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Autore: Zayle    05/01/2015    7 recensioni
"Des" bisbigliò lui rigirando la sigaretta tra le dita "il tuo nome, mi sono sempre chiesto cosa significhi."
Lei lo guardò mentre spegneva la sigaretta con un sorriso tirato.
"Daisy è l'equivalente di Margherita. E' il nome di mia nonna. Ha origini italiane e voleva che mi chiamassi come lei."
"Ah il fiore!" esclamò lui sorridendole "Ti sta bene"
"Cosa intendi?" chiese lei confusa.
"Perchè sei bella, come i fiori. Forse anche di più" disse alzandosi e lasciandola lì con i suoi pensieri.
Daisy. Zayn. Voglia di vivere. Voglia di amare, paura di farlo. Paura di perdere ancora.
Un segreto che cambierà la sua vita per sempre.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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8.
 
Era  mattina quando Daisy rigirandosi nel letto cercava calore che trovò nelle braccia di Zayn. Quando aveva aperto gli occhi Daisy pensava che tutto quello che le era successo fosse solo un sogno: la morte di sua madre, suo padre che la abbandonava e poi tornava, sua nonna costretta a partire. Le ci vollero un paio di minuti per realizzare che era invece la realtà  e che si avvicinava più ad un incubo che ad un sogno.
I muscoli di Daisy  diventarono tesi quando ricordò la conversazione che aveva avuto con suo padre e Zayn la strinse a se notando il suo disagio.
 
“Sei a casa con me piccola” le sussurrò nell’orecchio per tranquillizzarla. Daisy sorrise. Ovviamente lei aveva raccontato dell’incontro con Jeffry a Zayn anche se, quest’ultimo, non era rimasto molto colpito da quello che l’uomo aveva fatto. Secondo Zayn, Jeffry stava solo cercando di spaventarla e ci stava riuscendo cogliendola di sorpresa ogni volta che lo incontrava. Aspettava sicuramente un momento e un modo inaspettato per presentarsi davanti a lei di nuovo perché ormai Daisy non vedeva il padre da una settimana.
Intanto sua nonna era partita. A Daisy non andava per niente a genio che sua nonna se ne andasse, ma era l’unico modo per proteggerla. Il giorno precedente alla stazione Daisy aveva lasciato Margherita mentre quest’ultima singhiozzava, non faceva altro che ripeterle che sarebbe andato tutto bene, ma sua nonna era molto scettica e sembrava che volesse restare, ma fortunatamente la ragazza l’aveva convinta e Margherita era salita sul treno.  A Daisy sarebbe mancata moltissimo ma era la scelta giusta da fare. Zayn l’aveva accompagnata e quando si era fatta ora di tornare a casa le aveva proposto di andare al cinema ma Daisy aveva rifiutato e così erano tornati a casa di lei dove avevano consumato una pizza e ascoltato musica finchè non si erano entrambi addormentati l’una nelle braccia dell’altro.
 
“Oggi andiamo a casa mia” disse Zayn.
Nonostante Daisy non volesse lasciare casa propria, sapeva che non era possibile restare lì soli, così annuì e si girò per stare di fronte al ragazzo.
 
“Credo che potrei abituarmi a dormire insieme a te” disse Daisy poggiandogli la testa sul petto. Quando stava con Zayn si sentiva forte e al sicuro, non solo, ogni singola volta che lei era giù di morale sapeva farla ridere e Daisy sapeva che nessuno era mai stato in grado di farlo. Lui la strinse più forte. “Sei sicuro che ai genitori di Mike non dispiaccia ospitarmi?”
Continuò.
 
“Des, sono come un figlio per loro, farebbero qualsiasi cosa per farmi stare tranquillo e non lo sarei affatto sapendoti da sola a casa” disse accarezzandole i capelli “e poi credo che mi mancheresti troppo”. Intanto si era alzato dal letto e cercava la maglia tra i vestiti su una sedia.
 
“Ti assicuro che riusciresti a vivere comunque”
Zayn rise scuotendo la testa.
 
“Alzati prigrona” disse lanciandole un cuscino.
 
“Mmh” mugolò Daisy “torna qui”.
Zayn si avvicinò al letto e tirò le sue mani in modo che lei riuscisse a sedersi.
 
