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Autore: faith84    04/01/2015    10 recensioni
Salve egregi visitatori.
Mi chiedevo cosa sarebbe successo ai nostri se su un certo monte in Cina, le cose fossero andate nel peggiore dei modi. Cosa farebbe Ranma e, soprattutto, fin dove si spingerebbe per riavere con sé la sua Akane? E se le parole "Verrei all'Inferno per te!" non fossero solo parole?...
Vi do il benvenuto nella mia prima folle fanfiction dicendo 'Lasciate ogni speranza (di non ridere), voi che entrate...'
Buona lettura!
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Altro Personaggio, Ranma Saotome
Note: Lemon, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Faites vos jeux... Fate il vostro gioco.

 

 

If you could only read my mind

You know the things between us, ain't right

I know your arms are open wide

but you're a little on strange side, I can't lie

 

 

Your one vice

Is you're too nice

Come around now

Can't you see

 

 

I want you

All tatooed

I want you bad

Complete me

Mistreat me

I want you bad, bad, bad, bad, bad.

 

 

Don't get me wrong

I know your only being good

But if that's what wrong

I guess I just misanderstood.

 

 

I want you

all tattooed

I want you bad

Complicated

X rated

I want you bad

I mean it

I need it

I want you bad, bad, bad, bad.

 

 

 

Se potessi leggere nella mia mente sapresti

che le cose tra di noi non funzionano.

So che le tue braccia sono sempre aperte

ma sei un po' strana, non posso mentire.

 

 

Il tuo unico vizio

è di essere troppo buona

fatti un giro dai,

Non vedi?

 

Ti voglio tutta tatuata

completami, maltrattami

Voglio che tu sia cattiva, cattiva, cattiva, cattiva.

 

 

 

Non prenderla male

So che sei solo una buona

ma se è questo a non andare bene,

temo proprio di essere stato frainteso.

 

 

Ti voglio tutta tatuata

complicata

con una tariffa

Ti voglio cattiva

Intendo che ne ho proprio bisogno.

Ti voglio cattiva, cattiva, cattiva, cattiva.

 

 

(Want you bad- The Offspring)

 

 

 

“Allora?”

“Allora cosa?”

“Lo farai?”

“Credo di averti già spiegato che questo ti costerà caro... molto, molto caro!”

La voce era vellutata, sensuale, ma in quel tono affascinante sembrava nascondersi puro acciaio, appena sotto la superficie.

“Insomma per te tutto ha un prezzo?”

“E se anche fosse?” un guizzo scaltro nei bellissimi occhi scuri.

“Mmmm... e chi mi dice che non mi tradirai?”

“Beh nessuno...” una lieve risata “Forse però mi conosci abbastanza bene per sapere che in fondo anche io voglio fargliela pagare per quello che ha combinato!”

“Dietro compenso...” si alterò lievemente l'altro.

“Già... dietro LAUTO compenso!” di nuovo quel sorriso splendido...e gelido.

Socchiuse gli occhi e scosse la testa ridendo con amarezza.

Ebbe come l'impressione che esistesse qualcosa di peggio del concetto di “allearsi con il diavolo” e che lui lo aveva appunto appena fatto.

 

 

 

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Riaprire gli occhi e farsi cullare dalla melodia delle onde, bearsi del lieve tepore della sabbia in quell'angolo di paradiso, era ben poca cosa se paragonato all'emozione di trovarla addormentata e nuda tra le sue braccia.

Si ritrovò a pensare che forse lei gli avrebbe spaccato tutte le ossa che aveva in corpo per quello che era successo tra loro.

La sua Akane... in fondo faceva sempre passare tutto quello che accadeva come colpa sua, senza lasciare mai il tempo di spiegare!

Ma lui l'amava anche per questo: l'amava per ogni singola parte di lei, anche la più nascosta. Amava la sua bontà che la portava sempre a sacrificarsi per tutti, dannazione!

Strinse il pugno destro mentre con l'altra mano le spostava i capelli dalla guancia appena arrossata. Deglutì pensando che aveva esplorato ogni centimetro di quella pelle di seta, di quel corpo da dea.

