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Autore: GeorgiaRose_    05/01/2015    4 recensioni
Tratto dal testo:
"Osservo il sorriso di Tini, mi mozza il fiato. È così bella quando sorride. Ovviamente, lei è sempre bella ma quando sorride ha quella luce in più negli occhi che la rende ancora più bella, una meravigliosa dea. I miei occhi cominciano a ripercorrere la sua figura. Mi soffermo sui suoi capelli. Quanto vorrei poterglieli toccare, accarezzare, mentre ci baciamo o semplicemente mentre dormiamo abbracciati. Sarebbe un sogno. Passo poi ai suoi occhi. Quegli occhi color nocciola nel quale vedo il mare. In degli occhi azzurri è normale vedere il mare, ma quando lo vedi in degli occhi scuri, sei proprio fottuto. Eh, sì: sono fottuto. Riprendo a guardare il suo sorriso. Cavolo, le sue labbra. Labbra che bramo da sempre. Certo, molte volte ci siamo dovuti baciare per via della serie, ma erano baci molto casti di solo qualche secondo. Io voglio molto di più. Voglio stringerle la vita mentre mi avvicino, voglio sentirle sussurrare un “baciami”, voglio sentire l’amore quando le mie labbra toccano le sue perfette e morbide, voglio approfondire il bacio, schiuderle le labbra e lasciare che la mia lingua giochi con la sua. Voglio sentirla mia. Mia e di nessun altro."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CI SEI SOLO TU

 

Sto camminano tra i vari corridoi dell’albergo, diretto verso il terrazzo dove tra poco incontreremo i fan di Madrid. Io e gli altri del cast stiamo qui da qualche giorno ormai per il Violetta Live che inizierà a breve e la prima tappa sarà proprio Madrid, nello stato spagnolo, terra di Diego e di Alba. Arrivato fuori alla porta che dà sul terrazzo, incontro gli altri, tra cui Ruggero, al quale mi avvicino. –Ehi, amico.- Lo saluto con una pacca sulla spalla. –Jorge! Che bel cappellino!- Esclama sorridendo. –Qualche volta me lo presti?- Ride, prendendomi in giro e io, come risposta, gli sorrido. Iniziamo a parlare degli show e della nostra emozione a risalire su un palcoscenico, quando la mia attenzione viene catturata da qualcos’altro. Martina ci sta raggiungendo dal corridoio alla mia destra. È in compagnia di suo padre Alejandro, di Mechi, che è mano nella mano con Xabi, venuto a farci visita, è in più c’è anche Peter. Martina è bellissima con questo vestito, i capelli sciolti, lunghi, riversati su una sola spalla. Mi viene da mordermi il labbro inferiore guardandola. Già, avete capito. Ho una grandissima cotta per lei e anche da parecchio. Sono sempre più convinto che sia solo una cotta passeggera, l’unico problema è che sembra essere più “lunga” del dovuto. I miei occhi ricadono sulla sua mano intrecciata a quella di Peter, non lo sopporto. Cioè, sì.. O, meglio, no. Uff, è complicato. Peter è simpatico, gentile, talentuoso e ci vado d’accordo, ma non fa per la mia Tini. Già, mia. –La cotta per Tini ancora ti deve passare, eh?- Mi chiede Ruggero, sorridendo. Ovviamente lui sa tutto. –Già, ma prima o poi passerà.- Affermo, volgendo lo sguardo verso di lui e lasciar perdere i due piccioncini che si scambiano effusioni. Mi dà abbastanza sui nervi. –Jorge, dici così da quando siamo stati in Sevilla ed è passato quasi un anno. Non è una cotta passeggera!- Mi critica. –Sì, invece. Deve essere così. Io amo Stephie, stiamo insieme da quasi otto anni e non posso mandare tutto all’aria per la prima che passa.- Esclamo, in preda alla rabbia, ovviamente tenendo comunque il tono basso. –La prima che passa? Cavolo, per te Tini è “la prima che passa”? La conosci da tre anni, Jorge! E le vuoi bene, da tre anni. In più, la ami da quasi un anno! Sì, Jorge: la ami! Non puoi più negarlo. Si vede da lontano un miglio! Apri gli occhi, per favore. Fallo per te, per Stephie che sta vivendo in una bugia, e fallo anche per Tini.