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Autore: ratherbeyou    06/01/2015    3 recensioni
"Holland che sta succedendo?"
"Sono un disastro Crystal, non riesco a mandarlo via."
"Chi Holland? Chi?"
"L'amore... Non riesco a mandar via l'amore."
Genere: Drammatico, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Party girls don't get hurt
can't feel anything, when will I learn?"

-Sia

Chandelier
-ratherbeyou



Crystal non ama le feste, perché alle feste non riesce mai a rendersi conto di chi a lei ci tenga veramente. Però una cosa la sa: sa che nonostante le feste non siano il suo punto forte, lei ci va comunque. 
Tra la confusione, l’alcool e la musica a palla tutto le sembra avere un senso. Tutto sembra essere diverso, la vita quasi le appare migliore. Non ci sono più i problemi; non c’è il lavoro che odia e al quale però non può rinunciare, non c’è l’affitto da pagare, non ci sono i ragazzi che non fanno altro che spezzarle il cuore.
C’è solo lei che ondeggia tra la folla e si sente quasi libera. Sa però, che a fine serata avrà conosciuto un ragazzo che le avrà strappato un sorriso e che le avrà fatto le solite promesse che poi non sarà capace di mantenere.
Lei domattina si sveglierà sul lato giusto di un letto sbagliato. Ed in piedi, proprio di fronte a lei ci sarà il ragazzo con cui avrà passato la notte, che le dirà le stesse cose che tutti le dicono sempre: E' stato bello, ma è stata solo l’avventura di una notte.
Cystal sarà costretta ad alzarsi con lo sguardo basso, gli occhi lucidi di chi ha fallito per l’ennesima volta e si vedrà obbligata ad uscire da quella casa - che non riuscirà nemmeno a ricordare - con la coda tra le gambe. Scenderà le scale, perché come sempre non avrà quei cinque centesimi per prendere l'ascensore, e mentre scenderà sarà sicura solo di tre cose:
la prima è che alle ragazze festaiole nessuno spezza il cuore perché non possono sentire niente. La seconda è che lei è diversa, perché ogni volta ci resta male e giorno dopo giorno è sempre più rotta - non imparerà mai. E la terza è, che se si sbriga troverà ancora Holland a casa.

Holland la mattina se la prende sempre comoda. Se non fa colazione come si deve poi non si concentra ed il suo professore di recitazione le fa ripetere le battute un milione di volte.
Perché Holland un giorno diventerà una grande attrice ma per ora cerca di convivere con i suoi attacchi d’ansia e le sue lune storte. 

Quando le squilla il telefono sa già che è Crystal e sa anche che dovrà rimandare la sua lezione al pomeriggio, perché la sua migliore amica avrà sempre la precedenza in tutto.
“Dimmi tutto.” le dice rispondendo al telefono, senza nemmeno salutarla.
“Mi offri una tazza di caffè a casa tua?” le chiede l'altra, ignorando allo stesso modo i convenevoli.
“Anche due.”
Crystal conta sempre su Holland perché lei è una persona che sa ascoltare e perché all’amore non ci crede, lei all’amore non ci casca. Lo sa che l’amore non è niente di buono e che se poi uno si lascia troppo andare, non torna più indietro.
Anche Crystal lo sa, ma proprio non può fare a meno di lasciarsi andare - è più forte di lei. E così tra una canzone ed un’altra si innamora di nuovo. Perché tutto l’amore che Holland non nutre, ci pensa Crystal a provarlo.
Holland apre la porta con un biscotto tra le labbra e la guarda: è sconvolta - più delle altre volte - e il suo cuore perde un battito alla vista della sua amica distrutta.
“Ci sono cascata di nuovo” le dice Crystal ancora un volta evitando di salutarla.
“Hai proprio l’amore facile tu, eh?”
La ragazza entra e si dirige in cucina. Holland chiude la porta e si sistema meglio la vestaglia - perché tutte le attrici indossano una vestaglia. Guarda la sua migliore amica ancora una volta e pensa che non è vero che lei sa che l’amore non è veritiero e che non ci casca mai. Perché ogni santissimo giorno lei lo sente l’amore, solo che ai suoi occhi si finge sorda.
Quando arriva in cucina l'amica ha gli occhi fissi nel vuoto e le occhiaie di chi non ha dormito tutta la notte - perché la notte è fatta per amare e non per dormire.
“Mi preparo e andiamo a berci una birra?” le propone.
Crystal la guarda tremendamente sorpresa: “Sono solo le dieci del mattino, non ti sembra presto per una birra?” poi le chiede ragionevolmente.
“Non è mai presto per una sbronza, se si ha il bisogno di dimenticare uno stronzo.” 