Arrossì. Ma sì! Che gli spaccasse pure tutte le ossa! Ne era decisamente valsa la pena! Sarebbe morto felice!

Iniziò a sghignazzare come un ebete e finì per svegliarla.

Lei aprì gli occhi d'ambra e il cuore di Ranma perse un colpo.

Era possibile innamorarsi ad ogni sguardo? Lui ormai ne era convinto.

Akane gli sorrise arrossendo, poi lo fissò con aria interrogativa. Perché stava ridendo, quello stupido?

Lui era ben consapevole di non poter parlare, così si limitò a tirarle leggermente i capelli, facendole intendere che fosse ridicola così tutta spettinata. Ovviamente mentiva spudoratamente.

Ma era ancora così in imbarazzo, che finì per comportarsi come al solito.

Erano pur sempre Ranma e Akane.

Lei mise il broncio e si coprì. Gli diede un pugno, ma Ranma continuò a ridere.

Che poteva farci? Era così felice che non riusciva a smettere.

Ma non poteva dirglielo. E lei che era pur sempre la regina del fraintendimento, sradicò una grossa palma e la calò in perfetto stile Akane Tendo sulla testa del suo fidanzato.

Lui dolorante, ma ancora in preda ad attacchi di risate, scrisse velocemente qualcosa sulla sabbia.

Sei sempre tu...

Akane, sempre irritata, vergò un punto interrogativo.

Il mio meraviglioso, violento, fortissimo maschiaccio...” apparve un'altra scritta.

E tu il mio arrogante, insopportabile Baka!” scrisse lei facendogli un sorriso.

E sarebbero complimenti questi? Avresti potuto dire IL MIO INSUPERABILE MAGO...” ribatté lui.

“Mago?” scrisse lei.

Lui arrossì. Non era pienamente convinto della battuta che gli prudeva sulla lingua.

Ma Ranma Saotome non era mai stato famoso per la sua capacità di azionare il cervello prima di parlare. O comunque prima di esprimere il proprio parere. E spesso questo aveva conseguenze disastrose.

Già... mago del ses...” non fece in tempo a finire di scrivere che stavolta fu un masso enorme a calargli sulla testa.

“Maniaco!” urlò Akane assumendo un vivace color melanzana.

“Non sei per niente carina!” rispose lui.

Fu un momento. Entrambi si resero conto troppo tardi di essersi lasciati guidare dal solito isitinto di cantarsele come due dodicenni.

Iniziarono lentamente a svanire l'una agli occhi dell'altro.

Akane fece appena in tempo a sussurrare un'ultima parola, a regalargli un ultimo struggente sorriso.

Ranma strinse fortissimo il pugno allungando l'altra mano verso quell'immagine che svaniva, mentre anche lui diveniva poco più che un'ombra reclamata dalla coscienza di un corpo che si stava svegliando da un lungo, incredibile, meraviglioso sogno.

 

 

 

 

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“Ma secondo te che stava facendo?”

“Facciamo che te lo spiegherò quando sarai più grande, ingenua salsiccia di suino!”

sghignazzò.

“Cosa? Come sarebbe a dire? Ma aspetta vuoi dire che lui... lei...?”

“Esaurirai i pronomi prima o poi!”

Ranma fu svegliato da due voci ben conosciute e starnazzanti, avrebbe aggiunto.

Aprì gli occhi e si ritrovò piazzato in faccia lo sguardo indagatore e malizioso di un certo attore con la mania delle soap opera e dei programmi di cucina.

“Ben svegliato Romeo...” disse con voce flautata e di chi la sapeva lunga “Come è andato il pisolino? Fatto BEI SOGNI?”

Ryoga intanto nascondeva il volto tra le mani, un volto che minacciava seriamente di andare in ebollizione, mentre la candida e ingenua mente del suo proprietario cercava di capacitarsi delle insinuazioni di Takey.

Ranma tossicchiò imbarazzato cercando di dissimulare.

“Direi che mi ci voleva un attimo di riposo!” disse e balzò in piedi baldanzoso.

Forse lo aveva messo nel sacco.

