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Autore: Pollock    04/01/2015    2 recensioni
*TRADUZIONE*
"Avvolte le ricordano dei pezzi degli scacchi" La visione di Abby Griffin di ognuno dei sei ragazzi nel campo Jaha espressa tramite l'analogia degli scacchi. Potere e ruolo di ognuno (Clarke, Bellamy, Finn, Raven, Octavia e Murphy) e una potenziale lotta per il potere tra Abby e Clarke. (ambientata durante la 2x08)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Abigail Griffin, Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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A piece in their game.



Abby Griffin ha sempre amato guardare le persone. Probabilmente avrebbe scelto una carriera in quel campo se avesse vissuto sulla terra nei giorni d’oro, prima che l’umanità la distruggesse. Avrebbe potuto scrivere interi documenti su come le persone si muovono e interagiscono, sulle regole non dette e sulle mentalità da alveare o gregge all’interno della società. Ma sull’Arca avevano bisogno di cure mediche molto di più di quanto avessero bisogno di studi sugli spostamenti delle masse, quindi Abby accostò questa passione e divenne una dottoressa. Una dottoressa maledettamente brava. Ma qualche volta, nei rari momenti in cui non ha nulla da fare si ritrova comunque a guardare le persone.

Molto spesso il suo guardare le persone è casuale, ma ultimamente si è concentrata sui sei membri dei 100 che risiedono nel campo Jaha. (tecnicamente sette, ma Monroe è ancora ferita ed è incollata stranamente vicino a Mel, così le sue interazioni con gli altri sono state minime). Loro creano un interessante sottogruppo che Abby si ritrova affascinata a guardare, si comportano come se si fossero integrati con il resto del campo, ma chiunque sappia qualcosa di psicologia può vedere che è solo una facciata. Loro mangiano i loro pasti insieme come un vecchio branco di lupi, guardando attentamente dietro le spalle degli altri per accertarsi di non essere sentiti. Avvolte catturano lo sguardo degli altri ed è come se avessero un’intera conversazione in un battito di ciglia. Come se parlassero una lingua che nessuno altro capisce. Sono uniti, in sintonia gli uni con gli altri, pronti per difendere ogni membro del gruppo. Ricordano ad Abby dei cospiratori che tranquillamente pianificano una rivoluzione. La preoccupano.

Lei è comunque affascinata dal funzionamento del gruppo. Ognuno ha una parte, come degli ingranaggi che combaciando perfettamente insieme fanno in modo che tutto possa funzionare. Avvolte ricordano ad Abby i pezzi degli scacchi. Clarke amava gli scacchi quando erano sull’Arca. Era anche brava. Ad Abby non era mai importato dei giochi di strategia, ironico che poi sia finita in politica. Ma lei sa che quali regole governano ogni pezzo e le vede riflesse nella piccola banda di sopravvissuti.

Bellamy è il re. Nessuna discussione in questo. Lui parla e loro eseguono. Lui si muove e loro lo seguono. Lo seguirebbero all’inferno se lo chiedesse. E da quel poco che Abby è riuscita a capire su quel che hanno passato sulla terra, lo hanno fatto. Sono come una pistola che cerca un obbiettivo. Bellamy li dirige e loro fanno il resto. Bellamy è forte e capace e senza di lui la loro banda cadrebbe a pezzi. Levatelo dalla scacchiera e il gioco è finito. Ma è più facile a dirsi che a farsi. Non c’è nessuno dubbio nella mente di Abby che gli altri cinque darebbero la propria vita per lui. In qualche modo una guardia disgraziata è riuscita a fare qualcosa che Abby pensava fosse impossibile, ha preso cento delinquenti e li ha trasformati in un fronte unito. In una famiglia. E solo per questo merita la sua corona. Ma li ha anche tenuti vivi. Ha tenuto Clarke viva. E per questo Abby non lo potrà mai ripagare.

Con Bellamy c’è Octavia, un alfiere. Una combattente di grazia mortale ed eleganza che svolazza via innocentemente solo per arrivarti sul fianco. Lei è una fiera amazzone guerriera, una quasi-regina che sceglie di inchinarsi per un potere più forte, per il bene della tribù. Lei capisce il valore del re e lo protegge come un mastino. La bambina nascosta cresciuta nell’ombra è diventata una potente cacciatrice senza paura. Una tempesta da non sottovalutare. La sorella adatta per un re.

Fa ancora così strano pensarli come fratello e sorella. L’ultimo paio di fratelli sull’arca è morto quando Abby era ancora alla scuola elementare, così lei non era mai stata capace di osservarne un paio. Ma come osserva Bellamy ed Octavia insieme, vede come sottilmente si spostano per guardare le spalle dell’altro, come leggono nella mente dell’altro senza parlare, come si muovono insieme come un’arma in due corpi, Abby si ritrova immensamente grata per la loro coraggiosa madre che ha osato sfidare il concilio. Quei due condividono un legame indissolubile,  una protezione l’uno per l’altra che non può essere replicata. E non c’è nessun dubbio nella mente di Abby che le persone del campo avranno bisogno di quel legame prima che tutto ciò sia finito.

