Dentro l’Eden esiste un altro luogo.
Una piccola fonte di luce. In mezzo all’oscurità.
Ove non sgorga la purezza dei Cieli…
E nemmeno la lussuria degli Abissi…
Una fonte chiamata beatitudine.
- Laurana 84, Milk&Chocolate-

"Aprivo gli occhi sulla verità che mi era stata nascosta…e quello che vidi non mi piacque…

Qualunque cosa avessi toccato

E cercato…
E desiderato…
E protetto…
…Tutto quanto, diventava cenere…

…Forse fu tramite quel nuovo vuoto lasciatomi dentro, che t’insinuasti delicatamente, senza farmi male…
Senza che neppure me ne accorgessi…Senza ch’io potessi fare nulla…

Inerme come un neonato, venni soggiogato dalla più incredibile delle magie…

La tua…"

Ho conosciuto più profanazioni ed insinuazioni scientificamente blasfeme nell’ultimo anno che negli altri tredici che mi stanno aggrappati alla schiena…
Eppure nessuna, in quel momento, mi parve tanto vergognosa quanto l’orrore del chiamar ‘angeli’ esseri mostruosi come quelli che avevo combattuto…

Quel momento…

Un tramonto…
Una melodia…
Una voce calda…
Il primo sorriso che riuscii a scorgere in quella valle di ombre che era Neo Tokyo 3…

Sembrerà sciocco, ma non ebbi alcun dubbio a riguardo…

Solo in quel momento, fui certo d’aver davvero incontrato un angelo…

"Non parlasti di te.
E neppure volevo lo facessi, giacché l’incanto stava nella perfezione dell’assurdo.

Mi capivi da prima che c’incontrassimo…

Ero tuo ancor prima di parlarti…

E se arrossii al suono del tuo nome non fu perché già sapevo d’appartenerti…

Ma perché sentii di conoscerlo da sempre…"

Come un bambino lo attesi cullato dalla melodia che ci aveva legati.

Lo attesi.

Lo attesi come s’attende chi sai non ti rifiuterà.
Lo attesi per capacitarmi esistesse davvero.
Lo attesi per ammirarlo da vicino.
Lo attesi, sperando che quelle labbra si sarebbero piegate in un sorriso, ancora una volta, per me…

Niente di più.

Desideravo vederlo sorridere come si desidera accertarsi d’un miracolo.

Lo attesi.

Lo attesi a lungo.
Lo avevo atteso per quattordici anni, e lo capii quando m’apparve davanti.
Come una visione.

L’angelo sorrise.

Ed io gli donai il mio cuore.

"Inerme, ho già detto. Nudo. Disarmato. Indifeso.
Potrei trovarne a milioni d’aggettivi che possano provar a spiegare come mi sentissi davanti a te.
Ma nessuno di questi s’adatterebbe a quel sogno.
Perché han tutti un retrogusto negativo.
E non poteva esserci negatività alcuna in quel modo di guardarmi.
Così ingenuo.
Così semplice.
…
Fra angeli e mortali ci dovrà pur essere sostanziale differenza, se l’esperienza m’ha insegnato che neppure l’immortalità è loro concessa ai giorni nostri…"

Un po’ la situazione, un po’ la condizione in cui versavo se messo al su fianco…mi vergognavo.
E questo mi faceva sentire stupido.

Perché io solo ero in imbarazzo.
Io solo vedevo malizia laddove non c’era.

Ma io…beh, io non ero un angelo…

Nessun pudico imbarazzo, sul suo viso meraviglioso.

Mi prese per mano e mi sconvolse di piacere.

Pronunciò le parole magiche. E l’incanto fu completo.

Disse di volermi bene.

Non gli risposi ch’io invece già sentivo d’amarlo da morire.

"Allora non sapevo cosa celasse quella magia così perfetta…
Cosa si nascondesse dietro ai sorrisi gentili…
Agli occhi dolci ma sicuri come solo quelli di chi ben conosce il proprio fascino…
Alle parole di zucchero e conforto…

…Certo non una creatura mortale …
…Ma ancor prima di conoscere la verità, quello…Beh, già lo sapevo…

…Nel tuo tocco gentile ritrovai l’innocenza perduta…

Non so come riuscisti a strapparmi con tale facilità all’afasia emotiva che m’affliggeva…
…non so come riuscisti ad inondarmi di luce…

… So soltanto…che lo desiderai chiaramente…

…Desiderai che quell’incantesimo meraviglioso durasse per sempre…"

Gli parlai di me.
Gli parlai di mio padre.
Gli parlai di quella che, un tempo, erroneamente avevo chiamato ‘vita’.