“Più che riposante, la tua siesta la definirei APPAGANTE...” rise nuovamente l'attore.

“Beh sì... anche... forse...”

“Cioè... lui... lei... in sogno...” Ryoga portava ulteriore scompiglio nella scena, aggirandosi per la landa e pronunciando frasi sconnesse “Quindi... loro...”

“E poi... non so... abbiamo sentito che... gemevi...” il signor Takey si stava divertendo troppo per mollare la presa.

“Ehm... forse un incubo... l'agitazione...”

“Io direi più che altro l'ECCITAZIONE, figliolo...” il vecchio aveva un intuito fuori dal comune.

“Ma loro quindi... ecco loro...” Ryoga stava per farsi esplodere per la vergogna.

“Che stai dicendo vecchiaccio?” si alterò Ranma.

“Io? Io proprio niente... è il tuo corpo a dire tutto.” Takey lo fissò in un punto ben preciso.

Ranma e Ryoga seguirono gli occhi dell'attore. Il giovane Hibiki svenne, troppo imbarazzato per fare altro e Ranma pensò che il suo migliore amico avesse avuto un'ottima idea.

Il cavallo dei pantaloni del codinato era molto più che eloquente di qualsiasi ammissione.

 

 

 

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“Ma secondo voi, Lady Akane stare bene?” chiese preoccupata una vocetta timorosa.

“Oh sì... lei stare MOLTO PIÙ CHE BENE!” fece eco un'altra vocina, stavolta femminile, più sicura e maliziosa.

“Ma lei essere tutta rossa in volto e sudata...” riprese la prima voce poco convinta.

“E poi gemere e urlare...Forse attacco di mal di pancia?” aggiunse qualcun altro.

“Voi essere branco di caproni ignoranti! Oh... ben svegliata mia signora!” sorrise soddisfatta la piccola Bara.

Akane si sentiva sfinita e appagata, come dopo una corsa sotto il tiepido e generoso abbraccio del sole di maggio. Ma la sensazione era miliardi di volte più forte e intensa.

Non sapeva davvero capacitarsi per quello stato d'animo.

Poi fu travolta dal ricordo del suo sogno... profumo di corpi fatti per appartenersi, carezze desiderate tanto da stare male e calore, tanto calore, come un fiume di lava inarrestabile, fuori e dentro, nella mente, nelle membra, nel cuore.

Arrossì di fronte a quelle sei paia di occhietti, cinque dei quali in apprensione.

Bara invece sembrava l'unica a sapere esattamente cosa le avesse regalato il potente incantesimo per il quali si erano prodigati.

“Lady Akane avere mal di pancia?” chiese Uchi.

“Forse fatto indigestione...” ipotizzò Dango, azzannando un dolcetto. A quanto pareva aveva recuperato un altro sacchetto miracoloso.

“E come avere fatto a fare indigestione durante sonno, testa di budino? O forse ha fatto altro tipo di indigestione... un'indigestione d'amore... la più bella che possa essere!” intervenne Bara, concludendo con voce sognante.

Akane non poté fare a meno di sorridere, nonostante l'imbarazzo.

Guardò complice la demonietta rosa e, con fare misterioso e mettendosi un dito davanti alle labbra, disse “Segreto!”

Fissò poi la propria immagine allo specchio e vide sul collo un leggero segno rosso, proprio nel punto in cui un certo stupido di sua conoscenza aveva posato labbra focose e insaziabili.

Lo sfiorò con delicatezza, quasi avesse paura di cancellarlo.

 

 

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Il signor Takey era ancora preda dell'ilarità, quando tutto ad un tratto tornò ad essere inaspettatamente serio.

“Allora giovane Saotome sei riuscito a vederla in sogno?”

Ranma riuscì in qualche modo a riprendersi. Forse il vecchio aveva intuito tutto, ma non sarebbe certo stato lui a dargliene la certezza.

Quel sogno apparteneva solo a lui e alla sua Akane. E a nessun altro.

Ma una cosa non l'avrebbe nascosta.

“Sì, sono riuscito a vederla...” disse con un filo di voce.

“E ti ha detto qualcosa?” lo interrogò Takey.

