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Autore: Sam27    02/01/2015    3 recensioni
Hermione è stufa della situazione che si è creata.
Sono passati sei mesi, sei lunghi mesi da quel dannato bacio e Ron non accenna a dichiararsi.
Dal testo:
-C’è un lato positivo in tutto questo freddo, non credi?-
Ron scosse la testa.
-Almeno possiamo stare più vicini per scaldarci- disse Hermione avvicinandosi ancora a lui.
Ecco, ora credeva di aver veramente toccato il fondo.
Poteva davvero umiliarsi più di così?
-Certo.. non ci sarebbe nulla di male no?- domandò Ron quasi balbettando per l’imbarazzo –Solo due amici che si scaldano a vicenda-
Hermione non sapeva se ridere o piangere, nell’indecisione si morse la lingua."
Quinta classificata al contest: "Con Harry fin DOPO la fine".
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ron ti presento Hermione
“L’ultima traccia di vapore svanì nell’aria autunnale. Il treno svoltò. La mano di Harry era ancora alzata in segno di saluto.
-Non avrà problemi- mormorò Ginny.
Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
-Lo so-.
La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.”
Hermione gemette.
No, non andava tutto bene.
La guerra era finita da sei lunghi mesi ed erano stati i mesi più lunghi della sua vita.
All’inizio c’era stata l’euforia poi la fatica di ricostruire e il peso di tutto quello che era successo era gravato su di loro come un enorme macigno.
Poi erano arrivati i funerali, il grigio degli indumenti, il bianco delle bare, le lacrime trasparenti ed il nero della disperazione, la disperazione più pura che possa esistere, la disperazione di sapere che chi hai amato non ci sarà più. Mai più.
Infine la vita che riprende, come può riprendere la vita?
Non era riuscita a darsi una risposta e non ricordava di una sola notte passata a dormire da giugno fino a quel giorno, pianti, incubi e occhiaie erano il suo pane quotidiano. Le notti insonni si erano fatte monotone e noiose fino a che Harry non le aveva dato l’idea: “Hai sempre amato leggere Hermione, conosci i libri più di te stessa, perché non scrivi tutto quello che ci è successo? Credo che ti aiuterebbe ed aiuterebbe anche tutti noi”. E così aveva investigato e consumato le sue notti bianche nella scrittura del libro che aveva appena portato a conclusione.
Si passo una mano tra i capelli crespi sotto il berretto di lana e lanciò l’ennesima occhiata nervosa all’orologio: erano le tre e quarantasette. Ron era in ritardo di tre quarti d’ora e due minuti e lei aveva approfittato di quel ritardo per scrivere, nel bar che un tempo era stato di Fortebraccio, su fogli di pergamena consumati per il continuo maneggiarli.
No, decisamente non andava tutto bene: lei e Ron non stavano insieme, non proprio.
Quella era la prima uscita che facevano senza la presenza di una terza persona da quando si erano dati quel meraviglioso, irresistibile, agognato bacio.
Improvvisamente un tintinnio annunciò l’entrata di un nuovo cliente, Hermione alzò la testa, nervosa, e il suo cuore perse un minuto di battiti.
Era lì con il suo sorriso impacciato, il maglione color melanzana sotto il mantello invernale, le guance arrossate e gli stupendi occhi azzurri.
-Ciao- disse Hermione secca.
-Ciao Hermione scusa io..- ma le sue parole si persero in un balbettio confuso.
Hermione sospirò, riponendo il manoscritto nella borsa a tracolla: aveva aspettato per tutti quei mesi che lui si dichiarasse che cosa le avevano cambiato quei quarantotto minuti in più?
-Stai tranquillo, non mi sono annoiata più di tanto-
Ron la osservò, indeciso se fosse ironica o meno, infine decise di ordinare due Burobirre e dei cioccolatini.
-Ho avuto un contrattempo- le spiegò mentre le orecchie si facevano sempre più rosse.
Hermione annuì.
-Sono felice di uscire da sola con te una volta tanto- disse osservandolo di sottecchi.
-Beh certo, siccome Harry non poteva venire..-
Hermione si morse il labbro nel tentativo di non sbuffare.
Certo che Harry non poteva venire, idiota: è stato lui a costringermi a chiederti di uscire perché così non poteva andare avanti.
-Ecco le Burobirre!- esclamò la strega di mezza età porgendo loro due boccali fumanti.
Bevvero cercando di scaldarsi mentre Ron iniziava a raccontarle del corso per diventare Auror.