Gli parlai di mia madre.
Gli parlai dei miei giorni in questa città d’ombre ed asfalto.
Gli parlai d’un azzurra chimera e d’un impietoso demone rosso.
Gli parlai di cos’era cambiato, di cosa avrei voluto restasse com’era.

Gli parlai di quanto mi odiassi.

Ma forse, quello s’intuiva del resto.
Forse, lui già lo sapeva.
Capiva tutto, il mio angelo…solo guardandomi…
…in fondo, lui mi conosceva da sempre…no?

Era chi più mi comprendeva…E ciononostante riusciva a non odiarmi…

Nei suoi doni di dolci e caramelle, cominciai a pensare di non esser poi così sbagliato…

Oppure che, nonostante lo fossi, non doveva contare, se il cielo m’aveva perdonato…

Era lui, quel perdono…
Era lui, quelle scuse da Dio per avermi tanto maltrattato ed umiliato…
Era lui, che cercavo fin dall’inizio…
Era lui, che volevo da che ero al mondo…
 

Ed allora gli parlai di Shinji Ikari come mai avevo fatto neppure a me stesso.
E ciascuna parola entrava in lui dolcemente e dolcemente ne usciva, svanendo nell’aria.

Così facendo, alleviò ad uno ad uno i morbi del mio animo.

Tornato vergine al dolore, vedevo luminosa e gentile la stanza prima buia e spoglia.
Lui la illuminava…Così come aveva illuminato me…

…nel suo sorriso morii…

…nel suo sorriso rinacqui…

"Non so spiegare l’orrore di cui macchiarono quel nome…
Come quella stessa parola che ripetutamente avevo sussurrato a me stesso guardandoti, potesse suonar agghiacciante pronunciata dalle loro voci…

…Ero sotto il tuo incantesimo…

…E non so spiegare quale impietosa violenza utilizzarono nel gettarmi la verità in faccia…

…Ero sotto il tuo incantesimo…

…E tu ne hai approfittato per tradirmi…"

Fu la fine del sogno.

Il degno capitolo conclusivo de "Le tragicomiche avventure di Shinji Ikari", redatto dal Dio maledetto che fino all’ultimo s’è divertito a prendersi gioco di me…

…e lui…?

…Non so quante volte mi sono domando se avesse tratto piacere, nel sapermi in suo potere in attesa di dilagnarmi…

…Non lo so, sicuramente molte…

…Molte…

…

…

…E mi sono sempre risposto di no.

Anche se forse ho solo bisogno di crederlo.
...Rabbia ed amore sono inscindibili dal dolore.

Ma sarebbe tutto più facile se per un istante soltanto fossi riuscito a creder falso quel sorriso, chiedendo così asilo all’odio per nascondermi dalla sofferenza.

L’ho fatto spesso.

Ho odiato molte persone in vita mia.

Mio padre.
Mia madre.
La signorina Misato.
Ayanami.
Asuka.

Molte.

Ma non lui.

Ancora oggi non trovo lordura in quel premeditato tradimento, né crudeltà consapevole alcuna.

Forse nella sua magica perfezione, lui neppure lo vide come un tradimento.
Ed a volte, confesso, mi rendo conto di pensarla allo stesso modo.

Preferisco immaginarci come due fiumi che il destino ha voluto far per un attimo deviare, permettendo loro d’incontrarsi, ma che necessitavano di seguitar poi i rispettivi corsi.

Ed io sono grato di quell’incontro…

Anche se, lo so, è stata la più crudele delle ferite che questa vita m’ha inferto.

Solo dopo aver conosciuto il paradiso…ho capito che questo è l’inferno…

"Kaworu, sei stato un angelo od un demone per me…?

Vivevo nell’ombra prima di conoscerti, ed ero sereno.
Perché sapevo che quello era il mio luogo, l’unica realtà alla quale potessi appartenere.

Ma poi ti ho incontrato, dolce angelo...
...ed hai lasciato che mi abituassi alla tua luce quel tanto da farmi star male nel portarmela via.

Lo sai...?
Con un solo sorriso hai dato un significato alla parola ‘amore’.
Ma ti giuro, avrei preferito continuare ad ignorarlo.

Perché se non avessi saputo cosa fosse l’amore, non avrei mai pianto per amore.

Ed ora proverei la solita insofferenza che mi disgusta senza colpirmi, e non questo dolore che mi strazia il petto e dilagna le membra.