Loro avranno bisogno anche di Raven. Lei è il cavallo, che fabbrica costantemente la sua stessa strada, facendo ciò che deve essere fatto, ma facendolo nel suo modo. Indossando un sorriso scherzoso per mantenerti vicino, ma sempre lavorando nel suo angolo. Sempre con un suo piano. Lei pensa fuori dagli schemi, quella sorta di persona che può infilare un chiodo quadrato in buco rotondo e farlo sembrare facile. Lei vede la scacchiera in un modo in cui nessun’altro può. Come squagliarsela attraverso delle scappatoie. Come ballare intorno al nemico senza farsi acciuffare. Una vera stratega.

Abby potrebbe aver bisogno di qualcuno che pensa come lei. Qualcuno con l’abilità di, non solo trovare il buco, ma come usarlo a proprio vantaggio. Ma Raven è cambiata da quando è arrivata sulla terra. La pensatrice creativa è ancora lì ma ha cambiato abito ora. Tiene i suoi pensieri solo per sé, condividendoli solo con coloro di cui si fida. E in qualche modo Abby è uscita da questo ristretto circolo. Lei prova a dirsi che è per quello che quei sei hanno passato, che il loro legame è stato forgiato dal fuoco. Ma come li vede ammucchiati intorno al fuoco con le loro testa vicine, non può non chiedersi se non sia lei. La terra ha cambiato quei ragazzi e Abby non è sicura che le piaccia ciò in cui si sono trasformati.

Murphy è un primo esempio di quel cambiamento. Lui era un ribelle e un bulletto sull’arca, ma qui è un assassino. Eppure sembra così innocuo, come un serpente colorato pronto per colpire. Le ricorda di un pedone. Sembra innocuo con il suo umore nero e le sue uscite maligne finche non striscia al tuo fianco e ti infilza un pugnale tra le costole. Lui è anche notevolmente silenzioso quando si muove. Quella persona che si può infilare tra le linee nemiche non notato e poi devastarle. Proprio come un pedone su una scacchiera. Gli altri cinque vedono chiaramente il suo valore, permettendogli di lavorare con loro quando è necessario, ma lo trattano comunque come un reietto. Ma nonostante questo si fidano più di lui che del resto dei residenti del campo. E nonostante il loro trattamento, Murphy chiaramente si ritiene un loro alleato. Meglio un diavolo che conosci, suppone Abby.

Poi c’è Finn. Finn è una torre. O lo era. Abby lo ha visto solo una manciata di volte prima che lui andasse sulla terra, ma lei se lo ricorda comunque. Un ragazzo con i piedi fermamente piantati a terra che rifiutava di alzare un dito su chiunque e un sorrisetto arrogante che ti faceva venire voglia di colpirlo o unirti a lui. Il tipo di ragazzo che avrebbe potuto mettersi fra un bullo e la sua vittima intimando al primo di andarsene. Era come un muro immobile. Non perché fosse grosso o muscoloso, ma perché c’era qualcosa in lui, un’aura senza paura che ti diceva che ti avrebbe battuto solo con la sua forza di volontà. Un ragazzo che fingeva di non fregarsene per nascondere il fatto che a lui importava fin troppo. Abby rivedeva in lui Jake da giovane. Forse per questo non si sorprese nello scoprire che lui e Clarke erano innamorati. La sognatrice senz’ancora e il ribelle senza causa. Clarke aveva bisogno di un sostegno e Finn aveva bisogno di qualcosa di supportare. Insieme si completano.

O almeno lo facevano. Ora la pietra più grande del muro è crollata, lasciando dietro un mucchio di macerie. Un relitto fatiscente che nessuno sa come riparare. Abby lo vede nel modo in cui Clarke guarda Finn come se cercasse un pezzo di lui che lei riesce ancora a riconoscere. Come se lei non sapesse più chi lui sia. È anche negli occhi di Finn. Nel modo in cui siede e guarda le sue mani come se vedesse ancora il sangue che le ricopre. Il ragazzo arrogante è andato per sempre, rimpiazzato da un guscio vuoto in attesa di morire. L’unica cosa che lo tiene in vita ora è Clarke. Abby può vederlo nei suoi occhi perseguitati dai demoni. Ha abbandonato la redenzione. Il suo nuovo obbiettivo è di proteggere sua figlia. Il muro è diventato un semplice scudo umano pronto a lanciarsi in difesa davanti al suo amore.  Un pezzo condannato pronto per fare la sua ultima mossa. Un ultimo sacrificio per salvare la sua regina.

Perché questo è ciò che Clarke è, la regina. Per Abby questa è la sorpresa più grande di tutti. Clarke è sempre stata una ragazza calma. Non verbalmente calma, ma più nel modo in cui si comporta. Senza mai attirare troppa attenzione. Sempre felice di stare nell’ombra e guardare gli altri prendere la gloria. Eppure qui è in comando. Quando parla gli altri cinque si ammutoliscono. Non deve mai chiedere loro di seguirla, lei semplicemente si alza e loro la seguono. Anche se loro non hanno idea di dove lei li stia conducendo. Ad un certo punto apprenderanno che Clarke sa cosa sta facendo. L’esperienza ha insegnato loro a seguirla senza fare domande e questo fanno.

