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Autore: EqualLove    05/01/2015    2 recensioni
«Annie! Che ne dici di scrivere un messaggio e metterlo in una bottiglia? E magari buttarlo in mare?» chiede Finnick «Chissà! Magari tra qualche anno, - quando non ci saremo più - qualcuno potrà leggerlo».
[...]
La spiaggia è ormai l’unico posto che mi dà pace.
La guerra è finita, Snow e gli Hunger Games non esistono più.
“Anche Finnick non esiste più”
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annie Cresta, Bimbo Cresta-Odair, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Annie! Che ne dici di scrivere un messaggio e metterlo in una bottiglia? E magari buttarlo in mare?» chiede Finnick «Chissà! Magari tra qualche anno, - quando non ci saremo più - qualcuno potrà leggerlo».
Mi sembra una richiesta un po’ sciocca, ma non glielo dico.
È una cosa abbastanza carina da fare, ma non mi sembra il momento giusto. Anche perché gli ho appena chiesto se avesse voglia di parlare degli Hunger Games, se avesse voglia anche solo di sfogarsi.
Ma a quando pare non è così.
Sono appena due settimane che è uscito da quell’arena e, anche se non vuole darlo a vedere, è abbastanza sconvolto. E penso che parlarne gli faccia bene.
Potrebbe anche urlarmi contro, ma non mi importa. Se questo lo farà sentire meglio posso anche sopportarlo.
Ma, a quanto pare non è così. Forse non lo conosco bene, o forse non si fida di me. O, più semplicemente, non crede che io possa capire quello che realmente pensa.
«E cosa hai intenzione di scrivere?» chiedo, allontanandomi da quei pensieri che fanno solamente male.
«Non lo so. Qualcosa ci verrà in mente» disse, quasi in un sussurro, per poi fare un lungo sospiro.
Il suo sguardo si perde nuovamente all’orizzonte, verso il punto in cui il mare e il cielo si incontrano.
Sono ore che siamo seduti su questa spiaggia, con solo un piccolo fuoco a riscaldarci. Il sole è ormai tramontato e la stanchezza inizia a farsi sentire.
«Va bene» acconsento.
«Davvero?» mi chiede, con aria sorpresa.
Annuisco. In fondo cosa c’è di male?
«Ad una condizione. Non devi dirmi cosa scriverai» dico. E ad un suo sguardo confuso continuo: «Voglio scoprirlo da sola»
Lui alza le spalle e prende un foglio, sul quale inizia a scrivere. Ha uno sguardo concentrato, duro e bellissimo.
Una volta finito di scrivere, prende la bottiglia di acqua che qualche minuto prima aveva bevuto ed inserisce il messaggio al suo interno, per poi chiudere la bottiglia.
Prendo la bottiglia dalle sue mani e mi avvicino al mare.
L’acqua bagna i miei piedi scalzi e la trovo una sensazione magnifica.
Lancio la bottiglia in mare e subito dopo le onde la portano lontano, dove il mio sguardo non riesce più a vederla.
La bottiglia ormai viaggia per il mare, in un posto lontano da Panem. In un posto che vorrei tanto raggiungere anche io.

 

La spiaggia è ormai l’unico posto che mi dà pace.
La guerra è finita, Snow e gli Hunger Games non esistono più.
“Anche Finnick non esiste più”
Scaccio i miei pensieri dalla mente. Quei pensieri che tornano a trovarmi ogni giorno, ad ogni ora.
Solo la voce di mio figlio, di nostro figlio, riesce a portarmi nel mondo reale.
Lo vedo mentre si china a raccogliere le conchiglie. Assomiglia molto al padre: stessi occhi e stessi lineamenti del viso, lo stesso cuore innocente e la libertà nell’anima.
Ogni giorno lo porto su questa spiaggia. Non sa che è stato un posto molto importante per i suo genitori.
Ma lui sa che il padre non c’è più, che è andato via per dargli la libertà che ora lui si gode. Quella libertà che io non avevo mai avuto.
«Mamma! Guarda cosa ho trovato sulla riva!» esclama, correndomi incontro «C’è qualcosa dentro!»
È una bottiglia. La nostra bottiglia.
La prendo in mano con delicatezza. Come se fosse qualcosa di fragile e sacro.
Mi ero completamente dimenticata di quel giorno di tanti anni fa, di questa bottiglia. E solo ora mi rendo conto di essere stata stupida a dimenticarlo.
Apro la bottiglia e, con cautela, estraggo il messaggio da dentro e lo apro.
Passo un dito sulla superficie del foglio, accarezzando la sua caligrafia elegante ma disordinata, quella caligrafia che tanto amo.
Inzio a leggere.

“Tanto tempo fa esistevano gli Hunger Games, un gioco crudele a cui io ho partecipato.
Tanto tempo fa esistevano Finnick Odair e Annie Cresta, che hanno superato tutte le crudeltà del loro Paese insieme.
Tanto tempo fa esistevamo noi.
Tanto tempo fa esisteva il nostro amore”

  
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