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Autore: Ryoda_Oropa    15/11/2008    1 recensioni
Gli ainu, che un tempo abitavano insieme agli oni sullo stesso pianeta, sono stati esiliati al termine di una lunga guerra e costretti a vivere su un pianeta inospitale e privo di vita. Alla continua ricerca di fonti di energia pulita con lo scopo di rendere migliore la loro nuova dimora, questi esseri individuano in Lamù un ottima fonte e si preparano ad attaccare la Terra... ma non hanno fatto i conti con Ataru e soci! Secondo capitolo della trilogia "Dei e popoli dell'universo" e seconda fatica letteraria ad opera del duo di autori composto da Kitsune no Pao e Achille88!
Genere: Romantico, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Benten, Kurama, Lamù, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MINACCIA DALLO SPAZIO

Il forte sole di giugno illuminava l'intera Tomobiki e nel parco cittadino le coppiette cercavano ombra e intimità fra le fronde degli alberi mentre le ragazze più giovani camminavano in gruppo chiacchierando fra loro. C’erano bambini festosi che giocavano con l’acqua di una fontanella e ragazzi che giocavano a fresbee.

A guastare questo quadro idilliaco ci pensava Ataru tormentando ogni fanciulla che incontrava sulla sua strada, mentre Lamù cercava in tutti i modi di fermare il suo esuberante tesoruccio lanciandogli scariche elettriche e minacciando ogni genere di punizione.

La bella oni scorse fra la folla l’amica Benten insieme ad Oropa.

"Guarda, tesoruccio!", esclamò. "Laggiù ci sono Benten ed Oropa!".

Ataru drizzò le orecchie e si diresse verso la bella dea; Lamù lo afferrò al volo per la collotola della camicia prima che questi balzasse in grembo all’amica.

"Ciao, ragazzi!", disse Oropa; il ragazzo indossava il suo yukata bianco e nero, portava le tre spade di bambù in cintola e teneva stretta la mano di Benten nella sua.

Ataru ed Oropa si scambiarono uno sguardo d’intesa. "Lamù, mi è venuta sete. Perchè tu e Benten non andate a prendere qualcosa da bere?", propose Ataru con voce insolitamente dolce.

"Stai cercando di allontanarmi per darti alla pazza gioia con le altre ragazze?", sbottò seccata la bella aliena.

"Non potrei mai ingannarti così… e poi c’è Oropa con me!", la rassicurò l’astuto ragazzo strofinandosi le mani.

Le ragazze lasciarono soli i rispettivi compagni, andando in direzione dei distributori automatici di bibite. Lamù guardò la sua amica a dir poco raggiante. "Le cose con Oropa vanno bene? Lui mi sembra molto affettuoso… ti teneva la mano!".

"Eccome se lo è!", rispose Benten. "E poi è molto... vivace!". Avvicinò la bocca all'orecchio a punta dell’amica e cominciò a bisbigliare; Lamù dapprima spalancò i suoi grandi occhi azzurri, poi si coprì la bocca con entrambe le mani ed infine arrossì come un peperone.

"D-Davvero fate già queste cose?!", domandò esterrefatta la bella oni. "Eppure vi conoscete da così poco tempo...".

"Ma è molto piacevole!", rispose Benten con uno splendido sorriso.

Vedendola così felice e serena Lamù le volò intorno battendo le mani e punzecchiando l’amica con parole di scherno, anche se era davvero contenta per lei.

 

"Da questa parte, signorine!", disse Ataru guidando un gruppetto di ragazze verso il centro della piazza. "Ora sistematevi tutte in cerchio!".

"Perché dovremmo fare una cosa simile?", protestò una fanciulla.

"Perché è l’arte a guidarmi!", rispose il giovane Moroboshi assumendo uno sguardo stranamente fiero. "Questa giornata perfetta, il sole che splende nel cielo limpido… io sento il bisogno di immortalare in una fotografia la bellezza della gioventù. Non c’è niente di più bello di un gruppo di ragazze serene e felici immerse nella quiete della piazza. E poi il cerchio è simbolo di continuità ed indica la vostra bellezza che non svanirà mai…". Quelle parole in apparenza così cariche di significato convinsero le fanciulle a dar retta all’improvvisato fotografo.

Ataru si posizionò a debita distanza e mise la macchina fotografica sul cavalletto; regolò l’ottica ed esclamò alzando il braccio: "Un bel sorriso al mio tre! Uno, due... VAI, OROPA!".