-Hai della Burobirra…- disse Hermione interrompendolo all’improvviso –Proprio qui- e così dicendo si sporse verso di lui e gli accarezzò il viso appena sopra il labbro con il pollice dove in realtà non c’era altro che la sua pelle lentigginosa.
Ron arrossì ancora.
-Oh.. sì.. grazie..-
-Sai Calì, l’altro giorno, mi ha chiesto se questa uscita potesse significare qualcosa – disse Hermione sentendosi parecchio ridicola.
-Le avrai risposto di no, spero- disse Ron strafogandosi di cioccolatini. –Dovrebbero saperlo che siamo solo amici-
-Certo, solo amici- disse Hermione scartando di malavoglia un dolcetto.
-Che ne dici di andare a fare una passeggiata?- domandò poi dopo qualche attimo di silenzio.
Ron osservò con malinconia i cioccolatini rimasti ma annuì.
Uscirono dal bar ed iniziarono a girovagare a zonzo, senza una meta precisa, Hermione, camminando, gli si fece sempre più vicina, fino a quando non gli fece scivolare la mano nella sua.
-Scusa ma ho le mani gelate e le tue sono caldissime..- gli disse arrossendo mentre un brivido le percorreva la schiena.
-Tranquilla: potrei sempre contare su uno scaldamani come amico se vorrai-
Hermione avrebbe voluto prendergli la testa e sbatterla contro una delle decorazioni natalizie ma si limitò a ridacchiare e a godersi la sensazione della sua mano grande che stringeva la sua.
-Per la miseriaccia, guarda Hermione! Nonostante tutto quello che è successo sono riusciti a fabbricare la nuova Firebolt 01!- esclamò trascinandola verso una vetrina di articoli da Quidditch.
-Oh sì, molto interessante- disse lei atona. -Ti va se andiamo a sederci?-
-Cosa? Sì, sì, come vuoi- le rispose Ron con gli occhi ancora incollati alla scopa.
-Guarda che ti sta colando un rivoletto di bava- lo prese in giro Hermione.
Ron, convinto che lei fosse sincera, si affrettò a strofinare la manica del maglione contro il viso mentre Hermione rideva.
Trovarono una panchina in una piazzetta isolata e vi presero posto.
-C’è un lato positivo in tutto questo freddo, non credi?-
Ron scosse la testa.
-Almeno possiamo stare più vicini per scaldarci- disse Hermione avvicinandosi ancora a lui.
Ecco, ora credeva di aver veramente toccato il fondo.
Poteva davvero umiliarsi più di così?
-Certo.. non ci sarebbe nulla di male no?- domandò Ron quasi balbettando per l’imbarazzo –Solo due amici che si scaldano a vicenda-
Hermione non sapeva se ridere o piangere, nell’indecisione si morse la lingua.
-Ho un regalo per te- disse Ron porgendole un pacchetto.
-Oh Ron!- esclamò Hermione iniziando a scartare con delicatezza quello che aveva tutta l’aria essere un anello di fidanzamento.
-E’ per questo che sono arrivato in ritardo, sai la gioielle-.. ehm il negozio apriva alle tre e mezza e quindi ho dovuto aspettare un po’..-
Hermione quasi non lo ascoltava: possibile che lo avesse giudicato male?
Trovò una scatoletta di forma indubbia ed anche il peso era quello di un anello!
La aprì con mano tremante e quello che vide le fece battere il cuore e fermare il respiro nello stesso momento: una collana dal ciondolo a forma di infinito con dei piccoli brillantini sopra.
Rimase estasiata e spiazzata al tempo stesso.
-Spero che ti piaccia è per.. per farti capire che io per te ci sarò sempre – disse Ron quasi giustificandosi –Che la nostra amicizia non può finire-
Hermione avrebbe voluto che venisse qualcuno e la portasse via, anche quell’arpia di Rita Skeeter sarebbe andata bene.
-Me la potresti mettere?- gli domandò a voce bassa, voltandosi.
Mentre sentiva le mani del ragazzo che le sfioravano il collo brividi freddi e caldi le salivano su per la schiena.
Deglutì, socchiudendo gli occhi.
-E’ stupendo Ron- disse sorridendo sincera e scoccandogli un bacio sulla guancia.
-Ecco, anche io ho qualcosa per te- disse porgendogli il suo regalo mentre il ragazzo si sfiorava la guancia con un buffo sorriso sulle labbra.
