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Autore: Flygirl14    06/01/2015    4 recensioni
"Rimasero lì, con un piccolo sorriso sulle labbra a guardare il cielo, tenendosi per mano."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Timothy McGee, Ziva David
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Story of My Life'
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Cinque giorni per farti innamorare…
 
 
 
Vacanza. Non proprio vacanza ma riposo prolungato. I tre agenti erano seduti alle loro scrivanie e fissavano un punto indeterminato davanti a loro. Il direttore Vance aveva concesso loro ben cinque giorni di riposo. Non potevano crederci, non andavano mai in vacanza. Gibbs uscì in quel momento dall'ufficio del direttore. Si fermò sorpreso a guardare le facce dei suoi agenti: McGee dondolava la testa avanti e indietro con un sorriso ebete sulle labbra, Ziva fissava la televisione tra le scrivanie dei suoi colleghi e Tony...dormiva?
Scese le scale veloce e non appena passò davanti ai suoi ragazzi scattarono tutti sull'attenti.
- Tony...- lo chiamò Jethro, una prima volta.
- DiNozzo...- urlò un po' più forte l'uomo.
- Sì, capo?- disse l'agente super speciale, alzandosi e lisciandosi la camicia.
- Allora dove avete deciso di trascorrere questo cinque giorni di riposo assoluto...- disse al ragazzo sottolineando accuratamente la parola 'assoluto'.
- Noi, capo, noi pensavamo di andare negli Hampton, c'è una bella casa che possiamo affittare e c'è la spiaggia, il mare...Vuoi venire con noi capo?-
- Con voi?- a quel punto intervenne Ziva, allarmata dal cambio di voce di Gibbs.
- Sì capo, Tony, McGee, Abby ed io...- l'agente anziano sorrise enigmaticamente, come era solito fare, prima di salutarli, augurando loro buone vacanze.
Appena l'ascensore si fu chiuso Tony saltò sulla scrivania.
- Siamo in vacanza!-
- Tony scendi o ti farai male, non sei più così giovane!-
- Sta zitto McMammina- disse il bell'agente, anche se subito seguì alla lettera il consiglio dell'amico, sentendosi poco stabile.
- Vado da Abby, ci vediamo domani davanti a casa mia?- disse la donna.
- Sì, Ziva, sempre che Tony si svegli in tempo...-
- Io... Mi sveglio in tempo McGee. Tu piuttosto... Non hai dormito in questo periodo, sei arrivato in ritardo due volte, alla terza saresti stato licenziato per Gibbs...-
- Avevo detto al capo che c'era traffico!-
Mentre i due si avviavano verso l'ascensore discutendo come ogni giorno da quando li aveva conosciuti, Ziva prese le scale e si diresse al piano inferiore da Abby. Non appena varcò le porte scorrevoli in vetro la musica le giunse diretta alle orecchie, lasciandola un po' stordita, cosa che accadeva bene o male una volta al giorno. Non si sarebbe mai abituata a quel fracasso.
- Abby!- la chiamò una prima volta, senza ottenere risposta.
- Abby!- la giovane spense lo stereo e si voltò verso quella che con il tempo era diventata la sua migliore amica.
- Ziva, ho bisogno di un consiglio: che costume porto? Perché andiamo in vacanza e sono una donna, ma andiamo via con i nostri amici e non vorrei esagerare, insomma sono in pausa riflessione da quanto il direttore ci ha comunicato le ferie. Avrò comprato almeno una decina di pezzi, non so cosa mettere in valigia!-
Come sempre Ziva dovette ripercorrere mentalmente le ultime frasi dette, per poi rispondere.
- Abby, portali tutti e quando sei lì, decidi!-
- Grazie, mi sei stata di grandissimo aiuto...- disse la scienziata, abbracciandola. Le due si salutarono e Ziva poté finalmente tornare a casa.
Appena entrò nel suo appartamento si lasciò cadere sul divano. Era così stanca che si addormentò. In quel periodo avevano lavorato ad un caso davvero pesante. Più di un mese d’indagini. Avevano attraversato il Paese in lungo e in largo, alla ricerca di uno straccio d’indizio, finalmente due giorni prima avevano catturato l'assassino. Cosa rara il direttore aveva concesso loro cinque giorni di pausa. Un mese pareva loro. Si svegliò di soprassalto. Guardò l'orologio: le sei e mezzo. Aveva dormito due ore. Realizzò dopo qualche secondo perché si fosse svegliata, stava squillando il telefono.
- Agente David...-
- Ziva, stavi dormendo?-
- No, Tony...-
- Stavi dormendo...- ribatté ridacchiando dall'altra parte l'uomo.
- Non... Che cosa vuoi Tony?-
- Chiederti con quante macchine andiamo...-
- Se volete...-
- Non guidi tu, sì, mi sembra un'ottima idea. Io e McGee pensavamo di andare con la mia, o con la sua, bene o male quattro borsoni ci stanno...-
- Per me va bene, Agente Super Speciale...-
- David, mi commuove la tua gentilezza. Ti passiamo a prendere domani, buona serata, occhioni belli...-
- Buona serata, Tony!-
Finì la chiamata e si appoggiò al tavolo da pranzo. Si rese conto di stare sorridendo.  Ritornò però subito ad essere l'agente super preparato. Ora aveva una missione importante: la valigia.