- Mi dice prima di allontanarsi. Ci stanno chiamando, dobbiamo uscire e, detto fatto. Eccoci tutti sul terrazzo che salutiamo i fan fuori l’hotel. Sono davvero tanti. Martina prende la parola, salutando tutti e iniziando a cantare sulle note di Ser Mejor e noi tutti la seguiamo. Ovviamente, ogni tanto mi perdo nel mio mondo e ricomincio a pensare alle parole di Ruggero, mi hanno davvero colpito. Io amo Tini? Ho sempre creduto che fosse solo una cotta, ma adesso non ne sono più tanto convinto. Martina mi riporta sul pianeta Terra. Mi porge il microfono con un sorriso che io non posso far altro che ricambiare. Lo afferro e canto qualche strofa di “Entre dos mundos” seguito dai fan. Dopo un’ora buona, salutiamo i fan un’ultima volta e rientriamo in albergo, solo Martina rimane qualche minuto di più. Mi poggio allo stipite della porta incrociando le braccia ed inizio ad osservarla da dietro. È tanto legata alle sue fan, lo so perfettamente. Per questo cerca di stare più tempo possibile con loro, gli è riconoscente. È grazie ai fan se è dove si trova, se noi tutti siamo dove ci troviamo. All’improvviso mi tornano alla mente le parole di Ruggero: “ Jorge: la ami! Non puoi più negarlo.” Osservo il sorriso di Tini, mi mozza il fiato. È così bella quando sorride. Ovviamente, lei è sempre bella ma quando sorride ha quella luce in più negli occhi che la rende ancora più bella, una meravigliosa dea. I miei occhi cominciano a ripercorrere la sua figura. Mi soffermo sui suoi capelli. Quanto vorrei poterglieli toccare, accarezzare, mentre ci baciamo o semplicemente mentre dormiamo abbracciati. Sarebbe un sogno. Passo poi ai suoi occhi. Quegli occhi color nocciola nel quale vedo il mare. In degli occhi azzurri è normale vedere il mare, ma quando lo vedi in degli occhi scuri, sei proprio fottuto. Eh, sì: sono fottuto. Riprendo a guardare il suo sorriso. Cavolo, le sue labbra. Labbra che bramo da sempre. Certo, molte volte ci siamo dovuti baciare per via della serie, ma erano baci molto casti di solo qualche secondo. Io voglio molto di più. Voglio stringerle la vita mentre mi avvicino, voglio sentirle sussurrare un “baciami”, voglio sentire l’amore quando le mie labbra toccano le sue perfette e morbide, voglio approfondire il bacio, schiuderle le labbra e lasciare che la mia lingua giochi con la sua. Voglio sentirla mia. Mia e di nessun altro. L’ho finalmente capito. Io la amo, la amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, più della mia squadra del cuore, più dei miei capelli o del svegliarmi e non dovermi alzare, più del canto, più del ballo, forse anche più delle mie fan. La amo più della mia stessa vita. Dopo averle rivolto un sorriso, mi volto iniziando a cercare l’italiano che mi ha fatto ragionare. Dopo qualche minuto, lo trovo nella nostra camera, al terzo piano. –Ehi, Rugg, cosa fai qui?- Gli chiedo, con la solita pacca sulla spalla. È seduto sul suo letto e mi seggo accanto a lui. –Ehi! Ti stavo aspettando.- Mi informa. –Aspettando? Per cosa?- Gli chiedo, accigliato. –Per la questione di prima. Volevo…- Lo interrompo. –No no, è inutile che parli.- Gli dico, facendogli assumere un’espressione confusa. –Grazie, Ruggero. Mi hai fatto aprire gli occhi! Ho capito. Io la amo, Ruggero. La amo, fin troppo!- Gli chiarisco le idee. L’espressione confusa lascia posto ad un gran sorriso. –Ayy, finalmente, Jorgito! Non ce la facevo più ad aspettare! Ho un’idea: aspettami qui!- Mi dice prima di alzarsi di colpo e lasciandomi solo in stanza. Ma dov’è andato? Lo aspetto per qualche minuto, quando sento bussare alla porta. Apro velocemente, pensando che sia Ruggero e che abbia bussato perché, come al solito, ha dimenticato le chiavi. Ma mi sbaglio di grosso. –Ehi! Ruggero ha detto che volevi parlarmi.