Continuo per riempire il suo silenzio. “E’ perfetto.” Conclude solo buttandosi completamente su di me e baciandomi tutto il viso. “Davvero?” Annuisce velocemente rispondendo alla mia domanda incredula. “Anche se pensavo che non mi importa degli orari assurdi. Appena hai un fottuto buco di tempo, chiamami.” Mi dice lui ,stringendomi le guance tra le mani e davanti a tanta urgenza di viverci non posso far altro che baciarlo in un modo nuovo, in uno che sappia far avvicinare le nostre anime, finalmente senza più paura di farsi male.
Louis accarezza piano le mie labbra con le sue ,con una cura eccezionale, prima di staccarsi definitivamente per prendere fiato e tirarmi un pugno sul braccio.
“Sei un cazzone!” Afferma urlicchiando, tutto esagitato. “Ahi, m’hai fatto male. Per cos’era?” Chiedo io ancora un po’ stordito dal bacio. “Prima mi baci e poi mi meni, è ingiusto!” Mi lamento accarezzandomi la parte lesa. “Mi hai fatto prendere una paura inimmaginabile.” Afferma lui arrossendo appena e facendo spuntare sulle guance rosate una sfumatura di rosso. “Tu e i tuoi discorsi presi alla lontana. Non potevi direttamente chiedermi di portare il dolce per la Vigilia.” Dice lui prendendomi il viso e attaccando le sue labbra alle mie. Rispondo al bacio con piacere, ridacchiando appena quando sento le sue spalle fare forza sul mio corpo e dargli la giusta spinta per cadere steso sull’erba fresca con il petto di Louis sul mio e la sua risata sulle mie labbra e nella mia bocca. “Coglione.” Gli dico mentre lui continua a ridere, staccandosi dalle mie labbra con uno schiocco ma restano sempre appoggiato al mio petto. Lo guardo rapito mentre sorride pienamente e fa uscire dalla bocca una risata serena, delle piccole rughette gli contornano gli occhi che prontamente si copre con le mani, prima di portarle al collo per allentarsi la cravatta. Seguo meccanicamente i suoi gesti e istintivamente porto le mani al suo collo per aiutare ad allentare il nodo. Lui mi sorride di rimando e io non posso fare altro che baciarlo ancora. “Potrebbe diventare una fottuta droga.” Ammetto mentre lui sorride sulle mie labbra ma non esita ad approfondire il bacio.
“Lou, dai. Mettiti più qui. Mia sorella mi sta rompendo le palle, pretende una foto.” Dico arrossendo appena. Louis ride di giusto, mi si avvicina e prende il cellulare dalle mie mani.
Apre la fotocamera e ce la punta in volto, sorrido alla telecamera aspettando che scatti, ma lui si volta improvvisamente dandomi un bacio sulle labbra facendomi assumere una espressione ,sì compiaciuta, ma sorpresa. E click. Il rumore dello scatto avviene proprio in quel momento. 
Louis sorride soddisfatto mentre invia la foto a mia sorella e scrive un veloce messaggio .
Poi mi porge il cellulare e arrossisce appena, come un ragazzino.

“ Sono finalmente riuscito a conquistare questo figone dell’aereo. Viva me. Non ci trovi bellissimi? Io si. XXXXXXXXXX HL”
“Mi piace quell’HL.”  Ammetto baciando piano un pezzettino di pelle tra la palpebra e la tempia. 
“A me piaci tu.”



Sbadiglio rumorosamente per l’ennesima volta, sul ciglio della strada alle quattro e trentacinque del mattino. Zayn al mio fianco sembra in trance, nella sua divisa ordinata e ben stirata e fissa un punto nel vuoto senza darmi troppo ascolto. “Mi dispiace che andiamo via.” Ammette. “E’ il nostro lavoro, non siamo venuti in vacanza.” Ribatto io mentre lui sbuffa sonoramente. New York è già sveglia, probabilmente non è nemmeno andata a dormire. Le macchine sfrecciano in velocità e un via vai di persone si fa strada sui marciapiedi. “Non dire cazzate, H. So benissimo che sei depresso come un cane abbandonato.” Sbuffo sonoramente senza nemmeno avere la forza di controbattere, controllando ancora una volta il cellulare. 
Era da idioti pensare che Louis, dovendosi trattenere qua per ancora due giorni, si sarebbe svegliato alle quattro solo per venire a salutarmi o per mandarmi un messaggio. Lui lavora.
“Niall vuole uscire qualche sera che siamo liberi..” La butta lì Zayn mentre annuisco sovrappensiero. “Ma dove cazzo è finito questo taxi? Tra un’ora dobbiamo essere in aeroporto.”
Sposto lo sguardo sui palazzi che sono attorno a noi ,per poi sedermi per terra, prendendo la testa tra le mani. “Louis..” Inizia Zayn facendomi sbuffare ancora. “Zay basta. Non voglio che tu lo nomini, non farmi intristire ancora di più.” Dico abbastanza scocciato. “Harold intendevo dire che Louis è qui, difronte a te, che corre come un deficiente.” Alzo di scatto la testa come ad accertarmi che il mio amico non mi stia prendendo per culo e lo vedo, bello come sempre, anche se con una tuta e i capelli in disordine, corre come un pazzo e appena incrocia il mio sguardo sorride. 
Mi alzo istintivamente e lui, probabilmente calcolando male le distanze, mi si getta addosso con una imponenza tale da farmi vacillare. “Ehi.” Sussurro io mentre lui continua a stringermi come se non ci credesse davvero. Gli prendo tacitamente il volto tra le mani, costringendolo ad alzare lo sguardo verso di me. “Io, sveglia.. pullman, sette isolati..” Dice freneticamente. “Hai fatto sette isolati a piedi?” Chiedo io non sicuro di aver capito. “Correndo? Alle quattro del mattino? Avresti potuto incontrare qualche malvivente o avresti potuto sentirti male!” Dico io preoccupato mentre lui ridacchia e mi stampa un bacio a fior di labbra. “Avrei dato di matto se non fossi riuscito a salutarti.”  Ammette facendomi sorridere. “Ammetto che anche io un po’ ci speravo.” Lui sorride ancora. “Anche se ci siamo salutati ieri sera?” Mormora in un sussurro ad un soffio dalle mie labbra. Le immagini vivide della nostra passione consumata ieri sera, riaffiorano nella mia mente facendomi inevitabilmente sorridere e stringere a lui. “Soprattutto perché ci siamo salutati ieri sera.” Ribatto io mentre lui ride incollando ancora le nostre labbra. Fa per staccarsi appena ma le mie mani vanno a coprirgli completamente il volto. Facendolo cadere di nuovo sulle mie labbra.
Chiedo accesso alla sua bocca, con la punta della lingua e in un attimo iniziamo una danza che in questi giorni è stato il nostro pane quotidiano. Il primo a staccarsi è Louis, per riprendere fiato, ma si allontana così poco da riuscire a sentire il suo fiato sulle mie labbra. “Tu mi hai viziato e ora farò i capricci. Niall mi ammazzerà. E odierà anche te.” Dice lui prendendo i panni che ogni tanto veste di bambino ingenuo. Io scoppio a ridere non staccandomi dal suo corpo. Le sue mani accarezzano la base del mio collo e mi fa sorridere come nonostante sia più grande di me, si sforzi di stare sulle punte per arrivare in quella posizione. Lo stringo istintivamente al petto e lui si lascia cullare. 
Avvicino piano la testa al suo orecchio sicuro di quello che era necessario che gli dicessi.
“Abitiamo nella stessa città. Lou, ora vado via ma non è la fine di nulla okay? Io voglio conoscerti. Voglio farlo davvero. Quindi, non mollare con me. Okay?” Chiedo con una punta di insicurezza nella voce. Lui scuote piano la testa. “Promesso.” Dice soltanto per poi tornare a baciarmi dolcemente.
Un rumore odioso e fastidiosissimo arriva alle mie orecchie e la voce tra il triste e il dispiaciuto di Zayn mi fa capire che è il momento di andare. “Harold, il taxi è arrivato.” Mi giro appena verso il mio amico facendo cenno di avviarsi e lui mi sorride appena, entrando in macchina.
“Sei sereno?” Chiedo a Louis mentre si stringe nella felpa come un bambino. “No,cioè.. si, non ancora ma lo sarò.” Ammette mentre io gli prendo i lembi della felpa per tirarmelo addosso.
“Ti devi fidare di me.” Dico mentre lui annuisce piano, mordicchiandosi il labbro inferiore per sfogare il nervosismo. Gli accarezzo piano le labbra con le dita. “Ci vediamo quando atterri.” Lo rassicuro io mentre lui mi guarda cercando di capirci qualcosa. “Il resto verrà da sé. “ Propone lui. “Verrà da noi, Lou.” Affermo accarezzandogli il volto.
“Allora, vai. Ti stanno aspettando.” Dice schioccandomi un bacio sulle labbra.
Si allontana appena , giusto il tempo di riportarmelo addosso e scambiare l’ennesimo bacio eloquente. 
“Vai Harry. “ Mi ordina lui mentre io annuisco piano. Mi osserva con attenzione entrare in macchina e si avvicina al finestrino. Mi schiocca un ultimo bacio. “Ho sempre sognato di farlo.” Ammette facendo ridere tutti, tassista compreso. “Siete fottutamente dolci.” Ammette Zayn, scoppiando a ridere. “Vi ho scattato una foto, ora la mano a Niall.” Continua facendo ridere ancora Louis. “Buon viaggio Harry. Ci sentiamo quando atterri se ti va.” Dice prima che il tassista parta e mi dia la possibilità di vedere Louis allontanarsi sempre di più, sedersi sul ciglio della strana e chissà magari sfogare la tensione in un pianto liberatorio.
New York e la sua magia scorrono sotto i miei occhi con una tale intensità da farmi male agli occhi. Ho sempre amato questo posto, ma non sapevo quanto fosse disposto a darmi, in tutti i sensi.
Lo sguardo di Zayn pesa su di me, probabilmente preoccupato dei miei pensieri.
“Dove li hai i regali per Gemma? Sarebbe capace di venire in aeroporto, solo per averli!” Dice facendomi ridacchiare. “Probabile.”
Mormoro ,andando a recuperare il mio telefono dalla tasca posteriore dei jeans.
Mi manchi già fottutissimo tizio dell’aereo. XXXXXXXXXX H 
Scrivo frettolosamente immaginando il suo rossore accennato alle guance alla vista di tale messaggio.
Faccio quest’effetto! Di bei steward ce ne sono a bizzeffe invece! Peccato che però i tuoi ricci..
