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Autore: Marty Andry    02/01/2015    0 recensioni
"Succedeva nei film e succedeva nella vita di tutti i giorni. La gente si prendeva quello che voleva, si aggrappava alle coincidenze e ci tirava su un'esistenza" 
Londra, anni '50 
Pearle Marwson conosce la felicità, l'amore puro, la gioia di diventare madre. Costruisce una famiglia, tutto procede per il verso giusto, fino a quando una visita inaspettata non turberà per sempre la sua esistenza. Riuscirà la donna a non cadere sotto il peso della disperazione? Capirà, quando ormai tutto sembra lontano nello spazio e nel tempo, che tutto scorre sul piano inclinato della vita? 
Londra, 2010 
Alan, Marion, Pablo e Natascia. Quattro ragazzi ed un filo rosso che li unisce, inconsciamente. Frasi non dette ed incongruenze. Intuizioni. Verità.
<< I tuoi occhi non mi hanno tradita, Pearle. >> 
Genere: Angst, Mistero, Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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26 luglio 1953

Oggi Olivia si è sposata. Ventitré anni contro trentadue, quindi per me ancora c'è tempo. Harold, suo marito, non dimostra assolutamente la sua reale età, sono certa che ha gli stessi capelli nerissimi come il giorni in cui è venuto al mondo. Olivia era stupenda, la sua pelle bianca sembrava un tutt'uno con l'abito e aveva scelto di tenere i capelli neri e ondulati sciolti, coperti dal velo ricamato di sua madre. Célestine ha pianto talmente tanto da bagnare la giacca del suo fidanzato, Fedora ha suonato all'organo, invece io mi sono limitata ad osservare la cerimonia sottobraccio a Zeph. Lui guardava Olivia e poi spostava lo sguardo verso di me. 
"È bellissima, vero?" mi sussurrava ed un brivido mi percorreva la schiena, dalla testa ai piedi. Credo che volesse vedere chissà quale reazione, invece io credo di essere solo arrossita, come al solito. Tra i numerosi parenti di Olivia, ho notato un giovane. Lei stava chiacchierando con una zia sul sagrato della chiesa quando l'uomo, trafelato, l'ha raggiunta e l'ha stretta in un abbraccio. Così mi sono liberata in fretta del braccio di Zeph e sono andata da Olivia. Prima che le potessi parlare, mi ha presentato al giovane. 
"Pearle, tesoro, lui è mio cugino Aaron."
Lui ha sfoderato un sorriso dai denti bianchissimi e gli occhi verde acqua parevano brillare. Mi ha teso la mano e ci siamo presentati. 
Abbiamo parlato tutta la notte. Ho scoperto che si è laureato tre mesi fa e per il momento sta lavorando nello studio di un avvocato. Ha appena ventisei anni e si è sorpreso quando gli ho detto che Zeph non è mio marito né futuro sposo. E sono rimasta anche io senza parole quando mi ha rivelato che non vuole legarsi a nessuna. Ma, mentre parlavamo, Olivia, Harold, Célestine e Fedora  sembravano non appartenermi più. Fatta eccezione per Zeph che, come mi ha detto Aaron, è rimasto a guardarci dall'alto di una finestra. Purtroppo tutto ha una fine...




15 ottobre 1954

Nonostante sia metà ottobre, l'estate sembra non voler lasciare Londra. Stamattina ero con Célestine in macchina, col suo fidanzato che guidava verso il luogo in cui Zeph avrebbe discusso la sua tesi di laurea in Medicina, quando abbiamo visto qualcuno che attraversava di corsa la strada. Herman ha frenato di colpo e Célestine si è lasciata sfuggire delle imprecazioni in francese. Senza pensarci due volte ho aperto la portiera per vedere chi aveva rischiato di essere investito: era Aaron!! Non sono riuscita a contenere l'eccitazione e ci siamo salutati con un abbraccio. Dopo il matrimonio di Olivia non l'avevo più visto e rivederlo mi ha fatto uni strano effetto. Si è fatto crescere le basette e i capelli castani si sono schiariti. Invece gli occhi brillavano come quel giorno.
Herman ha suonato il clacson per dirmi di fare presto e ci siamo dati appuntamento al Green Hole Park per domani. Comunque, Zeph si è laureato a pieno voti!



Marion andò avanti, sfogliò altre pagine.


6 maggio 1957

Stasera Aaron mi ha chiesto di sposarlo ed io ho accettato! 
Ho capito che vivere il resto della proprio a vita da soli è deprimente, e non c'è cosa più bella che sentire farfalle danzanti nello stomaco ogni giorno della propria vita, vedere i frutti del proprio amore. T'immagini? Io ed Aaron, decrepiti, ed una baraonda di bambini e giovani intorno a noi.



