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Autore: Pseudonimo Letty    03/01/2015    0 recensioni
Ambientata dopo il film "La principessa e il ranocchio".
Tra le vie di New Orleans, le vicende di Tiana e i suoi amici si mischiano a quelle di una ragazza con un grande sogno nel cassetto.
Tra una canzone jazz e l'altra, la magia ritorna a percorrere le strade della città mezzaluna
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cristalli Intriganti

 

Il gallo cantò appena il sole fece capolino sulla Città Mezzaluna. In poco tempo, tutta New Orleans si risvegliò e riprese il suo quotidiano tram tram.

Emerald si passò lentamente la spazzola tra i capelli. Fissò l’alba con occhi incantati, il cuore palpitante al pensiero dello sfuggevole incontro della sera prima.

Con calma, andò al bar Smith; aveva chiesto alla mamma di Katy se poteva lavorare un altro paio di giorni e lei aveva accettato volentieri.

Verso le dieci, arrivò anche Katy al locale.

“Emi! Buongiorno. Stamattina mi sono svegliata e non ti ho trovata in casa. Mi sono spaventata, sai?”

“Perdonami, Katy, mi sono dimenticata di avvertirti e sono uscita presto per venire a lavorare qui” si scusò Emerald dispiaciuta.

“Su su, Katy. Hai un’amica instancabile e con tanta voglia di lavorare. Grazie per l’aiuto che mi dai qui, cara” si immischiò nella conversazione la signora Smith, affacciandosi da una finestrella della cucina.

“Grazie a lei, signora. Sono io a doverla ringraziare per avermi fatta dormire da voi stanotte”

“Ma tu puoi dormire da noi quanto vuoi! E poi è naturale: ieri sera non potevi tornare da sola a casa. Ti rendi conto? Al freddo e al buio, tutta sola in mezzo al Bayou… ” commentò Katy appoggiando un braccio intorno alle spalle dell’amica “avresti potuto fare brutti incontri”

“Già… Brutti incontri…” pensò la mora, fissando un punto distante.

“C’è qualcosa che non va?” domandò la castana accorgendosi dell’espressione imbambolata dell’amica.

“Ah, no. Sto bene” si riprese la mora sorridendo per nascondere il suo vero stato d’animo.

“Emi, tesoro, tieni: la tua salopette è pronta in lavanderia assieme ad alcune tovaglie che mi servono qui.” disse la signora Smith, consegnando alla ragazza un foglietto con alcune scritte “Puoi portare qui tutto? Mi servono entro mezzogiorno per i clienti che pranzano”

“Vado subito a ritirarle” dichiarò sveltamente la mora, afferrando un cestino e partendo in direzione della lavanderia.

“Ehi, Katy, non ti sembra che Emerald sia… Strana?”

“Oggi sembrava assente… E poi cosa ha fatto al polso sinistro? Ieri non aveva quella fasciatura”

“Chissà… Tu cerca di capire se sta bene. L’importante è che non si cacci nei guai”

 

Emerald camminava senza vedere dove metteva i piedi, ma fortunatamente non urtò niente e nessuno.

Ripensò alla sera precedente: i ragazzi, la fuga, l’incontro con l’Uomo Ombra…

Non mi ero mai trovata così vicina a lui. Certo, l’ho visto molte volte in piazza, mentre prendeva in giro con i suoi trucchi un turista ingenuo o un povero diavolo disperato… Eppure ieri sera sembrava così diverso. Mi ha soccorsa. È stata la sua ombra a portarmi al suo negozio… E lui è stato così gentile con me…

All’improvviso si fermò, in preda a una considerazione…

Oh no, ieri sera non l’ho neanche ringraziato per questa fasciatura! Che imbarazzo, non l’ho pagato né ringraziato… E sono corsa via senza neanche chiudere la porta!

Camminando era arrivata davanti ad un negozio che vendeva specchi di ogni forma. Si fissò in uno dei più grandi con aria contrariata.

“Emerald, sei un’idiota” proferì, prima di voltarsi e continuare a camminare.

 

“EDIZIONE STRAORDINARIA! EDIZIONE STRAORDINARIA!”

Un ragazzino dai capelli spettinati sbraitava con voce stridula ad un angolo della strada.

