Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: KaylaMiller    05/01/2015    1 recensioni
Cosa fai quando l'unica cosa per la quale vivi ti abbandona? e cosa fai quando ti rendi conto che è stata colpa tua?
Impegnarsi a fondo basterà per riprenderti la persona che ami o è ormai troppo tardi?
One Shot reale e personale, vi prego di non copiare nulla.
Genere: Sentimentale, Suspence, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Sentii squillare il cellulare che avevo lanciato sul letto pochi minuti prima. Guardai lo schermo, era Bella.
"Pronto?!"

"Ei, migliore amica, meglio per te che tu sia pronta. Sto arrivando ed ho fame!" mi rispose tutto d'un fiato con un tono scherzosamente minaccioso.

"Prontissima, sono sempre puntuale io." Enfatizzai l'ultima parola e riattaccai il telefono.

Mi guardai allo specchio: i capelli castano chiaro sciolti oltre le spalle, mossi e selvaggi come piacciono a me e, devo riconoscerlo, mi ero truccata in modo eccezionale. Indossavo un paio di jeans attillati grigi, un maglioncino nero e scarpe con il tacco nere.

Sentii suonare il campanello. Presi la borsa, il cellulare e la mia nuova giacca di pelle. Un'ultima occhiata, mi sentivo raggiante. Corsi ad aprire e subito due braccia amiche mi cinsero il collo. "Bella, così mi soffochi" - brontolai. Rise e fece un passo indietro. "Direi che, stasera, rispecchi particolarmente il tuo nome" - le dissi dopo averle fatto fare un giro su se stessa.

Bella ha dei riccissimi capelli lunghi, originariamente castani ma che adesso lasciano intravedere un rosso rame. I suoi dolcissimi occhi castani erano stranamente contornati da un filo di eyeliner e del mascara e le labbra tinte si un rosso acceso. Indossava un paio di pantaloni neri, un maglioncino beige e le mie stesse scarpe.

"Si, sei proprio Bella." allusi al doppio significato di quella parola ed ammiccai.

"Adesso possiamo andare a mangiare?" bofonchiò poco interessata ai miei complimenti. Annuii.

Non avevo visto Bella per tutte le vacanze ed eravamo entrambe eccitate all'idea di andare a mangiare una pizza insieme, prima di tornare dietro ai banchi di scuola. Entrammo nel locale, dopo aver camminato per quasi dieci minuti, ed un brivido mi percorse la schiena. L'ultima volta che ero stata lì, era stato con Ethan e i suoi amici, il giorno del suo compleanno. Avrei solo voluto scrivergli e dirgli dov'ero, ma non avrebbe risposto. Avrei voluto dirgli tante più cose, ma non avrebbe risposto.

Il cameriere accompagnò me e Bella al tavolo, e non ci volle molto perchè entrambe ordinassimo due margherite e due Heineken medie. Ridere con la mia migliore amica e mangiare pizza erano le sole due cose per cui valeva ancora la pena di svegliarmi la mattina e quella era esattamente la serata perfetta.

"Kayla..." - fece all'improvviso lei, impallidendo - "guarda il tavolo accanto al nostro, ma girati piano". Mi voltai con disinvoltura verso sinistra, verso lo stesso tavolo da dieci dove sei mesi prima, a quell'ora, mi trovavo a mangiare con...”Ethan?!” - bisbigliai sgranando gli occhi. Era lì, ad un metro da me, erano tutti lì. Incrociai gli occhi di Jennifer, la sua migliore amica, che mi rivolse uno sguardo misto a rabbia ma allo stesso tempo compassione. Guardai Bella e deglutii forte. Per fortuna avevamo già finito di cenare, o mi si sarebbe chiuso lo stomaco. Ci alzammo, senza dire una parola, e lasciando i soldi del conto sul tavolo. Presi di fretta tutto ciò che mi apparteneva e feci per uscire dalla sala. Sapevo che mi aveva vista, avrei voluto correre da lui ed abbracciarlo o almeno dirgli ciao, ma anche in questo caso non avrei ricevuto risposta alcuna. Feci per uscire dalla sala quando Bella mi afferrò per un braccio, costringendomi a fermarmi. "Parlagli" - mi disse.

"Sono sei mesi che ci provo, hai dimenticato? Non mi ascolta, io non esito più per lui." - la guardai delusa, ma lei ripeté ciò che aveva appena detto.

"Parlagli." Rivolsi uno sguardo a Jennifer, come a volerle raccontare cosa stava per accadere e lei annuì, attenta a non farsi vedere da nessuno che fosse seduto al suo tavolo.

Così, come in uno di quei film assurdi, feci la mia pazzia. Presi un bicchiere di vetro ed un coltello dal vassoio del cameriere che mi stava passando accanto, che si fermò all'improvviso e stette in silenzio, come il resto della sala colma di gente quando picchiettai il coltello contro il bicchiere. Richiamai tutti all'attenzione, come quando ad un compleanno è il momento del discorso e mi fissarono tutti, anche lui. Stava per alzarsi e andare via, ma Jennifer lo trattene per un braccio rassicurandolo con lo sguardo.

"Scusate, posso avere un momento di attenzione?" - bofonchiai iniziando a parlare, poi rivolsi lo sguardo verso Bella, in cerca in cerca di conforto, feci un respiro profondo e parlai di nuovo. "Mi dispiace disturbare la vostra cena, ma devo dire una cosa importante ad una persona in questa sala, che ormai non mi ascolta più da mesi. Non posso biasimarlo per questo, ma vi prego voi non biasimate me." Sospirai e mi voltai verso di lui.

