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Autore: Yoana    16/11/2008    5 recensioni
One Shot riguardante un personaggio minore de "L'ALCHIMIA DI SANGUE" di Axia. [pubblicazione autorizzata dall'autrice dell'opera originale]
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[One Shot riguardante un personaggio minore de "L'ALCHIMIA DI SANGUE" di Axia]

Altra one shot dedicata a chi mi regala una bella lettura, sperando di ricambiare il favore.

E anche a Clausk, uno dei pochi "recensori" che..

Ok,ok, mi autocensuro.
Vi lovvo tutte. (???)



***

Nell'aria vapori caldi e profumati, mischiati ai profumi di cosmetici della migliore qualità. Un odore di quelli che si sentono solo nei bagni delle regine.
La donna se ne sta seduta su un piccolo pouff finemente decorato, innanzi a lei un enorme pianale in marmo pregiato ingombro di pennelli, colori, ciprie e belletti.
La pelle arrossata per il lungo bagno appena fatto, il corpo sodo ed appetibile appena coperto da un asciugamano così morbido da sembrare quasi una nuvola eterea. Capelli sapientemente lisciati, mille e cento copi di spazzola per rendeli seta cangiante.
Allunga una mano, indecisa.
Prima sfiora la boccetta di una crema, il contenuto del flacone di cristallo sembra quasi rilucere, pulsare.
Poi, senza aprirla, l'abbandona, propendendo per un'anfora mignon in terracotta, intarsiata con simboli esoterici.
La crema viene spalmata con dovizia, quasi con reverenza, sul viso, sul collo, sul decoltèè.
La fiamma della lampada ad olio accanto a lei trema impercettibilmente, sta per cedere alla luce dell'alba che sta irrompendo dall'enorme vetrata zigrinata. L'eterno ciclo delle notti e dei giorni, nei secoli dei secoli.
Il vetro appannato vibra, come quando si getta un sasso in uno stagno.
La superfice lucida, ancora appannata in alcuni punti, freme e al centro dello specchio appare un'ombra labile.
"Magnolia ed ibiscus, scelta insolita stamani. Solitamente preferisci aromi più delicati.". L'ombra si manifesta, una voce che ravvisa molto il sussurro di un amante soddisfatto.
La giovane donna si limita a sorridere soddisfatta, allunga una mano ad afferrare la bacchetta magica lì vicino. Una formula a bassa voce, una sapiente rotazione del polso, ed immediatamente invisibili mani cominciano ad acconciarle i capelli.
"Questo pomeriggio dovrebbe arrivare un forte temporale su Londra. Sai che i temporali mi eccitano."
Continua a truccarsi sapientemente, gesti lenti che sono quasi un rituale. Ogni tocco, ogni gesto sembra avere un significato recondito e donare un piacere che travalica quello materiale.
Dopo pochi minuti il viso della donna sembra davvero quello di un'altera principessa, giochi di ombra e luce sapientemente donati dai prodotti di lusso per farla apparire al meglio. Qualcosa di meno che troppo sfacciata, qualcosa di più che troppo algida.
Perfetta.
Un'acconciatura in morbidi ed elaboratissimi boccoli, una nuvola profumata attorno al suo capo. Più preziosa di qualsiasi diadema.
Lo specchio magico continua a riflettere e a commentare, un servitore devoto e un poco impudente. "Direi che il rosso è d'obbligo allora. Il rosso risveglia il fuoco in te."
"Ne ho abbastanza di fuoco in questi giorni." Risponde la donna, senza però soffocare del tutto una smorfia divertita.
Passa dal bagno al guardaroba, una stanza immensa piena di vestiti.
Mille fogge, mille colori, mille stili, accomunati tutti dal lusso e dalla sensualità. La parete ricoperta di specchi, e attraverso gli specchi lo spirito docilmente la segue.
Il trillo di un telefono in lontananza la distrae, ma solo per un secondo. Nulla può interrompere quel rito mattutino, più sacro per lei di mille preghiere.
Le mani maniacalmente curate sfiorano le stoffe, saggiandole.
Solo dopo molto tentennare la scelta cade su un vestito verde acqua, azzardatamente primaverile per l'autunno che oramai sta cedendo il passo all'inverno. Eppure è il vestito adatto per lei, per quel giorno, per il suo umore.
Un altro rapido colpo di bacchetta e il vestito la segue fluttuando come indossato da una modella fantasma, mentre comincia il rito degli accessori e della biancheria intima.
Avorio.
Un completo quasi peccaminoso, di quelli che non lasciano adito a nessuna attenuente. Una donna con quel completo intimo vuole solo una cosa ed è pronta ad ottenerla.
Lo indossa lentamente, godendosi l'abbraccio della seta e del pizzo come se fossero leggeri baci d'amante.