Intanto a casa sua Tony DiNozzo vagava da una stanza all'altra, recuperando camicie leggere, costumi e pantaloni. Non si ricordava molto bene come si preparasse una valigia per il mare, considerando che l'ultima volta che ci era andato era stato più di un anno fa. Non poté fare a meno di immaginarsi la sua Ziva in costume da bagno, con quel fisico da paura.
- La MIA Ziva?- si bloccò in mezzo al salotto, con un paio di mutande a mezz'aria. Fissò sconcertato il capo che aveva in mano e scuotendo vistosamente la testa proseguì nel suo programma pre-vacanza.



Il mattino arrivò prima del previsto. Maggio non aveva smesso di regalare giornate assolate e anche quella settimana non si era smentito. Fine maggio e cinque giorni di vacanza cosa poteva desiderare di più Tim. Si preparò la colazione e fece appena in tempo a vestirsi che sentì suonare il cellulare. Era un messaggio di Abby
“ Tim, sono pronta, ti aspetto sotto casa...- rispose che stava arrivando, andò in bagno veloce e poi preso borsone e chiavi dell'auto passò a prendere la prima di tre. Quando anche Tony fu salito a bordo si avviarono verso casa di Ziva.
- Abby, non è che mi fai sedere davanti?-
- Perché Tony?-
- Ecco...- iniziò l'agente, subito bloccato dal suo amico.
- Non vuole fare cinque ore di macchina con Ziva.
- Ah la metti così?- disse la ragazza, fulminandolo con lo sguardo.
- Non... Lascia perdere, grazie McImpiccione, rovini tutto, come sempre-
- Siamo arrivati da Ziva...-
- Vado io...- disse Tony arrabbiato, sbattendo la portiera. Prese l'ascensore e in due minuti fu davanti alla porta della sua collega nonché migliore amica.
Non lo avrebbe mai ammesso ma era contento di poter passare cinque giorni con lei, senza lo sguardo gelido di Gibbs, attorno. Alzò il pugno e bussò due volte.
- Arrivo...- dall'interno sentì una voce femminile e Ziva gli aprì la porta.
- Ciao Tony...-
- Buongiorno Ziva, lascia prendo io ...- galantemente le tenne aperta la porta prima di prenderle il borsone e scendere in macchina con gli altri.
Dopo aver caricato partirono, poteva dirsi ufficialmente iniziata la loro vacanza.


