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Autore: Mimi18    16/11/2008    15 recensioni
Le urla della gente le arrivavano ovattate alla mente, mentre teneva saldamente il kimono a metà coscia, in modo di agevolare la danza in cui si era gettata senza troppi pensieri, sul tavolo dove pochi minuti prima lei ed Ino stavano giocando a carte, in compagnia di Naruto e Shikamaru. Aveva il trucco sbavato ed il rosso fuoco era quasi del tutto scomparso dalla sua bocca, più volte sfiorata audacemente da quella di Naruto, che aveva pensato bene di allentarle l’obi del kimono.
[Naruto x Sakura]
Prima classificata al NaruSaku&KibaIno prompt contest indetto da VavvyMalfoy91.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

‘Cause you are just not drunk enough to fuck.



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 Pompa il chakra nelle mani. Premi sulla ferita. Ignora il sangue. Respira.

Invoca il suo nome.

Pompa il chakra nelle mani. Premi sulla ferita. Ignora il sangue che sgorga. Prendi fiato.

Chiedi scusa.

Evita il suo sguardo. Chiudi la ferita. Blocca l’emorragia.

Non piangere.

«Naruto.. », pompa, chiudi, blocca, «Naruto, mi dispiace.»

Non devi piangere.

«Sakura, i battiti sono irregolari.»

Sta zitta Ino, sta zitta e basta.

«Non puoi morire Naruto. Devi diventare Hokage...devi, capito?!»

Merda.

 

 

Konoha, 21 marzo, ore 18.56

 

Konoha era in trepida attesa.

I lavoratori ridevano e scherzavano fra di loro, fra una pacca sulla spalla muscolosa e una sberla scherzosa sul capo, mentre correvano a destra e sinistra per apportare gli ultimi ritocchi a quella che sarebbe stata l’ottava festa primaverile del villaggio del Fuoco.

Le ragazze sorridevano agli apprezzamenti di cui venivano riempite, mentre febbricitanti entravano ed uscivano da un negozio all’altro, alla ricerca di quello che poteva essere un accessorio fondamentale per la riuscita di un – probabile – appuntamento romantico.

Il sole irradiava quel giorno di festa, scaldando i corpi e gli spiriti dei giovani e valorosi combattenti di Konoha, in pausa quel giorno, per la prima volta dopo tanto tempo.

«Penso che dovresti smetterla con queste superficialità, Ino.» La voce seccata di Sakura, unica fra tutte, fece sorridere di cuore l’amica bionda in piedi di fianco a lei, impegnata nella ricerca di una stoffa adatta per la festa serale a cui entrambe avrebbero partecipato.

«Non ti posso dare retta, Sakura; tu hai un cavaliere che ti accompagnerà con il sorriso sulle labbra senza fare storie, sta sera; io sarò in compagnia di quello che non noterà nemmeno il mio Kimono e la mia sensualità.» Disse sincera, portandosi un ditino lungo e magro alle labbra, piegate in un’ espressione di crucciata indecisione.

Sakura sbuffò, voltando il viso arrossato a causa dell’imbarazzo causato dell’amica, andando ad incrociare per volere del destino un paio di occhi cerulei, sprizzanti di allegria.

Il cuore accellerò il suo corso, mentre Naruto si avvicinava a lei con un sorriso splendente, le mani affondate nelle tasche ampie dei pantaloni arancioni di almeno due taglie più grandi.

«Sakura-chan, buongiorno. Hai cambiato taglio di capelli, per caso?» Ino trattenne una risatina, osservando la mano di Sakura che andava ai capelli spuntati leggermente quella mattina stessa. Nemmeno sua madre aveva notato quel minuscolo cambiamento.

Maledisse silenziosamente le sue gote arrossate, sorridendo in segno di assenso al biondino, che cacciò una risatina imbarazzata, prima di farle un sincero complimento che fu accettato di buon grado da un cuore palpitante.