“Potremmo stare sul letto quanto vuoi quando saremo a casa mia” le disse sfiorandole il naso con il proprio.
Daisy sbuffò ma si alzò subito dopo.
Dopo essersi preparata e aver preso abbastanza vestiti per trascorrere da Zayn un paio di giorni si erano recati in macchina a casa di Zayn, lui le aveva spiegato che i genitori di Mike sarebbero tornati nel pomeriggio a causa del lavoro mentre non sapeva quando sarebbe tornato Mike.
Aspettando che la casa si riempisse, Zayn aveva portato Daisy in camera sua per far si che si sistemasse.
 
 
Daisy era seduta  sul letto con gambe incrociate e teneva su di esse un libro: “La lettera scarlatta”. Lo aveva trovato in una libreria poco tempo prima e la copertina l’aveva subito affascinata così, dopo aver letto la trama, aveva deciso di acquistarlo.
Zayn, accanto a lei, era steso a pancia in giù e stava guardando un film al computer. Daisy gli accarezzava la guancia nel punto vicino alle basette e sorrideva perdendosi nel libro e rileggendo continuamente le righe  che in quel momento la affascinavano maggiormente:
È un curioso tema di osservazione e di indagine se l'odio e l'amore non siano, in fondo, la stessa cosa. Ciascuno dei due, al limite estremo del suo sviluppo, presuppone un alto livello di intimità e di conoscenza del cuore; ciascuno dei due fa si che un individuo dipenda da un altro per nutrire i suoi affetti e la sua vita spirituale; ciascuno dei due rende miserabile e desolato l'amante appassionato, o il non meno appassionato nemico, se gli viene a mancare l'oggetto. Da un punto di vista filosofico perciò le due passioni sembrano la stessa nell'essenza, soltanto che una viene vista in una luce celestiale e l'altra in un bagliore fosco e sinistro.’
Non sentì neanche Zayn chiamarla se non fosse stato per lui che le tolse il libro dalle ginocchia allontanandolo da lei per poi girarsi a pancia in su.
Daisy allungò il braccio cercando di prendere il libro mentre Zayn rideva e lo allontanava sempre di più da lei; quando fu sul punto di afferrarlo Zayn lo allontanò ancora lasciando che lei perdesse l’equilibrio e cadesse su di lui. I loro visi veramente vicini.
Zayn si fece serio e dopo aver lasciato scivolare il libro sul pavimento portò la mano sul viso della ragazza e la attirò a se. Daisy gli mise le mani sul petto e lasciandosi trascinare lo baciò lentamente abbandonandosi contro di lui.
Lasciò scivolare le mani lungo il suo petto, poi le fece risalire sulle spalle per poi accarezzargli il viso contornato dalla barba e i capelli scuri.
Sentiva le mani di lui strette sui fianchi. Le labbra di lei tracciarono baci umidi sul collo di lui mentre le mani di Zayn le accarezzavano la schiena da sotto la felpa.
Sentiva il calore salirle nel petto, il cuore le batteva a mille e le tremavano le ginocchia. Zayn la faceva stare così bene, la faceva sentire bella, ogni problema spariva se lui le era vicino. Faceva sii che la sua vita fosse degna di essere vissuta.
 
“Ragazzi mieiii”
Mike entrò urlando nella stanza.
Daisy sussultò sedendosi sul letto e abbassandosi la felpa che era salita fin sopra l’ombelico; era rossa in viso, non per l’imbarazzo (Mike li aveva visti baciarsi già tante volte), ma per il calore che l’aveva invasa durante il bacio.
Zayn si sedette sul bordo del letto passandosi le mani nei capelli.
 
“Mike” disse Zayn sospirando “Avresti potuto bussare”
Mike rideva e nel farlo, la sua chioma verde ondeggiava.
 
“Ciao Des” disse Mike guardandola. Lei deglutì, nessuno oltre Zayn l’aveva mai chiamata in quel modo, quel soprannome apparteneva solo a loro due. Erano Des e Zayn, non Des e qualsiasi altro suo amico.
Zayn fulminò Mike con lo sguardo e Mike rise di nuovo.
 