Mi risponde lui a tono, già entrato in modalità difensiva a causa della forzata distanza e degli sconvolgimenti che siamo stati costretti a subire.
Sappi che ho le mie spie, quindi stai attento! Ti farò stufare di me con tutta quella insistenza. XXXXX 
Continuo imperterrito io , cercando di mostrargli il più possibile quello che sentivo.
Sarai tu a stufarti presto, appartieni al mondo..
Guardo sconfortato la sua risposta e provo a chiamarlo senza avere alcuna risposta.
Che dici di rispondermi?
Ti va di spiegarmi quel che pensi?
..Lou?
Ovunque tu sia, quello è il posto a cui appartengo.

I miei messaggi , con cadenza ogni due minuti andavano ad affollare il cellulare di Louis e la mia mente confusa e triste.
Oh fottiti, Harry. Non vedo l’ora di rivederti, fottutissimo sdolcinato ricciolino. 




“Perché il cellulare di Louis è sempre staccato!”  Esclamo io facendo ridacchiare Danielle. “Genio del male, perché è su un aereo forse?” “Ma sono atterrati!” Dico io mentre lei continua a ridere.
“Dagli il tempo , Har!”  Sospiro pesantemente annuendo. La verità è che sono fottutamente impaziente di vederlo e non ce la faccio ad aspettare. Già ho avuto l’immensa fortuna di aver finito in un orario decisamente decente e aver convinto Louis a spostare il suo volo a quello che sarebbe atterrato a Londra alle undici e mezza.
“E’ arrivato?” Si unisce a noi Zayn con il suo sorrisino compiaciuto e lo sguardo di chi ha sopportato le mie lamentele per tutta la durata di questi due giorni.
“Ora è atterrato.”Dice per me Danielle mentre io annuisco freneticamente avvicinandomi alla porta dove tutti sono in attesa dei loro cari. “Vado a vedere.” Affermo ma la mia amica mi blocca.
“Assolutamente no, è molto più romantico se lo aspetti qui.” Dice sapientemente e senza neanche darmi tempo di controbattere la porta si spalanca dando volto ai passeggeri di quel volo. Scruto i volti di ognuno in cerca di quello di Louis quando finalmente lo vedo varcare la porta con gli occhiali inforcati sugli occhi e una valigia pesante al seguito. Non sembra cercare nessuno, quasi come se fosse scettico di trovarmi davvero là. Niall al suo fianco mi individua subito e mi dona un sorriso sincero che mi scalda il cuore.
Louis alza leggermente il viso, tanto quanto basta per incrociare il mio sguardo e pare accendersi. Alza gli occhiali, si districa tra la folla, poi molla la valigia in un angolo e corre da me. 
Mi si butta tra le braccia felice e io non posso fare altro che alzarlo di peso lasciando che si allacci a me con le gambe.
“Non ti aspettavo.” Mormora sorridendo sulle mie labbra mentre io sono troppo impegnato a torturarle.
“Mi sei mancato.” Ammetto mentre lui mi bacia ancora con trasporto.
Poi improvvisamente come risvegliato da uno stato di trance si guarda attorno e nota che non solo i miei amici ci stanno guardando ma anche dei curiosi sono rimasti ad osservarci con occhi inteneriti.
Così salta giù, non lasciando però la mia mano.
“Lou, lei è Danielle. La fidanzata di Liam, nonché la mia migliore amica.” Dico meccanicamente mentre la mia amica rifiuta la mano di Louis per stringerlo subito in un abbraccio.
“E’ un piacere.” Mormora lui imbarazzato facendosi scudo col mio corpo.
“Ragazzi miei, io sono stanchissimo penso che andrò a casa.” Dice Niall . “Ti dispiace se..” Inizia Louis nei confronti dell’amico che prontamente scuote la testa. “Nì, ti accompagno io che ho la macchina. Tanto c’è solo Dani in macchina con me.” Propone Zayn  a Niall che prontamente annuisce.
Io e Louis restiamo per ancora un po’ nella posizione in cui ci siamo trovati ad accarezzarci lentamente.
“Sei stanco?” Chiedo mentre lui annuisce. “Un po’. E ho anche fame.” Ammette facendomi ridacchiare. “Che ne dici se andiamo a prendere qualche schifezza al take away e la mangiamo in camera mia? Domani vado a lavorare presto ma almeno abbiamo un paio d’ore da passare insieme.”
Lui annuisce tranquillo prendendomi per mano e in silenzio raggiungiamo la macchina.
Si siede accanto a me e si rannicchia un po’ sul sediolino. “Potrei abituarmi a queste cose.” Ammetto stringendogli la gamba con una mano. “A cosa?” Io faccio spallucce non sapendo davvero bene cosa rispondere. “A te nella mia macchina e quest’aria serena.” Dico semplicemente io, sospirando appena e mettendo in moto. 
In un attimo mi sembra di aver sempre vissuto questa vita, di aver sempre avuto Louis al mio fianco, di non essere mai stato capace di vivere senza.
Lo capisco e lo ammetto a me stesso mentre cerchiamo di salire le scale, stracolmi di roba da fastfood ma con la necessità di avere le labbra attaccate.
Arriviamo a fatica al pianerottolo e quando Liam ci vede, sorride con gli occhi.
“I convenevoli domani mattina. Siamo stanchi.” Dico battendo tutti sul tempo. “Ho preso da mangiare anche per te ,Dani e Zay Noi andiamo a mangiare in camera. A domani.” Dico porgendo il cibo al mio migliore amico e trascinare Louis in camera che urla “Piacere!” a Liam, tra l’imbarazzato e il divertito. “Piacere mio!” Dice lui di rimando prima di scoppiare a ridere.
Chiudo a chiave la porta della mia stanza e appoggio sul comodino bibite e panini.
“Non è stato molto cortese.” Ammette lui abbracciandomi da dietro. “Non lo è stato. Ma abbiamo poche ore e io voglio passarle solo con te.” Ammetto stendendomi sul letto e posizionando la nostra cena davanti a me. Lui si siede accanto a me e mi sorride appena. “Sei dolce. Ti mangerei.” Ammette imbarazzato ,facendomi scoppiare a ridere. Poggia la schiena alla testiera del letto e afferra il suo panino di soia. “Sei a digiuno da quanto? Non hai mangiato su in aereo?” Lui scuote la testa, nascondendosi appena dietro la sua cena. “Non mi andava. Ero agitato.” Ammette ingoiando un boccone corposo. Lascio le patatine che stavo mordicchiando per avvicinarmi meglio a lui. Poggio appena una mano sulla sua gamba e Louis arrossisce ancora di più se possibile. “Mi fai sembrare un fottuto adolescente.” Urlicchia di un tono più alto del normale ,scoppiando poi in una risatina accennata. “E’ bello.” Affermo andando a baciare a labbra aperte la sua guancia. “Eri agitato per..?” Continuo io in preda ad una voglia matta di sapere cosa gli passa per la testa. 
“Ti basti sapere che sono una persona diffidente al massimo e vedo tutto in negativo. Mi sarei scommesso la valigia, che non saresti venuto.” Ammette per poi abbassare lo sguardo. “Ehi! Ma per chi mi hai preso?” Dico avvicinandomi a lui con un sorriso intenerito sulle labbra. “Voglio davvero provarci.” Concludo per poi attaccare le nostre labbra. Louis lascia il cibo che aveva tra le mani e mi stringe piano il volto. “Non è molto come primo appuntamento londinese..” Ammetto io andando ad accarezzargli la fronte. “E’ perfetto.” Controbatte lui stringendomi forte.
“Vuoi dormire?” Gli sussurro appena ma lui scuote la testa appena infilando le sue manine gelide sotto la mia maglietta. “No, voglio rifare l’amore con te.” Afferma guardandomi fisso negli occhi e travolgermi completamente, portandomi nel suo vortice.



Mi stiracchio appena quando alle cinque e venti suona la sveglia, mi preparo con la solita velocità , sapendo di dover impiegare ben più tempo a svegliare Zayn. 
Prendo il cellulare dal comodino per scrivere a Louis e per controllare che non ci siano novità, ma un messaggio proprio da Louis stesso richiama la mia attenzione, lampeggiando sullo schermo.
Mi dispiace H, ho avuto un imprevisto.. sono dovuto partire per Manchester ,un quarto d’ora fa, oggi non penso di farcela. Mi manchi.. XXXXXXX L
Sbuffo sonoramente pensando che questa è più o meno la decima volta che siamo costretti a spostare il nostro incontro a causa della incompatibilità dei nostri impegni. Insomma se il mondo voleva aiutarci in qualche modo, ha deciso di complicarci le cose.
Nel giro di tre settimane ho visto Louis due volte, solo due volte, una delle quali proprio in volo, durante la tratta Londra-Milano, in cui abbiamo potuto scambiare a stento un bacio e quattro chiacchiere. E l'altra a cena, in una delle pochissime serate libere.
Metto su una espressione imbronciata ,deciso ad affrontare la giornata tutt’altro che di buon umore, visti i presupposti. Mi ero addormentato pensando che nella pausa tra i due voli che avevo in programma oggi avrei potuto passare un paio d’ore di qualità ma niente. Anche questa volta.
Così stizzito gli rispondo sgarbatamente, senza pensarci.
Non importa. Immagino ti stancherai di frequentare un ragazzo in questo modo. Ritieniti libero di cercare altrove. 
Scrivo velocemente, pentendomi di averlo fatto appena dopo l’invio. Esco dalla camera per dirigermi in cucina a fare colazione ancora più innervosito di prima, deciso a non aiutare nemmeno Zayn con il suo risveglio.
Trovo però sorprendentemente Liam seduto al tavolo che mangia un waffle distratto e sfoglia un giornale. “’Giorno Harry.” Dice mentre io nemmeno rispondo ,alzando semplicemente la mano. Mi siedo di fronte a lui , abbandonando il cellulare che squilla ininterrottamente vicino alla tazza ricolma di latte. “Che fai, non rispondi?” Chiede con il solito tono pacato il mio amico ma io scuoto brutalmente la testa. “No, è Louis che vuole farmi la paternale per il messaggio che gli ho inviato. E non ho voglia di ascoltarlo.” Ammetto mentre lui si incupisce. “Dai,Haz. Ti sei già stufato?” Chiede facendomi meravigliare immediatamente. “Mi sono stufato di non poterlo vedere. Magari avessi avuto il privilegio di capire com’è starci insieme!” Ammetto più a me stesso che a lui. “..questa cosa di averlo per metà anzi che dico..per un quarto, mi snerva, mi opprime, non riesco a pensare ad altro!” Continuo mentre Liam sorride appena. “E’ bello. Dovresti dirgli questo, non qualche frase nervosa.” Conclude lui mentre io annuisco prendendo il cellulare e rispondere alla decima telefonata.