«Ci vieni alla festa questa sera, Sakura-chan?» Fece battere i polpacci uno contro l’altro nervosa, guardando ogni dove eccetto che agli occhi di Naruto, teso per via della risposta.

«Uhm. Sì, io ed Ino ci andremo insieme. Tu ci vai?» Domandò pur conoscendo già la risposta: Ino non aveva parlato di altro quella mattina.

«Certo che sì! Teuchi-san ha anche deciso di regalarmi due buoni pasto per questa sera. Che ne pensi di andarci insieme? Ho saputo che fino a prima di mezzanotte ci sarà anche del saké gratis. »

Parlò come una mitraglietta, tanto che sia Sakura che Ino fecero fatica a captare ogni singola parola, più volte mangiata o spezzata a causa della velocità.

La prima a riprendersi, nemmeno a dirlo, fu proprio Ino, che accettò a nome di Sakura l’invito. Vinse un tacco sul suo alluce sinistro, che quella sera avrebbe comportato obbligatoriamente ciabattine aperte, regalatele da Shikamaru per il compleanno, l’anno prima.

«Ci saremo sicuramente, Naruto. Invita anche gli altri, mi raccomando.» Proclamò Sakura, certa che la questione fosse chiusa.

Fu sotto il sorriso soddisfatto di Ino che Naruto strinse Sakura in un abbraccio ferreo e le guance della ragazza divennero dello stesso colore del Kazekage, Gaara, per l’imbarazzo.

Sakura portò una mano al petto, bloccando il cuore che minacciava di scappare, pronto a rincorrere il ragazzo che saltellando urlava saluti e vari “’tabayo” ai lavoratori, allontanatosi da lei in poche falcate, subito dopo una risatina di scuse per lo slancio d’affetto.

 

Sakura passò una mano tra i fili color pastello, mentre li osservava insoddisfatta nello specchio della sua stanza, posto a pochi centimetri dal suo viso.

Prese una matita dal cassetto, tenendo saldamente la palpebra, in modo di non commettere errori e non sbavare il trucco.

Maledizione ad Ino e alle sue folli idee; una festa in cui si sarebbe bevuto saké gratis, con un kimono che copriva sì e no lo stretto indispensabile.

Con uno schiocco di labbra, osservò il volto arrossarsi di nuovo al pensiero delle mani di Naruto che le sfilacciavano l’obi e lo gettavano a terra.

Come le fosse venuto in mente quel pensiero non lo sapeva: l’unica cosa di cui possedeva certezza era il fatto che Naruto sarebbe stato a pochi passi da lei per tutta la serata e, negli ultimi tempi, come Ino e TenTen le avevano fatto giustamente notare, era diventato particolarmente bello e sensuale: una tentazione per mani e occhi.

Ma solo lei era a conoscenza della vera bellezza di Naruto, che non aveva nulla a che vedere con i suoi capelli biondi o gli occhi blu, grandi ed espressivi; quello che, da qualche anno a quella parte, lei vedeva era il cuore. Un cuore puro e fresco, graffiato più volte dall’insensibilità di chi lo circondava, ma che mai rimaneva con una ferita sanguinante.

Un cuore che batteva per lei e nessun’ altra, concluse mordendosi il labbro felice come non mai.

Il pennello macchiato dal marroncino scuro del phard andò a nascondere nuovamente il rossore ed i vari difetti che nessuno avrebbe dovuto notare quella sera. Sarebbe stata perfetta, tanto che Naruto non avrebbe trovato parole per farle complimenti.

Una volta alzatasi in piedi, osservò con malcelato orgoglio il suo riflesso: un kimono rosato che le fasciava le forme da donna che, per strada, attiravano gli sguardi di non pochi shinobi, causando la gelosia e gli schiamazzi stizziti del biondino, suo compagno di Team.

