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Autore: Astrid 5E    03/01/2015    1 recensioni
Per chi non è ancora stufo del Natale o chi ha soltanto voglia di riderci un po’ su, vi proponiamo la breve avventura di un professore e del suo aiutante imbarcati in una missione più grande di loro!
… O più piccola, dipende dalle dimensioni del camino!
Una vigilia un po’ in ritardo, ma comunque: Buone feste!
Storia scritta a quattro mani con Austen95.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Vigilie e Birilli
 

*ATTENZIONE: In questa one-shot sono stati inseriti dialoghi con forti accenti toscani, che abbiamo deciso di enfatizzare a scopo satirico. Speriamo non se la prenda alcun Toscano (o dintorni) - maremma ‘mpestata! –e buon divertimento! *

P.S. Spero che le mie traslitterazioni siano comprensibili! ^ . ^
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Era una vigilia stranamente calma quella che vedeva le due amiche sedute sul bowindo, con due tazze fumanti in mano; non faceva particolarmente freddo, ma qualche fiocco già preannunciava la solita nevicata natalizia.
 
“Hai visto? Nevica.”
“Mh…”
“Ammettilo, ammetti che avevo ragione!”
“Sono a mala pena due fiocchi…!”
“Già, ma la scommessa non specificava la quantità, era solo < neve sì, neve no > e, cara mia, ho vinto io”
“…”
“Voglio sentire le paroline magiche…!”
“Uffa! E va bene, va bene: Hai. Vinto. Contenta?”
“Sì, abbastanza”
“Bene.”
“Bene.”

“… El?”
“Mh?”
“Eddai, non fare quella faccia! Se nevica bene domani ti faccio usare lo slittino che ho comprato, vuoi?”
“Cosa?! Davvero?! E va bene, vorrà dire che per il momento mi tirerò su con della cioccolata cal-
 
D’un tratto, un tonfo.
 
“Ahio!”
“Maremma ‘mpestata!”
Le ragazze ammutolirono di colpo e rimasero in ascolto; che fosse caduto qualcosa sul tetto di fronte?
 
“Ah! Professore, faccia attenzione! Non deve sentirci nessuno!”
“Pohe sthorie, Roshiettoh, sh’è da lavorare huì!”
Da lontano si intravedevano due strane figure muoversi nell’ombra, saltellando e oscillando qua e là, come fossero acrobati del circo.
 
Dalla finestra aperta, le ragazze quasi si sporgevano dal bowindo, con gli occhi a fessura.
“Ma quello… non è il professore di filosofia del liceo?”
“Nah, ti stai sbagliando! Non può essere.”
“No no, El, quello mi sembra proprio Birillo!”
“E che ci farebbe lì sul tetto dei vicini con una barba finta e un cappello?! Dai non essere ridicola!
… Aspetta, ma quello non è Eustachio?!”
 
Eustachio Roscietto  – meglio conosciuto come Roscetto e basta – era uno dei loro vecchi compagni di scuola, nonché pupillo di Birillo, professore di filosofia.
…Semplici coincidenze?
 
Tra le due goffe figure si stagliava una sagoma imponente, con molti angoli e delle probabili corde attaccate ad un’estremità del camino, dal quale si perdevano lungo il pendio del tetto. Sulla sua cima, una sporgenza tondeggiante.
 
“I rehali! Roshiettoh, i rehali ce li hai?”
“Sì professore, stanno nella slitta!”
“Bene” l’uomo si spostò il cappellino sulla testa, per non lasciarlo scivolare giù.
“Sbrihiamoci hon qhuesta hasa, che c’ha il hamino piccino…!”
L’altro sembrava titubante.
“Proff… Non credo che riuscirà a passare di lì…!”
“Ovvia, Roshiettoh! Npo’ d’ottimismoh!” E ridendo gli diede una pacca sulle spalle.
 
Dall’altro lato della strada, due anime confuse:
“ Quella è… una slitta, vero?”
“E il nostro professore è lì… assieme a Roscetto…”
“… E’ un sogno?”
 
Ancora incapaci di chiudere la bocca, le due ragazze rimasero affacciate ad osservare la scena, leggermente spaesate: la figura col cappellino in testa stava difficilmente cercando di entrare in quello che sembrava essere il camino dei vicini; chiamarla occasione da non perdere sarebbe stato un eufemismo.
 
“Roshiettoh! Cala giù i rehali!”
“Ma professore, se lei sta ancora incastrato nel camino! Come potrei?”
“Shé poho daffare! Aiutami a scendere!”
“La fa facile…” si sentì mugugnare.
L’ombra più minuta, dallo strano naso rotondo, si avvicinò al comignolo con un enorme stura lavandini.
“Si prepari a scendere!”
“Vai!”
E dopo qualche bella sturata, l’ombra che prima  sembrava un cactus in un vaso, scomparve accompagnata da un suono metallico.
 
Le ragazze si sporsero talmente tanto, che una delle due quasi non cadeva.
“El, stai attenta!”
 
“Tutto a posto?” una voce dal tetto le richiamò all’attenzione.
Come risposta, il giovane Rudolf vide accendersi un piccolo lume in casa, all’altezza della finestra delle ragazze.
Da dietro le tende, una goffa figura si stava pulendo i vestiti, maledicendo qualcosa in tono sommesso:
“Orca di quella…! … trenino!”
“Tutto… bene?”
“Sì, Roshiettoh, tutto bene!” la figura si era avvicinata al camino.
“Finisco huì e mi ritiri su, maremma mantovana!”

