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Autore: Erina91    02/01/2015    2 recensioni
La voce frizzante della bambina lo raggiunse:
-grazie di avermi salvato vecchio!- un sorrisino a furbetta guizzò sulle sue labbra.
-ehi! Mocciosa! A chi hai dato di “vecchio”?-
-perché, non lo sei?-
-ho fatto trent'anni solo pochi mesi fa.-
-beh, per me resti vecchio.- continuò con arroganza -e comunque, non mi chiamo “mocciosa”, il mio nome è Sarada.-
Sasuke decise di ignorare quella “bamboccia” impertinente e la fissò:
-allora, Sarada, come mai una mocciosa della tua età è in mezzo al bosco da sola?-
Più la fissava e più i contorni del suo volto, dei suoi occhi, l'accenno delle ciglia allungate e il taglio delle iridi attraente gli ricordavano Karin e questo non faceva altro che portare di nuovo alla luce quella notte di tempesta.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Karin, Salad, Uchiha, Sasuke, Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Sasuke/Karin
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Buonasera a tutti!! ho già diverse fanfic in corso, ma ora che sono in vacanza prima di ricominciare dal 6 gennaio con lo studio, ho deciso di pubblicare l'inizio anche di questa Longfic e vedrò di aggiornare i capitoli quando riesco. Ne ho già scritti altri due, quindi per ora sarò abbastanza veloce.. mentre con le altre sono un po' indietro, ma tranquilli che piano piano le continuo tutte. Non sono il tipo che lascia storie incopiute, perché a me per principio non piace lasciare progetti a metà. Sarò lenta con gli aggiornamenti di tutte, ma lentamente riuscirò a concluderle perché ci tengo.
Spero che abbiate pazienza con me e scuserete i miei impegni.
Inanzi tutto, questa fanfic è principalmente una SasuKarin, come avete visto dalle coppie, e chi mi segue penso sappia quanto amo questa coppia.
Ma non saranno solo loro due i personaggi presenti. Darò un po' di spazio anche alla NaruSaku e alla BoruSara (come coppia mi ispira un sacco..), e anche ad altri personaggi se possibile. Mi auguro di non deludervi con l'inizio.
 


Prologo: "Sarada"

 
Erano passati dieci anni da quella notte in cui un cielo plumbeo e tempestoso d'irrompeva, e li scrosci riempivano e annebbiavano la notte, e lui aveva condiviso il letto con l'unica donna che avesse mai suscitato il suo interesse.
Da allora lei era scomparsa, l'aveva lasciato da solo in quella vecchia catapecchia e se l'era svignata di soppiatto come solo ella sapeva fare.
Non l'aveva più vista, si era prosciugata sotto i suoi occhi in un fulmine a ciel sereno e la rabbia nei suoi confronti per l'affronto subito l'aveva accompagnato per parecchio tempo, disturbando la sua vita quotidiana.
Al momento si era stabilito a Konoha senza un termine preciso, partecipando anche al matrimonio dei due suoi migliori amici, Naruto e Sakura, che adesso aspettavano la secondogenita ed erano emozionati per l'attesa.
Lui, come al solito, amava la solitudine che gli donava un senso di indipendenza e tranquillità, o almeno... questo fino a poco tempo fa. Ultimamente, e dopo aver assistito alle vicende familiari dei suoi amici, questa convinzione aveva iniziato lentamente a vacillare e si era spesso ritrovato a riflettere su come si sarebbe sentito se anche lui avesse avuto una famiglia o una persona accanto a lui che non fossero solo Naruto e Sakura.
Aveva anche iniziato a chiedersi se questo senso di appartenenza alla solitudine si adattasse a lui oppure se ciò lo rendesse solamente più distante da tutto il resto del mondo. Fin'ora non gli era mai interessato far parte del mondo o quantomeno relazionarsi con gli altri.
Aveva sempre distorto la realtà a suo piacimento perché così com'era lo disgustava e la trovava poco significativa, ma solo recentemente aveva cominciato ad apprezzarla e a guardarla sotto un'altra luce.