Si sporse lungo il lavandino del bagno, afferrando il rossetto ed applicandoselo sulle labbra, che si tinsero subito di un color rosso carminio. Mandò un bacio all’aria, prima di afferrare la borsetta ed abbandonare a passo di danza la stanza, il sorriso soddisfatto sul volto.

 

Konoha, Ichiraku’s Ramen, ore 21.24

Fu accolta dai fischi di Ino e TenTen di fronte all’Ichiraku, dentro cui, come si poteva intendere dalle voci, Naruto e Kiba stavano dando spettacolo, probabilmente aiutati da Lee.

Un sorriso a metà fra l’esasperato ed il divertito si aprì sul viso truccato di Sakura, che si fece accompagnare dalle due amiche fino ad un tavolo esclusivamente dedicato a loro.

«Sakura-chaaaaaaaaaaaaaaaaaan!». Sussultò nel sentirsi afferrare per le spalle da quelle che avrebbero dovuto essere le mani di Naruto; incrociò i suoi occhi, probabilmente annebbiati dall’alcool, così come quelli di Kiba, dietro di lui.

«Bisogna ammettere che questa sera avremo una bella compagnia.» Proclamò il castano, leccandosi le labbra mentre osservava avido l’ampia scollatura del Kimono indossato da Ino; questa sorrise compiaciuta, riempiendo i bicchierini di saké che una cameriera aveva da pochi secondi portato al tavolo.

Sakura lo bevve tutto d’un sorso, ben decisa ad allontanarsi dalla stretta che le stava bruciando le spalle; Naruto aveva il fuoco nelle mani: avrebbe dovuto ricordarselo, da quel momento in avanti.

«Sakuruccia miaah...ma come sei carina questa sera!».

Ino era ubriaca neanche dopo tre bicchieri; avrebbe dovuto immaginarlo, non era una ragazza abituata a bere. Non andava quasi mai a festeggiare per le missioni con Shikamaru e Choji, visti i numerosi impegni all’ospedale.

Tossicchiò imbarazzata, allontanandosi da lei e colpendo la spalla di Sai, anche lui evidentemente attratto dalla scollatura di Ino.

Per poco non scoppiò a ridere, mentre scappava trascinandosi dietro l’orlo del kimono floreale. Raggiunse Tenten al bancone, abbandonando l’amica bionda a quella che sarebbe stata la serata più interessante della sua vita.

Osservando Naruto cantare con un bicchiere troppo grande per contenere saké, ordinò una qualsiasi cosa che fosse alcolica, mentre la castana accanto a lei sorrideva divertita, mescolando con una cannuccia la coca cola che toccava ancora il bordo del bicchiere in vetro.

A quanto pareva, ragionò Sakura, voleva festeggiare a modo suo e lucida, a differenza di lei stessa e dei vari partecipanti alla festicciola improvvisata che ospitava tutti quelli che, anni prima, si erano guadagnati il nome de “Gli undici di Konoha”.

Spezzò il sorriso malinconico al ricordo di quel numero sbagliato ingoiando d’un fiato la bevanda che il giovane cameriere le aveva offerto.

Subito, un senso di calore misto ad eccitazione si fece largo in lei, che non ci pensò due volte ad ordinare la stessa bevanda per altre tre volte.

Fu con un sorriso innaturale che superò TenTen per raggiungere nuovamente Ino, impegnata a fare fusa ad un eccitato Inuzuka; bloccò quel ridicolo siparietto, prendendo l’amica per mano, ed invitandola al bancone con sé.

«Fatti desiderare, Ino.»

«Anche tu, Sakura-chan.» Trillò Ino con la voce impastata, ridacchiando sommessamente e salutando Naruto, che le osservava con un sorrisone dall’altra parte della sala.

Sakura bevve ancora senza pensarci.

 

Ichiraku’s Ramen, tavolo centrale, ore 22.45

Le urla della gente le arrivavano ovattate alla mente, mentre teneva saldamente il kimono a metà coscia, in modo di agevolare la danza in cui si era gettata senza troppi pensieri, sul tavolo dove pochi minuti prima lei ed Ino stavano giocando a carte, in compagnia di Naruto e Shikamaru.