Erano le quattro del pomeriggio quando arrivarono negli Hampton. Si erano fermati per il pranzo e diciamo che accidentalmente avevano sbagliato uscita.
- McNavigator, sei inaffidabile...-
- Tony stavo seguendo le TUE INDICAZIONI...-
- Basta, ragazzi, pace interiore, stiamo per aprire casa e scoprire che cosa ci attenderà per cinque giorni...- interruppe Abby, con il solito carisma che la contraddistingueva. Strappò le chiavi di mano a Tony e si fece largo tra le borse.
Infilò la chiave nella toppa e aprì la porta. Entrarono uno dopo l'altro fermandosi nell'ingresso. Era una casa davvero grande. La sala e la cucina erano un'unica stanza ma era tutto fuorché piccola. Quattro porte si affacciavano sul salotto, erano le quattro stanze da letto con bagni personale. Non ci fu bisogno d'altro che d'uno sguardo, tutti si buttarono per accaparrarsi la stanza migliore.
Dopo qualche minuto e qualche livido in più Ziva si ritrovò nella stanza più a ovest, quella che dava sulla spiaggia ed era colpita dal sole al pomeriggio, Tony nella stanza più a nord, subito vicino a quella di Ziva, a seguire c'erano Abby e McGee.
Sistemarono vestiti e oggetti vari e decisero di dividersi i compiti.
- Ragazzi, dobbiamo pensare alla spesa e alla casa, che si fa?- chiese Tony, stravaccato sul divano.
 - Se non vi dispiace io resto a casa, ho guidato troppo...- disse Tim, uscendo dalla sua stanza.
- Oh, povero Tim, quello che ti serve è un abbraccio...- concluse Abby, avvicinandosi all'amico.
- Io vado a fare la spesa...- si propose Ziva, infilandosi un paio di scarpe più comode.
- Sbaglio o ti sei cambiata?- osservò Tony, soffermandosi sugli shorts della bella agente.
- È meglio se vado con lei o finiamo avvelenati tutti per cena...-
Quando i due furono usciti dalla casa McGee domandò
- Abby, non ti sembra che quei due...-
- McGee... Regola 12!- rispose la scienziata prima di andare in camera per iniziare a fare i letti.



-  Tony, guarda che bello, che meraviglia...- Ziva si stava godendo il sole caldo delle cinque sulla faccia, mentre camminava con il suo migliore amico verso il negozio.
- Già, che meraviglia...- disse più a bassa voce Tony, guardano i riflessi dei suoi capelli. Ziva abbassò lo sguardo, il mare era calmo, il profumo delle onde le arrivava deciso. Iniziò ad alzarsi un po' di venticello.
- Tony...- la donna lo fissò per un instante, non che gli dovesse dire qualcosa, voleva solo guardare i suoi occhi.
- Dimmi Ziva...-
- Grazie...- lui sorrise, lo sapeva perfettamente che quel grazie non aveva un motivo preciso, voleva dire tanto, come nulla. Era un grazie, era di Ziva.
Camminarono fino a destinazione, fecero la spesa, si confrontarono sulle varie verdure per il sugo, progettarono pranzetti e sorridenti e più leggeri tornarono verso la loro abitazione.  Era scesa la sera, c'era più freddo. Arrivarono sul vialetto di casa,  videro Abby dalla finestra del salotto. McGee stava sistemando il televisore. Suonarono ed una volta entrati si dedicarono a preparare la cena.
- Siete arrivati, stavamo morendo di fame...-
- Scusaci Tim...-
- Tony, Ziva, preparare il sugo, McGee ... Niente, tu e i fornelli non avete un bel rapporto, apparecchia la tavola, io... Penserò alla cottura della pasta...- sotto la guida decisa di capo-Ab, tutti si diedero da fare.
- Tony, smettila...-
- Dammi il mio pomodoro...-
- Tu smettila di spruzzare...-
- Ziva, ti fai male con il coltello...-
- Sono un'agente più che addestrata...-
- È inutile parlare con te... - Dopo l'ennesimo battibecco i due misero sul fuoco i pomodori tagliati sottili, il basilico, sotto strettissimo consiglio di DiNozzo e seguirono vicini la cottura del loro piccolo capolavoro.
- Ho preparato un'autentica salsa di pomodoro italiana?-
- Sì, occhioni belli...-
- La pasta è pronta!-
Si sedettero tutti molto affamati. Ma si sa, con gli amici le cene ti risvegliano, specialmente se dopo mesi di faticoso lavoro.