Dunque, questa sua nuova visione della vita l'aveva influenzato molto e soprattutto aveva colto la sua curiosità e adesso avvertiva che interiormente stava avvenendo un cambiamento che lo avrebbe portato ad una nuova conoscenza di sé.
Non sapeva bene cosa fare nella vita, per ora lavorava come Anbu per Konoha e specialmente per il suo migliore amico Naruto da poco diventato Hokage.
Non che quel lavoro lo dispiacesse, ma c'era un vuoto dentro di lui che non riusciva a comprendere a cosa fosse legato.
Mentre stava riflettendo, udì la voce di Shikamaru provenire dalle sue spalle:
-Sasuke... Naruto ti vuole.- lo avvisò con la sua solita aria annoiata.
Shikamaru era diventato l'assistente più fidato e colui che gestiva li affari e gli impegni di Naruto da quando aveva ottenuto la carica di Hokage.
Lui non rispose, gli fece solo un cenno con la mano e si avviò a rapporto da Naruto.
Attraversò a passo svelto i lunghi corridoi che portavano allo studio dell'Hokage e arrivato davanti bussò alla porta in legno pregiato.
-avanti Sasuke!- lo invitò Naruto, con il suo solito tono allegro.
Ogni volta che entrava nello studio di Naruto cercava di ignorare l'immenso disordine della stanza: fogli, scartoffie, cartelle, pergamene di ogni genere erano sparsi qua e là, macchie di inchiostro nero e piume pure.
Come se non bastasse, barattoli di Ramen consumato non erano stati buttati nel cestino da giorni e un tanfo nauseabondo di brodo devastava la stanza.
-non riesco ancora a credere che abbiano dato la carica di Hokage a un disastro come te, ma come fai a vivere in questa sporcizia?- protestò allibito -Sakura non ti dice nulla? E Shikamaru, come tuo assistente, non sa fare il suo lavoro?-
Naruto si mise una mano dietro la nuca, grattandosela imbarazzato.
-eh eh, me lo dicono eccome, ma ormai penso che abbiano appurato che sono senza speranza.- ridacchiò divertito -inoltre, Sakura è impegnata molto e Shikamaru si è stancato di mettere tutto in ordine per me.- aggiunse.
-e ci credo!- esclamò seccato -comunque, cambiando discorso... perché mi hai fatto chiamare?- chiese.
-volevo semplicemente invitarti a cena da noi stasera, ci saresti?-
-e tu mi hai fatto chiamare per chiedermi certe sciocchezze? Era meglio se mi mandavi un messaggio con un piccione viaggiatore invece di disturbare la mia giornata libera.- ribatté irritato.
-hai ragione, ma in realtà volevo anche chiederti di fare una consegna fuori Konoha prima di venire da noi.- spiegò -non è una missione, tranquillo. È che sennò non so a chi chiedere.-
-ma per chi mi hai preso? Per il tuo facchino?!- sbottò rabbioso -e poi non c'è Shikamaru per queste cose?-
-no, Shikamaru è stato chiamato da Temari poco fa.- rispose sorridendo -e visto che dovevo invitarti anche a cena, ho preso due piccioni con una fava.-
-idiota!- sputò innervosito, poi sospirò -ah... lasciamo stare, dove dovrei fare 'sta consegna?-
Naruto sorrise e annuì.
-grazie Sasuke!- esultò riconoscente e scrisse un indirizzo.
-che tipo di consegna sarebbe?-
-sono dei tomi di medicina, chimica e ricerca.-
-e a chi servono robe simili?-
-a una persona che conosco.- disse tranquillo, ma con un timbro di voce che pareva proibire altre domande.
A Sasuke questo atteggiamento sembrò strano, però decise di non inferire oltre.
-allora vieni a cena da noi stasera?- domandò nuovamente.
-se non ho altra scelta.- sbuffò accettando.
Naruto alzò il pollice e sorrise solare.
In un modo o nell'altro “quell'idiota” del suo amico era sempre capace di convincerlo.
Prese il saccone pieno di testi e si avviò verso le porte di Konoha.