Ranma assunse un'espressione decisa.

“Sì.”

“Giovane Saotome, insomma bisogna tirarti fuori le parole con le tenaglie?” il vecchio si stava spazientendo.

“Mi ha detto che mi sta aspettando.” concluse il codinato.

Rivide in maniera vivida quelle dolci labbra ancora arrossate dai baci che pronunciavano poche parole.

Ti aspetto, amore mio.

E io sto arrivando!

 

 

Raccattarono Ryoga e Ranma provò a scuoterlo.

Niente. Il giovane vagabondo aveva subito un corto circuito gravissimo che aveva mandato in tilt il suo animo timido e candido.

“Posso provare io?” chiese con voce maligna il signor Takey.

“Prego” rispose Ranma mollando l'amico come un pupazzo.

Il vecchio attore si prodigò nella più spettacolare pioggia di schiaffoni che la landa infernale avesse mai ospitato.

“Sono sv... sveg...”

“Oh guarda... è ancora privo di sensi, poverino!” ghignò la guida, moltiplicando la dose.

“Ti ho detto... che...” SBAM SBAM SBAM.

“Ma come soffre! La sua mente è turbata” continuò il vecchietto, divertendosi un mondo.

“TI HO DETTO CHE SONO SVEGLIO, VECCHIACCIO RIMBAMBITO!!!”

Ryoga balzò in piedi e lo afferrò per il bavero.

“Toh... Grigliatoga! Ti sei ripreso! Eravamo così in pensiero!” disse l'attore congiungendo le mani con fare innocente, occhioni da cucciolo e tutto il resto.

“Ma se hai provato ad uccidermi a suon di schiaffi! Ma ora ti ammazzo, come avrei dovuto fare fin dall'inizio!”

“Vedi che fraintendi sempre tutto! Sei un bruto, ecco cosa sei!” frignò Takey mordicchiando il fazzoletto di pizzo rosa con l'immancabile logo di Star Trek.

“Ryoga! Vecchio!” Ranma li richiamò alla ragione per l'ennesima volta, il volto contratto dalla rabbia.

Ryoga lanciò in aria il malcapitato attore che però planò con grazia al suolo, senza un graffio.

“Ranma...”

“Lei mi sta aspettando, Ryoga. Non intendo lasciarla un secondo di più nelle mani di quel bastardo! Lei è MIA! Quindi vedete di darci un taglio con le vostre buffonate...”

L'eterno disperso percepì l'aria attorno al codinato farsi sempre più calda... aura spiritica. Cercò dunque di azzerare il suo spirito combattivo per non fomentare ulteriormente la voglia di combattere dell'amico.

Quella rabbia crescente andava stroncata sul nascere.

“Quel TUA è interpretabile su più piani, vero?” il vecchio Takey si era materializzato proprio tra i due giovani.

Ranma parve scuotersi diventando più rosso della sua casacca.

L'aura spiritica sembrò svanire.

“ Allora vogliamo metterci in marcia, perditempo?” e l'allegro Takey partì esibendosi in una buffa corsetta in stile danza disneyana, sollevando leggermente i lembi della lunga tunica.

 

 

 

 

Il terzetto si ritrovò alle pendici di una bassa collina.

“Ecco signori miei... dobbiamo solamente passare oltre e ci troveremo nel prossimo girone!”

“Cosa dobbiamo aspettarci stavolta, maledetto vecchio?” sbuffò Ryoga, ancora risentito per l'overdose di sberle.

“Mmmm... sembra che ci sia un rumore di fondo fastidioso! Come... un grugnito!” disse l'attore, ignorando la domanda.

“Io... io...” ...chissà che piacere sarebbe stato fargli ingoiare i denti insieme alla corona di alloro!

“Ryoga per favore!” si intromise Ranma.

“Ok...ok” il vagabondo con la bandana mandò giù la frustrazione e riformulò il quesito.

“Ehm... signor Takey, dove sta per condurci la nostra SAPIENTE e SAGGIA guida?”

“Ebbene, giovane Prosciuttoga...”il signor Takey, carico di boria, fece una pausa ad effetto mentre i due giovani stavano letteralmente pendendo dalle sue labbra.