- Il viaggio mi ha distrutto...-
- Tony hai dormito per tre quarti del tempo...-
- Pivello, smettila, pensa a mangiare...- Tony arricciò il naso e le labbra in quell'espressione tipica, che spesso lo contraddistingueva quando tentava di fare Gibbs, arrabbiandosi con Tim. Il suo amico sorrise e riprese a mangiare gli spaghetti. Abby e Ziva come sempre osservavano la scena in silenzio, godendosi lo spettacolo.
- Allora, chi si offre di lavare i piatti?- disse McGee.
- McGee!- urlarono in coro gli altri tre.
- Lo sapevo...- ribattè scocciato il piccolo genietto.
- e va bene, stasera faccio io, ma da domani turni...-
- Ok, McGee, ora vado a farmi una bella doccia...- parlò Ziva, ponendo fine alla cena. Tutti si sistema per la notte, si disfarono i borsoni e si terminarono le docce.
In saletta si ritrovarono tutti per la buonanotte. Abby distribuì i suoi abbracci, McGee con un cenno si congedò dagli amici.
- Cosa fai Tony, resti sveglio? Domani abbiamo una giornata impegnativa...-
- Spalmarti la crema sarà molto faticoso, occhioni belli...-
- Sempre che non ti uccida prima...- rispose lei socchiudendo gli occhi.
- Che cosa c'è Tony?- la donna si era accorta che qualcosa non andava. Non che dovesse essere per forza qualcosa di brutto, ma il suo collega era diverso. Sì, a cena aveva riso e scherzato con gli altri, ma...c'era sempre un ma che non riusciva a spiegarsi. Lui si era diretto in camera sua. Lei lo seguì rimanendo sulla porta, appoggiata allo stipite.
- Tony...- lo incoraggiò una seconda volta.
- Sono contento di essere qui con voi...- le disse prima di darle un piccolo bacio sulla guancia.
- Buonanotte sederino peloso...-
- Buona notte, Ziva...-
Lei gli chiuse la porta e si diresse nella propria stanza. Per quel giorno erano successe già troppe cose. Si passò una mano fino a dove poco tempo prima si erano posate le labbra di Tony, rivisse con la mente quei brevissimi istanti e poi felice andò a dormire.



McGee si era alzato presto. Lui si era beccato la camera più a est di tutte e il sole lo stava colpendo in faccia. Maledisse il fatto di essersi dimenticato di tirare le tende e girandosi verso la sveglia realizzò che fossero le sette in punto. Si stiracchiò, volendo però rimanere sotto la copertina leggera. Erano al mare, ed era fine maggio, ma c'era pur sempre freschetto al mattino. Il suo super telefonino gli aveva già inoltrato ben cinquanta mail e un numero non molto diverso di messaggi e notifiche, ma decise di ignorarle, altrimenti che vacanza sarebbe stata. Si voltò dall'altra parte e chiuse gli occhi.

Abby Sciuto sentiva la mancanza del suo... letto. Per questo si era portata dietro la sua coperta con i teschi, va bene essere lontani da casa, ma fino ad un certo punto. Stava dormendo tranquilla, impegnata in un sogno in cui eliminava l'ennesimo assistente assegnatole dal direttore, quando il suo cellulare squillò. Si voltò quasi arrabbiata, chiedendosi chi mai poteva far tutto quel rumore a quell'ora.
Realizzò poi che si trattava del suo telefonino, lo spense ed angelica tornò a dormire.

Suo padre gli aveva sempre insegnato una cosa: se vuoi conquistare una donna, stupiscila, falla sentire unica e speciale. E sarebbe stato proprio quello che Anthony DiNozzo Junior avrebbe fatto. Avrebbe fatto sentire Ziva unica e speciale. Era sveglio da tanto tempo, quando finalmente si decise ad alzarsi. Prese la felpa della sua tuta, si mise un paio di calzini e si diresse in cucina. Impiegò qualche minuto a trovare tutto l'occorrente ma alla fine si rimboccò le maniche e iniziò a cucinare.
Uova, accuratamente separate in tuorli ed albumi,  farina, latte, un po' di burro, non troppo la sua ninja era attenta alla linea... Inutilmente pensò, ma quello sarebbe rimasto un suo personalissimo parere.
Tempo un quarto d'ora e sul piatto erano pronti una ventina di pancakes dall'aria deliziosa. Non resistette e ne assaggiò uno. Si pulì velocemente la bocca, ne mise tre in un piatto, ci spolverò sopra dello zucchero a velo che il giorno prima si era curato di comprare e un filo di succo d'acero. Completò il piatto con della frutta fresca. Apparecchiò in tavola anche per i suoi amici e guardando che non fosse troppo presto si diresse verso la sua stanza. L'orologio segnava le otto, e conoscendo le sue abitudini Ziva non sarebbe stata nel mondo dei sogni ancora per molto. Bussò piano, non ottenendo risposta, aprì quindi la porta, illuminando di poco il letto della donna. Ziva si era scelta proprio una bella stanza, con una grande vetrata, coperta adesso dalle tende. Si avvicinò a lei, facendo attenzione a non fare troppo rumore. Appoggiò il vassoio sul comodino e s’inginocchiò vicino al letto.
Stava dormendo così bene che non ebbe il coraggio di svegliarla, le accarezzò leggerò la fronte, le spostò di lato i capelli e passandole vicinissimo alle labbra, lasciò la stanza. Fece appena in tempo a sedersi a tavola che McGee ed Abby uscirono dalle loro camere, sbadigliando vistosamente.
- Ah, ben svegliati...-
-  Tony, hai preparato i pancakes! - Abby lo avvolse in un super abbraccio e si sedette al tavolo riempiendosi il piatto. Prese poi la sua immancabile caraffa di caffè, peccato che non fosse Caf-Pow.
- Grazie Tony...- disse Tim, allungandosi per prendere il succo d'acero.
- Programma della giornata?-
- Sole, spiaggia e...-
- Belle ragazze?...Scherzavo... Beach volley?- cercò di rimediare DiNozzo.
- Ma vi rendete conto, un pezzo di spiaggia tutto per noi!-
- Ziva, dorme ancora?-
- Credo di sì...-