- Martina. Martina è davanti a me in tutta la sua bellezza. Deglutisco. Non ha più indosso il pellicciotto. Adesso il suo vestito si vede perfettamente e si intravedono le spalle. Ruggero, questa me la paghi. –Posso entrare?- Mi chiede dopo qualche secondo, confusa. –Oh, certo.- Mi scosto, permettendole di entrare. –Scusa il disordine!- Esclamo, pienamente a disagio, scostando tutti i panni che ho presenti sul letto, sulla sedia. –Oh, non preoccuparti. Sai che sono molto più disordinata di te.- Ridacchia lei. La sua fottutissima risata. Anche a me scappa una risatina. –Allora, che volevi dirmi?- Mi chiede, dopo aver curiosato un po’ in giro. È davanti a me solo di qualche passo, e decido di avvicinarmi. Deglutisco per la millesima volta. Sono nervoso. –Hai intenzione di parlare oppure…?- La interrompo con un respiro profondo. –Credo che in questi casi non ci sia bisogno delle parole ma dei fatti.- Affermo. Ho un’ansia a mille. Mi guarda stranita, ma le chiarisco quasi immediatamente le idee. Mi avvicino lentamente fino a far sfiorare i nostri nasi. La guardo negli occhi. Verde e nocciola. Nocciola e verde. Mi mordo il labbro inferiore. Sto per farlo. Chiudo gli occhi, mentre mi avvicino sempre più. “Baciami” sussurra. Non resisto più. Le mie labbra toccano le sue. Porto le mie mani attorno alla sua vita, mentre lei inizia ad attorcigliare i miei capelli con le mani. La mia lingua chiede accesso alla sua bocca e non mi viene negato. Cominciamo a baciarci con sempre più passione, è un bacio tutt’altro che casto. Da quanto tempo ho aspettato questo momento? Mi ama anche lei, lo sento. In un batter di ciglia ci ritroviamo sul mio letto, io sono sopra di lei. Le nostre labbra non si separano nemmeno per un secondo. Stiamo, in un certo senso, recuperando il tempo perduto. Le mie mani vagano sul suo corpo e lei mi lascia fare, continuando ad accarezzare i miei capelli e non interrompendomi. Neanche a Stephie ho mai permesso  di toccare i miei capelli in sette anni. Martina può farlo. Sono tutto suo. –Aspetta, Jorge.- Ecco, mi ha fermato. Mi allontana leggermente premendo le mani sul mio petto, continua ad averle lì quando inizia a parlare. –È… È sbagliato.- Balbetta quasi. No. Noi ci amiamo, cosa ci può essere di sbagliato in questo? –Cosa?- Chiedo. –Ci sono Stephie… e Peter..- Continua. –Non importa di nessuna Stephie e di nessun Peter in questo momento. Ci sei solo tu. Io ti amo, Martina.- Affermo. Il sangue mi ribolle nelle vene. Mi sono liberato, ma l’ansia continua a salire. Lei però non sembra voler fiatare. –E.. e tu?- Le chiedo, interrompendo il silenzio. –Io amo Peter…- Dice, accentuando leggermente la parola “amo”. Mi cade il mondo addosso, non me l’aspettavo. In una frazione di secondo solo all’in piedi alla fine del letto. –Va via.- Dico, cercando di mantenere il sangue freddo e non scoppiare a piangere davanti a lei. Anche quest’ultima si alza e mi si avvicina. –Aspetta, Jorge, fammi  fin..- Poggia entrambe le mani sulle mie spalle, in modo da guardarmi negli occhi, ma la interrompo. –Ti prego, Martina, va via.- Abbasso il capo e stringo i pugni. Non ci posso credere. –Jorge, per favor..- La interrompo una nuova volta. –Ho detto: “va via!”- Questa volta il mio tono è più alto e aggressivo. Martina mi guarda un’ultima volta, per poi uscire. L’ho vista di sfuggita, sembrava stesse per piangere. Non ci caspico niente. Sono solo arrabbiato, deluso. Inizio a prendere a pugni  il cuscino, facendo scorrere le lacrime sulle mie guance. Devo sfogarmi. Perché? Perché ha risposto al bacio se non mi ama? Per pochi minuti mi è sembrato di poter toccare il cielo con un dito, ma poi con quelle tre parole ha distrutto tutto. Adesso sono sotto terra, il cielo è lontano.