“Sapevo che ti saresti arrabbiato” disse tra le risate “devi sapere, Daisy” continuò enfatizzando la pronuncia del nome “che Zayn diventa molto protettivo quando si parla di te, come se solo pronunciare il tuo nome fosse un reato”.
Daisy sorrise guardando Zayn. Teneva la testa bassa, ma lei poteva notare la sua espressione corrucciata e vedeva come le sue mani erano strette attorno alla stoffa del piumone sul quale era seduto.
Zayn non voleva che lei sapesse queste cose, era fatto così, molto timido quando si parlava di esternare i sentimenti. Nonostante mostrasse costantemente l’affetto che provava per le, non aveva mai detto una parola al riguardo, e se lo faceva, usava frasi vaghe che Daisy avrebbe capito solo con il passare dei giorni.
 
“Non ha intenzione di mollarti neanche per tutto l’oro del mondo” continuò Mike.
Zayn s’irrigidì e Daisy continuava a fissare Mike cercando di capire se fosse un altro dei suoi stupidi scherzi per prenderli in giro, ma quando Daisy si voltò e vide l’espressione di Zayn capì che era vero.
 
“Bene, perché io non ho intenzione di mollare lui” disse guardando Zayn, al quale compariva sul viso una smorfia di sollievo. Lui annuì mentre continuava a fissarla.
 
“Non vorrei interrompere questo contatto mistico che si è creato tra di voi, ma mia mamma è arrivata” disse Mike per poi uscire dalla stanza.
Entrambi lo seguirono tenendosi per mano senza proferire parola e quando arrivarono nella casa attraverso la porta sul retro, Mike era scomparso.
Attraversarono la cucina per poi arrivare nel salone, la stanza era calda e accogliente, al centro di essa vi era un grande divano e al lato delle poltrone e nel mezzo vi era un tavolino di vetro sul quale vi erano appoggiate tre tazze contenente del caffè fumante.
Poco dopo comparve nella stanza una donna, di altezza media e con i capelli neri raccolti in uno chignon sulla nuca, indossava una tailleur grigio che faceva risaltare il colore azzurro degli occhi. L’espressione era dolce, le labbra sottili incurvate in un sorriso.
 
“Tu devi essere la famosa Daisy” disse la donna cingendola con un braccio per abbracciarla.
“A quanto pare” disse Daisy mettendole una mano sulla schiena per ricambiare l’abbraccio. Non era abituata a simili comportamenti, nella sua famiglia non c’erano molti braci e abbracci, era tutto molto freddo e distaccato.
Sorrise alla donna quando si allontanò da lei per sedersi sul divano e prendere la tazza di caffè dal tavolino.
Zayn la prese per mano e la fece sedere vicino a lui sulla poltrona accanto al divano.
 
“Signora Clifford io le sono molto riconoscente per ospitarmi…”
La donna la bloccò con un cenno della mano.
 
“Innanzitutto non sono la signora Clifford bensì Mary e non devi ringraziarmi di niente” la donna spostò lo sguardo da Daisy a Zayn “sei la benvenuta qui”.
Daisy sorrise di nuovo non sapendo cosa risponderle.
“Prego”disse  Mary a Daisy incitandola a bere il caffè sul tavolino.
La ragazza prese la tazza e bevve un sorso, il caffè era un po’ amaro per i suoi gusti ma non disse niente per non creare imbarazzo.
 
“Sei davvero bellissima cara” disse la donna accarezzandole la mano che teneva sul ginocchio.
 
“Oh, grazie” disse Daisy portandosi nuovamente la tazza alle labbra per nascondere il rossore.
Zayn intanto era rimasto a fissare entrambe durante la conversazione, teneva la mano stretta sul ginocchio di Daisy come per paura che lei potesse scappare.
Finito il caffè Daisy posò la tazza sul tavolino e prese la mano di Zayn e lo vide rilassarsi.
 
“Zayn se vuoi mostrale la casa, io vado a preparare qualcosa per cena” disse Mary per poi alzarsi e recarsi nella stanza accanto.
 