E massaggiandosi il didietro, si allontanò dal caminetto per chinarsi accanto al consueto albero di Natale.
“E questo è pevvoi, shé poho daffare!
Roshiettoh! ‘Via, tirami ssu!”
Presto detto, l’aiutante calò giù una cordicina della slitta e le due ragazze videro la possente figura arrampicarcisi finché non sparì di nuovo nella canna fumaria.
 
Ci vollero altro sudore e imprecazioni prima di rivederlo uscire fuori, cappellino alla mano e cintura nell’altra.
“Huesto lavoro nun me garba. L’era meglio senza il hamino…”
“Tenga duro, proff, abbiamo altre case da visitare… e questa era l’ultima con il camino”
“Dishi davvero? HO HO HO! Roshiettoh, e che stamo a ffare anhora qui? Andiamo!”
L’ombra occhialuta saltò sulla slitta con conseguente scricchiolio di qualche tegola, mentre l’altra tirò a se una delle corde e se la  girò attorno al collo.
 
“Prontoh Roshiettoh? Si pharte!”
“Professore, ma… posso togliermi queste corna di plastica adesso?”
“E perhhé mai? Ti donano!”
“Uff…”
 
E all’urlo di “HANTE, HIUMME, HEGHEEEE!!*”  (Perché HO HO HO era troppo mainstream) la slitta si librò in cielo, trainata da un solo e semplice ragazzo e le sue amiche renne.
… Già.
 

Dal bowindo, le due rimasero impalate a vederli sparire dietro le nuvole, alternando lo sguardo tra loro e il tetto dei vicini.
 
“Ma… ma…?!”
“E’ successo davvero? O quello che ho usato prima non era zucchero?”
 
 
FIN.
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N.A.

Buon salve! Avevo detto che sparivo e – infatti – sono ancora ricercata! Se mi avvistate qui intorno, fate finta di niente!
Vi presento Birillo e Roscetto, il nostro professore di filosofia e un nostro compagno di classe dei vecchi anni del liceo, che adoravamo; il modo in cui il proff storpiava i nomi dei filosofi col suo accento Toscano ci faceva sempre morire dal ridere (seppur in buona fede) e come Roscetto riuscisse a ricordarsi tutta la filosofia dell’io di Hegel è sempre stata fonte di grande stima.
Perciò, abbiamo deciso bene di dedicare loro questa ff in vista del Natale: Babbo Birillo e Rudolf Roscetto!
 Non vi sembra incredibile? Anche le loro iniziali combaciano a pennello! Non potevamo lasciare che fosse solo una semplice coincidenza!

Sapete cosa? Questa ff l’avevamo progettata ancor prima di Natale e sarebbe dovuta uscire in quel periodo, tuttavia… beh, impegni, impegni everywhere! Già è tanto che sia riuscita a pubblicare adesso, che è periodo di festa! U.u”
Buuuhhuu = . =”
Sono piena di impegni, qualcuno mi liberi!
Anyway, “Vigilie e Birilli” è stata scritta a quattro  mani, perciò è un’eccezione! Per le mie solite diavolerie a pubblicazione settimanale c’è da aspettare ancora un pochino! (Tornerò, sappiatelo; anche se non vi importa, sappiatelo!) xD
 
Buone vacanze e buon Epifania!

(*) L’urlo finale del nostro Birillo si riferisce alla sua meravigliosa pronuncia di tre famosi filosofi: Kant, Hume e Hegel. Come fai a non volergli bene! <3
:3
 
Salutes-!

Astrid 5E
(Lascio la parola alla mia socia… e ai suoi poemi!)
 
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n.d.a.

Allora, dovrei iniziare presentandomi, come richiede la buona educazione: sono Austen95 e ho scritto assieme ad Astrid questa one shot sul Natale.
L'idea ci è venuta, come ha detto lei, prima di Natale e non ricordo sinceramente come sia uscita fuori da una delle nostre conversazioni deliranti, ma andava messa per iscritto.
Quindi, le nostre impavide ragazze si sono armate di whatsapp e si sono messe a scrivere in tandem, una un momento successivo all'altra. Questo è il delirio comico venuto fuori.
Tengo a sottolineare il fatto che il Birillo è uno dei prof che stimiamo più al mondo (questa storia si intende come omaggio - e no, anche se sembra da come l'ho detto, il prof è vivo e vegeto - e non come cattiveria.)
E amiamo anche il nostro Roscetto! Salvatore di tutta la nostra classe nel caso di un dubbio sull'automacerazione di Hegel.
Astrid tra le due è l'unica con abbastanza fegato da pubblicare le sue storie, io mi limito a scribacchiare le mie e a lasciarle invecchiare (cosa che Astrid mi rimprovera sempre, secondo lei dovrei pubblicare) e, a volte, a farle un po ' da Beta per le sue (ma è brava, il mio compito di solito è aggiungere una virgola) Altro da dire - scrivere - lo eviterei, vi ho annoiato abbastanza ^^"
Spero che la storia vi piaccia e vi strappi un sorriso

Buone feste!
 
Austen95.
  
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