“ Finalmente ti sei degnato di rispondere! Guarda Harry che se ti sei stufato basta dirmelo senza cercare di farmi sentire in colpa perché per una volta ho annullato un impegno! Non girare attorno alle cose, mi fai solo innervosire e perdere tempo!”  Urla in tono autoritario Louis.
“Scusami Lou. Ero solo dispiaciuto. Manchi anche a me e questa situazione mi innervosisce. Non volevo prendermela con te, davvero.” Cerco di scusarmi anche se lui pare non mollare la presa. “Non abbiamo nemmeno iniziato a frequentarci decentemente e già abbiamo questi problemi. Forse avevi ragione Harry , è troppo complicato..” Dice in un sussurro. “Non mollare con me.” Prego con un filo di voce. “Oh Harry, ci sentiamo più tardi okay? Io devo riguardare delle carte di lavoro..” Lascia la frase appesa aspettando un mio segnale. “Aspetto un tuo messaggio.” Ammetto per poi attaccare e poggiare la testa sul tavolo. “Tieni, prendi anche il mio waffle.” Dice Danielle comparsa appena nella sua uniforme in cucina e schioccando un bacio a Liam che dopo aver salutato la sua ragazza torna giustamente al suo interrotto sonno. “Ti va di dirmi che succede?” Chiede accarezzandomi i capelli. “Per le mie lune storte, Louis pensa che sia troppo complicato. “ Ammetto mentre lei assume una espressione scioccata. “E’ impossibile. Quel ragazzo ti adora. Pende dalle tua labbra.” Faccio le spallucce. “E’ sembrato abbastanza chiaro al telefono, un minuto fa.” Le comunico mentre lei non smette un momento di accarezzarmi. “Quando stacchiamo stasera andiamo a comprare un bel po’ di gelato. Okay?” Mi propone facendomi sorridere appena.
Danielle è entrata nella mia vita quando ho iniziato a fare il mio lavoro e pare aver migliorato la vita di tutti noi. Si è impossessata del nostro amore in un attimo, con un sorriso sincero e con la sua dolcezza. E’ entrata in casa nostra con la sola richiesta di avere una stanza dove stare, essendosi trasferita da pochi mesi ed è diventata a tutti gli effetti parte di noi. Ha preso il primo posto tra le mie amicizie femminili, è diventata la compagna di giochi di Zayn e ha rubato il cuore di Liam.
E’ stato semplicemente emozionante vedere il modo in cui quei due timidoni senza speranze si sono avvicinati, senza mai fare il passo più lungo della gamba, semplicemente standosi accanto e provando a far capire l’altro di essersi perdutamente innamorati. Era bellissimo entrare in casa e sentire nell’aria e negli occhi di due persone a cui sono così legato, che fossero semplicemente felici. Mi sentivo un po’ cupido e mi faceva bene veder Liam finalmente sereno.
Forse oggi è ancora meglio , perché nonostante gli anni passati sempre insieme Liam e Danielle non perdono la voglia di stare accanto e di amarsi nella maniera più pura possibile, senza pensare ad incomprensioni o imprevisti. Si amano così naturalmente da fare invidia.
Mi rendo conto che in realtà Dani ha arricchito le nostre vite in una maniera allucinante e senza che nessuno ci facesse attenzione. Un giorno l’ho guardata e ho pensato a quanto avesse fatto per me senza aver mai detto una parola di troppo, quanto fosse stata accorta a creare un equilibrio che non intaccasse il nostro e quanto avesse tenuto a cuore il nostro star bene fin dall’inizio. E prepotentemente era diventata parte integrante della mia vita, l’unica donna oltre mia madre e mia sorella a cui fossi così legato e a cui mi sentissi così vicino. Danielle è l’esempio di come l’amicizia si costruisca non in tanto tempo ma con tanto lavoro e amore.
“Sono sicura che sono tutte cazzate , amore. Stai sereno!” Afferma non staccandosi un momento dal mio braccio. Sbuffo sonoramente sentendo un peso all’altezza della bocca dello stomaco. “Avevo ragione io, come sempre.” Affermo convinto per poi poggiare la testa sul tavolo in legno massello.
“Smettila di piangerti addosso, alza quel bel culo e andiamo a lavorare.” Dice categorica la mia amica ,pronta a sorbirsi per tutta la giornata il mio umore nero.


Il cielo di Londra assume una sfumatura di blu notte, mille nuvole vanno a coprire l’atmosfera e una pioggia fitta viene giù a fiotti ,abbattendosi su ogni cosa. Il tepore della casa ci accoglie in modo naturale e rilassante e già un secondo dopo aver messo piede in casa mi sento sollevato.
Ogni cosa in quella giornata aveva sofferto il mio malumore, dai miei amici alla mia voglia di fare. Persino il cielo sembrava aver capito perfettamente di cosa avessi bisogno.
Il volto sereno di Liam ci viene in contro , rilassato dal vederci a casa ad un orario almeno accettabile e non alle quattro del mattino. Schiocca un bacio sulle labbra della fidanzata e l’aiuta a togliersi il cappotto che prontamente poggia sull’attaccapanni in corridoio.
“Dato che stamattina l’aria era pesante..” Inizia lui guardandomi sott’occhio. “Dani mi ha incaricato di comprare del gelato. Ma ho pensato che se mi fossi preso il pomeriggio libero.. avrei avuto il tempo di cucinare dei pancake e delle ciambelle per tutti.” Dice mentre Zayn esulta a gran voce facendo ridacchiare tutti. “Sposami Liam Payne. “ Urla ancora guadagnandosi una espressione indignata di Danielle. “Dunque. Cioccolata calda, gelato, pancake e ciambelle. Che ne dite di un bel film?” Propone poi osservandomi. Io annuisco distrattamente abbassando poi lo sguardo verso il cellulare ,ancora privo di chiamate o messaggi. “Vuoi che chiamo Niall?” Chiede Zayn sottovoce, avvicinandosi a me. Scuoto piano la testa sorridendo al mio amico. “ Non preoccuparti.” Mormoro prendendo posto sul divano, accanto a Zayn che prontamente ci stende una coperta sulle gambe e afferra due ciambelle calde e me ne porge una. Danielle che da lontano studia la situazione ,scuote la testa. “No no, ad Haz ci penso io! “ Afferma sotto lo sguardo divertito di Liam. Così la mia amica si siede sul tappeto, prende una ciambella e la riempie di gelato al cocco, il mio preferito. Poi mi versa la cioccolata calda, rigorosamente bianca e mi passa uno spiedino con due marshmallow cotti appena.
“Tieni tesoro.” Afferma soddisfatta facendomi ridacchiare. “Mi volete solo e grasso.” Dico io e Zayn mi guarda male. “Se non lo vuoi, tranquillo.” Se ne esce poi facendo ridere tutti.
Così mi dedico alla mia cena ipercalorica e mi stendo meglio accanto al mio amico. “Magari domani chiediglielo a Niall.. solo se sta bene.” Gli sussurro appena, concentrandomi poi sul film scelto da Danielle.
Ci avvolge un silenzio confortante e penso che comunque tutto ciò che ho scelto nella mia vita mi ha portato a qualcosa che posso definire davvero bello. Non tutti hanno quella fortuna di tornare a casa e trovare qualcuno che davvero ti aspetta, in un modo o nell’altro, e fa di tutto per farti star bene.
Impossibile negare nella vita di un uomo c’è bisogno anche di altro e quel vuoto all’altezza dello stomaco lo avverto anche io. Sospiro pesantemente, osservando Liam e Danielle accucciati sul divano, completamente addormentati l’uno nelle braccia dell’altro.
Zayn, accanto a me, mi osserva quasi in attesa che parli. “Lo odio.” Sussurro a bassa voce. “Ero io quello che si sarebbe tirato indietro vero? Ovviamente no. Io sono il coglione che ci sta male.” Inizio il mio monologo mentre il mio amico va ad accarezzarmi piano le spalle. “Non sei un coglione.” Mi riprende lui con uno sguardo da rimprovero. “Al massimo lo è lui.” Continua. “Sai cosa, Zaynie? E’ che lo odio perché mi ha fatto provare l’ebrezza di innamorarsi. Mi ha dato l’impressione che avrei potuto farlo. E poi se ne è fottuto. Mi ha fatto intendere quanto meraviglioso sarebbe stato averlo accanto, quanto mi avrebbe arricchito la vita, quando mi avrebbe reso felice e poi si è reso conto che forse non sono all’altezza e ..ciao. Mi ha liquidato con un “devo controllare delle cose di lavoro.”“ Dico in un sospiro ,poggiando il volto tra le mani. “E’ bello sentirti dire queste cose, H.” Ammette accarezzandomi. “Ma si sta da cani.” Ribatto io facendo annuire Zayn che assume una espressione dispiaciuta. “Forse non avrei dovuto insistere sul fartelo conoscere.” Propone lui mentre scuoto la testa. “Ma smettila Zay. Non è colpa tua. Piuttosto nostra.” Concludo io bloccato dal rumore incessante del campanello. Zayn mi guarda confuso e Liam assume una espressione di allarme, tipica di qualcuno a cui è stato brutalmente interrotto il sonno. “Ma non avete detto di non dover andare a lavorare?” Chiede associando quel rumore all’allarme della sveglia. “Infatti è il campanello.” Affermo io guardando l’orologio che punta le tre e mezza del mattino . 
“Vado io.” Dico alzandomi e avvicinandomi alla porta a passo svelto, a causa del rumore continuo che continua ad arrivarmi alle orecchie. Faccio una leggera pressione sulla porta e quello che mi trovo davanti è tutto quello che non avrei mai pensato di trovare. Louis nel suo completo gessato, completamente bagnato dalla testa ai piedi e infreddolito, una espressione tra l’infuriato e il terrorizzato e la bocca spalancata. “Allora sei a casa, maledetto coglione!” Dice scagliandosi contro di me e bagnandomi tutto il maglione. Mi stringe in un abbraccio ma continua a darmi pugni sul petto e sulla schiena.”Che ci fai qui?” Chiedo ancora stralunato. “Io sono un deficiente ma tu sei anche peggio! Sono due ore che ti chiamo al cellulare!” Ammette senza voce, il mio pensiero va dunque al mio telefono abbandonato tra i cuscini del divano, spento per la disperazione.
