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Autore: Lizzie1096    02/01/2015    1 recensioni
Aspettò 3 minuti ma l'idiota non gli venne ad aprire, il cane era dietro la porta che annusava e immaginava che stesse già sbavando per saltargli al collo e sbranarlo, l'idiota gli ripeteva che quelle erano manifestazioni d'affetto, come no.
-Naruto, apri questa dannata porta!- bestemmiò tirando un pugno alla porta, odiava aspettare fuori mentre c'erano 30 gradi all'ombra, odiava il caldo.
...
-E poi cosa vuoi da me, Sakura-chan ti ha mollato?- gli aveva domandato a bruciapelo, scansando un palo.
Non sapeva se rispondergli o mandarlo a quel paese, era indeciso.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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La storia è principalmente incentrata su Naruto e i suoi problemi, Sasuke è il suo migliore amico e fratello acquisito, che cercherà a modo suo di aiutarlo ad uscire dai guai della vita, nelle note ho inserito Tematiche delicate poi capirete perché. Si parla di abbandono, licenziamenti, tragiche morti e di un cane pazzo. Se sortirà qualche interesse, cercherò di continuarla, saranno circa 6 capitoli.
E' la mia prima storia che pubblico, sto facendo uno sforzo estremo per non morire dalla vergogna - perché quello che scrivo è vergognoso.
Il gioco di cui farò una piccola citazione è un gioco esistente, che mi fa penare ogni volta che ci gioco - per ovvio motivi non lo cito, non voglio fare pubblicità occulte!
E bene io vi lascio alla
cosa e buona fortuna lettura!
 


Un amico stronzo e un cane pazzo.


Era da un po' di giorni che Naruto non entrava in casa sua a sgrafignare nel suo frigo e nei suoi armadietti, non era che la cosa gli dispiacesse, certo, ci mancherebbe, giammai, ma la cosa iniziava a puzzare di marcio.
Quando non lo aveva visto arrivare il martedì mattina per la colazione delle 12, la cosa lo aveva fatto tirare un sospiro di sollievo, magari era morto da qualche parte finalmente - era già capitato che non si presentasse, ma non per quattro giorni di fila, non gli aveva mai fatto quella grazia - poi Sakura gli aveva fatto notare che il suo frigo era ancora pieno e la roba iniziava a marcire e si era ricordato perché facesse entrare Naruto a casa sua.
Certo, non poteva presentarsi a casa sua per vedere cosa diavolo gli fosse successo, il suo orgoglio veniva prima della salute di un cretino: ma ci era andato lo stesso.
E mentre si ripeteva che ci stava andando solo per i suoi affari, una piccola ansia di trovare il cadavere in putrefazione gli assalì la gola; se era morto da solo come un cane non glielo avrebbe perdonato, lo avrebbe tormentato anche da morto, conoscendo il tipo.
Aveva bussato al campanello, una volta, perché odiava chi suonava il campanello troppe volte, che diavolo uno deve anche capire che quel suono è infernale.
In quel buco di appartamento ci viveva con quel dannato cane che aveva trovato una sera mentre tornava dal locale in cui lavorava, quando glielo aveva presentato - perché lo aveva portato a casa sua, la sua moquet stava ancora piangendo - gli aveva dichiarato guerra, quel sacco di pulci era il più idiota che avesse mai visto.
Aspettò 3 minuti ma l'idiota non gli venne ad aprire, il cane era dietro la porta che annusava e immaginava che stesse già sbavando per saltargli al collo e sbranarlo, l'idiota gli ripeteva che quelle erano manifestazioni d'affetto, come no.
-Naruto, apri questa dannata porta!- bestemmiò tirando un pugno alla porta, odiava aspettare fuori mentre c'erano 30 gradi all'ombra, odiava il caldo.
Il sacco di pulci abbaiò un paio di volte poi i suoi abbai vennero sovrastati da un urlo acuto, che non poteva che essere di quella sottospecie di padrone che aveva, a volte si chiedeva perché loro due fossero amici viste le diversità caratteriali e quando ci si fermava a pensare gli si bloccava il cervello perché lui non aveva mai fatto niente per attirare l'attenzione di quel senza cervello, davvero, anzi, lo allontanava il più possibile.
Se ci penso qualche altro minuto impazzisco borbottò tra sè, tirando un calcio alla porta, solo perché si era ricordato che quel cretino, non solo era in casa, ma ancora non gli apriva la porta e che cazzo sono venuto a fare qui? Si chiese ancora, mentre si abbassava a prendere la chiave di scorta che era sotto lo zerbino.