Dopo aver visto la casa, durante la cena, Daisy aveva conosciuto Frank, il padre di Mike. Anche lui, esattamente come la moglie, era stato molto cordiale e affettuoso; Daisy notò, nonostante l’assenza di Mike a cena, che erano una famiglia molto unita e che Frank e Mary si volevano veramente bene e che tenevano molto a Zayn come se fosse figlio loro.
Questo le fece molto pensare a sua madre e a quanto le mancasse. Anche se aveva avuto suo nonna accanto, sapeva che era impossibile colmare la mancanza di sua mamma.
Dopo cena Daisy e Zayn erano tornati in camera di lui dove si stavano cambiando per uscire e fare due passi anche se ancora non sapevano dove andare di preciso, Zayn dopo essersi preparato si era seduto sul letto e guardava la tv mentre Daisy era di fronte lo specchio e stava sistemando i capelli.
 
“Mi trucco e possiamo andare” disse Daisy prendendo una pochette dallo zaino.
Zayn si alzò e dopo aver messo il telefono in tasca la prese per mano.
 
“Andiamo, non truccarti, sei bellissima comunque” la tirò via dallo specchio e poco dopo furono in macchina.
Daisy si guardò nello specchietto pensando che Zayn fosse pazzo se la vedeva bella anche con gli occhi cerchiati di nero e le occhiaie, nessuno le aveva mai rivolto uno sguardo quando usciva senza trucco, invece con lui era diverso.
 
“Questa sei tu, non quello che vuoi far credere agli altri, sei tu, la mia Des” disse lui senza guardarla.
Daisy spostò lo sguardo dalla strada davanti a lei verso di Zayn. Il cuore le batteva forte nel petto. Le parole le stavano scivolando dalla bocca senza che la testa pensasse. Era il cuore a parlare.
 
“Zayn io ti…” disse Daisy ma fu interrotta dal telefono che squillava nella sua tasca, lo afferrò e fece strisciare il dito sullo schermo.
Quando rispose un forte rimbombo le tuonò nelle orecchie.
 
“Daisy, sono Jonah del Breath, credo che tu debba venire qui per prendere il tuo amico Mike, è ubriaco e non si regge in piedi e non sapevo chi altro chiamare” sentì dire Daisy.
 
“Arriviamo” disse chiudendo la telefonata e rivolgendo lo sguardo a Zayn “Dobbiamo andare al Breath a prendere Mike adesso”continuò Daisy.
Guardò l’orologio e vide che erano ancora le undici. Perché Mike era al Breath così presto?
Come faceva Jonah ad avere il suo numero di telefono?
Non appena finì di porsi un milione di domande  arrivarono al locale e nonostante fosse ancora presto,  era già colmo di persone, ragazzini per la maggior parte. Entrarono subito senza dover fare la fila, erano ormai abbastanza conosciuti in quel posto.
Appena dentro,  Daisy fu assalita da una strana sensazione e strinse la mano di Zayn per poi correre verso il bancone dove Jonah serviva da bere con un altro ragazzo alto e dai capelli scuri.
 
“Dov’è lui?” chiese Zayn appena di fronte a Jonah.
 
“E’ andato nel bagno delle ragazze a vomitare, vieni Daisy ti porto da lui” disse Jonah appoggiando sul bancone un bicchiere contenente del liquido rosso.
Daisy strattonò Jonah quando la prese per un braccio per far in modo che la seguisse e si girò verso Zayn che era dietro di lei.
 
“Amico tu non puoi entrare, è il bagno delle ragazze, vai a bere qualcosa offro io” disse Jonah indicando il bancone e lasciando il braccio di Daisy. La ragazza fece cenno di si con il capo e lui si voltò per andare al bancone.
Daisy camminò in fretta fino alla porta del bagno voltandosi ogni tanto per vedere se Jonah fosse dietro di lei.
Quando entrò il bagno era vuoto, la musica era attenuata dalle pareti.
 
“Dov’è finito Mike?” disse Daisy con la voce tremante. Jonah alle sue spalle rise.
 
“Credevo che fossi più sveglia Daisy Wilson” disse Jonah chiudendo la porta del bagno a chiave. Quel tono di voce portò alla mente di Daisy un ricordo. Il ragazzo con la felpa scura nell’auto di suo padre. ‘Signore dovremmo andare’. La sua voce era la stessa.
 