Indugia, si guarda, fa l'amore con lo specchio e con lo spirito in esso. Un amore fatto di sguardi, di consapevolezza, di sapiente uso delle pose e di espressione.
Il vestito poi la copre, ma senza realmente coprirla. Come il sipario di un palcoscenico non placa, ma anzi, aumenta l'aspettativa di cosa si cela dietro ad esso.
Scarpe con tacchi troppo alti per essere indossate, eppure le indossa. Il collo del piede si arcua, i muscoli dei polpacci si tendono, così come le cosce e i glutei.
"Mi provochi solo perchè c'è un vetro fra me e te."
Lo spirito ride roco, osservando come la sua Padrona si ammiri riflessa, ammiri il proprio seno, la schiena inarcata, le gambe sode e lisce.
Non risponde lei, troppo impegnata nella scelta dei gioielli, ultima tappa del viaggio che compie ogni mattina quando il sole sta per sorgere.
Perle.
"Le perle non si indossano mai prima delle cinque di pomeriggio. Sta male." Viene reguardita dalla forma dietro il suo riflesso.
"E le perle portano anche lacrime. Ma non sempre piangere è un male". Risponde lei, ostinata.
Anche questo suo andare contro le regole del bon ton, questa piccola, insignificante sfida, questo piccolo particolare che stona con la perfezione stilistica dell'insieme la fa fremere. Un tocco di incoscienza.
Indossa la collana, si guarda.
Cammina verso la veranda, oramai il sole è sorto su Londra. Un sole pallido, che sta soccombendo alle nuvole cariche di pioggia. Respira l'aria fresca, pelle d'oca sulle braccia nude, eppure gode. Si sente bella. Si sente giovane. Si sente affascinante, desiderabile. Donna.
Resta così, immobile, le braccia leggermente scostate dai fianchi per un minuto esatto. Nè un secondo in più, nè un secondo in meno, regolata da un misterioso quanto infallibile orologio interno.
Bussano alla porta.
Due colpi secchi. Discreti ma incisivi.
"Arrivo".
E qualcosa nella sua voce muta. Un tono più basso, meno sensuale. Apparentemente spontaneo, in realtà ogni sillaba viene filtrata, modificata, martoriata e violetata per perdere un poco di femminilità ed acquisire un poco di autorevolezza.
Si volta.
Alza la bacchetta, una formula veloce, ripetuta ogni mattina per anni.
E il vestito scompare.
E le scarpe scompaiono.
E i gioielli scompaiono.
E i boccoli scompaiono.
E il trucco scompare.
Pochi istanti dopo una severa crocchia, il colore delle ciocche si fa magicamente più spento, smorto, addirittura qualche fittizio filo grigio sulle tempie, quella manciata di capelli grigi che non sono davvero grigi ma che, inconsciamente, fanno catalogare agli uomini una donna come non più appetibile.
Il vestito si fa di un grigio smorto, come le nuvole che stanno prendendo il sopravvento. Maniche lunghe, una linea severa che non carezza il corpo, ma lo mortifica. Un foulard blu notte legato strettamente al collo, a celare ogni possibile centimetro di pelle. Scarpe eleganti, certo, ma per nulla femminili. Scarpe di una donna che non ha tempo di farsi ammirare quando cammina lungo un corridoio, troppo impegnata a passare da una riunione all'altra.
Anche il viso si modifica leggermente. La pelle si rilassa impercettibilmente, il trucco si modifica in qualcosa che, nonostante la perizia, non evidenzia, semplicemente colora.
La donna è sempre la stessa eppure è completamente diversa. Come due semi gemelli che, separati alla nascita, sbocciano uno al sole di maggio e l'altro a quello di ottobre.
Bussano ancora.
Si avvicina alla porta, deviando quel che basta ad afferrare una ventiquattr'ore poggiata su un divanetto.
"Anche il grigio ti dona". Questa volta però lo spirito nello specchio non riesce a trattenere una nota di rammarico nella voce, dove prima c'era solo cieca adorazione.
La donna sorride cortese, e anche il sorriso è mutato. Un sorriso che non raggiunge gli occhi, un sorriso di circostanza. Un sorriso prettamente politico.

Apre la porta.

Dietro di essa due Auror impettiti. La sua scorta personale.
"Primo Ministro, buongiorno. Dobbiamo affrettarci, siamo in lieve ritardo e la riunione al Ministero con il suo staff comincia alle sette e mezzo." Deferente il ragazzo si inchina davanti a Cally Bones, subito imitato dal compagno.
Nei loro occhi solo rispetto e timore per il ruolo occupato dalla Bones, non per la donna.
Neanche un secondo dopo, mentre cammina impettita forse più degli Auror a suo seguito, sta già pensando agli incontri e alle riunioni in programma per la giornata.
  
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