Hai strappato quello che m’avevi dato, ed ora sono quello che vedi : un fagotto vuoto che aspetta la fine di quest’imperturito supplizio.

Ho ucciso il mio angelo, e non ci saranno né redenzione né sorrisi, questa volta.

Per donarmi un futuro m’hai costretto al dolore più grande.

Tu mi hai insegnato ad amare.

Tu mi hai fatto credere.
Tu mi hai fatto sentire completo.

E se prima ignoravo tutte queste cose, allora adesso so che sono solo menzogne.

Labili…fuggiasche…ingannatorie…come un incantesimo…

…

…

…Ed ora la colpa è tua.

Se non riuscirò mai più credere.

Se non riuscirò mai più a ricompormi.

Se non riuscì mai più ad amare.

…perché il mio cuore…Kaworu…ricordi?

Ce lo hai ancora tu…"

*

Nota dell’autrice: prima di tutto questa fic è dedicata alla mia Claudia…sai già quello che penso di te/per te, quindi non serve dilungarmi pubblicamente…:*
Poi…

…

…lo so che dopo aver comprato un dominio che fa ‘asuka-shinji.net’ non dovrebbe essere permesso scrivere una fiction simile, però…T______T E’ stato più forte di me…;____; Perdonatemi…;_____;

Che poi, lacrimucce di redenzione a parte…mi pareva il minimo.

Insomma, io non riesco a credere che l’Italia sia una paese così stupido.

Ho letto una cinquantina di fanfics su di una coppia che nell’anime fondamentalmente non esiste (Shinji-Rei), almeno un centinaio dove un rapporto meraviglioso e complesso veniva ridotto ad una zuccheriera (Shinji-Asuka)…e sull’unica, dico, l’UNICA coppia che in Neon Genesis Evangelion non viene ridicolizzata se accostata alla parola ‘amore’ neppure mezza riga…T___T?

Poveri piccini…;___;

Comunque, venendo alle note serie (beh, anche le prime lo erano, a dire il vero)…non mi pare affatto d’essere uscita dallo spirito dell’incontro fra i due (;.;)…

Io sono una convinta LAS, ma sono altrettanto convinta che il primo vero amore di Shinji sia stato Kaworu.

Magari in maniera poco chiara ed infantile, ma lo amava.

O meglio, Kaworu gli ha insegnato ad amare, ma indirettamente ha confermato la tesi ‘love is destructive’ (guardate che fine fa il bellissimo angelo, e come si riduce il povero Shinji…)…

Dopotutto Kaworu rappresenta in Eva l’amore stesso, ed è l’immagine che Shinji chiama a se nell’EoE come immagine d’amore.

…

…

…e poi, obbiettivamente, sono così carini…;____;

Quando lui gli dice "Chissà, può darsi che i sia nato proprio per incontrarti…" stavo per avere un mancamento…;___;

Dunque, prima di tornare in modalità LAS Devoted (aò, non ho mai smesso di esserlo, e credo di averlo più volte dimostrato…è_é), diamo a Cesare quel che è di Cesare…

La frase di apertura sotto al titolo è tratta dall’indescrivibilmente meraviglioso AU "Milk&Chocolate" di Laurana84…leggetelo assolutamente >_

"Under your spell" è la canzone che Tara canta a Willow in "Once more with feeling" ("Buffy, the vampire slayer - 6.8", recentemente trasmesso su Italia 1 come "La vita è un musical"…-__-), e siccome mi ha sempre fatta pensare a loro…^.^

Le ultime due strofe vengono invece da "Life’s a show", quando Buffy confessa d’esser stata in paradiso e che ora la vita è il suo inferno perché deve viverla con la consapevolezza di quello che ha perso. Mi pareva esprimesse bene il concetto…

Per la cronaca (così poi ho finito) c’è anche una fic di Sciapy che si chiama così, ma è completamente diversa e visto che è il titolo d’una conzone l’ho scippato…:p Quindi andate a leggere anche quella, e già che ci siete leggete anche "Cicatrici" perché è molto inspired e magari involontariamente ho scippato qualcosa…probabilmente il "sei stato un angelo od un demone per me?", ma non sono andata a controllare perché quando scrivo non devo essere sott’effetto d’un'altra fic che mi piace molto, altrimeni finisce che tendo a cacciarla ovunque nelle mie ;_;

Ah, forse c’è anche una fic su FF8 che si intitola così ed ho intravisto…o_O

Ok, ho finito…bye ^o^