Nel bar sotto casa ci sono solo le due amiche sedute ad un tavolino con quattro boccali di birra vuoti a far loro compagnia. Quando si sono sedute e la prima birra ancora non aveva fatto piazza pulita del loro buon senso, Crystal ha anche raccontato quello che è successo ad Holland, solo che la ragazza ha iniziato a ridere non appena la sua storia è terminata.
“Perché ridi?” le ha chiesto Crystal e nel frattempo ha iniziato a ridere senza un motivo anche lei.
E' bello passare del tempo insieme, anche se poi finiscono col ubriacarsi e con il capirci più niente.
“Ho fatto l’amore anch’io, stavolta!” Sputa così Holland, come se fosse la cosa più normale del mondo per lei.
“Dai, sii seria!” la rimprovera gioiosamente Crystal e poi ride di nuovo. Non crede alle parole della sua migliore amica, perché non può esserci cascata anche lei al brutto scherzo che fa l’amore.
“E' la verità, anche se so che non ci credi.”
Un momento di lucidità attraversa gli occhi di Holland e Crystal può giurare di aver visto un velo di tristezza passare nello sguardo della ragazza.
“Con chi?” Le chiede. Ed adesso è seria.
“Dylan..." Risponde biascicando, l'altra "Quello che ci ha provato con me sin dal primo giorno di lezione a teatro”.
“Ma avevi detto che…”
“Che non mi interessava, lo so.”
“Allora perché ci hai fatto l’amore?” le chiese Crystal, profondamente stranita.
“Perché ci sono cascata anche io." Risponde semplicemente. Poi continua dopo un momento "Tutti ci cascano, Crystal… Anche quelli forti come me.”
Crystal non risponde - non sa cosa dire - vede solo l'amica chiedere un’altra birra al barista e poi la sente sussurrare: “Voglio perderne il conto.”
Ma non sa se si riferisce ai boccali di birra o ai suoi sentimenti.

Crystal non sente Holland da una settimana, da quella volta al bar con quei tre boccali di birra che entrambe hanno bevuto e che entrambe hanno già sostituito con altri tre bicchieri di vodka.

Non sa l'amica che fine abbia fatto. L’ha chiamata un milione di volte al cellulare ma a risponderle è sempre stata la voce irritante della segreteria telefonica. Un giorno ha provato ad andare a teatro sperando di trovarla, ma le hanno detto che non ne sapevano niente e che anzi stava rovinando il lavoro di mesi e mesi. Da lontano, sul palco ha visto Dylan e lo ha riconosciuto subito. Lui l'ha guardata con gli occhi preoccupati di chi vorrebbe saperne di più ma non osa chiedere perché altrimenti crea scompiglio e fraintendimenti. Ma lei avrebbe voluto urlargli: "Che forse è proprio a causa tua che Holland è sparita, coglione!" Ma non lo ha fatto ed è tornata a casa a prepararsi per andare ad un'ennesima festa.

Quando è sulla pista da ballo, ondeggia come fosse su un lampadario in balia di un terremoto e si dice che è meglio vivere come se un domani non esistesse... Che è meglio volare come un uccello nella notte - volare così veloce da far prosciugare le lacrime. Ma quando le si avvicina l’ennesimo ragazzo per chiederle se le va qualcosa da bere, stavolta lei non ci casca e lo fa per Holland. Perché lei ha bisogno d’aiuto - ne è più che certa! - e Crystal è sempre stata abile ad aprire le porte con le forcine per capelli.

Quando arriva a casa di Holland, le prime luci del mattino illuminano tenuemente la città ed è la prima volta che Crystal le ammira non odiandole. Perché stavolta - per la prima volta - lei non ha fallito e forse è ancora in tempo per non far fallire la sua migliore amica, quella che per lei c’è sempre stata e quella per la quale anche Crystal vuole esserci. 

Una volta dentro casa, inizia ad urlare il suo nome ma non riceve nessuna risposta. Quasi ha paura che Holland possa aver fatto una qualche pazzia. Tutto è in ordine e l'amica non è nemmeno nella sua stanza da letto. Crystal inizia a pensare che non ci sia nessuno in casa, ma quando sente un singhiozzo provenire dal bagno, percepisce un brivido attraversarle la schiena.
Si avvicina alla porta e ha paura di aprirla perché non sa in che stato troverà l'amica dall’altra parte. Mentre apre la porta, questa cigola ma a Crystal non importa; perché quando vede Holland a terra - distrutta e tremante - non perde tempo a raggiungerla e ad accovacciarsi di fianco a lei
“Holland, che ci fai qui?” Le chiede con gli occhi lucidi.
La ragazza ha gli occhi vuoti ed il mascara sbavato; Crystal si accorge che ha gli stessi vestiti del giorno nel quale hanno bevuto insieme e capisce che è da allora che non si è mossa da lì.
“Holland che sta succedendo?” chiede ancora, sempre più preoccupata.
“Sono un disastro Crystal, non riesco a mandarlo via!” esclama Holland, con gli occhi pieni di lacrime.
“Chi Holland? Chi?”
“L’amore… Non riesco a mandar via l’amore!”
Crystal l’abbraccia: puzza di alcool e di sudore, ma non le importa. E' la sua migliore amica, quella forte! Quella che l’ha vendicata quando in terza media un ragazzo le ha detto che sembrava uno stecchino. Holland non ha perso tempo a dargli un calcio nelle palle e a dirgli “Adesso il tuo cazzo lo è!”
Crystal la guarda e non riesce a credere che la sua forte e determinata amica adesso sembri un piccola ed indifesa bimba alla quale è stato appena negato il gelato. 
L’aiuta ad alzarsi e la tiene, perché lei non riesce a restare in piedi da sola.
“Che ne dici di una bella doccia?” le propone cercando anche di smorzare la tensione e - soprattutto - la preoccupazione che sembra essersi impossessata della sua mente.
“Ci ho provato, ma la vergogna non va via…" Le dice ancora Holland, continuando a piangere. "Lo sento ancora su di me, ansante… Crystal, mi sento così sporca!”
“Lo so Holland, lo so.” le risponde semplicemente.
In realtà non lo sa ma non vuole dirglielo, cerca solo di calmarla e di farle capire che non è tutto da buttare via.