Aveva aperto la porta e il cane gli aveva buttato le zampe addosso, quell'ammasso di pelo lo aveva fissato con gli occhi da pazzo e si era leccato il muso bianco come se si trovasse d'avanti ad una bistecca al sangue.
Lo aveva schivato e fatto uscire fuori, era così imbecille da finire sotto una macchina e togliersi per sempre dalle palle.
Si era tolto le scarpe ed era entrato in casa, seguendo le imprecazioni dell'imbecille fino al salotto-cucina-letto del suo sgabuzzino-discarica.
Lo aveva trovato seduto sul divano, con una quantità enorme di scatole di cup-ramen e il bollitore dell'acqua lì vicino; non voleva sapere da quanto tempo fosse in quello stato.
-Si può sapere che cazzo stai facendo?- gli aveva domandato gentilmente, scansando quello che gli era sembrato un avanzo di pizza mezzo mangiucchiato.
Quello non gli aveva risposto, aveva solo borbottato un "ah", e poi era rimasto a smanettare sullo smartphon che non sapeva nemmeno avesse.
-Cretino- lo aveva richiamato una seconda volta, sperando che con il suo vero nome gli avesse finalmente dato la risposta che cercava.
Niente, aveva continuato a borbottare cose indecifrabili che anche se si impegnava non avrebbe capito.
Si era fatto spazio sul pavimento ricoperto da scatole e scatole di quella sua schifezza che osava chiamare cibo e si era seduto con le gambe incrociate a fissarlo in tralice, il cane che raspava la porta per rientrare.
-Almeno lo sai che ho sbattuto il cane fuori da casa tua, sì?- aveva domandato al vento, dato che quella testa quadra nemmeno aveva alzato la testa per accertarsi che non ci fossero ladri in casa.
Come se lo avesse sentito, il cane aveva smesso di raspare e aveva abbaiato in un modo molto infastidito, un cane nordico sotto il sole d'estate non si vedeva mica tutti i giorni.
Ed aveva continuato ad abbaiare e graffiare, a volte il pavimento, a volte la porta, finché non si era stufato di sentirlo e gli aveva aperto per farlo entrare.
Era corso dove teneva le ciotole dell'acqua per farsi una lunga bevuta prima di accasciarsi a terra e ansiamare come una locomotiva.
Aveva roteato gli occhi, aveva sbuffato e poi si era messo a dormire, e russava anche. Che pena infinita gli faceva quel cane.
Era un tale idiota, a completare l'idiozia era quell'essere che lo aveva accolto in casa che aveva d'avanti agli occhi, con il cellulare in carica a giocare ad uno strano gioco che gli aveva provocato uno stato di trans nervoso che avrebbe classificato pericoloso da come si muovevano le mani e gli occhi e le parole, perché no.
-Perché sono venuto- si era domandato a bassa voce massaggiandosi la fronte.
Poi si era semplicemente alzato, gli si era parato d'avanti e gli aveva strappato il telefono dalle mani, lo aveva spentoe glielo aveva sequestrato (e se lo era messo in tasca).
Quello aveva avuto il coraggio di stupirsi e spalaccare occhi e bocca, poi si era indignato, incazzato ed infine lo aveva preso a pugni, erano finiti sul pavimento, tra i rifiuti e tirarsi calci e pugni a caso.
Il cane aveva dovuto pensare qualcosa tipo: "ehi che bello, si gioca!" e si era buttato nella mischia, strusciandosi, mordendo ringhiando e graffiando come se fosse impazzito, e lo era. Dopo che loro due si erano fermati quello era rimasto a rincorrersi la coda per un minuto intero e quando si era fermato, con uno scatto, gli era rimasta la lingua penzoloni da un lato e gli occhi da psicopatico che li fissava pronto a scattare.
-Che diavolo! Stavo cercando di battere Macellaio, lo aveva quasi battuto, mi mancava un cazzo di round!-Gli stava raccontando (sbraitando), mentre correva per strada, con il cane che lo trainava da una parte all'altra senza dargli tregua.
Annusava, pisciava e scappava via nemmeno fosse un ladro.
-Tu non capisci, io ci sto lavorando da due cazzo di giorni, mi da estremo, ma so che posso batterlo!- aveva continuato a raccontargli, mentre a lui non fregava minimamente.
Si era perfino messo a sbadigliare annoiato, non era lì per sentirsi dire quelle cazzate, anche se era divertente vederlo correre in giro incazzato nero.