Nel frattempo che saltava da un albero all'altro tra i boschi folti e gremiti di vegetazione, nelle vicinanze di Konoha, sentì alcune grida femminili provenire da poco più lontano e seguì quei richiami dimenticandosi momentaneamente della consegna che doveva fare.
Una ragazzina dai lunghi capelli corvini e lisci, di poco meno di dieci anni, con un paio di occhiali dalla montatura color porpora, era circondata da un gruppo di lupi affamati che non aspettavano altro che catturare la preda trovata.
Sasuke, senza pensarci due volte, decise di intervenire e andare in suo soccorso attivando lo chidori che in un secondo fece fuggire la mandria di lupi.
La ragazzina rimase sorpresa dalla sua forza e per un attimo restò imbabolata a fissarlo.
Non riusciva a vederlo bene in volto perché gli occhiali le erano caduti a terra; però, quando li indossò di nuovo, Sasuke non poté che notare una certa somiglianza con l'unica donna che l'avesse mai interessato da dieci anni a questa parte.
Cercò di scacciare il pensiero che lei e quella ragazzina potessero essere collegate, perché non era da lui credere a tali coincidenze.
La voce frizzante della bambina lo raggiunse:
-grazie di avermi salvato vecchio!- un sorrisino a furbetta guizzò sulle sue labbra.
-ehi! Mocciosa! A chi hai dato di “vecchio”?-
-perché, non lo sei?-
-ho fatto trent'anni solo pochi mesi fa.-
-beh, per me resti vecchio.- continuò con arroganza -e comunque.. non mi chiamo “mocciosa”, il mio nome è Sarada.-
Sasuke decise di ignorare quella “bamboccia” impertinente e la fissò:
-allora, Sarada, come mai una mocciosa della tua età è in mezzo al bosco da sola?-
Più la fissava e più i contorni del suo volto, dei suoi occhi, l'accenno delle ciglia allungate e il taglio delle iridi attraente gli ricordavano Karin e questo non faceva altro che portare di nuovo alla luce quella notte di tempesta.
-facevo un giro, tutti qui.- alzò le spalle -mia madre è sempre impegnata e io mi annoiavo a stare in casa senza far niente.- continuò.
-ma non dovresti essere all'accademia ninja a quest'ora?-
-non frequento l'accademia di Konoha, studio da un'altra parte.-
-non ci sono accademie da queste parti, oltre quella di Konoha.- rifletté perplesso.
Non riusciva a capire perché fosse così interessato a quella ragazzina, si era peraltro dimenticato anche della consegna che doveva fare.
-perché mi fai tutte queste domande? Neanche mi conosci!- esclamò Sarada.
-ah! Ho perso fin troppo tempo con te mocciosa!- borbottò.
-sono d'accordo.- concordò lei, ghignando -me ne torno a casa! Piacere di averla conosciuta.-
Con queste parole, lo lasciò lì in mezzo al bosco.
Sasuke rimase un attimo a fissare la figura della bambina allontanarsi e poi proseguì il suo cammino con diverse domande in testa.
Arrivò finalmente davanti all'indirizzo che stava cercando e suonò il campanello.
La casa di quella persona era immersa tra le frasche e i cespugli del bosco, solo un vialetto di terriccio portava direttamente alla porta.
Era una zona così silenziosa e rilassante che si sentì quasi in pace, solo il cinguettio degli uccellini e il leggero venticello facevano da contorno e scuotevano i rami creando un pacato fruscio tra gli alberi e le foglie.
Bussò alla porta e aspettò qualche minuto prima che il proprietario venisse ad aprire, ma quando questo avvenne la sua espressione meravigliata davanti a quella figura fu inevitabile; si sentiva lo stupore addosso, su tutto il corpo e per un attimo si paralizzò.
-Sasuke...- sussurrò la donna dai lunghi capelli scarlatti e lisci, parlando per prima, e incrociando i suoi occhi nero carbone con quelli suoi luminosi e infuocati, ma anche arguti e voluttuosi, che ti assorbivano in maniera fatale.