“Edizione straordinaria! Trovata donna priva di sensi nella zona nord della città! La donna sembra essere stata trovata in stato febbrile! Edizione straordinaria, comprate il giornale signori! Edizione Straordinaria!”

Emerald fissò il ragazzo per alcuni istanti, poi decide di entrare in lavanderia.

 

Quando tornò al pub trovò Katy seduta al tavolo insieme a Emily, Mark, Bernie e William.

“Emi! Sei tornata finalmente. Guarda chi c’è!” proferì la castana indicando tutti (soprattutto Darcy). Emerald si impegnò a non fissare il biondo e, con un sorriso affabile e disinvolto, salutò tutti tranquillamente.

Mentre serviva ai tavoli partecipò alla conversazione dei ragazzi senza ovviamente fissare Darcy in nessun modo.

I ragazzi parlarono di alcuni affari che dovevano concludere in città.

“Nella zona nord di New Orleans ci sono dei lotti di terra del tutto inutilizzati. Se riuscissimo a comprarli e a trovare un acquirente, potremmo aiutare molta gente a gestire qualche piccola azienda” commentò Bernie mentre Katy annuiva convinta.

“è per questo che ancora noi non siamo partiti per la luna di miele: io, Darcy e Bernie dobbiamo cercare di concludere l’affare prima del prossimo autunno e ci vuole tempo” spiegò Mark mentre Emily annuiva e roteava gli occhi; Emi e Katy sapevano che la bionda sarebbe stata paziente e avrebbe avuto una luna di miele da sogno.

“Intanto noi resteremo qui in città fino a che non concluderemo tutti i nostri affari. Chissà, magari potremo trovare anche una residenza abbastanza confortevole da usare come abitazione estiva” commentò Darcy sorridendo.

Emerald non annuì.

“Ti piace New Orleans, vero Will?” domandò Katy contenta.

“Sì. È una città ospitale, luminosa…”

“Magica”

“Magica, sì… Eh?” domandò stupito il biondo, osservando Emerald a pochi passi dal tavolo.

“Non è una città magica e stravagante, signor Darcy? Cosa ne pensa?” lo stuzzicò per poi distogliere lo sguardo dal gruppetto per poggiare sul tavolo del cliente un piatto di frittelle e una tazza di caffè nero.

Prima che Darcy potesse rispondere alla domanda, la mora lo precedette proponendo un altro argomento di conversazione.

“Domani avete dei programmi?” domandò rivolgendosi ai ragazzi.

“Sì, staremo fuori città fino a sera. Dovremo partire all’alba… Perché?” domandò Bernie.

“Oh, dunque la nostra Emily non ha impegni” proferì la mora, poggiando le mani sulle spalle dell’amica, seduta davanti a lei.

“Che cosa hai in mente, Emi?” domandò Katy stranita.

“Ragazze… Dobbiamo andare a salutare River” proferì con un sorriso complice.

A queste parole, Emerald ebbe tre differenti reazioni:

I ragazzi restarono indifferenti; Katy sorrise divertita; Emily sorrise scuotendo la testa e ripetendo “No, no!”

“Ehm… possiamo sapere chi…?”

“Vedi, Mark, River è una nostra vecchia amica che a volte viene a trovarci. Dato che non la vediamo quasi mai, pensavo che, domani, io Katy e Emily potremmo andare a farle visita. Che ne dite ragazze?”

“No no no…” “… Ma certo! È da molto tempo che non andiamo a trovare River…” proferì Katy appoggiando l’idea di Emerald.

“No, ragazze, io ho altro da far…” “Se non verrai con noi, River si offenderà molto... E anche noi ci offenderemo” proferì la castana fissando con sguardo truce la bionda.

“…. Uff! Va bene! Mark, ho il tuo permesso, vero?” domandò dolcemente al marito.

“Certo, amore. Divertiti con le tue amiche. E voi, riportatemela indietro sana e salva” disse sorridendo scherzoso.

“Stanne certo! Evviva! Andremo a trovare River!” esultò la castana sorridendo complice alle due amiche.

 

La visita a River era tutta una frottola… O meglio, era una cosa vera fino a un certo punto.