-Shadow smettila di correre a destra e a sinistra!- aveva sbottato, strattonando il giunzaglio del cane che si era arrestato di colpo, aveva tossito e poi aveva ripreso a tirare avanti e indietro, facendo mugugnare esasperato il ragazzo che lo teneva.
-E poi cosa vuoi da me, Sakura-chan ti ha mollato?- gli aveva domandato a bruciapelo, scansando un palo.
Non sapeva se rispondergli o mandarlo a quel paese, era indeciso.
-Ero venuto a sincerarmi che non fossi morto, in caso ti avrei lasciato marcire in casa- aveva risposto con un tono lugubre, che aveva fatto arrestare la corsa dei due maratoneti.
-Che stronzo!- aveva urlato - giustamente - il biondo. -Cioè è tutto qui quello che sai dire, dopo anni di amicizia?- non poteva crederci, quello era un insensibile del cazzo, lo aveva sempre saputo, orgoglioso da starci male.
-Ho il frigo pieno, ti invito a svuotarlo- se ne era uscito, candido come il culetto di un neonato, prendendo la direzione per il suo appartamento.
Naruto aveva sospirato aggrottando le sopracciglia, poi lui e Shadow lo avevano seguito, magari riuscivano a cavarne qualcosa, aveva ancora il suo cellulare in tasca oltretutto.
Shadow che aveva le manie di protagonismo aveva superato tutti e si era messo a camminare davanti ai due, facendo sbuffare il moro.
Erano arrivati all'appartamento di Sasuke, lui aveva preso l'ascensore e dato che le regole del condominio erano "Niente cani in ascensore", Naruto si era fatto le scale, 3 rampe di scale, ognuna contava 20 scalini; tragedia.
Era arrivato al piano dove viveva Sasuke con la lingua di fuori, al momento aveva pensato di sputare un polmone, il suo cane era stramaledettamente felice.
Si era intrufolato dentro, visto che quel bastardo non lo aveva aspettato e lo aveva cercato in cucina trovandolo a borbottare mentre cacciava dagli armadietti e dal frigo il cibo in eccesso.
Aveva lasciato il giunzaglio del cane e si era seduto a godersi lo spettacolo su una sedia in cucina, Sasuke che parlava da solo era qualcosa di comico, e Sasuke odiava quel genere di cose.
Aveva buttato un occhio al salotto, dove aveva visto con sgomento che Shadow si era buttato a marcare con il suo odore e i suoi peli il divano, girò la testa di scatto, facendo finta di non vederlo non voleva che il suo cane facesse la fine del tappeto che aveva in camera da letto, nono, era pur sempre il suo cane.
-Che cavolo stai combinando? Guarda che non posso mica mangiare tutta quella roba!- gli aveva fatto presente, quando si era visto davanti al naso tanta di quella roba che non era riuscito nemmeno a capire cos'era.
-Devo preparare la cena, coglione- aveva sbottato, tutt'altro che calmo, prima di tirare fuori il tagliere e un coltello molto, molto affilato che aveva fatto deglutire rumorosamente Naruto.
-Ah... e io cosa posso fare per te?- aveve sussurrato quest'ultimo mezzo spaventato, mezzo divertito, perché si divertiva lui.
-Ammazza quel cane e buttalo giù dalla finestra, per cominciare- perché Sasuke aveva occhi e orecchie ovunque e lo sapeva che quel cane stava impelando il suo divano.
-Sì, e poi?- gli aveva domandato, tirando giù dal divano il cane e lanciandogli un occhiata allarmata, sperando che capisse che il divano era off limits, e lo sapeva che capiva quello che gli diceva, solo che amava fare lo gnorri.
-Poi 'stà zitto!- aveva sbottato, scaraventando le verdure tagliuzzate nella padella, facendo un tale casino che credeva avesse tirato giù l'intero set di pentole e padelle che aveva in casa.
Poi si era seduto sul divano ed aveva ascoltato Sasuke che brontolava peggio di un frigo rotto - si era persino dimenticato del telefono che aveva ancora lui.
-Ma perché stai preparando tutte quelle robe? Oltre a me hai altri ospiti?- si era azzardato a chiedere, perché a lui il silenzio faceva impressione proprio, sembrava che mangiasse la gente.
Quando quello lo aveva fulminato dalla cucina aveva alzato le mani e si era scrollato nelle spalle, aveva acceso la TV ed era rimasto a guardare i cartoni animati finché non era appisolato, Shadow era salito di nuovo sul divano e gli aveva appoggiato la testa sulle gambe.
 

  
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