“....NON NE HO LA PIÙ PALLIDA IDEA!” finì sempre con tono solenne.

“Co...co... co... co...” Ryoga aveva gli occhi fuori dalle orbite.

“Che c'è? Oltre che in maiale, ti trasformi pure in pollo? D'ora in poi ti chiamerò Mcnuggent!”

“Vecchio rimbecillito!” ruggì Ranma. Takey lo guardò e sillabò, senza farsi sentire dall'eterno disperso, “Ex-verginello!”

Ranma si zittì all'istante, imbarazzato.

“Calma, calma! Non chiedo a Saotome di pensare, potrebbe farsi male, ma forse tu Pancettoga, hai notato qualcosa che non va...” disse la guida.

Ryoga scacciò momentaneamente la rabbia.

Si mise a riflettere, cercando di capire quali fosse la nota stonata che aveva percepito anche lui.

“Forse ci sono!” disse schioccando le dita “Il prossimo girone potrebbe essere...”

“Vedo che sai far lavorare il cervello! E dalla tua faccia credo tu abbia in mente qualcuno che potrebbe abitare in quel particolare cerchio infernale...” sorrise la guida.

Ryoga si fece improvvisamente silenzioso.

“Qualcuno spiega anche a me?” proruppe Ranma, ripresosi dall'imbarazzo.

“Sarebbe complicato Saotome... anche perché non capisco bene cosa sia successo!”

“Sai che novità, vecchio! Sei utile come un Tom Tom rotto!”

L'anziano attore sillabò sottovoce le parole “Fornicatore onirico!”

Stavolta però fu centrato da un poderoso cazzotto in testa.

Piangendo e massaggiandosi la testa, Takey lo guardò con fare interrogativo.

“Ti è andata male... non ho la minima idea di cosa voglia dire!” ghignò sadicamente Ranma, allungandogli un altro pugno ben assestato.

Il vecchio, sofferente, pensò che non aveva, per l'ennesima volta, tenuto conto dell'ignoranza abissale di quel bestione tutto muscoli.

 

 

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“Forse Lady Akane volere fare altro bagno caldo?” chiese Kusa alla ragazza, che per non rimanere ore e ore inebetita sul letto, aveva deciso di sistemare le lenzuola, tutte sgualcite dall'irruenza del suo sogno.

I piccoli Imps le avevano raccontato che alcuni istanti dopo essersi librata in aria per effetto dell'incantesimo, era poi lentamente planata sul letto.

Su, in maniera del tutto innocente le descrisse, con dovizia di particolari, tutti i suoi gemiti e i suoi sospiri, “Come durante attacco di asma molto grave!” aveva aggiunto.

Bara lo aveva steso con un gancio all'indietro.

“Ehm... io preferirei di no, grazie Kusa...”

“Ma tu sudato tanto...” insistette il piccoletto.

“Insomma, brutta erbaccia infestante! Lady Akane non volere fare bagno!”

Bara volò a sedersi sulla spalla della sua padrona.

“Bara sa che tu non volere fare bagno perché sembra di sentire profumo di... tuo lui su tua pelle...”

Akane rise di cuore. Era esattamente così.

Ogni tanto guardava il piccolo segno rosso sul proprio collo.

Non sapeva cosa fosse reale e cosa no, ma non importava.

Anche se in sogno, finalmente Ranma le aveva dimostrato ciò che le serviva per sentirsi fermamente sicura del loro sentimento reciproco.

Anche nel caso fosse stato solo frutto di un incantesimo onirico, ora tra loro oltre alla fiducia, c'era vera e propria appartenenza reciproca.

Chissà se poi lui aveva sentito le ultime parole che gli aveva rivolto prima che svanissero entrambi. Amore mio. Due parole così strane, pure, meravigliose...

Era quasi certa di sì. E sorrise per questo.

Si stava rallegrando di questi dolci e piacevoli pensieri mentre sistemava l'ultima piega del lenzuolo, quando fu investita da una ventata di aria rovente.

Qualcosa le diceva che il suo maledetto carceriere era tornato.