Crystal si è assicurata di buttare tutte le bottiglie di alcool che Holland teneva stipate nella dispensa, e che quest'ultima stesse dormendo prima di andarsene e cercare un locale dove passare la serata.

Si rende conto - mentre cammina per le strade fredde della città - che sono più di ventiquattro ore che non dorme ma che non si sente per niente stanca.
Che sono due giorni che non lavora... Che la data dell’affitto da pagare si fa sempre più vicina e che lei non ha nemmeno un centesimo per pagarlo, ma questo non la ferma dall’andare ad ubriacarsi in un qualsiasi locale.
Un volta entrata ed avvicinatasi al bancone, dice al barista di darle la prima bottiglia di birra - la prima di una lunga serie - perché adesso ha capito cosa intendeva Holland dicendo che voleva perderne il conto.
Holland voleva perdere il conto delle battute che ha dovuto studiare per tutti i saggi teatrali a cui ha preso parte; voleva perdere il conto delle volte nelle quali ha cercato di rintracciare i suoi genitori e loro non le hanno dato ascolto - perché loro volevano che la loro figlia diventasse una dottoressa e non un’attrice da quattro soldi che per avere una parte in un film importante, è costretta a farsela con i registi. Holland voleva perdere il conto dei battiti del suo cuore - che ogni volta che è in compagnia di Dylan accelera e non si ferma più.
E adesso anche Crystal vuole perdere il conto; vuole perdere il conto delle volte nelle quali Holland l’ha aiutata e lei non è stata in grado di capire che l’unica che aveva bisogno d’aiuto era proprio la sua forte e determinata amica.

Crystal fuma una sigaretta fuori al pub dove lavora e, sfidando il freddo afferra il suo cellulare e chiama Holland.

Da quando l’ha lasciata addormentata a casa sua, l’ha chiamata minimo due volte al giorno e quando la ragazza ha imprecato contro di lei per aver gettato la sua scorta d’alcool, ha capito che la sua amica è tornata quella di prima - o che perlomeno, sta meglio.
Al terzo squillo Holland risponde e prima di dire qualsiasi altra cosa arriva al sodo - come sempre - e l'informa frettolosamente: “Dylan mi ha chiamata per sapere come stavo!”
“E tu come l’hai presa?” le chiede Crystal, profondamente sorpresa ma sorridente. Perché adesso Holland, è di nuovo la ragazza forte ma dominata da gli attacchi d’ansia che conosce lei.
“Non lo so… Credo che mi abbia fatto piacere.”
“Cos’altro ti ha detto?” chiede ancora la ragazza, tremendamente curiosa.
“Mi ha chiesto di prendere un caffè insieme.”
“Un caffè e non una birra?”
“E' quello giusto, vero?” chiede retoricamente Holland.
“Facciamo che dopo il lavoro vengo da te e decidiamo insieme cosa devi metterti.”
Crystal è felice che la sua migliore amica abbia finalmente deciso di affrontare la sua vita come se un domani non esistesse. Adesso Holland vola come un uccello nella notte, tanto forte che le sue lacrime si sono prosciugate.

Tre giorni dopo è Holland a bussare alla porta dell'amica di mattina, e quest'ultima quasi non ci crede al fatto che la ragazza abbia rinunciato alla sua sana colazione per raggiungere lei

“E tu che ci fai qua?” le chiede stranita, ma anche felice di vederla.
“Ho desiderato per tanto una bella vita ed avevi ragione… Mi è bastato tener duro per una sera per capire che l’amore - quello vero - non fa poi tanta paura.” Fa una pausa e prende le mani della sua migliore amica - fredde al contatto, perché la tristezza è andata via ma il freddo che popola le strade proprio no. - poi continua esclamando “Ho deciso di tener duro tutte le notti, così la vita mi sorriderà sempre!”
Crystal l’abbraccia come non ha mai fatto prima, perché stavolta è davvero tutto apposto e Holland non sta solo recitando.
“Beh allora adesso che dici? Ci andiamo a bere una birra?” Propone Holland staccandosi tanto quanto basta per guardare l'amica negli occhi.
“Ma sono solo le dieci, non ti sembra un po' presto per una birra?” 
“Non è mai troppo presto per una sbronza, se bisogna brindare all’amore.”
 
 



 
  
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