“Io sono tornato e ti ho chiamato, volevo chiederti scusa, per essere stato un coglione! Ma tu dovevi per forza fare il superiore che se ne strafotte!” Dice preso da una crisi di nervi, gesticola in modo eccessivo, facendomi sorridere forse nel momento meno adatto. “E non ridere! Dio, mi sono maledetto! Avrei voluto prendermi a calci, non so neanche che cazzo mi è preso stamattina.. la tua risposta mi ha talmente tanto ferito che ho poi ho straparlato.” Continua Louis nel suo monologo, pieno di rabbia e di frustrazione. “Così sono venuto sotto la pioggia, perché ho dimenticato il mio fottuto ombrello, fin qua. E ho rischiato di tornare indietro dieci volte perché non sapevo che pensare. Tu non mi rispondevi al cellulare! Ma dato che sono un coglione e alle tre del mattino vado a spasso per Londra, anziché riposare, dato che oramai sono così dentro questa cazzo di storia e mi hai buttato fuori dal grigiore dei miei ultimi anni del cazzo, sono venuto qua. Perché non ci voglio tornare nel mio buco. Non dopo che ho visto il resto.” Dice semplicemente, buttando fuori tutta la frustrazione accumulata nella giornata e lasciando che la ruga sulla fronte ,dovuta alla rabbia svanisca, per lasciare il posto solo all’ansia e il panico, probabilmente per l’aver parlato troppo. 
Così semplicemente non penso a niente, né agli imprevisti, né alle incomprensioni, come mi hanno insegnato i miei migliori amici e me lo tiro addosso, lo stringo così forte da sentirlo parte di me e gli bacio le labbra piano, senza fretta né urgenza, solo con desiderio e sollievo. 
Louis porta le sue mani sul mio volto e mi sorride contro le labbra, quando ci allontaniamo la voce di Zayn arriva chiara alle nostre orecchie facendomi scoppiare a ridere e arrossire violentemente Louis. “Prendetevi una stanza!” Urla nella nostra direzione. Dani e Liam ci osservano sorridenti. “Oddio, avete sentito tutto? Non mi ero accorto foste lì..” Chiede Louis mentre io annuisco. “Perché non mi hai fermato?” Dice lui mentre io faccio le spallucce. “Sai Lou, non smettevi di parlare.” Gli rispondo guadagnandomi un pugno sul braccio. “E’ stato dolce.” Dice invece Dani passando a Louis una coperta, che afferra, ringraziandola con un sorriso. “Noi..” Inizio io mentre Liam annuisce. “Andate, andate. “ Afferma. Prendo la mano di Louis per trascinarlo in camera con me, per farlo cambiare. Apro l’armadio in cerca di qualcosa di caldo e leggermente più piccolo. Affermo una felpa e un pantalone della tuta e glielo porgo. “Metti questi. Poi ti asciugo i capelli.”  Gli dico mentre lui , ancora rosso in volto, annuisce. Mi schiocca un bacio sulle labbra e poi entra in bagno.
Prendo un phon dal cassetto in alto dell’armadio e quando mi giro Louis è sulla porta del bagno che comunica con la mia stanza . La mia felpa ricade sulle sue mani, coprendole completamente. Il pantalone lungo, è arrotolato alle caviglie  e vestito così Louis sembra proprio un bambino che gioca con dei vestiti che non sono suoi. “Vieni qua. “ Gli dico indicandogli il letto. Lui si siede e io mi metto alle sue spalle per poi azionare il phon e iniziare ad accarezzargli i capelli con lentezza, cercando di togliere l’acqua. Sento le sue spalle rilassarsi sotto il mio tocco. “Scusa.” Mormora mentre gli lascio un bacio sui capelli finalmente asciutti. “Scusami tu.” Dico facendolo girare dalla mia parte. 
Lui mi guarda con quegli occhi grandissimi e penso di dimenticarmi qualsiasi tipo di incertezza abbia abitato il mio cuore negli ultimi anni.
“Non vedo l’ora di avere le mie tre settimane libere, a Natale.” Gli dico mentre lui annuisce appena, posando le sue labbra sulle mie. “Anch’io.” Sussurra, facendomi esplodere, come un ragazzino , mille emozioni dentro.
“Hai ancora freddo?” Chiedo mentre lui fa si con la testa. “Un po’.” Ammette mentre io lo guido in cucina. 
Louis prende posto su uno sgabello, avvolto da un plaid. Io mi avvicino ai fornelli e gli scaldo un po’ di cioccolata calda e recupero dei biscotti che possa mangiare. Lo vedo appoggiare il gomiti sul tavolo e posare il mento sui palmi aperti. “Tu mi vizi.” Dice mentre mi faccio spazio tra le sue gambe, con una colazione da campioni, anche se consumata alle quattro del mattino. “Mi piace viziarti.” Mormoro prima di dargli un bacio sul naso, ancora freddo. Lui mi sorride con gli occhi e con le labbra e si appoggia alla mia spalla. “Maledetto.” Dice facendo pressione con la fronte sulla mia clavicola. “Mi dispiace se ti sei spaventato.” Mormoro al suo orecchio. “Avevano organizzato una serata cibo-spazzatura per tirarmi su il morale.. e ho spento il telefono.”Gli dico io mentre lui annuisce appena. “ Mi dispiace di averti fatto star male, allora.” Dice lui prendendo un sorso della cioccolata che adorabilmente gli lascia una striscia di cacao sulle labbra che prontamente tolgo con le mie sotto il suo sguardo addolcito dal nostro tocco e gli occhi perennemente imbarazzati.
Lo sento sospirare leggermente, non appena abbasso lo sguardo e quel minuscolo rumore è capace di attorcigliarmi lo stomaco.

Dopo quella giornata terribile e quella notte stupenda, io e Louis avevamo trovato un equilibrio. Ci eravamo imposti di trovare un momento per l’altro- messaggi e chiamate a parte, ovviamente!- almeno quattro giorni su sette. Le prime settimane erano state dure, tra i miei voli, che talvolta mi tenevano lontano da casa anche più di un giorno e il suo lavoro che imprevedibilmente lo portava via nei momenti più impensabili. E finivamo spesso a discutere , cercando un colpevole per quella situazione ma alla fine giungevamo sempre alla conclusione che non vi erano carnefici e finivamo a ridere al telefono con l’idea di litigare solo perché non riuscivamo a vederci. Come due ragazzini innamorati. 
La verità è che io mi stavo innamorando davvero di Louis. Amavo l’idea di svegliarmi col suo volto accanto o se questo non era possibile, con l’idea e la voglia di rivederlo il prima possibile. Amavo il modo in cui mi sentivo arrabbiato con il mondo quando qualcosa ci metteva il bastone tra le ruote. Amavo l’inutile gelosia che mi stringeva lo stomaco per qualche insinuazione fatta col sorriso. Amavo anche la leggerezza che riuscivo ad avere quando ce l’avevo accanto, quella che stupidamente mi sono negato per tanto tempo.
Amavo anche non avere più orari e abitudini se questo voleva dire fuggire da lui non appena ne avessi avuto la possibilità. E questo è assurdo, perché in tutta la mia vita non mi ero mai innamorato . E solo adesso, sentendo queste cose allo stomaco, queste fastidiose strette, questo scombussolio continuo capisco che amare vuol dire questo. Vuol dire correre come un matto verso casa di Louis perché ho stranamente finito di lavorare alle otto e trenta e ho voglia di vederlo. 
Prendo un respiro profondo ,piegandomi in avanti per lo sforzo. Un sacchetto di cibo cinese nella mano destra e l’altra appoggiata al palazzo, nel vano tentativo di riprendere fiato.
Busso il citofono , con la solita ansia nello stomaco e un sorriso sul volto. “Chi è?” Chiede Louis con voce incerta. “Apri Lou, sono io.” Rispondo io avvertendo dei rumori di sottofondo. “Harry?” Chiede. “Si Harry! Apri!” Continuo io , sentendo poi il rumore meccanico del citofono che si apre.
Salgo i tre piani a piedi, velocemente, rischiando di cadere almeno tre volte , raggiungendo in un attimo il pianerottolo. Louis ancora vestito in tenuta da lavoro mi apre sorridendomi appena. Mi fiondo sulle sue labbra stringendolo al petto, ma lui porta le mani sulle mie spalle, spingendomi leggermente indietro. “Ehm.. Harry non siamo soli.” Dice lui , mentre io scatto la testa verso l’interno della casa, notando un ragazzo, più o meno dell’età di Louis, seduto sul divano.
Anche lui vestito elegantemente, la giacca nera appoggiata a casaccio sulla poltrona dove è seduto e in mano un bicchiere mezzo vuoto che doveva contenere quello che rimaneva di un Martini, la cui bottiglia era abbandonata sul tavolo.
“Piacere Harry.” Dico io sorpassando Louis e avvicinandomi a questo ragazzo dagli occhi scuri. “Piacere mio, sono Ben.” Risponde lui stringendomi la mano con forza. “Scusa, non sapevo avessi ospiti altrimenti non sarei passato.” Dico io girandomi verso Louis che sorride forzatamente. “Oh, no Harry. Ben è un mio collega. E’ nuovo di Londra e non conosce nessuno. Così l’ho invitato a bere qualcosa qua.” Spiega lui facendomi annuire. “Vuoi qualcosa?” Continua , facendomi sedere sul divano. “No grazie, sono apposto.” Affermo seguendo i movimenti di questo Ben e le reazioni di Louis. “Come ti trovi a Londra, Ben?” Chiedo io rivolgendogli un sorriso sarcastico e prestandogli tutta la mia attenzione. “Oh.. sono qui da poco ecco. Quindi non saprei dirti. Però insomma, non mi è andata proprio male , essendo Louis la prima persona che ho incontrato!” Afferma ridacchiando, facendo strabuzzare gli occhi a Louis che ridacchia imbarazzato e facendomi innervosire ancora di più del momento in cui l’ho trovato in casa del mio ragazzo- si il mio ragazzo!- .
“No, infatti. Direi che ti è andata bene.” Dico semplicemente io mentre Louis sospira appena.
“Sarà piacevole andare a lavorare..” Continua lui piccato, sorridendo a Louis e stringendogli una mano sul braccio. Sposto il mio sguardo su quella stretta, tossicchiando appena.
“Smettila con questi complimenti.” Riesce solo a mormorare Louis, diventando ancora più rosso.
“Non troppo piacevole..” Continuo io , stando al gioco di Ben, capendo che probabilmente non avesse capito come stessero le cose tra me e Louis. 