Mentre i tre colleghi e amici parlavamo in sala, Ziva David si era svegliata e si era ritrovata un vassoio pieno di cibo buonissimo. Pancakes, frutta e caffè, che cosa poteva desiderare di più. Si mise a sedere, incrociando le gambe e trasferì il vassoio sul letto. Senza resistere toccò con la punta del dito il succo d'acero e portò alle labbra il tutto. Passò la lingua su di esse è prendendo forchetta e coltello iniziò a mangiare. Quando ebbe finito il tutto decise di alzarsi, lavare le tazze e ringraziare il cuoco. Uscì che tutti stavano  ancora facendo colazione.
-  Ziva...- disse Abby, accorgendosi dell'ingresso dell'amica.
- Buongiorno a tutti...- si fissò sugli occhi di Tony e per diversi istanti sembrò ci fossero solo loro due.
- Che cavaliere, lei hai portato la colazione!-
- Ehm... Io non sapevo a che ora si sarebbe svegliata e ...- iniziò l'agente decisamente in difficoltà. Pur fortuna quella volta Tim venne in suo aiuto, riproponendo la domanda sul programma della giornata. Alla fine decisero per un po' di spiaggia e del sano beach volley.



La parte interessante arrivò in quel momento, Ziva era rimasta affascinata dal gesto di Tony, non che nessuno le avesse mai portato la colazione a letto, ma non se lo aspettava di certo da lui. Pensò fosse un modo carino per iniziare la vacanza. Pescò dalla borsa un costume blu notte. Non essendo ancora abbronzata non voleva optare per colori come il marrone o il bianco. Si vestì o meglio si svestì e presa la borsa di corda e le infradito si diresse sul retro della casa. Tony e Tim stavano già aprendo i due ombrelloni. Abby arrivò subito dietro di lei, cogliendola di sorpresa.
- Allora, erano buoni?-
- Abby...-
- Dai, erano buoni i pancakes?-
- Sì, molto...-
- Lo sapevo, sei innamorata!-
- Non sono innamorata...-
- Beh allora lui è innamorato di te!-
- Abby, erano solo pancake...-
- I pancakes si fanno per ringraziare della nottata appena trascorsa, quando vuoi far sapere al tuo partner che sei stato bene...allora avete fatto...-
- No! Abby, tra me e Tony non è successo nulla. Ha fatto i pancakes, buonissimi, ma no...-
- Ziva, ne riparliamo a fine vacanza!- l'amica le fece l'occhiolino e la lasciò indietro. Ziva ripensò un attimo alle parole dell'analista forense. A chi voleva mentire, lei era cotta di Tony DiNozzo.
- Ziva... Vieni il mare è bellissimo!- Tony la chiamò dall'acqua e doveva ammettere che il sole e l'odore di crema la stavano invogliando a tuffarsi , il problema era dove, tra le sue braccia o nel mare?
- Tony sei peggio di un bambino, non ti sei neanche messo la crema, guarda McGee invece...-
- Ehm io sono molto sensibile...- l'agente super speciale uscì dall'acqua e le si avvicinò.
- McGee mette anche la crema antirughe alla sera!-
- Non ti farebbe male...-
- Ohoh! Siamo scese dalla parte sbagliata del letto, David?-
- A proposito... Grazie...per i Pancakes e per la colazione...- i suoi occhi erano diversi, le sue parole, la sua voce, Tony per un momento si soffermò a guardarla, era la cosa più bella che avesse mai visto.
- Posso?- le disse allungando la mano verso il suo tubetto di crema.
