Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: Anpan    05/01/2015    1 recensioni
La persona che stava uscendo dal negozio parve inizialmente come una sagoma dai contorni sfocati agli occhi di Kuroko, a causa della nuvola candida di vapore in cui si era trasformato il suo respiro coprendogli la visuale, ma poi l'immagine divenne nitida e riconobbe qualcuno a lui noto, avvolto in una sciarpa color cachi, con un cappotto grigio, pantaloni e scarpe neri, proprio come i suoi capelli e le sue folte sopracciglia.
Hanamiya Makoto.
Genere: Slice of life, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Makoto Hanamiya, Tetsuya Kuroko, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kuroi Hana ~ Fiore Nero
 
~Prima Fioritura~
 
Era inverno.
Il cielo era coperto da un denso strato di nubi plumbee ed il vento era talmente pungente da sembrare penetrare nelle vene ed insinuarsi persino nelle ossa.
 Kuroko si svegliò presto e, dopo essersi stropicciato gli occhi fino a riprendere controllo della propria facoltà visiva, scese dal letto. Il parquet del pavimento sembrava marmo per quanto era freddo ed il ragazzo non riuscì a muoversi per qualche secondo, colto da un forte tremore in tutto il corpo. Indossò la prima giacca che trovò in giro, quella del Seirin, che aveva appoggiato la sera prima sullo schienale della sedia dopo essere tornato dagli allenamenti, e scese le scale per raggiungere la cucina al piano inferiore. I brividi andavano lentamente diminuendo: era stata una saggia decisione restare nel suo comodo pigiama di flanella azzurro ed avvolgersi nella giacca del team. Guardò sbadatamente l'orologio appeso sopra al tavolo, che segnava mezzogiorno passato, e raggiunse il frigo per cercare qualcosa con cui fare colazione. 
 
Lo aprì, lo fissò per qualche istante, lo richiuse e poi lo aprì di nuovo: era vuoto.
 
Anche se controvoglia, Kuroko tornò verso la sua camera, trascinandosi lungo le scale senza alzare bene i piedi e producendo, così, uno strofinio continuo, che fece allarmare Number 2. Quest'ultimo, dopo aver abbaiato un paio di volte senza risposta, tornò silenziosamente al caldo nella sua cuccia, dove avrebbe oziato tutto il giorno. 
Kuroko aprì l'armadio e ne tirò fuori un pullover grigio, dei pantaloni beige scuro, un sciarpa pesante abbinata ai pantaloni ed un cappello con paraorecchie grigio a motivi geometrici neri. Dopo averli indossati infilò un paio di stivali neri ed un lungo cappotto dello stesso colore, con inserti di pelo color panna sulle maniche e sul bordo delle tasche. Mise portafoglio e chiavi di casa rispettivamente dentro la tasca sinistra e destra, prese i guanti grigi e neri, appaiati al cappello, che stavano sulla scrivania ed uscì, diretto verso il supermercato più vicino. La sua ricerca di una scatola di cereali e di una confezione di latte, tuttavia, sembrò destinata a non avere fortuna: il supermercato aveva chiuso per maltempo. Le strade erano ricoperte di neve e uscendo di casa Kuroko non era finito per terra per poco, rischiando di scivolare sul vialetto ghiacciato,  ma non trovava giustificato chiudere così improvvisamente il negozio senza un minimo preavviso. Kuroko soppesò il da farsi per qualche istante mentre contemplava la saracinesca del negozio, assorto nei propri pensieri. Decise che sarebbe andato al supermercato sulla via principale: era un po' più distante, ma non poteva permettersi di saltare la colazione dopo aver già saltato la cena la sera prima. Così, facendo attenzione a non inciampare nella neve fresca, procedette lentamente verso il centro.  
 
Sembrava un cucciolo di pinguino che muove i primi passi. 
 
Quando arrivò finalmente sulla strada principale, emise un sospiro di sollievo vedendo in lontananza l'insegna del supermercato decorata con luci natalizie accese e colorate. Prima del supermercato, l'insegna di una farmacia segnava le 13:08, ma a Kuroko non importava. Preferiva la colazione al pranzo per cui, ormai distante pochi passi dalla sua destinazione, una volta comprato il necessario sarebbe potuto passare al fast-food antistante al negozio per prendere uno dei frullati che adorava tanto a portar via. In questo modo avrebbe fatto un pasto più abbondante del solito, così da placare i forti e rumorosi crampi allo stomaco che lo avevano attanagliato lungo tutto il tragitto e continuavano ancora a dargli un forte fastidio. 
 