Aveva il trucco sbavato ed il rosso fuoco era quasi del tutto scomparso dalla sua bocca, più volte sfiorata audacemente da quella di Naruto, che aveva pensato bene di allentarle l’obi* del kimono.

Pestò forte i piedi nudi sul tavolo, facendo cadere a terra un paio di piatti di plastica, mentre Ino batteva a ritmo le mani ed urlava il suo nome, in un misto fra commenti volgari e sorsate di saké, direttamente dalla bocca della bottiglia.

Gli occhi scrutavano il locale, una visione appannata di tutto e tutti, in cui riconobbe solamente la figura di Naruto che, in piedi proprio di fronte a lei, la guardava a bocca aperta.

Riuscì a riconoscere il giubbino da chuunin – che gli stava maledettamente bene – slacciato da lei stessa, che era alla ricerca di non si sa cosa lungo il suo petto, sporco di rossetto.

Sorrise con malizia, allungando le mani verso di lui, e muovendo le dita per attirarlo a sé, aiutate da uno sguardo volutamente sensuale.

Fu fra le urla del suo subconscio che la pregavano di smetterla e quelle di Ino che la incitavano a continuare, Naruto la raggiunse sul tavolo, facendo aderire senza troppe cerimonie i loro corpi e poggiando audace le mani sui fianchi magri di Sakura.

Iniziò a muoversi al suo passo, mentre lei gli sbottonava completamente il giubbetto e lo gettava malamente in faccia a Kiba, a bocca asciutta lontano da Ino, e iniziava a percorrere con le mani ogni singolo angolo di quel corpo che, lentamente, la stava facendo impazzire.

Sentì la stoffa del kimono venire sollevata dalle mani grandi e callose di Naruto, in un viaggio che prevedeva lo sfioramento delle sue cosce sode; il biondo si arrestò, guardandola negli occhi e sorridendo con malizia.

«Sei bellissima, Sakura-chan.»

E lei avrebbe dovuto capire che, da lucido, Naruto non sarebbe mai riuscito a farle un complimento in modo tanto disinvolto e afferrarle la nuca, per poi baciarla con una passione che non era né dell’uno, né dell’altra, ma solamente di troppo alcool.

Ma Sakura non aveva la forza di pensare a tutto ciò; era troppo impegnata ad assecondare i movimenti lenti della lingua di Naruto per preoccuparsene.

Il bacino di Naruto si ritrovò stretto dalle gambe di Sakura, in braccio a lui, impegnata ancora ad assecondare i movimenti delle sue labbra.

Senza pensarci due volte, con l’aiuto di Choji e Ino, scese dal tavolo, uscendo dal locale e abbandonando dietro di sé le grida esultanti degli amici.

 

Parco sconosciuto di Konoha, ore 23.35

Il naso di Sakura fu invaso dal forte odore di dopobarba che, probabilmente, Naruto aveva utilizzato prima della festa.

Sorrise gioiosa, aggrappandosi maggiormente al collo di Naruto, che canticchiava sottovoce una canzone che lei non conosceva, ma che già amava.

Ridacchiò sommessamente, sentendo le mani di Naruto accarezzarle la schiena e la sua bocca che baciava placidamente il collo, probabilmente, non più bianco, ma pieno di strani segni violetti.

«Dove stiamo andando?» Domandò allontanandosi dal petto di Naruto, per poterlo guardare in viso. Il sorriso che Naruto le mostrò le fece battere il cuore, nonostante la mente fosse completamente staccata, in quell’ultima ora.