 
È passato un giorno da quel bacio ed è da ieri che io e Martina non ci parliamo… Ieri sera, a cena, è stato facile evitarla. Parlavo con gli altri e con Stephie, mentre lei era con Peter. Sembrava essere felice, ma non lo è. Il suo sorriso è cambiato. Non è come quello che ha rivolto ieri alle fan, o a me prima del bacio. È diverso, nasconde un briciolo di tristezza. Il motivo? Non ne ho idea. Ruggero è l’unico che sembra aver notato la situazione, continua a far domande a cui decido di non dar risposta. Sono stressato e ancora arrabbiato, non ce la faccio. Con passo deciso, entro nella palestra dove stiamo provando per il ViolettaLive al quale mancano solo quattro giorni, ormai. Saluto tutti con un sorriso, e poi la vedo. Peter non c’è, sarà andato a farsi un giro, ma non mi interessa più di tanto. È impegnata a parlare con Mechi, ride e sembra divertirsi. Quando alza lo sguardo e mi vede il suo sorriso svanisce. Ci guardiamo negli occhi per chissà quanto tempo. È come se ci fosse un filo trasparente che unisce i nostri sguardi, come se non potessi più guardare altrove. Ma lei lo fa. Abbassa lo sguardo, è imbarazzata. Poggio la mia bottiglietta d’acqua vicino al muro, dove sono anche le altre. Sergio entra in palestra, iniziamo. Proviamo prima “En gira”. Conosco i passi a memoria, non è tanto difficile. –Jorge, più attenzione per favore.- Mi critica il coreografo mentre ballo. Non sono concentrato, lei è alla mia sinistra e non faccio altro che guardare il suo riflesso nello specchio di fronte a noi. È così bella quando balla, ma ho già detto che lei è bella sempre. –Jorge più in alto le braccia!- Afferma ancora Sergio quando stiamo per arrivare alla fine. Quando non si sente più la musica, segno che la canzone è finita, applaudiamo come è nostro solito. Continuiamo a provare. –Ok, ragazzi, cinque minuti di pausa.- Afferma Sergio. Come gli altri, mi avvicino alle bottiglie, ma vengo bloccato. –Jorge, che ti prende?- Il mio amico coreografo è davanti a me. –Scusa, Sergio, sono distratto. Sto pensando a un problema che…- Inizio, ma mi interrompe. –Va bene, Jorge, non dire altro. Sai che per qualsiasi cosa, io ci sono.- Mi incoraggia. –Certo, grazie mille.- Sorrido. –Di nulla, ma cerca di fartela passare. Lo show è tra pochi giorni.- Afferma. –Sì, certo.- Mi allontano e prendo la mia bottiglia. Bevo qualche sorso, ma una voce mi fa voltare. –Jorge, per favore, possiamo parlare?- Martina. –Non ho niente da dirti.- Cerco di essere il più freddo possibile. –Be’, io sì. E mi devi ascoltare.- Afferma decisa. –Bene, ragazzi, riprendiamo.- La voce di Sergio mi salva dalla situazione. –Mi dispiace.- Esclamo, prima di oltrepassarla. Devo ammettere che la curiosità rimane. Cosa voleva dirmi?