River non era una persona: era un luogo. Precisamente un braccio di fiume situato nella zona nord-ovest del Bayou. Un rivolo d’acqua dove Katy, Emily e Emerald amavano fuggire. Lo avevano scovato durante una gita quando erano piccole e lo avevano eletto a loro nascondiglio segreto. All’ombra degli alberi dalle lunghe radici, le ragazze facevano pic-nic, facevano il bagno e parlavano di tutto ciò che volevano, senza limiti e senza pudore.

 

“… Ma allora tu e Mark…?”

“Cosa intendi, Katy?”

“Dai, lo sai benissimo… Tu e Mark…. Prima del matrimonio….?”

La bionda annuì arrossendo come un peperone. Il suo “Sì” sussurrato fu letteralmente sommerso dalle urla della ragazze.

“Lo sapevo! Me lo sentivo!” si agitò la castana saltellando sul posto.

“Ma… Ecco, …. Più di una volta?” domandò Emerald curiosa.

“Sì, beh non così tante, però sì”

Anche la mora iniziò a saltellare assieme all’amica, contagiata da un genuino entusiasmo.

“Vi prego, ragazze, smettetela! Mi mettete in imbarazzo” protestò la bionda arrossendo e ridendo divertita. Per quanto l’imbarazzo la facesse avvampare, stare con le sue amiche le permetteva di mostrate tutta quell’emozione, tutta quell’allegria che di solito non mostrava per non apparire sconveniente.

“Non è colpa nostra se siamo felici per te” disse Katy buttandosi sul prato e abbracciando l’amica.

“Mmmh… Adesso parliamo un po’ di te, Emi” commentò la bionda, tirando per terra l’amica strattonandole il vestito.

“Io? Ma io non…” “… Non fare al finta tonta, abbiamo visto tutti che eri diversa ieri” la interruppe la castana.

“Diversa?”

“Sì, certo. Avevi lo sguardo assente, come se fossi distratta da qualche pensiero. A cosa pensavi?”

“Mmmh e se fosse innamorata?” continuò Emily osservando gli occhi verdi dell’amica.

“Sì forse ha qualcuno in testa! Emi, tesoro, non è che per caso ci stai nascondendo una cotta per qualcuno?”

“Katy… E se fosse interessata a Darcy?”

“ALT! State parlando a vanvera, ve lo assicuro!” le fermò Emi prima che le due potessero iniziare a saltare intorno a lei. Le due ragazze, ferme immobili, la fissarono con sguardo vuoto.

“Uff, tanto vale che vi racconti tutto” commentò la mora rimettendosi a sedere.

Raccontò loro della movimentata sera dopo il matrimonio di Emily: i ragazzi, la fuga nella notte in compagnia della “Chère Nuit”… E l’incontro con…

“L’Uomo Ombra?!?!” gridarono contemporaneamente, allontanandosi dall’amica.

“Ti ha fatto del male?” domandò Emily avvicinandosi a Emerald.

“Ti ha lanciato una maledizione?” domandò ancora più spaventata Katy,avvicinandosi all’altra spalla dell’amica.

“No!” proferì la mora cercando di liberarsi dall’abbraccio delle ragazze spingendole via delicatamente.

“Tutt’altro… Mi ha aiutata ad alzarmi e mi ha anche medicata con questa fasciatura” disse osservando il polso ancora legato nelle bende. Improvvisamente una vampata di calore la fece arrossire vividamente.

“Oh no… Emi non dirmi che…” “… Ti piace quell’uomo?!”

Emerald le guardò con occhi sgranati.

“Cosa? No! No non mi piace affatto… è solo che, in un certo senso mi ha colpito. Non mi sarei mai aspettata di essere soccorsa proprio dal Dottor Facilier…” commentò Emerald, fissando davanti a sé un punto fisso.

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti quando Katy la prese per le spalle e la strattonò con forza.

“Pronto? Emerald Martin riceve? Hai di nuovo fatto quella faccia imbambolata, inizio a preoccuparmi. Emi, devi prometterci che cercherai di non pensare a quell’uomo”

“Lo sai quante persone ha fatto soffrire? Se non stai attenta potrebbe fare del male anche a te”

Emerald le fissò leggermente intontita: le loro facce lasciavano trasparire i loro pensieri. E non avevano tutti i torti: nei loro occhi leggeva a chiare lettere che, se non fosse ricorsa ai ripari, si sarebbe trovata in un mare di guai.