Lo fissava in modo indefinibile, ma era stupita anche lei.
Cercava di nasconderlo, però lui la conosceva e sapeva che stava fingendo.
-Karin..- fiatò lui, non sapendo cosa dire -che cosa ci fai qui?-
-potrei dirti la stessa cosa, Sasuke.-
Lui non rispose, ancora scioccato da colei che aveva davanti.
Le passò solo il saccone con i libri.
-questi immagino siano roba tua.- disse in tono aspro.
Non tanto perché Karin era davanti a lui e l'aveva lasciato come un imbecille andandosene senza un motivo plausibile, ma perché Naruto gli aveva nascosto questo piccolo particolare: ovvero che, non solo Karin se n'era andata senza spiegazioni, ma si nascondeva nei pressi di Konoha in una piccola bettola campagnola e lui era l'unico a non saperlo. O almeno, credeva di essere il solo a non saperlo.
-sì, è roba mia.- confermò piatta lei.
-voglio delle spiegazioni.- asserì gelido Sasuke, andando subito al dunque.
-non ora. È meglio se te ne vai da qui.-
Lui non l'ascoltò.
-dove sei sparita quella notte?-
-vattene Sasuke, non posso spiegarti adesso.- insisté lei perentoria.
Prima che lui potesse porle altre domande, ecco che una voce lo intervenne:
-mamma.. sono tornata!-
Era sempre più scioccato: la voce squillante era di quella ragazzina che aveva incontrato in mezzo al bosco, a giro da sola.
-eccoti, Sarada. Quante volte ti ho detto di non andare a giro da sola?- brontolò isterica, tirandola per l'orecchio affettuosamente.
Per un momento le due si dimenticarono della presenza di Sasuke e questo non fece altro che infastidirlo.
Poi fu la bambina a riportare alla realtà sia lui che Karin.
-ah, ma tu sei il vecchio che mi ha salvato dai lupi.- lo fissò curiosa.
Karin alzò gli occhi verso di lui.
Le sue iridi incantevoli sembravano brillare a quella rivelazione, però lui pensò che fosse solo una mera impressione.
-davvero l'hai salvata?-
Sarada passò da Sasuke a Karin, freneticamente, e notò che si stavano guardando in modo estremamente intenso.
Sua madre non aveva mai guardato così nessuno, se non lei.
-quella mocciosa dovrebbe essere un po' messa in riga da sua madre, sai?-
-non hai il diritto di sparare sentenze su come educare i figli, Sasuke.-
Lui la fulminò irritato da quell'insolenza.
-ma voi due già vi conoscete?- intervenne Sarada.
-sì.. ci siamo conosciuti tempo fa, ma ora è cosa passata.- rispose Sasuke, fissando Karin negli occhi.
-Sarada.. vai in casa e riprendi a studiare.- le ordinò Karin dura, senza guardarla.
Il motivo era semplice, voleva restare da sola con lui se allontanava la figlia.
-va bene mamma.- ubbidì -ci vediamo, vecchio.-
Lui lanciò una vaga occhiata alla ragazzina che stava entrando in casa, mentre Karin riprese il discorso:
-Sasuke.. non posso spiegarti adesso, vai via. Ringrazia Naruto dei tomi.-
-Sarada è davvero tua figlia? Chi è suo padre? Dove sei stata per dieci anni?-
Sasuke non riusciva a trattenere le domande.
-Inoltre, perché non studia a Konoha come gli altri bambini?-
-non sono affari tuoi.- affermò lei secca -Sarada non ha il padre e non ti posso dire niente.-
Sasuke sapeva perfettamente che Karin stava nascondendo qualcosa, ma non c'era alcun dubbio che Sarada fosse davvero sua figlia data l'inconfondibile somiglianza.
-fai come vuoi, se non vuoi rispondermi. Sappi, però, che prima o poi scoprirò i motivi di tutto questo e perché quella notte te ne sei andata.-
-Sasuke... abbiamo solo fatto sesso, per te non sono mai stata niente.