Se Naruto avesse provato a farla camminare, sarebbe caduta e avrebbe sbattuto il sedere a terra; l’alcool, i baci e le mani di Naruto l’avevano fatta ubriacare. Eppure, non aveva ancora abbastanza di tutto ciò: aveva ancora bisogno di sentire il suo seno che, con una lentezza e un’insicurezza infinita veniva sfiorato dalle mani grandi di Naruto; voleva sentire le sue labbra lungo tutto il corpo; voleva mostrarsi, per la prima volta, per quello che era realmente.

«Ti sto portando a casa, Sakura-chan.» Rispose dopo un po’ Naruto, facendole spalancare la bocca inorridita.

Con un gesto rapido e veloce, spinse via Naruto dal suo corpo, sciogliendo la presa ferrea con cui le sue gambe lo avevano incastrato; cadde malamente a terra, con gli occhi che già le pizzicavano.

Per la prima volta in tutta la sua vita, però, Naruto non l’aiutò ad alzarsi.

«Sei forse più scemo del solito, Naruto?» Sakura iniziava già a sentire il cervello riprendere a ronzare, forse alla ricerca di ogni probabile insulto che avrebbe potuto rivolgere al biondo di fronte a lei, impegnato a grattarsi la nuca imbarazzato.

Si erse in tutta la sua altezza in un secondo, Sakura, non spaventando minimamente Naruto, il cui sguardo ubriaco aveva lasciato il posto ed un’espressione lucida e decisa.

«Sakura-chan, non voglio venire a letto con te perché sei ubriaca.» Borbottò abbassando gli occhi, vergognandosi di aver espresso i suoi timori.

Sicuramente, il giorno dopo tutti l’avrebbero preso per il culo, visto che non era riuscito a scoparsi quella che, da una vita a quella parte, era la donna dei suoi sogni.

«Naruto, io...so che farò l’amore con te, maledizione!» Lo afferrò senza possibilità di replica per un braccio, conducendolo all’interno del boschetto che circondava il parco, sbattendolo poi malamente a terra ed issandosi a cavalcioni su di lui.

Naruto deglutì.

«Sakura, non credo sia una buona idea saltarmi addosso..» Tentò di dire, girando lo sguardo verso una pianticella di fragole selvatiche che avevano un aspetto decisamente meno invitante del corpo di Sakura sopra di lui.

Sbuffò seccato, quando la lingua della ragazza penetrò la sua bocca con violenza, alla ricerca di un contatto che fu subito spezzato.

«Sakura, maledizione! Non voglio fare l’amore con te adesso! Siamo entrambi ubriachi e senza protezioni...sai che catastrofe ne verrebbe fuori?» Esalò, mentre la bocca di Sakura scendeva lentamente lungo il suo collo, fino al petto tonico.

«E smettila con tutte ‘ste premure..»

Sollevò gli occhi smeraldini, incontrando quelli spalancati del ragazzo, mentre portava una mano alla lampo dei jeans; quando sfiorò il cavallo dei pantaloni, Naruto capovolse la situazione con un gesto secco, finendo fra le gambe della ragazza.

«Vuoi farlo, Sakura? Ok, ti accontento.» Proclamò con durezza, guardandola dritta negli occhi.

Prima che potesse anche solo aprire bocca, le labbra del ragazzo furono sulle sue, in un bacio che non aveva nulla di Naruto.

Tentò inutilmente di spingerlo via quando le mani del giovane si infilarono prepotentemente sotto la stoffa del kimono, alla ricerca dei suoi seni, facendola rabbrividire per il freddo. Si morse il labbro inferiore buttando il capo all’indietro, in modo da non far cadere le lacrime di paura, causate solamente dalla sua stupidità.

Quando le braccia forti del ragazzo la circondarono le sfuggì un singhiozzo di sorpresa, subito bloccato dalla bocca di lui, decisamente meno irruente di qualche attimo prima.

Lo vide appoggiare gli occhi sull’incavo del suo collo, mentre il respiro affannoso le solleticava il petto scoperto dalla stoffa del kimono.