“Ragazze, calmatevi. So meglio di voi quanto può essere pericoloso quell’uomo. Non sono una stupida quando si parla di magia voodoo…. Né una sprovveduta, non dimenticatelo.” disse con voce seria, per poi tornare a un tono più dolce “Però per farvi stare tranquille, vi prometto che cancellerò quello stregone dalla mia mente”

Prima che le ragazze potessero dire altro, Emerald si tirò su in piedi e fece qualche passo verso la riva del fiumiciattolo. Con un lieve sorrisetto sulle labbra iniziò a sbottonarsi il vestito.

“Emi… No! Io il bagno non lo voglio fare!” protestò Emily incrociando le braccia sotto al seno.

“E se ci vedesse qualcuno? E cos’è questo modo di spogliarsi senza neanche un minimo di pudore?” commentò Katy con tono predicatorio.

“Qui siamo al riparo da sguardi indiscreti, ve lo ricordate? Devo anche ricordarvi quante volte abbiamo fatto lo spogliarello tra di noi su questa riva?” domandò doppiamente la mora, facendo arrossire le due ragazze, ricordando i primi anni dell’adolescenza e la sfacciataggine che le accomunava in quel piccolo rifugio.

“Forza, ragazze. Fa troppo caldo e l’acqua è troppo fresca per non cogliere l’attimo” disse ridendo Emerald buttandosi senza vestiti nel ruscello.

A contatto con l’acqua fredda, Emerald si sentì per un attimo mancare il respiro. Risalendo in superficie inspirò profondamente, portando i capelli fluenti dietro alle orecchie. Era risalita in tempo per vedere Katy gettare su un ramo di un albero la sottoveste con un gesto da ballerina burlesque.

“E poi dici a me che sono sfacciata?” commentò Emerald stuzzicando l’amica.

“Lei a differenza di te, si sta allenando per Bernie!” affermò Emily, uscendo nuda da dietro un albero e buttandosi a palla di cannone nell’acqua. Katy la seguì, provocando schizzi e facendo ridere Emerald che si stava coprendo gli occhi.

Dopo alcuni minuti pieni di risa e battaglia di schizzi, le ragazze si rilassarono per conto loro nell’acqua. Emerald, restando in posizione supina, si lasciò trascinare dalla lieve corrente sotto un raggio di sole. Sospirò cercando di svuotare la testa da qualunque pensiero. Si sentiva in totale sintonia con la natura che al circondava. Dopo aver dato un’occhiata all’acqua azzurrina intorno a lei e alle piante smeraldine, chiuse gli occhi, ripensando a una canzone che aveva sentito molte volte alla radio…

 

Summertime and the livin' is easy
Fish are jumpin' and the cotton is high
Your daddy's rich and your ma is good lookin'
So hush, little baby, don't you cry


Qualcosa si scontrò improvvisamente con la sua testa, spaventandola e facendole perdere la posizione rilassata.

“… Katy! Accidenti, mi hai spaventata” iniziò a parlare la ragazza, voltandosi con l’intento di farla pagare a colpi di schizzi all’amica…

… Il silenzio della piccola radura fu squarciato dal suo urlo acuto.

 

-----

 

“Emerald! Cosa succede?” domandò Katy vedendo nuotare furiosamente a riva la mora. Quando poté vedere il viso dell’amica, vide chiaramente il suo sguardo impaurito.

“C’è… c’è un uomo nel fiume!” avvertì la mora correndo ad afferrare l’asciugamano per coprirsi. Venne seguita a ruota dalle amiche.

Una volta coperte, si voltarono a fissare la riva, dove, molto lentamente, qualcosa si stava avvicinando.

Le tre amiche restarono immobili, mentre il corpo di una persona veniva trascinato dalla corrente.

“Non possiamo restare a guardare” commentò Emerald, togliendosi il telo e buttandosi di nuovo in acqua. Nuotò velocemente e, una volta vicino al corpo, lo afferrò con un braccio e lo trascinò verso la riva. Appena fu arrivata, Emily e Katy la aiutarono a issare il corpo apparentemente senza vita e le passarono anche il telo per asciugarsi.

Dopo alcuni minuti in cui il gruppo riprese fiato, la loro attenzione si focalizzò sulla persona vicino a loro; ancora prona, ancora immobile.