La piccola Tendo era piuttosto preoccupata, dato che il padrone di casa sembrava sapere leggerle dentro.

Bara parve intuire i pensieri della ragazza e con un guizzo di ali volò fino alla specchiera.

Estrasse da un cassetto un candido panno e lucidò velocissima lo specchio, che sembrò divenire ancora più sfavillante.

Ovviamente alla ragazza non parve strano che anche il panno avesse qualche incredibile potere.

“In questo modo padrone non riuscirà a vedere pensieri di Akane riguardanti incantesimo!”

Akane tirò un sospiro di sollievo e si preparò a fronteggiare Lucifero.

Il suo cuore era saldo. Non aveva più paura di niente. Ranma era con lei.

 

 

 

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“Ma la vuoi smettere di piagnucolare e dirmi cosa ci aspetta?” chiese Ranma a Takey mentre salivano il pendio della collina.

Ogni tanto lo picchiava per vendicarsi delle prese in giro.

“No, perché sei cattivo!” Takey smise un attimo di piangere e gli fece una boccaccia.

“Ma che hai? 12 anni?” gli ringhiò conto il codinato.

“Dai Ranma, lascia perdere questo mentecatto!” intervenne Ryoga.

“Almeno tu Ryoga dimmi cosa pensi che ci sia al di là di questa collina... quale idea ti sei fatto?”

Ranma pensò di chiedere all'amico.

Ryoga era particolarmente meditabondo da quando sembrava aver capito dove fossero diretti.

“Beh ecco...” stava finalmente per svelare ciò che pensava di aver scoperto, quando Ranma fu distratto da una luce abbagliante e da suoni assordanti... sembrava musica...

Erano arrivati in cima alla collina e non poteva credere ai propri occhi.

Era lì in tutta la sua sfavillante opulenza.

Un'enorme insegna riportava la scritta ONE TICKET TO HELL, avvolta dalle fiamme.

Ma la cosa che fece rabbrividire il codinato fu ciò che vi lesse sotto.

C'era scritto CASINÒ.

 

 

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“Mia meravigliosa regina... Ogni minuto lontano da te è una sofferenza senza fine...”

Le fu accanto in un battito di ciglia.

Ma ora lei non lo temeva più. Poteva dire ciò che voleva, non avrebbe più vacillato alle sue insinuazioni.

“Bla bla bla... allora sei riuscito a salvare le tue riserve di formaggio francese?” lo sbeffeggiò la piccola Tendo, facendo in modo di allontanarsi dal suo raggio d'azione, ovvero dal punto in cui sembrava provenire il calore più intenso.

Che provasse a sfiorarla con un mignolo.

Se solo si fosse nuovamente azzardato, Akane avrebbe mirato decisa alla sua virilità!

E con la foga che aveva dentro l'avrebbe ridotta a un frappè!

“Non ho intenzione di toccarti se non vuoi, amore mio!” sembrò quasi scusarsi l'invisibile principe delle tenebre.

“È la prima cosa sensata che ti sento dire! E non chiamarmi amore mio!” lo aggredì lei.

“Mmmm... siamo più battagliere del solito, mia ardimentosa combattente! La cosa mi stuzzica!” una nuova folata di aria calda suggerì ad Akane che lui era vicino

“Beh vatti a stuzzicare da qualche altra parte, maniaco!” si mise fuori portata.

Lui sembrò ammutolirsi.

Non vedere in faccia colui che la teneva prigioniera era snervante.

“Ehi... aspetta un attimo... COS'HAI SUL COLLO?!”

Akane ricorse a tutto il suo sangue freddo.

“Non so di che parli...”

“Guardati allo specchio!”

Bara cercò di fare gesti inconsulti senza che il padrone la vedesse.

Non doveva guardarsi allo specchio o le facoltà del panno avrebbero perso d'efficacia. Gli Imps si fecero più immobili di quando erano statue.

Akane continuò ostinatamente a mantenere la sua posizione.

“Da quando in qua hai il potere di darmi ordini?” lo affrontò lei calmissima. O almeno in apparenza.

“Non voglio obbligarti a far nulla, Akane, ma avevi promesso...”