Il moretto aggrotta le sopracciglia. “Perché?” Chiede lui. “Oddio, scusa sei etero? Non volevo toccare la tua suscettibilità..” Continua ancora lui, facendo ridacchiare un Louis imbarazzato e stranito dalla mia reazione pacata. “In realtà..” Inizio io, vendendo Ben che inizia a prendere un po’ troppa confidenza con il mio ragazzo ,circondandogli le spalle con un braccio.
“Intendevo che non sarà così tanto un piacere vedere Louis la mattina. Non so se te l’ha detto ma è impegnato.” Ammetto mentre Ben ride appena, apparentemente divertito. Mentre Louis si divincola dalla sua presa, alzandosi in piedi e cercando di attirare l’attenzione di tutti e cambiare discorso, temendo la mia reazione.
“E che sarà mai.” Ammette Ben facendomi quasi strozzare con la saliva. “Sarà che il fidanzato ti ammazza.” Dico categorico , mettendo su un sorriso accennato. “Si dà il caso che sia io il fidanzato che ti ammazza.” Continuo facendo letteralmente sbiancare Ben, che si ammutolisce.
Mi giro quanto basta per guardare il volto di Louis che sembra sereno ma ancora imbarazzato, date le guance arrossate. Tiene la bocca leggermente aperta e gli occhi pieni d’amore. Gli sorrido appena e lui si avvicina a me, sedendosi sulle mie gambe. “Ehm..io scherzavo.” Cerca di dire Ben facendomi ridere. “Certo, lo so amico.” Dico io facendo ridere Louis. “La verità è che so quanto sia bello il mio fidanzato, ma voglio informare il genere maschile che io non sarò altrettanto accomodante.” Affermo. “Harry!” Interviene Louis tra il divertito e il mortificato. “Lascialo perdere Ben.. sta scherzando. “ Si affretta a continuare mentre il suo collega si alza in piedi come preso da una furia, prende il cappotto al volo e in un attimo si dilegua.
Louis lo accompagna alla porta e poi se lo lascia alle spalle con un colpo della mano.
“Dunque è per questo che non mi hai proprio scritto stasera.” Inizio io leggermente scocciato dalla situazione. Louis sbuffa portandosi le mani al volto. “Harry , finisci di lavorare sempre tardissimo. Non avevo idea che avessi già finito.” Dice lui , aprendo il sacchetto portato da me più di mezz’ora fa e afferrando la sua vaschetta di pollo e soia . “Ma perché spari un cumulo di cazzate?” Chiedo io scocciato e spazientito. “Mi mandi dei messaggi anche quando sono a lavoro, sempre. Sempre tranne stasera. Ovvio. C’era il tuo nuovo amico.” Dico io platealmente facendolo inviperire, infatti si alza di scatto dal divano venendo a due passi da me. “ Ma che cazzo dici Harry? Guarda che se hai i coglioni girati, non venire a prendertela con me eh!” Urla alzandosi sulle punte. “Io nervoso? Guarda che ho fatto le corse per venire qua e ti trovo a flirtare con un tipo!” Dico io calcando volontariamente l’ultima frase. “Fare cosa? Harry ho avuto una gentilezza nei confronti di un ragazzo che non conosce nessuno!” Dice lui perennemente ingenuo. “Si e lui non faceva altro che toccarti e farti complimenti. Quel tipo vuole solo metterti le mani nelle mutande Louis!” Dico alzando la voce fin troppo e costringendolo ad indietreggiare. Sta in silenzio per un attimo e riprende il suo colorito normale. “Tu sei geloso.” Dice come prendendo coscienza di questa notizia assurda.
“No non sono geloso. Mi rendo solo conto della situazione.” Dico io mentre lui ridacchia appena. “Cazzate, tantissime cazzate. Tu sei geloso.” Continua facendomi ridacchiare. “Fottiti Louis.” Dico io ,prendendo dalla busta il mio cibo ormai freddo. “Dai ammettilo Styles. Sei fottutamente geloso, possessivo e geloso.” Dice canzonandomi e sedendosi accanto a me sul divano.
“Okay sono geloso va bene? Già penso a tutte le persone che ti si avvicinano quando non ci sono, poi me li trovo anche davanti e vorrei iniziare a fare il serial killer.” Ammetto mentre sul volto di Louis compare un sorriso compiaciuto. “Sei adorabile.” Mormora baciandomi piano le labbra.
“Ma io non vedo nessun altro, sai? Non so nemmeno com’è fatto un altro uomo.” Confessa stringendomi in un abbraccio che ricambio prontamente. “In questo casino mi hai fatto dimenticare di una cosa di fondamentale importanza.” Dice lui guardandomi negli occhi ancora teneramente.
“Che cosa saresti tu?” Chiede, facendomi aggrottare le sopracciglia.
“Cosa?” Chiedo io mentre Louis ridacchia. “Mi sento una quattordicenne.” Ammette stringendomi e ridendo tra le mie braccia, trascinandomi nell’ilarità di quel momento. “Sei il mio..?” Continua lui, facendomi capire che si riferisce alla piacevole conversazione avuta col suo collega poco fa. “Sei il mio fidanzato.” Dico io arrossendo appena. “Lo so che è presto Lou, che siamo adulti e che dobbiamo fare le cose con calma. Ma non voglio che qualcuno ti porti via da me. E voglio essere l’unico, come tu sei l’unico per me. Quindi questo vorrà dire correre e fare scenate, ma voglio che sia così, voglio che vada nell’unico modo in cui immagino. Voglio che funzioni. Voglio davvero..che tu sia il punto d’arrivo.” Ammetto guardandomi le mani. E Louis semplicemente mi sorride, porta le mani sul mio volto e mi costringe a guardarlo negli occhi. “Facciamo i ragazzini, voglio che funzioni, lo voglio anch’io.”Dice coinvolgendomi in un bacio che mi fa perdere i sensi e che annulla qualsiasi cosa ci sia stata prima. Perché egoisticamente non vedo altro quando c’è Louis nei miei pressi.
“Mi sto innamorando di te.” Sussurro sul suo collo, ricevendo di risposta una stretta che sembra voglia incatenarmi in quella posizione per sempre.


L’aria di Natale riempie la casa che è in fermento come mai. Io, Dani e Zayn abbiamo finalmente avuto le nostre tre settimane di vacanza e l’euforia si fa sentire prepotentemente. I miei amici sono tutti in fermento per il cenone della viglia di Natale da dover preparare in meno di dodici ore, per un vero e proprio esercito e gli unici a doversi preoccupare, ovvero me e Louis , siamo più calmi che mai.
Per queste feste, verranno tutti a casa nostra, sia la mia famiglia che quella di Louis e quindi saremo molti più del solito, e questo sembra mandare ai pazzi Danielle e Liam , nemmeno dovessero fare loro le presentazioni ufficiali.
In realtà, egoisticamente, sono felice che i miei amici non abbiamo raggiunto i loro familiari per un motivo e l’altro, perché questo è davvero uno dei pochi momenti in cui possiamo stare realmente insieme.
Osservo Zayn correre per il corridoio intendo a sistemare le ultime decorazioni natalizie e a posizionare la assurda quantità di regali presenti sotto l’albero.
Io, prendendomela con comodo, mi avvicino a passo lento alla mia stanza, per portare la colazione ad un Louis bellissimo e nudo nel mio letto. Lo stesso che ieri si è catapultato qui con una valigia e un sorriso in volto, pronto per passare da me tutto il tempo di questa vacanza.
Poggio il vassoio con i suoi biscotti preferiti e un succo di frutta sul comodino e mi chino per baciargli la schiena nuda, ripetutamente.
“Dio, buongiorno!” Esclama facendomi ridacchiare. “Pagherei per svegliarmi così tutte le mattine.” Afferma chiudendomi in un bacio che esprime a pieno tutti i suoi ringraziamenti. “Buon compleanno.” Mormoro io mentre lui continua a cercare contatto.
“Alzati bello addormentato che tra poco la tua famiglia sarà qui e non voglio bloccare la crescita a nessuno.” Affermo io facendolo scoppiare a ridere. “Agitato il ricciolino?” Mi canzona, mettendosi seduto e cercando i suoi slip tra le lenzuola.  “Solo un pochino. Spero che alla tua banda piacciano i regali che ho comprato loro.” Affermo insicuro mentre lui mi poggia una mano sulla guancia. “Amore li adoreranno.” Dice sorridendomi. “Amore?” Lui mi scruta con lo sguardo per poi esclamare “Buon natale!” e schioccarmi un bacio sulle labbra.
Lo osservo come incantato mentre si infila un paio di jeans e a petto nudo si gira verso di me, sorridendomi appena. Poi si avvicina al mio armadio e prende un maglione azzurro chiaro e se lo infila. “Sono più caldo.” Si giustifica mordicchiando un biscotto, abbandonato precedentemente sul comodino, mentre io ridacchio avvicinandomi a passo svelto e prendendolo per un fianco. 
Sfortunatamente il rumore del campanello e le letterali urla di mia sorella Gemma mi riempiono le orecchie. “E’ arrivata Gemma con mia madre.” Mormoro all’orecchio di Louis che si irrigidisce subito, specchiandosi e cercando di aggiustarsi i capelli. “Nervosetto?”  Chiedo ironicamente io mentre lui mi rivolge un gestaccio. Così semplicemente, come se lo avessi fatto tutti i giorni della mia vita, gli prendo la mano tra la mia e mi dirigo in salotto dove Gemma e mia madre stanno ancora salutando tutti.
Mia madre è la prima a girarsi verso di me e mi sorride venendomi incontro ma il vortice Gemma ci travolge letteralmente, in un attimo infatti l’uragano è abbracciato a Louis che ricambia tra l’imbarazzato e il confortato. “Piacere io sono Gemma!” Dice poi una volta staccatasi da Louis mentre mia madre ridacchia. “Piacere io sono Anne. Ho tanto sentito parlare di te, sono felice di conoscerti.” Afferma mia madre molto più pacata, dandogli un abbraccio materno e un bacio sulla guancia, per poi donare un abbraccio caldo anche a me. “Mi sei mancato tanto amore.” Afferma sottovoce. “Anche tu mamma.” Dico io sorridente, ritrovando la mano di Louis.
“Oddio le foto che mi mandava Zayn non rendono. Da vicino siete ancora più belli.” Afferma mia sorella facendo ridere tutti e facendo guadagnare un’occhiataccia al mio amico Zaynie che se la ride spensieratamente. “Grazie.” Mormora Louis imbarazzato, facendosi scudo col mio braccio. 