È un diverso tipo di comando da quello di Bellamy. Gli altri lo seguono perché è il più anziano e quello con più esperienza e perché c’è qualcosa di autorevole nella sua presenza. Loro seguono Clarke perché è intelligente e coraggiosa e sanno che se le affidano la loro vita lei combatterà con le unghie e con i denti per proteggerli. Lei e Bellamy sono come due facce della stessa medaglia. I muscoli e il cervello. Il fiero comandante e l’appassionata idealista. Completamente opposti ma entrambi necessari. Quando sono insieme si comportano come se fossero due guerrieri consumati dal tempo che si capiscono in un modo in cui nessun’altro può. Loro combaciano perfettamente. Proprio come un re e una regina sulla scacchiera. La regina può essere la più potente ma il re è il più importante. Clarke può essere il leader più forte ma Bellamy è ciò che tiene unito il gruppo. Lei ha bisogno di qualcuno che raduni le truppe e lui ha bisogno di qualcuno che lo protegga da se stesso. Insieme funzionano.

Anche se non c’è dubbio che il vero capo sia Clarke. Dietro ogni grande uomo si cela una grande donna, o così si dice. Per Bellamy la donna è Clarke. La terra la trasformata tanto da non renderla riconoscibile. Raven ha ragione. Clarke non è più una bambina. Lei è una feroce guerriera regina che farebbe di tutto per proteggere il suo popolo. Anche se ciò significa sfidare sua madre. E anche se Abby è fiera di quanto sua figlia sia diventata forte è anche preoccupata da ciò. Può esserci una sola regina sulla scacchiera. Presto o tardi una delle due dovrà tirarsi indietro. È chiaro negli occhi di Clarke che lei non lo sa ancora, non ha realizzato che ci sarà un giorno in cui dovrà sfidare la sua stessa madre per il comando. Ma Abby lo sa. Ci può essere una sola regina. E se Clarke va contro di lei … bè, quella è una battaglia che Abby non è sicura di poter vincere.

Per adesso, la minaccia di annientamento da parte dei terrestri è abbastanza per tenere Clarke e gli altri cinque dalla parte dei sopravvissuti dell’arca. Hanno troppo bisogno l’uno dell’altra. Ma quando tutto ciò sarà finito e gli altri ragazzi saranno salvati da monte Weather (e non c’è dubbio nella mente di Abby che Clarke e Bellamy troveranno un modo per salvarli), allora ci saranno dei problemi. Abby sa esattamente a chi daranno la loro fedeltà quei ragazzini e non sarà lei. Lei non li incolpa, lei e il resto del concilio li hanno spinti nell’ignoto senza preparazione e senza un piano di salvataggio. Spingendoli al limite come una linea di pedoni che vengono sacrificati per il bene degli altri pezzi. Molti di quei ragazzi sono morti nel tentativo, ma quelli che non lo sono, sono diventati più forti. Non sono più bambini indifesi. Sono guerrieri. Se Clarke e Bellamy chiamano, loro risponderanno. E saranno una forza da non sottovalutare. Così tanto quando li voglia liberare Abby teme il giorno del loro ritorno. Clarke sta già scivolando via da lei, può sentirlo, sua figlia è diventata un’estranea e il giorno in cui quei ragazzi torneranno, il giorno in cui Clarke non avrà più bisogno del campo Jaha per salvare la sua gente, sarà il giorno in cui Abby la perderà completamente.

Ma oggi non è quel giorno. Oggi Abby è ancora la regina. Una regina incaricata con l’impossibile obbiettivo di salvare il proprio popolo dall’oblio. I terrestri li hanno sotto scacco e lei deve trovare un modo per salvaguardare tutti velocemente, deve trovare una mossa brillante che le farà vincere il gioco. Se non può, non importa quale pezzo siano ognuno di loro perché saranno tutti morti e il gioco sarà finito. E la morte quando gioca non ha favoriti. Alla fine del gioco re e pedone tornano nella stessa scatola. Ma Abby non è pronta per questo risultato. Dopo tutto ciò che la sua gente ha passato, tutto quello che hanno sofferto, ogni cosa che hanno sopportato, non li farà uscire di scena così. Troverà un modo per uscirne, anche se ciò dovesse ucciderla. Questa regina non andrà affondo senza una battaglia.


La scacchiera è collocata. I pezzi sono pronti. Giochiamo. 



Toc Toc ( c'è qualcuno?)
La meravigliosa e disponibilissima "The King's soldier" mi ha permesso di tradurre questa storia che mi ha colpito veramente tanto.
spero che piaccia anche a voi, così riferirò a lei, ovviamente chiunque voglia leggerla in lingua originale può andare qui. 
spero che vi sia piaciuta. grazie per l'attenzione alla prossimaaaa. 
Pollock

 
  
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