L'insieme di voci era stranamente triste, avrebbe detto la piccola Tendo.

“Non sono venuta meno a nessuna promessa, mi sembra!”

“Non mentire ti prego... quello è il segno di un bacio...” le voci erano davvero affrante.

Il vento caldo le girò attorno avvicinandosi allo specchio.

Un'unica esplosione di energia lo mandò in frantumi.

Un frammento si alzò a mezz'aria fino a trovarsi di fronte agli occhi di Akane.

E Lucifero finalmente seppe.

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“Era proprio come pensavo allora!” disse Takey, rompendo il silenzio.

“Ma perchè questa discrepanza?” chiese Ryoga.

Ranma li guardava senza capire un tubo.

“Ehm...”

“Non avrebbe dovuto essere così...” continuò la guida.

“Infatti. C'è qualcosa che non mi torna!”

Sembrava che i due compari, solitamente intenti a punzecchiarsi e insultarsi si fossero completamente dimenticati del codinato.

“Perchè? Vi pare che in tutta questa storia ci sia qualcosa di normale?” provò nuovamente a intromettersi nel discorso.

Nulla da fare. Ryoga e Takey continuavano ad ignorarlo, parlottando tra loro.

“INSOMMA, RAZZA DI IMBECILLI! VI DECIDETE A SPIEGARMI?”

La sua pazienza era giunta al culmine.

“Oh, giovane Saotome... allora ogni tanto ascolti...” finalmente Takey gli rivolse la sua attenzione.

“SPIEGATEMI!” ruggì Ranma.

“Sarò breve e non farò giri di parole per non complicare la storia...” disse Ryoga.

“Ma la volete piantare di trattarmi come un capra?!” si accigliò il codinato.

“Allora... nell'inferno dantesco questo girone era ubicato prima...”

“Ubiche?” Ranma fece una smorfia.

Ryoga sbuffò. Avrebbero dovuto tornarci sul discorso della capra!

“Nel senso che avremmo dovuto imbatterci prima in questo girone!”

“E ci voleva tanto?” rispose il giovane ignorante.

“In realtà non eravamo sicuri nemmeno noi. Questa è un'anomalia.” concluse Takey.

“Ma chi se ne importa! Tanto come al solito sarò io a picchiarli tutti!” si vantò Ranma.

“Possibile che per voi due tutto si debba sempre risolvere menando le mani? Siete due incivili!” si lagnò Takey.

“Uff! Quanto sei noioso!” sbuffò Ranma, incamminandosi per raggiungere l'entrata del nuovo girone.

“Non sarebbe meglio che andasse avanti Mcnuggets?” consigliò la guida; temeva infatti che qualunque strambo personaggio fungesse da guardiano a quel luogo potesse esasperare il giovane moro e rischiare di fargli sprigionare nuovamente l'aura spiritica.

“Sì certo ottima idea!” gli urlò Ranma di rimando “Se vuoi ritrovarti al Polo Nord, intendo! Perché poi? Ormai dovresti averlo capito che la salsiccia qui presente non può che limitarsi a lustrare le scarpe al sottoscritto!”

“Ehi!” si lamentò Ryoga.

“No... ehm... nessun motivo in particolare... solo che Mcbacon mi sembra più... cioè...” l'anziano attore non sapeva che scusa inventarsi, quindi cambiò discorso.

“Ma è davvero così negato nel trovare la strada?” riprese teletrasportandosi di fianco al codinato.

“Hai avuto solo un pallido assaggio del suo scarso senso dell'orientamento...” e Ranma iniziò a raccontargli di quando, il piccolo Hibiki, si fece attendere ben tre giorni nel parco subito dietro casa sua, per quella che avrebbe dovuto essere la prima di molte sfide.

E così si diressero discorrendo amabilmente delle barbine figure dell'eterno disperso, mentre Takey pareva divertirsi un mondo e Ryoga ringhiava indignazione, ripetendo ogni due secondi “Guardate, maledetti bastardi che sono qui!”

 

 

Finalmente riuscirono a raggiungere l'entrata, con Takey ancora preda delle risate e un Ryoga più immusonito del solito.