“Eri tu” disse Daisy disgustata.
 
“Finalmente fiorellino hai capito tutto” disse Jonah avvicinandosi a lei.
Daisy indietreggiò ma sbatté contro il lavandino.
“Il tuo paparino ti controlla da sempre, io gli ho sempre detto quello che venivi a fare qui, tu mi raccontavi di te quando eri ubriaca e poi io lo raccontavo a lui” continuò Jonah.
 
“Perché lo hai fatto? Credevo che tu fossi nostro amico”  sputò Daisy cercando di annullare il contatto con lui.
 
“E’ proprio questo il punto. Io non volevo essere tuo amico, ma tu non mi davi importanza così quando tuo padre mi ha fatto l’offerta di osservarti per conto suo ho accettato perché mi ha promesso che io ti avrei avuta” disse Jonah spingendola ancora di più verso il lavandino.
Daisy disgustata represse un conato e cercò di divincolarsi dalla presa di Jonah sui suoi fianchi senza riuscirci.
 
“Dov’è Mike?” gridò spingendolo indietro.
 
“Non ne ho la più pallida idea, era solo una scusa per attirare qui te e il tuo amichetto. Sei così bella quando ti arrabbi” affermò Jonah avvicinandosi e stringendole le mani sui fianchi. “Chissà cosa gli staranno facendo adesso, sicuramente non si divertiranno come lo sto facendo io”
Jonah avvicinò il viso a quello di Daisy, lei deglutì avvicinandosi a lui. Quando Jonah stava per sfiorarle le labbra lei alzò la gamba e gli tirò un calcio nell’inguine e quando si fu allontanato, gli sferrò un pugno nello stomaco. Non colpiva forte come un ragazzo, ma lo era stata abbastanza per farlo allontanare da lei. Jonah piegato in due con le mani appoggiate sullo stomaco di avvicinò di nuovo a Daisy la quale gli sferrò un altro pugno, questa volta sullo zigomo. Daisy ritirò la mano per il dolore e corse verso la porta per tornare da Zayn.
Si fece strada tra la folla, le girava la testa e barcollava, spinse una ragazza e le si versò un drink sulla t-shirt ma riuscì ad arrivare di nuovo al bancone.
Zayn non c’era.
Quando riuscì ad individuarlo qualcuno l’aveva presa per un braccio, si girò e vide Jonah dietro di lei alzando lo sguardo notò Zayn che beveva da un bicchiere.
 
“Tu non sei quello che voglio, tu non sei Zayn” urlò Daisy  spingendo Jonah che barcollò e poi cadde a terra.
“Tu non mi avrai mai” gridò ancora.
Daisy alzò la testa in tempo per guardare Zayn che cadeva per terra, svenuto, mentre il liquido del bicchiere si riversava a dosso a lui.




 

Spazio Autrice.

Salve ragazzi mie.
Lo so, come sempre sono in ritardo, ma durante queste vacanze sono stata pochissimo a casa e quando era dentro non avevo del tempo per scrivere il capitolo.
Nonostante avessi tutte le idee per scrivere non trovavo niente per unirle e quindi ci ho messo un bel pò per scrivere questo capitolo, che sinceramente, lo reputo a malapena sufficiente. 
Comunque spero che vi piaccia. 
Come vedete scopriamo che il padre di Daisy è un bastardo (che novità ahah) e scopriamo che il ragazzo (nonchè tirapiedi di Jeffry) e niente poco di meno che Jonah. 
Si lo so sono cattiva, ma voi mi amerete lo stesso.
Nel prossimo capitolo, scoprirete quello che è successo a Zayn e avverrà qualcosa che non vi piacerà per niente ma in segiuto...
Lascio a voi l'immaginazione di quello che succederà-
Come sempre, se vi va, lasciate una recensione per dirmi cosa ne pensate e come immaginate che continuerò.
Potete trovarmi qui:
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Ci sentiamo presto.
Baci.

Nicole xx 
P.S. lo so che inizialmenten mi firmavo Zayle ma, siccome mi sono leggermente scocciata di questo soprannome, userò il mio nome vero.
 
  
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