 
Passa un altro giorno. È la vigilia di Capodanno: il 31 Dicembre. Sono davanti allo specchio della mia camera che mi preparo per la grande festa a cui parteciperanno tutti i ragazzi del cast, tra cui anche lei. Mi sto sistemando il ciuffo, deve essere perfetto, ovviamente. Indosso una camicia azzurra, un pantalone nero blu scuro e le Jordan blu e bianche. –A che stai, Jorge?- Mi chiede Ruggero, intento ad allacciarsi una scarpa. –Ho quasi finito, tu a che stai?- Gli chiedo, mentre spruzzo della lacca sul mio ciuffo. –Sono pronto.- Afferma alzandosi ed avvicinandosi a me. –Allora, con Martina?- Mi chiede. Sapevo che sarebbe arrivato a questo. –Con Martina niente. Siamo amici e basta.- Esclamo. –Amici? Ma se non vi rivolgete la parola da due giorni. Jorge, posso, per favore, sapere cosa è successo due giorni fa in questa stanza?- Supplica quasi. –L’ho baciata.- Dico tranquillo. –E lei ha risposto. Ruggero, mi sembrava che lei ricambiasse i miei sentimenti. L’ho sentito nel bacio.- Continuo. Ruggero mi ascolta serio senza spiccare parola. –Ma mi sono sbagliato… Le ho detto di amarla e lei.. Be’, lei ama Peter. Quindi, fine della storia.- Spiego. –Quindi sembra che non ci sia nulla da fare.- Mi dice e, come risposta, annuisco. –E cosa vuoi fare adesso?- Mi chiede. –E adesso, niente. Continuerò a stare con Stephie e con lei… Non so, si vedrà. Sicuramente non le chiederò scusa.- Affermo. –Certo, non hai nulla di cui scusarti. Solo che non trovo giusto che continui a stare con Stephie se non la ami.- Poggio la lacca sul tavolino e mi volto verso di lui. –Non è questo il punto. Io Stephie la amo, mi piace. Ma con Martina c’è qualcosa in più… Qualcosa che mi manda in tilt appena la vedo. Non te lo so spiegare.-. –Te lo spiego io: con Stephie è solo “infatuazione”, con Martina è amore.- Sorride beffardo. –Tu non ami Stephie, ti conviene lasciarla se non vuoi illuderla e farla soffrire. Lo devi fare il prima possibile.-. –Credo che tu abbia ragione, la lascerò tra qualche giorno… Di certo non voglio rovinarle il Capodanno.- Prendo una decisione. –E fino ad allora?- Chiede ancora. –Come?-. –Cosa farai fino a quando non la lascerai? Come ti comporterai?-. –Credo che mi comporterò normalmente, mentre con Martina… Con Martina si vedrà.- Affermo. –Dai, andiamo o arriveremo tardi.- Prendo il telefono, le chiavi della camera ed esco, seguito da Ruggero. –Ah, Ruggero. Grazie.- Gli sorrido prima di scendere al piano di sotto. Sono già arrivati quasi tutti. Manca solo qualche ragazza, tra cui lei, e ovviamente anche Peter. Stephie mi si avvicina e mi saluta con un bacio a stampo. –Come sei bello, amore.- Mi dice. –Grazie, anche tu.- Le sorrido, ma poi la mia attenzione ricade su altro. Anche Martina sta scendendo le scale per raggiungere la sala, in compagnia di Cande, Mechi e Peter. Indossa un vestito rosa chiaro che arriva a metà coscia, monospalla, decorato con dei brillantini che sembrano tante pietre sulla parte davanti. È così dannatamente perfetta. –Evita di morderti il labbro, o darai nell’occhio.