25 luglio 1957

Questa notte dormirò a casa di Fedora che mi farà compagnia con le sue melodie...Domani è finalmente il grande giorno! L'avevamo promesso, ci saremmo sposati tutti il 26 luglio. Mancano solo Fedora, Zeph e Célestine, per la quale non credo manchi ancora molto. Sono certa che Fedora tornerà in Russia e farà innamorare tutti della sua musica. Dopo cena Zeph è venuto a trovarmi e mi ha regalato una scatola di cuoio, c'erano centinaia di piccole perle di fiume dalle forme irregolari e con riflessi stupendi.
"Possono essere mangiate" mi ha detto. È una cosa stranissima! 
Poi Zeph mi ha preso le mani e mi ha detto che mi amava, che mi ha sempre amata. In quel momento ho capito l'atteggiamento che aveva avuto con Aaron, sin dalla sera del matrimonio di Olivia. Io gli ho spiegato che non ricambiavo i suoi sentimenti e se n'è  andato dicendo "Lo capisco, va bene". Per me Zeph è sempre stato come un fratello, non potrei amare lui come Aaron...


26 luglio 1957

Nel momento in cui il sacerdote ha pronunciato i nostri nomi mi sono sentita completa. Non so come spiegare questa sensazione...La prima cosa che sua madre mi ha chiesto è stato il nome che avrei dato ai miei figli. Rose, le ho risposto, o Luke. La casa a Straberries Road è graziosa, anche se l'avrei voluta più luminosa, ma non importa. Aaron mi ha reso la vita sfavillante.


3 marzo 1958

Come avevamo immaginato, Fedora partirà per Mosca il prossimo autunno, Olivia ed Harold a Centelles, Célestine ed Herman a Poitiers, Zeph dovrà fare delle ricerche nei pressi di Aberdeen...ed io e Aaron rimarremo qui a Londra, avvolti dalla sua nebbia. Ognuno tornerà nella sua terra natia, dopo aver passato insieme quasi vent'anni. Ci scriveremo, ma le nostre strade si sono divise, ormai. Darò a tutte loro un paio di perle di Zeph.


18 agosto 1962

Abbiamo appena scoperto che un piccolo Luke ed una piccola Rose nasceranno tra aprile e maggio. Sarà dura, ma diventare nonna è sempre stato il più grande sogno di mia madre.
Sono due gemelli!



Alan sbiancò.
<< Cos'è successo? >>
<< Mia madre si chiama Rose...ma non ha un fratello gemello.. ed è nata il 29 aprile 1963. >>
<< Suvvia, saranno solo coincidenze... >> 
<< Marion... Io non ho mai visto i miei nonni. >>
<< Nemmeno io. >>


29 aprile 1963

Luke e Rose sono nati alle 11 di questa mattina. Aaron era felice, quasi quanto me. Perché ora comprendo che una madre potrà amare solo i suoi figli più del proprio marito.



31 ottobre 1966

Ho ricevuto una visita. Aaron era via con Rose e Luke quando un uomo vestito di scuro ha suonato al campanello. Si è presentato sotto il nome di Zeph Laycton. Era Zeph, il mio amico Zeph. 
Mi ha detto che mi ama ancora, mi ha offerto di andare via con lui. Era totalmente fuori di sé... E mi ha dato il suo indirizzo di Aberdenn se mai avessi cambiato idea. Aaron non lo saprà mai.


23 gennaio 1967

Ho detto tutto ad Aaron e abbiamo deciso di fuggire. Lui andrà a Dublino con Luke ed io resterò qui con Rose. Cambieremo residenza
.


Quella era l'ultima pagina del diario di Pearle Marwson. C'erano diversi fogli. Uno era la partecipazione al suo matrimonio. Pearle Marwson e Aaron Hiller e, sotto, un fiore: una viola del pensiero. Poi c'era una foto in bianco e nero. Una coppia di sposi, quattro ragazzi. Dietro, una scritta:
26.07.53
Da destra a sinistra: Zeph, Pearle, Olivia, Harold, Célestine e Fedora.


Tutti sorridevano. Zeph aveva una mano in tasca e teneva il braccio a Pearle, una ragazza dai capelli mossi accanto a cui c'era Olivia, la sposa, in un attillato vestito bianco. Alla sua destra, Harold e Célestine e Fedora, con gli stessi occhi di Natascia.

<< Marion? >> 
Erano le undici passate e lei si era addormentata con la partecipazione del matrimonio in mano.
<< Chissà se ci ameremo come Pearle e Aaron. >> sussurrò mentre raccoglieva le sue cose e andava via. Si fermò a metà tra il letto e la porta e tornò indietro. Sfiorò delicatamente, impercettibilmente le labbra con le sue e si apprestò ad uscire.
<< Dicevi? >> 
Marion si era alzata, con tutta la maglietta sgualcita e gli occhi assonnati.
<< Mi stavo chiedendo se saremo mai come...loro. >> indicò il diario.
Lei fece qualche passo verso di lui è gli gettò le braccia al collo.
<< Perché? Hai dei dubbi? >> chiese sorridente.
I suoi occhi brillavano come quelli che Pearle aveva descritto.
  
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