Si avviò verso le porte scorrevoli del negozio per entrare, quando queste si aprirono improvvisamente, ancora prima che egli vi fosse sufficientemente vicino, e ne uscì una persona. 
In un primo momento gli apparve come una sagoma dai contorni sfocati, a causa della nuvola candida di vapore  in cui si era trasformato il suo respiro coprendogli la visuale, ma poi l'immagine divenne nitida e riconobbe qualcuno a lui noto, avvolto in una sciarpa color cachi, con un cappotto grigio, pantaloni e scarpe neri, proprio come i suoi capelli e le sue folte sopracciglia.     
 
Hanamiya Makoto. 
 
Kuroko assunse immediatamente un' espressione carica d'astio: inarcò le sopracciglia e gli rivolse uno sguardo sprezzante. Non aveva certo dimenticato la partita giocata contro la Kirisaki Daichi e le numerose ferite che avevano riportato i suoi compagni di squadra. 
Quando Hanamiya si accorse di lui increspò le labbra in un tetro sorriso, schioccando la lingua un paio di volte, e gli si avvicinò. 
- Guarda chi si vede! È passato un po' di tempo dall'ultima volta, o sbaglio? -
- No, non sbagli -
Le parole di Kuroko furono pronunciate con un tono più profondo del solito e più freddo di quanto ricordava di avere mai avuto. Detestava immensamente quel ragazzo: si era preso gioco non solo di Teppei, ma anche del basket stesso, e questo Kuroko non poteva perdonarlo. 
- Ora, se non ti spiace, dovrei andare a comprare alcune cose -
Kuroko avanzò con passo deciso alla destra di Hanamiya, ma proprio quando stava per superarlo sentì qualcosa bloccargli con vigore il braccio sinistro e farlo voltare verso di sé. 
- Perché mai tanta fretta? -
Hanamiya lo fissava con sguardo divertito, conservando quel ghigno perverso sul volto.
- Non sono affari che ti riguardano -
Con uno strattone Kuroko si liberò della presa tenace dell'altro, ma poco dopo venne nuovamente fermato. 
- Ma quanto siamo acidi! Che c'è, hai forse paura di me? -
- No. Mi fai semplicemente ribrezzo -
Hanamiya scoppiò in una risata sguaiata, lasciando il braccio di Kuroko per trattenere il proprio stomaco con entrambe le braccia, viste le dolorose contrazioni che gli stava provocando quella situazione tanto comica. 
- Però..! Non ti facevo tanto audace! Andiamo, dimmi per quale motivo ti disgusto. Sono proprio curioso..! -
- Il tuo modo di giocare è deplorevole... -
- "Deplorevole"?!? -
Hanamiya scoppiò nuovamente in una risata folle e stavolta si dovette appoggiare persino al muro del supermercato per sostenersi.
- Ma da che era vieni? Sembra che tu sia un vecchietto saccente, visti i termini che usi! Mah, ora basta, prosegua pure, ojii-san -
Benchè spazientito, Kuroko si sforzò di non raccogliere la provocazione del ragazzo e proseguì il proprio discorso.
- Il basket non è fatto di vittorie individuali, ma dalla condivisione delle vittorie come anche delle sconfitte con la propria squadra. Voi giocate solo per voi stessi e ricorrete ad ogni mezzo pur di vincere. Voi insultate il basket -
- Tu credi? Oh beh, così va il mondo, che ci vuoi fare! -
 
Kuroko assunse un'espressione ancora più feroce. 
 
Hanamiya non lo stava a sentire e, probabilmente, non lo avrebbe mai fatto se avessero continuato a parlare come stavano facendo. 
Fu allora che Kuroko capì che l'unico mezzo per trasmettergli il piacere di giocare a basket sarebbe stato il basket stesso e, sperando di poter cambiare qualcosa in quell'essere spregevole, decise di tentare il tutto per tutto, per l'unica e sola volta.
 
- Giochiamo a basket. One-on-One -
 
Gli occhi di Kuroko erano carichi di determinazione e Hanamiya, che aveva smesso di ridere, lo guardava in silenzio. 
- Se riuscirò a dimostrarti il piacere di giocare a basket dovrai abbandonare per sempre il tuo stile di gioco -
- Mh.. E io che ci guadagno? -
- In caso contrario tu mi avrai dimostrato che tutte le mie idee sono solo illusioni e che il mio mondo non esiste. Sono già caduto vittima di questi pensieri scuri in passato, perciò farò ogni cosa perchè non accada nuovamente. Ci stai? -
La posta in gioco non era alta, ma distruggere psicologicamente qualcuno era un piacere raro, cui Hanamiya non avrebbe mai e poi mai rinunciato, dato che era il suo passatempo preferito. 
- E sia - 
 
Si strinsero la mano e, con la promessa di vedersi l'indomani alla stessa ora al campo da basket accanto al fast-food, si congedarono. 
   
 
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