- Mi sorride Ruggero. Senza nemmeno accorgermene, mi stavo mordendo il labbro inferiore. Caspita, perché mi fa sempre quest’effetto? Parte la musica, la festa inizia. Mentre sono impegnato a mangiare qualcosa al tavolo del buffet, mi arriva un messaggio. Poggio il piatto con i gamberi sul tavolo e prendo il cellulare dalla tasca posteriore. È un messaggio di Ruggero. “Ehi, amico, non ti trovo più ahah Ti aspetto sul balcone, ho scoperto qualcosa che ti potrebbe interessare.” Blocco il cellulare e mi avvio verso il balcone… Questa storia mi puzza e non poco. Arrivato, Ruggero non c’è, lo aspetto per qualche minuto, quando anche una ragazza, direi bellissima, mi raggiunge. E chi potrebbe essere se non lei? –Che ci fai qui?- Le chiedo, poggiando i gomiti sul davanzale e guardando nel vuoto. Lei mi segue. –Sono uscita a prendere un po’ d’aria.- Mi informa. –Be’, io vado.- Faccio per andarmene, ma lei mi blocca. –No, Jorge, aspetta.- Mi supplica quasi. –Cosa vuoi, Martina?- Le chiedo duro. –Ho chiesto io a Ruggero di farti venire qui. Devo parlarti.-. –Be’, mi dispiace, ma non voglio ascoltarti.- Le dico. –Be’, che tu voglia o no, lo farai.- Afferma decisa. –Mi hai già detto che ami lui. Cos’altro vuoi?- Sono arrabbiato, molto arrabbiato. –No, Jorge, no! Tu non hai capito niente!- Gli occhi le diventano lucidi. No, non piangere, Amore Mio. –Io non amo lui. Com’è che mi hai detto l’altro ieri? Per me non esiste nessun Peter, ci sei solo tu. Cavolo, Jorge, io amo te. Amo solo te.- Deglutisco, lo ha detto davvero? Sul suo viso scorrono le prime lacrime. Le prende il volto tra le mani e gliele asciugo con i pollici. Poggia le sue mani sulle mie. –Ti prego, non piangere.- Le sussurro. –Scusa.- Abbassa lo sguardo. –Tu dici sul serio? Davvero… ami me?- Balbetto quasi. Non so dove stia prendendo il coraggio di guardarla negli occhi. Annuisce. –Ma tu… Avevi detto di amare Peter…- Non riesco a finire la frase. Mi interrompe. Siamo ancora in quella posizione. –Dovevi lasciarmi finire. Io amo lui, o almeno così credevo. Quel bacio ha cambiato la mia vita, Jorge. Quella che provavo per Peter si è dissolto in nemmeno un secondo. Quello che provavo per Peter non è niente in confronto a quello che provo per te, adesso. Quello che provavo per Peter non esiste più. Ci sei solo tu. Ti amo, Jorge.- Mi confessa. Dio solo sa come stia facendo a non esultare. Anche a me gli occhi vengono lucidi. –Ti amo anche io.- Le dico sorridendo. Non so cosa mi stia prendendo. Sorrido e piango allo stesso tempo e ad anche lei fa così. Chi ci vedrebbe adesso, ci prenderebbe per pazzi. –Baciami.- Le sussurro, proprio come ha fatto lei due giorni fa con me. Lei si avvicina, lentamente, e in poco tempo le nostre labbra si toccano. I nostri sapori si mischiano alle nostre lacrime. Non facciamo altro che sorridere tra i nostri baci, ma continuiamo a lacrimare. La amo, la amo con tutto me stesso. Ci sei solo tu, Martina. Non dimenticarlo mai. Ti amo.


*Angolo autrice*
Ehi, chicaaas! Allora, spero che questa OS vi sia piaciuta. L'idea mi è venuta pensando ai ragazzi che hanno incontrato i fan fuori l'albergo qualche giorno fa e, be', adesso eccomi qui. Per le mie FF, credo che entro qualche giorno le aggiornerò entrambe, purtroppo sono sommersa dai compiti lol Tanti besooos! Fatemi sapere se l'OS vi piace, eh! Accetto critiche ;)
Smack Smack

  
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