È inutile che adesso mi fai credere il contrario, ponendomi tutte queste domande ricche di un improvviso interesse nei miei confronti.-
-non è un improvviso interesse.- dichiarò deciso -se ho fatto sesso con te è perché lo volevo, non mi ha costretto nessuno a farlo.-
Karin sgranò gli occhi.
-cosa significa questa frase adesso?-
-adesso più nulla. Si tratta del passato, non abbiamo più niente da dirci ora.-
-appunto. Allora perché ti sta così tanto a cuore il futuro di mia figlia?-
-perché è pur sempre tua figlia.- rispose semplicemente, lasciandola di stucco.
-Karin, che tu lo voglia o no, scoprirò cosa mi nascondi. Prima, però, partirò col fare un bel “discorsetto” a Naruto.- concluse.
-non te la prendere con Naruto, sono stata io a chiedergli di non dire a nessuno dove mi trovavo. Infatti non capisco perché abbia mandato te.-
-non lo so neanch'io.- confessò -comunque, chiederò a Naruto di far studiare almeno Sarada all'accademia di Konoha.
Studiando sui libri senza pratica non imparerà niente e quando arriverà il momento non saprà difendersi da sola, come è successo prima.
Se non c'ero io, a quest'ora tua figlia non sarebbe nemmeno tornata a casa viva.-
-tu non puoi decidere per lei, sono io sua madre.- replicò rabbiosa -in ogni caso, grazie di averla salvata.- incrociò le braccia al petto.
-la prossima volta potrei non esserci io a salvarla. Dammi retta Karin, lascia che studi a Konoha.-
-Sarada se la sa cavare benissimo da sola quando vuole. Si vede che prima non aveva voglia di sprecare energie e birichina com'è ha approfittato di te.
Non credere che non gli abbia insegnato alcune tecniche di autodifesa da quando è nata.-
-Mi ha detto che tu sei sempre impegnata, come puoi starle dietro? e appunto perché sei una madre sprovveduta, sto facendo quello che dovresti fare tu.-
-io non sono sprovveduta, bastardo.- sbottò offesa.
-allora sei spericolata.- ghignò divertito -Perciò chiederò a Naruto di iscriverla all'accademia di Konoha. Ci vediamo Karin.-
Detto questo, non la lasciò ribattere ancora e iniziò a saltare da un albero all'altro, pronto a farsi dare delle spiegazioni più precise da parte di Naruto e del perché avesse mandato proprio lui a portare quei tomi a Karin, quando sapeva che lei non voleva essere trovata né da lui né da nessun altro.
Tuttavia, continuava a non capire perché fosse così premuroso con la figlia di Karin.
Non c'erano legami tra loro.
Che lo facesse davvero solo perché era figlia di Karin?
Ora come ora era veramente pieno di dubbi e domande a cui avrebbe voluto rispondere subito.

Come mai Karin era scomparsa quella notte?
Chi era il padre di Sarada?
Perché non voleva farsi trovare?
Come mai Sarada non studiava all'accademia di Konoha come tutti i bambini?
Cosa provava Karin per lui adesso?
Quella notte di Tempesta era stato solo sesso per entrambi?



Voleva scoprire tutto questo. Rispondere a tutte queste domande.
Quella donna riusciva sempre ad essere intrigante e affascinante ogni volta che la vedeva, anche a distanza di dieci anni.
Karin era l'unica donna che avesse mai catturato il suo interesse.
E anche dopo averla rivista, si sentiva ancora profondamente attratto da lei.
Il suo portamento era sempre e comunque sensuale e trascinante, come un tempo.
Come quella notte. Come adesso. Non era cambieta per niente.
Poteva solo constatare che era leggermente più matura di allora, forse grazie alle responsabilità di madre che aveva spontaneamente acquistato dopo che Sarada era nata e perché aveva dovuto crescerla da sola. Ed ecco spiegato la natura vispa e pestifera di sua figlia, non in modo per forza negativo.
Anzi.. Sasuke poteva dire che l'energia che
emanava Sarada era altamente positiva e l'avrebbe sicuramente aiutata a diventare un ottima e astuta Konouichi.

 
  
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