La porta era enorme, ma invece di essere di legno massiccio, era interamente in elegante vetro fumè.

Ranma fece per spingerla ed entrare, ma la porta si mosse da sola per inghiottirli in quel luogo di perdizione.

Si trovarono in una specie di anticamera rivestita di velluto rosso.

Una voce metallica gli pregava di attendere.

Il giovane vagabondo intanto aveva afferrato il signor Takey per la tunica.

“Brutto vecchiaccio! Come avete osato prendervi gioco di me!”

“Guarda McChicken che ti sbagli! Volevo solo distrarlo! Non potevo certo dirgli che volevo andassi avanti tu per evitare che qualunque ci attendesse al di là di questa porta facesse esplodere la sua aura spiritica!”

“Mmmm... a me sembrava ti stessi DIVERTENDO ascoltando le mie sventure!” protestò Ryoga.

“Hai visto che splendida interpretazione! Non per nulla sono un attore di alto livello!”

si vantò Takey.

“Sarà... ma a me sembrava che ridessi di gusto...”

La conversazione sussurrata dei due venne interrotta dalla voce metallica che annunciava loro che conciati così non potevano entrare, ma che la direzione offriva loro abiti più consoni al luogo. Takey protestò che lui era già elegantissimo di suo.

Si aprì automaticamente uno scomparto che rivelò tre smoking, uno dei quali rosso cangiante e con il simbolo di Star Trek.

Il coerente Takey lo afferrò immediatamente e si liberò in un batter d'occhio “di quella insulsa e polverosa tunica ammuffita e demodé!”

I ragazzi si guardarono e scossero la testa, indossando i loro abiti senza dire una parola.

Nell'istante stesso in cui ebbero terminato la preparazione, si spalancò la porta dell'anticamera e si trovarono nell'immensa sala da gioco, tra luci soffuse, musica ricercata, cameriere con mini abiti e l'assordante rumore delle slot machine.

Il velluto cremisi regnava ovunque prepotentemente.

Una rampa di scale in legno lucidissimo conduceva ad un piano superiore.

 

 

“Benvenuti cari ospiti!” la voce proveniva da una balconata sopra di loro.

Ryoga vide confermati tutti i suoi sospetti, mentre una figura ben nota veniva loro incontro.

“Come immaginavo il padrone della baracca sei tu, maledetto!” ruggì Ranma

“Oh oh oh!” sghignazzò King, arricciandosi i baffi con aria arrogante.

“Ti sbagli Saotome. Questo luogo è dominato da una regina, non da un re!”

“Finalmente siete arrivati, esattamente nel momento che avevo preventivato! Mio fedele King a quanto pare ho vinto la scommessa e mi devi un milione di yen... li detrarrò dal tuo stipendio, come sempre!”

Ranma alzò lo sguardo, rabbrividendo al suono di quella voce, sexy ma terribilmente simile allo stridio di un registratore di cassa.

Appoggiata alla balaustra della balconata, li osservava con sguardo indecifrabile, avvolta in un opulento vestito di velluto rosso, con un vertiginoso spacco laterale.

L'inferno non sarebbe stato luogo degno di tale nome, se non fosse stato abitato da Nabiki Tendo.

 

 

 

 

 

 

Angolo di Faith

 

 

Ciao (pazientissimi) e carissimi branco di folli.

Vi immagino con torce e forconi e quant'altro pronti ad ardermi sul rogo!

Lo so che lavoro e influenza non sono scuse per il mio ritardo...

per cui chiedo venia ad orecchie basse.

Spero che questo capitolo vi piaccia, nonostante non sia proprio all'apice della mia ispirazione!
La canzone penso non abbia bisogno di presentazioni e nemmeno il gruppo che l'ha ideata.
Avete mai pensato che ogni tanto Akane fosse TROPPO buona? beh io sì!

Ringrazio come sempre la mia Ellebeta che mi supporta (e mi minaccia affettuosamente di morte per farmi dare una mossa...), le mie dolcissime Ladies, chi commenta, chi legge silenziosamente.

Un bacione a tutti e BUON ANNO.

 

  
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