Senza pensarci due volte lo strinse a sé, cullandolo silenziosa e chiedendogli scusa almeno un milione di volte, mentre Naruto iniziava a ridacchiare imbarazzato, baciandola leggero qua e là.

«Perdonami.» Sussurrarono all’unisono, prima di aprire nuovamente i volti in un sorriso imbarazzato ma, per la prima volta in quella serata, sincero.

 

Casa di Sakura, ore 01.16

Sakura socchiuse gli occhi, osservando con dolcezza le palpebre abbassate di Naruto, mentre si scambiavano un bacio della buona notte, con le mani intrecciate per puro caso, per un contatto che non comportasse lo scatto di una molla che, per quella sera, aveva già fatto troppi danni.

«Fai sogni d’oro, Sakura-chan.» Soffiò Naruto ad un millimetro delle sue labbra, tenendo gli occhi ben chiusi, facendo volutamente sfiorare i loro nasi in una piccola ed intima carezza.

Sakura ridacchiò, staccandosi da lui ed allontanandosi.

«Ti chiedo ancora scusa, per prima. Fortunatamente, non eri abbastanza ubriaco per venire a letto con me.» Pronunciò giocherellando con una ciocca di capelli color pesco.

La sua mano agitata fu bloccata da quella ferma di Naruto, che le schioccò un semplice bacio sulla guancia, prima di allontanarsi completamente da lei.

«Domani dovremo partire per quella missione di livello B che Tsunade ci ha assegnato. Al mio ritorno, però, non sarò più così paziente, Sakura-chan. Parola di Ninja.» Disse malizioso, voltandole le spalle e lasciandola senza parole appoggiata al muro del suo giardino, completamente spiazzata ma con un sorriso felice in viso.

Avrebbe di certo aspettato. E non avrebbe sicuramente bevuto, quella sera.

Canticchiando quella canzone sconosciuta, armeggiò con le chiavi, entrando in punta di piedi in casa sua, ben attenta a non svegliare nessuno.

Infondo, i suoi vestiti odoravano ancora un po’ di alcool.

 

«Sakura, fatti dare un cambio.»

Veloce. Pompa il chakra, morditi il labbro, trattieni il respiro.

«Naruto, resisti.»

Per la prima volta, la tua voce è ferma, nonostante le lacrime salate ti stiano solcando copiose il volto pallido e sporco, a causa di quella missione mai conclusa.

Osservi tesa gli occhi di Naruto schiudersi e già sai che è un brutto segno.

«Sakura...chan. Non...»

Afferra la sua maglia arancione, sporca di sangue.

Prega che Ino continui a curare.

«Sht. Naruto, sta zitto. Tieni le ultime forze, o non ce la...»

«Avrei tanto voluto...mantenere la mia promessa...Sakura-chan.»

Sputò sangue, sotto il tuo sguardo inorridito.

Curalo, Ino, curalo.

«Riporta a casa Sas’ke...per favore.»

No, no, no, no, no.

«Avevi promesso...che l’avremmo fatto insieme...»

Singhiozzi senza pudore, aggrappandoti a lui, ogni speranza perduta.

E anneghi nel suo sorriso.

«Digli che non c’è l’ho con lui...per questo.»

Indica la ferita e tu piangi ancora.

NONONONONO!

«Non mi lasciare...»

E la tua voce non è mai stata così supplichevole.

Nemmeno quella volta.

«Sei davvero...una piagnucolona...Sakura-chan...»

E la sua mano non accarezza più i tuoi capelli.

E i suoi occhi non ti stanno più guardando.

«NARUTO!»

 

 

Bar di Konoha, ore 23.18

«Un altro.» Borbottò senza entusiasmo, tornando a nascondere la fronte che, anni prima, le aveva causato numerosi problemi, ed era stata accettata con un sorriso sincero solamente da due persone.

Sentì gli occhi pizzicarle nuovamente al ricordo di quei giorni, mentre il barista la osservava mezzo schifato: una medic-ninja di successo ridotta in quello stato pietoso.

