Piange. È solo. A cosa pensa? Soltanto lui può saperlo. Ma non è in grado di farlo. Quindi non pensa. Le parole che sente non sono che macchine che avanzano in serie; non ci presta attenzione; le ignora. Ce l' hanno un significato, lo esprimono, ma lui non lo capisce. Pian piano si accorge che i veicoli sono nella sua direzione; voltati verso di lui. Lo investono. In quel momento la sua vita chiude una porta e ne apre un'altra. Prosegue. Impara altro da altri. Avanza. Arriva in un luogo percorso da altri. Sulle sponde di un fiume. Esso vuole che prosegua. Lei desidera trascinarlo indietro, vicino alla porta; sperando di riparare la chiave e la serratura, per poi permettergli di tornare indietro. "Ciò che è passato resta, ciò che è futuro diventerà presente ed il presente stesso li racchiude." Con queste parole lui si immerge. Mille suoni. Due orecchie soltanto per accudirli. Anche se era totalmente imprigionato in quelle gocce, riusciva a sentirli. Dopo un lungo periodo di riflessione, si accorge che proprio perché era sdraiato al centro della corrente, accoglieva le musiche, i canti, i balli, le singole note. Lui si accorge di questo. Il suo sole tramonta sulla sua acqua. Arriva ad una cascata o una cascata viene da lui. È comunque destinato a cadere. Lui cade o lui sale. Ha comunque un destino. Rimane sospeso. Il destino muta. Lei chiude gli occhi. Esso respira. Lui apre gli occhi, non respira. Si limita a guardare. Si sta compiendo. Come un pennello, entra nelle particelle del suo quadro. Un nuovo componente si mostra. Dona, riceve e ne tiene conto. Lei ed esso sono finalmente insieme a lui, loro si trovano davanti ad un fuoco. È quello che costruisce a renderli forti. Le costruzioni incompiute lo aiutano in modo minore e lieve. Il fuoco rosso lo rende caldo. Passa.