Mentre Gemma continua a ridere e battere le mani come una bambina.
“Non ridete voi due che mi aspetto una partecipazione di matrimonio ogni mattina!” Afferma mia madre puntando Liam e Danielle che si sorridono timidamente, facendo invece ridere tutti gli altri.
Sospiro sedendomi sul divano e tirandomi letteralmente addosso Louis che si siede al mio fianco, sparendo quasi completamente contro il mio corpo. “Zayn non pensare di scansartela anche tu eh. So benissimo quanto vi scrivete tu e mia figlia. Non sono cieca.” Continua mia madre piccata, mettendo tutti in imbarazzo, compresa mia sorella, cosa praticamente da mission impossible.
Mi giro verso il mio amico tra il confuso e il sorpreso e lo trovo intento a mangiarsi un’unghia. “Ehm… si cioè, cosa?” Dice sorridendo verso mia sorella. 
“Allora Louis, mio figlio ti tratta bene?” Chiede ancora mentre io le rivolgo uno sguardo indignato.
“Certo, perché non dovrei!” Dico io mentre mia madre con un cenno della mano mi zittisce. “Si dai, non posso lamentarmi. E’ molto attento. E paziente. A causa dei nostri lavori, ci siamo visti agli orari più improbabili.” Ammette facendomi annuire di riflesso mentre Danielle scoppia a ridere facendo girare tutti. “Anne, qualche tempo fa siamo tornati da lavoro alle due di notte, io ero in cucina per prepararmi una tisana prima di andarmene a dormire e improvvisamente spunta Haz tutto improfumato, vestito di tutto punto che mi chiede come sta perché deve uscire con Louis. Io ero totalmente sconvolta eppure non smettevo di ridere.” Racconta lei facendomi ridacchiare al ricordo del suo volto sconvolto. “E dove siete andati a quell’ora?” Chiede curiosa Gemma. “ In realtà organizziamo tutto a casa di Louis, diventa ristorante, cinema, pub, gelateria..” Dico io mentre Louis ridacchia. “Ogni tanto però usciamo, una sera siamo andati in una palestra aperta 24h! Era l’unica cosa aperta di abbastanza tranquillo.” Si giustifica facendo ridere mia madre.
“Sei bellissimo Louis, lo farai penare mio figlio..” Allude ancora lei mentre io e Lou ci scambiamo un’occhiata divertita al ricordo della sfuriata di qualche giorno prima.
“Cos’era quello sguardo?” Chiede Zayn divertito. “Niente.” Mi affretto io mentre Louis si sbraccia divertito. “Era il ricordo di una sfuriata pazzesca che ha fatto il tuo amico!” Dice facendomi arrossire istantaneamente. “Ma che carino che sei, il mio fratellone geloso!” Ammette Gemma canzonandomi con una vocina da bambina. “Che ha fatto?” Chiede curioso Liam scrutandomi con gli occhi di chi mi conosco molto bene.
“E’ geloso anche dei muri, Liam.” Afferma Louis mentre mia madre se la ride. “Non direi che Ben sia un muro, Lou. “ Puntualizzo io mentre lui mi guarda scettico. “L’ho trovato praticamente seduto sul divano del mio fidanzato a mangiarlo con lo sguardo!” Continuo guardando verso Liam che mi sorride appena. Louis scuote la testa per poi appoggiarsi di più a me. “E’ un caso perso.” Ammette Gemma guadagnandosi un gestaccio da parte mia.
Un silenzio tranquillo ricade su di noi ,intenti soltanto a guardarci e a viverci questi momenti di serenità.
Il campanello però ci fa saltare e la voce calda di Niall ci arriva alle orecchie. Louis scatta dal divano e si dirige verso l’amico che abbraccia con trasporto. “Finalmente straniero! Ma quanto ci sei rimasto a Zurigo?” Chiede mentre l’amico se la ride. “Giusto il tempo di comprare regali a tutti voi idioti!” Ribatte lui salutando tutti, diventato ormai parte integrante del nostro gruppo e amico intimo di Zayn.
“Allora? Mi sei mancato un sacco!” Continua Louis le sue feste all’amico ritrovato. “Anche tu Loulou!” Afferma prendendogli scherzosamente una guancia tra le dita. “Vi trovo ancora più innamorati persi!” Dice ,riferendosi al maglione evidentemente grande che indossa Louis e la mia mano a stringergli la gamba. “Se non fosse stato per me e questo pachistano chissà dove sareste!” Ammette stringendo la spalla di Zayne e facendo ridere tutti gli altri.
“Che bello quando passi le vacanze con le persone a cui vuoi bene.." Dico sarcasticamente io facendo ridere tutti e sorridere Louis che cogliendo una sfumatura più interna della mia frase mi schiocca un bacio sulle labbra, casto e veloce ma che attira comunque i versetti addolciti delle donne di casa. “Basta! Mi sento un’attrazione da circo!” Ammetto io coprendomi il volto con un cuscino. “Abituati, quando tua sorella e Zayn si decidono ad uscire insieme, l’attenzione girerà su qualcun altro.” Risponde piccata mia madre facendo imbarazzare Gemma ma ridere tutti gli altri.
Louis accanto a me prende il cellulare dalla tasca del jeans e osserva le interazioni che non aveva ancora controllato quando un leggero tossicchiare mi fa abbassare lo sguardo sullo schermo.
Buona vigilia di natale e buon compleanno Louis, spero di vederti presto XXXXXXXX Ben.
Sbarro gli occhi sbuffando a pieni polmoni. “Poi io sono il geloso!” Affermo attirando l’attenzione di tutti. “Questo ti manda anche i messaggi per il compleanno! “Spero di rivederti presto!”“ Scimmiotto la sua voce facendo ridere tutti. “Oddio Louis è il tuo compleanno?” Afferma mia madre. “Mio figlio è un maleducato!” Continua deviando il discorso. “Auguri tesoro.”Dice poi schioccandogli un bacio sulla fronte. “No ma figurati.. non potevi saperlo!” Dice facendo sorride mia madre. Io, deciso a non mollare, prendo il cellulare di mano e impostando la fotocamera, lo prendo per il viso le gli stringo le guance per schioccargli un bacio su quelle labbra perfette ,immortalando il tutto col il telefono.
E che compleanno / natale. Buon natale da HL
Scrivo velocemente ,inviando prima che Louis possa bloccarmi. Lui legge il tutto e ancora leggermente sconvolto scoppia a ridere per poi concludere quel bacio iniziato e finito velocemente per mettere in atto il mio piano.
“Paghiamo un albergo a questi due.” Propone Zayn e Niall scuote la testa. “Ma li vedi che sembrano due deficienti? Ridono solo loro, si capiscono da soli. Sembrano psicopatici.” Conclude il biondino guadagnandosi un gestaccio che gli rivolge Louis mentre continua a baciarmi ad occhi aperti.



Mi allargo nervosamente il collo del maglione davanti alla porta in attesa che la famiglia di Louis faccia la sua entrata. Ha in volto dipinto una espressione serena e si apre in un sorriso gioioso non appena viene travolto dalle sorelle. Quattro per l’esattezza. Per ultima entra la madre che si guarda attorno tra lo spaesato e l’imbarazzato. Ha lo stesso sorriso del figlio. Si volta verso di me e mi sorride appena. “Tu dovresti essere quel famoso Harry.”Ammette abbracciandomi calorosamente. “Piacere io sono Jay.” Dice mentre io ricambio la stretta con un sorriso. Neanche il tempo di voltarmi verso Louis che due testoline bionde mi si arpionano alle gambe. “Ehi, lassù vogliamo toccare i tuoi capelli. Io sono Phoebe.” Si presenta la prima. “Io Daisy.” Dice l’altra. Io mi abbasso alla loro altezza, lasciando che affondino le manine paffute nei miei ricci.”Pesti, lasciate stare Harry.” Dice Louis donando loro un sorriso sereno. “E’ il tuo principe Lou?” Chiede Daisy. “Ha dei bei capelli per essere un principe.” Continua l’altra facendomi ridere. “ Si è il mio principe. Non importunatemelo.” Afferma poi facendomi sorridere. “Ciao Harry.” Mormora invece un’altra ragazzina a primo impatto molto timida. “Io sono Fizzy.” Afferma stringendomi piano la mano. “E quindi tu sei Lottie.” Dico io mentre sua sorella mi sorride appena. “Okay , sei bello tanto quanto Louis ti descriveva da mesi.” Afferma lei facendomi ridere, ritrovandomi a pensare a quanto caratterialmente questa ragazzina sembri mia sorella Gemma. “Ah si? Mi descriveva?” Chiedo mentre Louis cerca di zittire la sorella in ogni modo possibile. “Certo! Da prima che tu gli rivolgessi la parola!” Afferma lei facendomi spalancare la bocca, sotto lo sguardo imbarazzato di Louis. “Lottie!” Afferma Jay facendo ridere tutti. Mi avvicino piano a Louis e lo stringo per un fianco. “ E così avevi una cotta per me!” Affermo io mentre lui si nasconde nell’incavo del mio collo. “Ha parlato il macho che passava le notti a cercarti su facebook e che conosceva a memoria i tuoi spostamenti!” Ribatte Zayn in difesa di Louis che ride trionfante.
“Okay il caso è chiuso, siete entrambi vomitevoli per quanto siete dolci.” Continua Gemma beccandosi il cinque da Lottie.
“Che ne dite se ci mettiamo a tavola?” Propongono di comune accordo le madri, trovando subito il favore di Zayn che si dice affamatissimo.
Trovarsi a tavola tutti insieme è bello e per niente strano. Un segno di come le cose potrebbero andare in futuro se non roviniamo tutto per chissà cosa. Rivolgo uno sguardo sereno a Louis che mi stringe la mano sopra il tavolo mentre con l’altra addenta gli spaghetti  e mi sembra davvero di poter fare questo tutta la vita senza mai stancarmene.
“Lou, Harry può essere anche il mio fidanzato?” Esordisce Phoebe , mettendo su una espressione pensierosa , mentre guarda il fratello e facendo scoppiare a ridere tutti.
“E lo dividi con me?” Chiede alla sorella che improvvisamente si imbroncia. “Cavolo hai ragione. Allora è solo mio.” Conclude facendomi ridere. “Che ne dici se al posto del principe faccio il supereroe?” Dico io mentre Phoebe annuisce veementemente. “Ci sto!” Afferma facendosi imboccare senza problemi.