-Urca! I biglietti per la partita dei Cannoni di Chudley di fine stagione! Urca! Pensavo che fossero tutti esauriti… Ma non c’è quello per Harry!-
Eh già scemo di un rosso malpelo.
-Grazie mille Hermione!-
Ron le si avvicinò e il cuore di Hermione prese a battere all’impazzata ma il ragazzo si limitò a regalarle un abbraccio impacciato e a batterle qualche pacca sulla schiena.
Hermione sospirò di nuovo.
Chiacchierarono ancora un po’ fino a che alcune gocce di pioggia non iniziarono a cadere e Hermione decise di tentare il tutto per tutto anche se voleva dire ingoiare tutto il suo orgoglio e fare il funerale alla sua dignità.
-Il tuo regalo era stupendo Ron ma sarei stata felice anche se tu mi avessi dato un calzino rattoppato, perché.. vedi.. l’unico regalo che voglio per Natale sei tu-
Ron trattenne il fiato e avvampò mentre la pioggia iniziava a farsi più forte.
-Infatti il.. il regalo stava proprio a significare questo, no? La nostra amicizia-
Hermione sgranò gli occhi mentre la delusione e la rabbia che aveva trattenuto fino a quel momento esplodevano nel suo petto.
La pioggia le bagnava il volto ma non ci fece caso.
-Sei un idiota Ron Weasley!- esclamò alzandosi in piedi e Ron sobbalzò, alzandosi a sua volta.
-Come puoi fare così dopo quello che è successo tra noi? Non è significato nulla, per te, quel bacio di sei mesi fa? Sono stati solo i tuoi ormoni a volermi baciare o c’era qualcos’altro? Perché non mi hai più detto nulla razza di idiota? Ed ora perché continui a fingere? Sto provando a capire cosa provi per me da quando siamo arrivati e non fai che parlare della nostra amicizia! – lo colpì a mano aperta in pieno petto e lui deglutì.
-Sai cosa ti dico? Io non la voglio la nostra amicizia!-
Hermione respirò affannosamente aspettando una risposta e, quando questa non venne, gli voltò le spalle e si lasciò scappare una lacrima mentre si allontanava a grandi passi.
-Hermione aspetta!-
Ron si riscosse dal suo torpore e la rincorse.
-Hermione aspetta- ripeté afferrandola per un braccio.
-Io ti amo- le disse, arrossendo più che mai.
Hermione si voltò e lo guardò fisso negli occhi, incredula che quel momento fosse veramente arrivato mentre le sue lacrime si confondevano con la pioggia.
-Ti amo quando hai freddo e fuori ci sono 30 gradi. Ti amo quando ci metti un'ora a ordinare un sandwich. Amo la ruga che ti viene qui quando mi guardi come se fossi pazzo. Mi piace che dopo una giornata passata con te sento ancora il tuo profumo sui miei golf, e sono felice che tu sia l'ultima persona con cui chiacchiero prima di addormentarmi la sera. E non è perché mi sento solo. Sono venuto stasera perché quando ti accorgi che vuoi passare il resto della vita con qualcuno, vuoi che il resto della vita cominci il più presto possibile-
Hermione boccheggiò mentre il flashback di lei che, qualche estate prima, annunciava il suo film preferito a dei maghi che neanche sapevano cosa fosse un film, le esplose nella mente.
Avrebbe voluto dirgli un milione di cose ma non disse nulla, si limitò a lanciargli le braccia al collo ed a baciarlo.
-Ti amo anche io- gli sussurrò.
-Scusa Hermione, lo so che avrei dovuto dirtelo prima, miseriaccia! Ma lo sai che sono un incapace in queste cose e..-
-Shhh- sussurrò lei sfiorandogli le labbra con un dito.
Ron la guardò negli occhi.
-Sei bellissima..- le sussurrò e la bacio ancora, impacciato.
Diverse ore dopo Hermione sospirò, un sospiro che sapeva di beatitudine e amore.
Aveva il capo appoggiato sul petto di Ron, le loro mani giacevano allacciate ed il quieto russare del giovane uomo invadeva la stanza.
Non era stato come Hermione se l’era immaginato: fare l’amore con lui era mille volte meglio di qualsiasi sua fantasia.
Sentiva la spossatezza della giornata e il sonno che, pian piano, arrivava ad invaderle la mente ed il corpo.
Sapeva che, per la prima volta dopo molto tempo, avrebbe dormito.
Ed ora sì, poteva dirlo: andava tutto bene.
Si accoccolò ancora meglio, respirando l’odore inebriante della sua pelle e si addormentò.
  
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