"Un anno e dieci mesi fa, nonostante avessi solamente quindici anni, avevo le idee perfettamente chiare su ciò che volevo fare della mia vita: volevo finire i miei anni di liceo linguistico e, una volta preso il diploma, volevo lasciare tutto, cambiare, andare all'estero per proseguire i miei studi. Poi, in un giorno qualunque, vidi un ragazzo. Lo avevo già sentito parlare ed anche cantare, dato che è un artista, ma non lo avevo mai visto. Guardandolo, una strana sensazione mi percosse il corpo e allora capii che c'era qualcosa di speciale in lui. Non so dire quanto dovetti lottare contro la sua testa dura per guadagnarmi un piccolo posto nella sua vita e nel suo cuore ma, dopo un'immensa fatica, ci riuscii. E con il tempo quel piccolo posto si fece sempre più grande, fino a diventare assurdamente smisurato. Eravamo speciali, noi. Nessuno riusciva a capire se fossimo fratelli, amici, fidanzati o cos'altro...e forse non l'abbiamo mai capito nemmeno noi" - la gente in sala rise, mentre la mia voce cominciava a farsi tremolante. "Ma qualunque cosa ci fosse tra di noi, ci rendeva felici. Ad un certo punto iniziai a provare qualcosa di diverso per lui e gli urlai un ti amo, qualche giorno prima di partire per uno stage in Irlanda. Ero emozionata per quel viaggio, mi avrebbe dato l'opportunità di constatare come sarebbe stata la mia vita una volta realizzati i miei piani. Così arrivò la sera prima della partenza, io ed Ethan ci incontrammo come eravamo soliti fare ormai sempre e da sempre, quella sera furono solo pianti..non volevo andarmene e lui non voleva lasciarmi andare anche se solo per una settimana. Ma l'indomani partii, ed alle quattro di mattina eccomi lì, insieme alla mia migliore amica," - mi voltai a guardare Bella per un attimo - "a 3.504 km di distanza da tutto, da tutti e sopratutto da lui. Quella settimana lo sentii poco, per forza di cose. E quando lo sentivo fra di noi era un continuo litigio, e volete sapere perchè? Perchè mi mancava terribilmente e, nella mia stupida convinzione, se avessi cercato ogni motivo per litigare con lui ed essere arrabbiata, mi sarebbe mancato di meno. Non sapevo che stavo solo distruggendo entrambi. In quella settimana, lì in quel posto così dannatamente bello e strano e lontano, mi resi conto che i progetti che fino ad un anno prima avevo chiari in mente, non erano più ciò che volevo. Io volevo lui, gente. Volevo te Ethan" - dissi voltandomi a guardarlo con gli occhi lucidi, tremavo come una foglia. "Volevo te, volevo che tu fossi il mio futuro, la mia famiglia, il mio destino. Ma non ho mai saputo dimostrarlo, perchè credevo di non poterti mai perdere nonostante i miei stupidi comportamenti. E così dopo qualche tempo, un'infinità di litigi e brutte storie, ti ho perso. Dopo tutte le volte in cui mi avevi fermata, mi avevi chiusa in macchina, trattenuta, abbracciata, supplicata, baciata per non farmi andare via..tu, tu sei andato via. Negli ultimi sei mesi le ho provate tutte per cercare di rimediare al casino che avevo fatto, ma in risposta ho avuto solo brutte parole cariche di rabbia e poi, adesso, silenzi assordanti. Ciò che voglio dire, e cerco di concludere perchè il bambino in fondo alla sala sta per lanciarmi un coltello, è che ho combinato un disastro: sono stata estenuante, impulsiva, poco ragionevole e per nulla coraggiosa. Ho sbagliato tutto, o quasi tutto. Ma ti ho voluto bene, ti ho amato...e quel bene e quell'amore sono ancora qui, intensi come prima, più di prima se possibile. E ho capito i miei errori e, ti giuro, non li rifarò mai più. Non ti ferirò mai più. E sono qui, dopo sei mesi di invana lotta...e sono distrutta, ferita, annientata, esausta. Ma non mi importa, va quasi bene così..perchè finalmente sto lottando per le due cose più importanti della mia vita: me stessa e TE. Ti prometto, Ethan, che non mi arrenderò."

Ripresi un pò di fiato, annunciando la fine del mio discorso. Dalla gente in quella sala partì un applauso inaspettato, al suo tavolo, Jennifer gli passava amorevolmente una mano sulla spalla, mentre lui mi guardava impietrito. Scorsi i suoi occhi lucidi, o forse erano i miei. Non si mosse; non un passo o una parola.

Mi voltai verso Bella e la implorai di portarmi fuori di lì, mentre tutti, un pò delusi da quel finale, mi guardavano commossi. Uscii giusto in tempo per sentire scendere sulle mie guance un fiume di lacrime. Abbracciai Bella, avevo fallito. Ancora.

Mi sedetti sul gradino del locale e vi rimasi con la testa fra le gambe, per un tempo che mi sembrò infinito mentre aspettavamo che un amico ci venisse a prendere. "Dai alzati" - brontolò all'improvviso Bella, e così feci credendo che l'auto fosse finalmente lì. Mi alzai e persi l'equilibrio. Bene, ci mancava solo una bella caduta a completare l'opera quella sera. In un istante chiusi gli occhi, pronta all'impatto contro l'asfalto. Riaprii gli occhi qualche secondo dopo, non ero caduta. Una strana presa ai fianchi mi aveva trattenuta, delle braccia le stesse braccia che mi strinsero forte a se. Non avevo bisogno di girarmi o di alzare lo sguardo per capire a chi appartenesse quella stretta. Quell'abbraccio, quel profumo, quella sensazione. Ethan.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: KaylaMiller