“Sei un miracolo.” Esordisce Jay poi guardando verso di me sotto lo sguardo divertito di mia madre. “Non so se avete già affrontato l’argomento, ma Louis ha sempre portato a casa fidanzati pessimi.” Continua sicura, osservando la reazione del figlio che spalanca la bocca, stupito probabilmente da qualcosa che non gli era mai stato riferito. “Mamma!” Dice poi ,portandosi una mano alla fronte. “Confermo!” Si inserisce Niall . “Jay, vogliamo parlare di Daniel?” Continua sotto il mio sguardo curioso di sapere altro.
“Non credo Harry sia a conoscenza di queste cose, comunque.” Si intromette Lottie. “Data la sua faccia sconvolta.” Continua facendo scoppiare a ridere mia sorella. “E’ un tantino possessivo.”  Riferisce poi alla madre di Louis, come se io non fossi lì a presenziare la conversazione. “Ehi, io sono qui!” Dico facendo ridere Louis che però si acciglia subito dopo. “Dai George non era male!” Si difende lui, guadagnandosi un’occhiataccia e un pugno sul braccio da parte mia che scatena ilarità.
“Vero Fizzy?” Chiede cercando appoggio nella sorella tranquilla. “Chi? Quello che si vestiva come un cowboy?” Commenta la sorella, facendo indignare Louis. “Voi siete delle streghe! Aveva solo una fissazione per il country.” Si difende facendosi scudo il bicchiere dalle occhiate incuriosite dei presenti. “Connor?” Mormora dopo qualche minuto di silenzio. “Louis, chi cazzo è tutta questa gente?” Chiedo io girandomi verso di lui con un pizzico di irritazione nella voce e facendo ridere di gusto le nostre madri. Louis mi accarezza i capelli lentamente e mi sorride appena. “Gente che ho frequentato.” Dice vago, facendomi sospirare. “Sarò costretto a fare una riunione con questa gente.” Mormoro mentre Zayn accanto a me se la ride. “E comunque non erano tutti strani.” Conclude mentre io lo guardo male. “Tu sei un altro pianeta, ovviamente.” Aggiunge dandomi un leggero bacio. 
“E ci credo!” Ammette Lottie facendo sorridere la madre. “Erano tutti idioti. Ogni volta che ci avvisava di aver conosciuto qualcuno, io e mamma pregavamo tutta la notte, senza risultati. Almeno fino ad ora.” Dice facendomi sorridere. “ Vabbè, adesso non lo montate che poi me lo devo sorbire io.” Commenta Louis mentre io mi pavoneggio scherzosamente.
“Harry non era da meno.” Dice Gemma facendo cenno a Liam che scoppia a ridere. “Da quando ci siamo trasferiti a Londra non ci ha fatto conoscere nessuno..” Inizia il mio amico mentre io lo prego con lo sguardo di fare silenzio. “Nemmeno il tempo di entrare.” Mormora Danielle a Zayn che scoppiano a ridere all’unisono. “Giusto il tempo di passare per la camera da letto.” Afferma Louis dandomi uno scappellotto dietro la testa e facendo arrossire le donne di casa.
“Da ragazzino è stato insieme anni interi con un personaggio piuttosto eccentrico.” Dice mia madre a Jay che se la ride. “Non stiamo iniziando a parlare di Nick e di quanto ognuno di voi lo odiasse, vero?” Chiedo io mentre Zayn parlotta con mia sorella e se la ridono tra loro.
“Una vera fortuna.” Dico io girandomi verso Louis che mi sorride tra il sereno e il curioso. Gli prendo una mano sul tavolo e lui mi regala un piccolo bacio all’angolo della bocca.
“Poi ne parliamo di questi ragazzi passati per la tua stanza.” Dice in un sussurro al mio orecchio per poi mordermi leggermente il lobo , facendomi ridacchiare e fremere.



Il fuoco scoppietta nel camino e tutti sono seduti sui divani attorno all’albero di Natale. Le sorelline di Louis sul tappeto giocano con i mille regali appena scartati, l’atmosfera è serena e il silenzio non guasta. Mia madre e Jay parlano tra loro con una cioccolata calda tra le mani e ancora si ringraziano per i bei regali, fatti senza nemmeno conoscere l’una il viso dell’altra.
“Allora, lo vuoi il tuo regalo?” Chiede Louis sorridendomi, bello come un Dio e stringendo ancora tra le mani la macchina fotografica tanto agognata, regalatagli da me.
“Apriamo questo regalo.” Dico io sentendo in un attimo tutti gli occhi puntati addosso. Afferro la bustina tra le mani e la apro con cautela. “Fai attenzione.” Mormora lui incuriosendomi ancora di più. Io annuisco piano e mi giro tra le mani un biglietto del treno per Parigi. 
Avevamo a lungo parlato di Parigi, di quanto ne amassimo le più segrete sfumature e di quanto avremmo voluto vederla davvero con calma.
“Ho fatto i salti mortali. Parlato con i tuoi colleghi per i turni, con il tuo capo..e insomma, farai qualche volo internazionale in più a Gennaio perché a Febbraio io e te ce ne andiamo una settimana a Parigi. Da soli e in pace col mondo.” Spiega lui mentre l’unica cosa che mi viene in mente di fare, di almeno plausibile ,è saltargli al collo e coinvolgerlo in un bacio seriamente emozionato.
“Tu devi essere uscito da qualche film.” Dico io facendo ridere mia madre che con i lucciconi agli occhi ci osserva.
Sposto lo sguardo verso Liam per un momento che distratto osserva i regali fatti dalla sua fidanzata, sorridendole agitato. Gli faccio un occhiolino di incoraggiamento e intimo Louis a sedersi accanto a me, tirandomelo praticamente addosso, senza riscontrare alcuna resistenza da parte sua che infatti si spalma completamente su di me.
“A quanto pare manca solo il mio!” Afferma Danielle battendo le mani come una bambina, probabilmente aspettandosi la borsa con cui sta torturando Liam da mesi. Prende il pacco tra le mani e scarta la sua Armani vinaccia, abbraccia il fidanzato con una foga tale di una bambina e Liam ricambia sorridente, felice ancora una volta di aver realizzato un suo piccolo desiderio.
Danielle apre la borsa per studiarne bene gli interni ma resta bloccata per un attimo. Il mio migliore amico, sotto lo sguardo di tutti, prende la borsa dalle sue mani e ne estrae un pacchetto rosso.
E come nei migliori film romantici si inginocchia ai suoi piedi , sotto lo sguardo attonito e felice di tutti e quello sereno di Zayn e mio , che per settimane abbiamo subito le sue paure per questa proposta di matrimonio. La più bella e anche la più vera, da parte di chi, come me ha assistito a tutto il loro amore.
“Amore.” Dice a fatica Liam, tenendo Dani per mano. “Dio, io ti amo più di qualsiasi cosa al mondo e fortunatamente lo so, ne sono consapevole. E non immagino come sarebbe la mia vita senza di te, senza la tua lucentezza e la tua allegria. Non saprei dove andare a sbattere senza il tuo aiuto nei momenti più brutti. Ed è vero quando scherzando Zayn e Haz ti dicono che sei la nostra luce. Senza di te in questi anni, nessuno di noi ne avrebbe azzeccata una. Io soprattutto. Io non avrei niente, senza di te. Per questo.. sposami. Anche se non sono perfetto , anche se non mi aspettavo nemmeno io di innamorarmi così. Sposami e continuiamo a renderci felici.” Mormora affannato e tremante sotto lo sguardo di Danielle impressionato e il viso ricoperto di lacrime. La mia migliore amica si abbassa alla sua altezza e lo stringe tra le braccia, baciandogli tutto il viso con foga, come sottofondo le risate sincere di Liam. Louis senza staccare gli occhi dalla scena, mi stringe piano la gamba, facendomi attorcigliare lo stomaco e sorridere di cuore.
Gemma in lacrime corre ad abbracciare Danielle che si sfoga tra le braccia di mia sorella e in un attimo, tutti si stringono e si congratulano con i futuri sposi. Tutti tranne Zayn che salta in braccio a Niall e come due idioti li imitano scherzosamente. “Sposami Niall, io ti amo!” Afferma Zayn stringendosi all’amico che se la ride di gusto ,facendolo girare in cerchio. “Si Zaynie tu sei l’amore della mia vita!” Continua il biondino facendo ridere tutti. “Smettila coglione.” Afferma mia sorella, dando un colpo al braccio di Zayn. “Tu non sarai mai così romantico.” Afferma facendo una faccia che è tutto un programma. “Sposami Gemma!” Afferma tra le risate. “Prova a chiedermi prima di uscire.” Afferma mia sorella lasciando Zayn di stucco, con una faccia letteralmente da pesce lesso.
“Non vorrei interrompere il momento.” Dico io tossicchiando appena. “Ma vorrei fare una cosa prima della mezzanotte.” Mormoro prendendo dal frigorifero una torta al cioccolato, fatta in modo che Louis possa mangiarla. “Auguri amore.” Dico io abbassandomi alla sua altezza e schioccandogli un bacio. “Il regalo per il compleanno lo avrai più tardi.” Dico sulle sue labbra mentre lui mi sorride malizioso. “Dai spegni!” Mormora Phoebe prestando attenzione al fratello che soffia le candeline sotto gli applausi di tutti. “Ancora buon compleanno.” Dico io, abbandonando la torta a mia madre per fargliela tagliare e portandomelo in braccio. Louis sorride ad un passo dalle mie labbra. “Grazie.” Dice portandomi al volto le sue mani piccole e fredde, schioccando un bacio a fior di labbra e ritraendosi subito dopo. “Ti odio.” Sussurro io sulle sue labbra e lui se la ride, coinvolgendomi finalmente in un bacio che mi fa scordare assolutamente ogni persona presente nella stanza.



Come si fa a capire di aver superato la linea di confine? Quando scopri che l’infatuazione ,la stima, la voglia di scoprirsi è passata per lasciare il posto a qualcosa di più profondo, vincolante e pauroso?
Arriva un momento che dura precisamente un attimo in cui ti rendi conto , guardando la persona che hai accanto, che non vi è più traccia di sentimenti incerti o confusi ,ma solo limpidezza e amore. SI, ti rendi conto che probabilmente nella tua testa, almeno mille volte hai deciso in sua funzione, hai cambiato programmi, progetti e modi di vedere. Hai tenuto accesa la luce in corridoio perché odia svegliarsi la notte per andare in bagno e urtare ovunque. Hai comprato le carote, quelle verdure che da bambino detestavi e che tua madre doveva frullarti per far sì che tu le mangiassi perché a lui piacciono molto nell’insalata. Hai svuotato un cassetto, quello che il tuo migliore amico ti ha implorato di cedergli, per permettergli di sistemare le cose che lasciava in giro. Hai addirittura abbandonato la snervante abitudine di non risponde al telefono, quella che fa venire un coccolone a tua madre ogni volta, solo perché sai che si preoccuperebbe troppo e non vuoi che lo faccia.