«Sei sola?» Non alzò nemmeno lo sguardo quando sentì la voce gutturale di quello che, evidentemente, era un uomo intenzionato a trascorrere la serata con una ragazza abbastanza piacente.

Biascicò un vattene non molto convinto, afferrando il bicchiere, poggiando successivamente le labbra ancora bagnate al braccio, inumidendolo.

«Sai, è da prima che ti osservo. Una sensuale» lui avrebbe detto bellissima «ragazza con lo sguardo triste. Un spettacolo magnifico.» Lui si sarebbe dispiaciuto, invece di meravigliarsi.

Fu con stizza che vide il braccio muscoloso dell’uomo poggiarsi audacemente sulle sue spalle, mentre soffiava maliziosamente al suo orecchio destro, gesto voluto per farla rabbrividire.

Le scappò un mezzo sorriso, quando si voltò a guardarlo: Naruto non avrebbe avuto bisogno di quei vili trucchetti per sedurla.

Si alzò decisa, afferrando dal fondo della borsetta rossa una manciata di Ryo, più che sufficienti a pagare il conto del bar. Li gettò malamente sul tavolo, prima di voltarsi e iniziare ad incamminarsi verso la porta che dava sul viale principale di Konoha.

«Ehi, aspetta!» Sentì il suo braccio venire afferrato in malo modo; si divincolò con forza, guardandolo con astio negli occhi marroni.

«Perdonami.» Proruppe in un tono che di dispiaciuto non aveva nulla. «Non sono abbastanza ubriaca per venire a letto con te.» La presa si sciolse e le fu permesso di uscire teatralmente da quel bar, maledicendo le lacrime che avevano iniziato incessanti a rigarle il volto.

 

*cintura, fascia in vita: parte tradizionale di un kimono giapponese

 

* **** *

Stile e grammatica: 9
Originalità: 9
IC dei personaggi: 10
Trattazione del pairing: 9,5
Giudizio Personale: 9
Tot: 46,5/50

Eccezionale. Semplicemente.
Ho adorato questa fic, perchè l'ho trovata straordinariamente reale.
I personaggi sono cresciuti, hanno preso strade diverse, ma pur sempre conservando i tratti fondamentali del loro carattere.
Ho apprezzato l'intraprendenza di Ino, la serietà di Ten Ten e l'inaspettata spigliatezza di Sakura: l'IC è indiscutibilmente perfetto.
Ho adorato Naruto sin dalla sua prima apparizione, proprio perchè è lui, in ogni suo gesto ed espressione.
Ti faccio dei complimenti sinceri, perchè hai il dono di comunicare per immagini: la storia scorre davanti allo sguardo attento e coinvolto del lettore, che segue impotente la sequenza di eventi, con la costante ansia dovuta alla certezza della mancanza del lieto fine.
Non è commovente: non fa piangere. Ha invece la straordinaria capacità di lasciare quell'amaro in bocca più doloroso delle lacrime, quel peso sopra il cuore difficile da digerire. Ecco com'è la tua storia: amara, di quell'amarezza che non sarebbe tanto efficace, se non fosse affiancata a momenti tanto dolci.
Complimenti davvero!

 

 

N/a

Sono stupita quanto voi di questo primo posto, non preoccupatevi. ù_ù

Per un certo verso, trovo che l’inizio sia clichè. Già visto, già fatto. Concordo con chi me lo dirà.

Però ci tenevo a questa Fic, inutile dirlo. Ho messo il cuore a scriverla. Sul serio.

Ringrazio tantissimo VavvyMalfoy per il commento, che mi ha quasi commosso. E faccio numerosi complimenti alle altre podiste e a tutte le persone che hanno partecipato.

Bhè, che dire? Naruto sembra davvero nel mio mirino, quando si tratta di far fuori un personaggio.. *smile*

 

Mimi

 

 

 

   
 
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