“Credete che sia… Morto?” proferì Emily sforzandosi di dire l’ultima parola senza tremare. Katy scosse il capo silenziosamente; la situazione era riuscita a farla rimanere senza parole.

Emi prese un respiro profondo e si avvicinò al corpo. Con decisione e attenzione, lo spostò distendendolo a pancia in su.

Un lieve suono sorpreso uscì dalle bocche delle ragazze.

Davanti ai loro occhi non c’era un corpo orrendamente sfregiato, ma il bellissimo viso di un giovane uomo. Emerald restò per alcuni secondi incantata a fissare quel volto: tutto, dai tratti decisi, quasi taglienti, degli zigomi e del mento, fino alle labbra rosee e curvilinee le parevano incantevoli. Non poteva credere che quello fosse il viso di un morto.

Dopo alcuni secondi, mise la testa sul petto del ragazzo; per essere ancora più sicura, toccò con due dita anche il collo.

“Non c’è battito…” sentenziò atona.

“Forse… Forse dovremmo, non so, portarlo via di qua” rispose Katy.

“E se invece lo portassimo dalla tua maestra, Emi? Come si chiama? Mamma Odie?”

Con grande sorpresa delle ragazze, il ragazzo si svegliò tossendo rumorosamente.

Mentre le ragazze balzarono indietro per lo spavento, il ragazzo si mise a sedere, tossendo e sputando l’acqua che aveva nei polmoni.

Per un istante fissò le ragazze con occhi socchiusi, intontito.

“Dove sono?” domandò con voce roca per poi continuare a tossire.

“Stai tranquillo, sei in una parte isolata del Bayou. Non preoccuparti, nessuno ti farà del male” rispose Emerald. Stava per aggiungere altro, quando gli occhi del ragazzo incontrarono i suoi.

Di fronte a lei c’erano gli occhi più belli e luminosi che avesse mai visto: occhi grigi, luminosi, con alcuni riflessi chiari e guizzanti.

Cristalli… Cristalli luminosi e pieni di vita

Il ragazzo la fissò e sorrise leggermente. Il cuore di Emerald ebbe un sobbalzo.

“Mi avete salvata voi, signorina? Vi ringrazio” disse con voce dolce, mostrando uno splendido sorriso. Anche Emily e Katy si sciolsero dal loro atteggiamento muto e sorrisero al ragazzo.

“Mi chiamo Johnny Wickham…” si presentò tendendo una mano a Emerald.

“Molto piacere, sig. Wickham. Io sono Emerald Martin; loro sono Emily Bingley e Katy Richard” disse la mora tendendo una mano al ragazzo e presentando le amiche.

“Vi sono debitore, mie signore… Mi avete salvato la vita, non so come ringraziarvi”

“Come hai fatto ad arrivare qui? Chi ti ha buttato in acqua?” domandò Emily.

“Io stavo passeggiando a ovest del Bayou. Improvvisamente qualcuno mi ha colpito alla testa e sono caduto in acqua…. N-Non ricordo altro” disse tastandosi la nuca. Una smorfia di dolore si dipinse sul suo viso; Emerald controllò, trovando una botta violacea nella zona vicina all’orecchio destro.

“Attento, non toccare la ferita. Vieni, aggrappati a me e Katy; ti portiamo in città per medicarti” proferì aiutando il ragazzo a mettere un braccio intorno alle sue spalle.

 

-----

 

“Ecco, adesso stai fermo” proferì la mora, tamponando la ferita con un pezzo di cotone idrofilo imbevuto di acqua e sale. Wickham balzò leggermente in aria quando la ferita iniziò a pulsare di dolore, ma si limitò a pochi lamenti.

Dopo aver tolto il sangue rattrappito, Emerald pensò a disinfettare la ferita e ad avvolgere una benda attorno ad essa. Dopodiché fece voltare il ragazzo in modo che potesse medicare anche un paio di graffi che aveva sulla fronte. Ancora una volta, al tocco freddo e bruciante del cotone, Wickham emisa alcuni piccoli lamenti.

“Oh suvvia, sono solo dei graffi superficiali” commentò con tono canzonatorio Emerald; in realtà trovava l’atteggiamento del ragazzo adorabile.

“Scusa, la mia soglia del dolore è veramente bassa… Ahi ahi!” ricominciò a dire sentendo bruciare il taglietto sul sopracciglio.