Hai pensato francamente, qualche volta, di mettere tutto in discussione, tutta la tua vita se fosse stato necessario. Senza che tutto questo ti pesi in alcuna maniera.
Sospiro specchiandomi nel vetro dell’ascensore , facendo leggermente pressione sulle mani poggiate su una sbarra di ferro dietro di me. Mi strofino piano il viso preoccupato e osservo l’orario : 1.35.
Louis aveva preteso la mia presenza a casa sua, una volta finito di lavorare e senza dirmi il motivo. Aveva semplicemente mandato un messaggio la mattina che recitava “H stasera ti aspetto a casa, un’ora prima che arrivi mandami un messaggio. E’ importante.”
Dopodiché aveva spento il cellulare , lasciandomi interdetto e preoccupato, con una giornata di lavoro da affrontare. Inutile dire che né Niall né Jay , che ormai sentivo regolarmente, avessero idea di cosa volesse intendere Louis con quel messaggio, o più probabilmente non erano autorizzati a dirmi nulla.
Dunque dopo qualche lamento e una cascata di chiamate a Louis mi ero rassegnato e , indossato il mio sorriso migliore, avevo iniziato quella giornata di lavoro. Certo, pur sempre contando i minuti che mi separavano dal momento in cui avrei potuto finalmente mettermi in macchina e raggiungere il mio ragazzo.
Danielle mi aveva posato un bacio sulla guancia , rassicurandomi su come tutte quelle paranoie che mi avevano riempito il cervello tutto il giorno fossero inutili. Semplice parlare , per chi ha un anello al dito e una promessa meravigliosa impressa a fuoco nella memoria.
Con questo non intendevo dire che Louis non mi dimostrasse il suo affetto ,ma che caratterialmente fosse molto chiuso e per cavargli fuori qualche parola bisognava faticare tanto. Anche se questo rendeva le dimostrazioni di Louis , preziose almeno mille volte di più.
Le porte si spalancarono ,lasciandomi con tutti i miei pensieri difronte l’uscio di Louis. Busso il campanello girandomi nervosamente gli anelli sulle mani. La porta si apre un minuto dopo e la visione che mi appare è dolcissima. Louis , nel suo completo nero , mi sorride timidamente , alternando sguardi al mio sorriso stupefatto e ai suoi piedi. “ Che fai, entri?” Mi dice facendomi strada in quella casa che conosco ormai a memoria. Annuisco imbarazzato, prendendogli la mano e sospirando pesantemente. “Sei stanco?” Mi chiede fermandosi davanti alla porta chiusa del soggiorno. Scuoto leggermente la testa. “No, ma sono stato preoccupato tutto il giorno.” Ammetto mentre lui ridacchia. “Non volevo farti preoccupare, ma era l’unico modo. Tu sei troppo curioso.” Ammette arrossendo appena e avvicinandosi per schioccarmi un bacio sulle labbra. Lo stringo al mio petto per sfogare la frustrazione accumulata e l’ansia di averlo perso chissà per cosa o chi.
“Pensavo volessi lasciarmi.” Ammetto mentre lui se la ride appena, aprendo poi la camera avvolta da buio se non per due candele poggiate ordinatamente su un tavolo al centro della stanza.
“Invece volevo solo darci un primo appuntamento. Non lo so , parlando l’altra sera del primo appuntamento da sogno e quei discorsi da adolescenti che stavamo facendo..
Insomma ho pensato che dato che io sarò sicuramente il tuo ultimo-primo appuntamento..” Dice arrossendo e facendomi ridacchiare. “Beh ho pensato che dovesse essere proprio come lo volevi. Certo, non è proprio un ristorante di lusso e la cena non è proprio a cinque stelle ma..” Conclude, bloccato dalle mie labbra che pressano sulle sue, Louis risponde immediatamente al mio bacio, andando a stringere delle ciocche di capelli e alzandosi sulle punte per avere più agio nei movimenti. “E’ perfetto.” Dico io mentre lui mi sorride appena. “Poi il ragazzo lo immaginavo proprio così.” Ammetto io mentre lui se la ride. “Dai cretino, siediti.” Afferma facendomi sedere e accomodandosi giusto difronte a me. “Ma sei lontano.” Mi lamento facendolo ridere. “Si siamo lontani anni luce Harry!” Mi canzona prendendomi però la mano e intrecciandola con la sua dolcemente. 
“Allora. Ti ho preparato l’arrosto.Ci ho messo tutto il pomeriggio quindi se fa proprio schifo cerca di non darlo a vedere almeno.” Dice imbarazzato grattandosi una guancia e porgendomi con l’altra il piatto di carne e patate. Che addento subito con una voracità inimmaginabile a causa del digiuno forzato per tutto il giorno.
“E’ buonissimo amore.” Mormoro io con la bocca ancora piena mentre lui annuisce ridendo. “Ho notato.” Ammette mangiando in modo più composto e contenuto del mio.
“Per il vino ammetto che mi ha aiutato Liam.” Ammette sorridendomi appena. Spalanco appena la bocca. “Quel traditore! Non mi ha detto niente..” Commento mentre lui fa spallucce. “Non mi avrebbe mai rovinato la sorpresa.” Sostiene mentre io annuisco bevendo il vino che mi ha appena versato.
“Ti ho preparato l’Apple Pie. Ti va? E’ una ricetta di mia madre.” Dice alzandosi e prendendo da un piccolo vassoio posto vicino alla finestra una torta che emana un odore buonissimo.
“Oddio, la mangerei per intero.” Dico prendendo il piatto che Louis mi porge. “Adoro questa torta.” Dice lui , assaggiandola. “Che altro hai detto di volere per quel fantastico primo appuntamento?” Mormora poi appena io finisco di mangiare la mia seconda fetta di torta alle mele. 
“Mi pare che tu abbia mormorato qualcosa a proposito di Alicia Keys che cantava di sottofondo e un ballo romantico.” Dice alzandosi dal suo posto e facendo partire la musica con un piccolo telecomando. Si avvicina a me e prendendomi per mano mi trascina al centro della stanza ,poco illuminata solo dalla luce della luna e delle candele mezze sciolte.
“Sorvolo sulla questione che io , Harry, sono un pessimo ballerino e che ho passato la mattinata davanti allo specchio come un cretino a cercare di imparare a ballare qualcosa. Ma sono un disastro.” Dice imbarazzato abbassando il volto che prontamente riporto alla mia altezza.
“Mia nonna mi ha sempre detto che le persone che si amano sanno ballare insieme.” Dico io mentre lui fa spallucce. “E’ un modo carino per dire che dopo questo ballo mi scaricherai?” Chiede lui facendomi ridere e aggrappandosi a me.
“Significa che ora mi stringi e balleremo.” Sussurro al suo orecchio e sentendolo rabbrividire , lo stringo più forte al mio petto. Louis si dispone meglio tra le mie braccia, appoggia le sue mani dietro la mia nuca e mi accarezza dolcemente i capelli , facendomi immediatamente dimenticare della missione ballo. Posa un bacio sul mio collo e poggia la testa nell’incavo, mentre le mie mani vanno a posizionarsi alla base della sua schiena, in modo da poterlo tenere più vicino possibile.
Ci dondoliamo appena, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se agli occhi di un esterno non fosse strano vederci ballare nel mezzo di una stanza buia, come se dipendesse la nostra esistenza proprio da quell’intrecciarsi così simile ad un abbraccio.
Sento Louis rilassarsi immediatamente tra le mie braccia e si lascia coccolare ininterrottamente , mentre lascia dei piccoli baci alla base del mio collo.
“Harry..” Sussurra alzando il viso dalla mia spalla e regalandomi un sorriso sincero proprio nel momento in cui la musica si stoppa. “Io ti amo.” Afferma con una semplicità disarmante, guardando nei miei occhi, scavandoci dentro. Lo dice in un sussurro e poi sorride a se stesso, come a meravigliarsi di quanto sia stato semplice dirmi i suoi sentimenti, senza pensare troppo, senza dover essere sempre così chiuso in sé.
“Dovevo essere io il primo a dirtelo.” Dico io mettendo un finto broncio e facendolo scoppiare a ridere. “Io ti dico che sono innamorato di te e tu mi dici che ti ho rubato il momento?” Mi chiede mentre io annuisco. “E’ che ogni volta che volevo dirtelo, alla fine ti ho chiesto una stupidaggine. Saranno settimane.” Ammetto io mentre lui si schiaccia una mano in viso. “Sei un disastro.” Ammette mentre io annuisco. “Ma mi ami.” Puntualizzo facendolo arrossire. “Ma ti amo.” Conclude lui, con la voce ancora emozionata.
“Ti amo Louis, sono follemente innamorato di te anche se è assurdo, anche se non volevo, anche se sono un disastro.” Dico io mentre il mio fidanzato mi sorride e poggia le sue labbra sulle mie ripetutamente, per poi nascondere il viso sul mio petto e impedendomi di guardarlo.
“Ehi?” Sussurro io mentre lui in silenzio si stringe più a me.
“Amore?” Chiedo io dolcemente mentre Lou si alza dal mio petto e asciugandosi qualche lacrima dispettosa mi sorride appena. “Scusami. E’ che proprio lo sento.” Resto a osservarlo un po’ perplesso mentre lui fa spallucce e mi trascina con lui sul divano.
“Sei la prima persona a cui credo. E’ come se lo sentissi dentro che mi ami.” Conclude e senza darmi nemmeno il tempo di controbattere o rassicurarlo ancora una volta su quanto mi abbia stravolto la vita, lui si getta sulle mie labbra affamato e l’unica cosa possibile da fare è rispondere a quel bacio con quanto più amore esista dentro di me, con tutto quello conservato e incatenato per anni per essere donato solo alla persona giusta, a quella per cui valesse la pena qualcosa.
La mia ragione , quella di cui parlano tutti, alcuni anche a sproposito, ha due occhi azzurrissimi , un sorriso incredibilmente coinvolgente ma spesso timido, delle mani delicate che fanno a pugni con quella voce stridula che assume quando è nervoso e arrabbiato e una dolcezza innata che nasconde dagli occhi indiscreti. La mia ragione ha un nome e un cognome : Louis Tomlinson , quel ragazzo notato e bramato per tanto tempo ,incontrato su un volo di linea.



 


  
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