Oropa spiccò un balzo dalla cima di un albero atterrando nello spazio vuoto al centro del cerchio formato dalle ragazze. Prima di toccare il suolo cominciò un moto rotatorio molto vorticoso; le ragazze si voltarono verso di lui chiedendosi cosa stesse succedendo.

Nel momento in cui Oropa toccò il suolo gridò: "TORNADO DI LAME!".

Le gonne delle fanciulle si sollevarono verso l’alto spinte dalla forte massa d’aria creata... scoprendo le grazie di ciascuna di loro!

Ataru scattò la sua opera d’arte con lacrime di gioia che sgorgavano copiose dai suoi occhi e con un ghigno di malefica soddisfazione stampato in faccia.

Benten e Lamù lasciarono cadere le lattine a terra ed entrambe, dopo aver osservato la scena, si convinsero che quei due non andavano assolutamente lasciati più soli.

Le ignare vittime si dispersero correndo terrorizzate in ogni direzione, gridando vendetta all’indirizzo dei due ragazzi.

"SEI SEMPRE IL SOLITO, TESORUCCIO!", gridò furibonda Lamù; i suoi lunghi vibravano scossi dalla corrente elettrica mentre lei avanzava levitando verso il novello genio della fotografia.

"E TU SEI IL DEGNO AMICO DI QUEL FOLLE!", disse furiosa Benten puntando il suo bazooka in faccia ad Oropa; ma il ragazzo non si scompose minimamente e rivolse alla dea un sorriso di sfida.

"OSI ANCHE RIDERE, ADESSO?!", chiese lei su tutte le furie.

"Benten, non hai segreti per me… e fai sempre gli stessi errori. Hai ridotto troppo la distanza... hai perso!". Così dicendo il ragazzo disarmò l’amata colpendo il bazooka con la spada di bambù che impugnava nella mano destra; con la spada nella sinistra agganciò le gambe della dea sollevandola dal suolo e con la spada stretta fra i denti esercitò una pressione sul busto della ragazza, che perse l’equilibrio e rischiò di cadere a terra. Tuttavia Oropa la afferrò al volo mollando le spade, tenendola fra le braccia e fissandola negli occhi.

La dea non si scompose minimamente e disse con voce provocatoria: "Sei tu ad aver perso... amoruccio!". Immediatamente sfilò dalla fondina posizionata sulla coscia una piccola pistola a raggi laser e la posizionò sotto il mento del ragazzo.

"Farò tutto ciò che vuoi, ma voglio salva la vita!", esclamò Oropa fingendosi spaventato a morte.

"Perché non andiamo a passare un pò di tempo in un posto tranquillo noi due da soli?", propose Benten.

"Affare fatto!", concluse il ragazzo prima di allontanarsi con la dea della fortuna al suo fianco.

"Non c’è dubbio; quei due sono fatti l’uno per l’altra!", commentò Ataru dopo aver assistito alla schermaglia fra i due.

"L’ha chiamato… amoruccio!", aggiunse incredula Lamù prima di fulminare il suo amoruccio.

 

All'infuori dell'atmosfera terrestre, una grossa astronave vagamente somigliante ad una grossa petroliera si avvicinava lentamente alla Terra, lasciando dietro di sé una scura scia di fumo nero.

Uno strano ed orrido essere, interamente coperto da una peluria nera e lucida, si avvicinò ad un suo simile e disse: "Finalmente abbiamo trovato una grande fonte di elettricità autonoma ed autorigenerante… è la salvezza per tutti noi! Andiamo nella sala comando per visionare le immagini di questo tesoro".

Una pesante porta metallica si aprì, dando accesso ad una lugubre e sporca sala sormontata da un grosso monitor; esalazioni fetide uscivano da alcune tubature e tutti gli strani esseri attendevano seduti ad una tavola interamente coperta di ruggine, sorseggiando uno strano liquido nero.

"Ecco il nostro tesoro!" annunciò uno di loro mentre sul monitor appariva la figura aggraziata di una giovane oni intenta a scaricare elettricità su un terrestre suo coetaneo.

"Eccellente!", aggiunse soddisfatto l'orrendo essere. "Uniremo l'utile al dilettevole e avremo la nostra vendetta! ROTTA VERSO LA TERRA!!", gridò infine fra le grida di giubilo dei suoi compagni.

 

Note degli autori: Per chi non avesse letto "Il cielo di Tomobiki", Oropa è un nuovo personaggio nato in seguito all'incidente capitato a Paolo che è stato "adottato" dagli altri personaggi della saga ed è diventato il fidanzato di Benten!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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