“Oh mamma, sei come un bambino. Aspetta…” disse la ragazza per poi cominciare a soffiare sul taglio.

In quella posizione, con le mani sulle guance di Johnny, i loro visi si trovavano a una distanza molto limitata.

“Ecco, adesso va meglio?” domandò dopo alcuni secondi.

“Sì… adesso sì….” Rispose con tono rilassato il ragazzo. I due restarono a fissarsi per alcuni istanti, le mani di lei ancora sul viso di lui. Di nuovo li cuore di Emerald sobbalzò alla vista di quegli occhi così lucenti.

“Emerald?”

Una voce maschile distolse l’attenzione dei ragazzi, facendoli voltare verso l’entrata del bar. Darcy stava fissando i ragazzi con espressione stranita. Emerald si accorse allora di avere ancora le mani sul viso di Wickham; le tolse, riponendole sul grembo.

“Signor Darcy?” domandò cercando di nascondere il fatto di essere infastidita.

Lo sguardo del biondo si spostò sul ragazzo di fianco alla mora. Gli occhi di William guizzarono un istante, prima di tornare tranquilli e posarsi di nuovo sulla ragazza.

“Ehm… Cercavo la signora Richard…” “… è nel retro a sistemare il magazzino”

“Bene… Grazie” finì sviando verso l’uscita con sguardo rivolto verso terra.

“Ci vediamo in giro, William” proferì Johnny con tono provocatorio.

Il biondo sembrò non averlo sentito, ma qualcosa in Emerald le fece percepire un cambiamento nella camminata del biondo. Quando il ricco signorino fu fuori portata i due ripresero a parlare.

“Conosci il signor Darcy?” domandò incuriosita.

“Sì, purtroppo. Hai visto? Non mi ha nemmeno salutato; quando mi ha visto ha distolto subito lo sguardo… Tsk, che cafone” commentò il ragazzo.

La ragazza trattenne a stento una risata.

“Sai, sei il primo che insulta Mr.Darcy… Posso chiederti come mai così tanto astio?” domandò sorridendo leggermente.

“Siamo cresciuti insieme. Lui, sua sorella ed io siamo stati allevati in Virginia. Mai madre era la balia di Darcy e Georgiana, sua sorella. Il padre di Darcy è stata quella figura paterna che non ho mai avuto; lui si che era un grand’uomo. Quando divenni abbastanza grande per lavorare mi prese come apprendista della sua azienda. A William questa cosa non è mai andata giù. E appena il vecchio sig. Darcy è morto, indovina chi è stato licenziato e buttato fuori per primo?” raccontò finendo per puntare il dito contro di sé.

“Davvero è stato così crudele con te? Non me l’aspettavo proprio”

“Io non mi aspettavo di vederlo qui a New Orleans. Ad ogni modo, signorina Martin” iniziò la frase alzandosi in piedi.

“Chiamami pure Emerald, o Emi se preferisci”

“Allora Emerald, credo sia ora che io me ne vada. Devo tornare all’accampamento dove alloggiavo per riprendere le mie cose e avvertire che sono ancora vivo” continuò sistemandosi la camicia.

“Che ne dici se ci vediamo dopodomani di nuovo qui? Vorrei offrirti almeno un pranzo per sdebitarmi del mio salvataggio”

“Ehm… Sì, va benissimo! Allora ci vediamo qui dopodomani a… mezzogiorno?”

Wickham prese con delicatezza la mano della ragazza e la baciò lievemente “Perfetto. Arrivederci, Emerald” finì uscendo senza voltarsi indietro.

Emerald sorrise allegramente verso la sagoma del ragazzo. Quel giorno lavorare sarebbe stato ancora più difficile, con la testa piena di pensieri.

 

A.A.: Salve gente! Torno finalmente ad aggiornare questa storia. Perdonatemi per la lentezza, cercherò di rimediare in futuro ^_^
Ho una novità per questa storia: Darcy e Johnny hanno trovato due attori corrispettivi!!

Darcy: Jesse Spencer, Chase in "Dottor House"
Wickham: Jensen Ackles, il sexyssimo Dean di "Supernatural"

 

La canzone cantata da Emi è "Summertime" di Ella Fitzgerald.


Vi saluto e al prossimo capitolo!

P.Letty 

   
 
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