- Certo...- lui le spalmò la crema, accuratamente, stando attento ad evitare zone bollenti, cosa difficile, visto il percorso che stava facendo.
- Ed ora...- senza nemmeno lasciarle il tempo di finire la sollevò in braccio e corse verso l'acqua.
- Tony, Mettimi giù!- in realtà non voleva che lui smettesse, ma non poteva cedere subito. Abby sorrideva o meglio saltellava, McGee stava annusando ancora la sua protezione solare, poiché Tony gli aveva detto di averla avvelenata.
- Anthony DiNozzo Junior...- la bella israeliana riemerse con i capelli bagnati. Lui automaticamente le spostò dal viso le ciocche scure. Ziva doveva vendicarsi, non poteva cedere. Gli si avvicinò, piano, iniziando a portare la sua mano sulla spalla del ragazzo. Gli scompigliò delicata i capelli, avvicinò il petto a quello dell'uomo.
- Abby, si stanno baciando?-
- Smettila McGee non essere tonto, Ziva sta preparando la sua vendetta!-
- Ahhh... Dai, andiamo a fare un bagno anche noi!-
Mentre i due amici stavano entrando in acqua Ziva ne approfittò del momento di distrazione di Tony per spingerlo sotto. Lui colto alla sprovvista sprofondò.
Scoppiarono tutti e tre a ridere, quando improvvisamente anche Ziva sparì sotto la superficie.
- Tony...- disse la donna sott'acqua provocando solamente tante bolle. Lui sghignazzò, ingoiando però una gran quantità di acqua salata.
Salirono tutti e due, ridendo come ragazzini.
- Palla...- Tim lanciò ai due. Ziva rimandò il pallone da pallavolo e per una buona mezz'ora si divertirono così.

Tim stava riposando sul lettino, Abby si era data alla lettura a brodo mare, mentre il suo ombrellino di pizzo nero le ombreggiava il corpo.
Tony e Ziva erano ancora in acqua.
- Coraggio, sei pronta?-
- Tony, queste cose le fanno le cheerleader...-
- Dai, passami una mano!- Ziva in poco tempo si ritrovò sulle spalle dell'uomo. Prese una bella spinta e si lanciò in mare.
- O mio dio, è bellissimo...-
- Avevo ragione, o no?-
- Hai ragione scusami ... Tooony....-
- No, Ziva...- il ragazzo iniziò a correre, subito però fu raggiunto dalla donna che gli saltò sulla schiena.
- Adesso non ti lascio...- corse con lei a cavallo. Inciamparono, si bagnarono, si schizzarono e finirono uno sopra l'altra sul bagnasciuga. Respiravano affannosamente. E nessuno dei due sapeva se per i giochi o per la presenza così ravvicinato dell'altro. Eppure non era la prima volta che si trovavano distesi, in modo così intimo, già in una missione avevano dovuto fingere di fare l'amore.
Ziva si abbassò, quasi al contatto con le labbra di Tony. Improvvisamente si rialzò forse rendendosi conto che non era né il momento né il luogo adatto, si mise a sedere sulla sabbia e solo in quel momento entrambi si accorsero che McGee ed Abby li stavano osservando con la bocca aperta.
- McGee ti entrano i moscerini...- disse DiNozzo.

Il pomeriggio terminò così, con della frutta in spiaggia e una partita a carte. Quando videro che erano già arrivate le cinque decisero di iniziare le docce. La prima fu Ziva, scusa forse per stare lontano da Tony. Lui si ritirò ancora in riva al mare, sedendosi e facendosi cullare dal tramonto.
- Che cosa sta succedendo?- chiese McGee.
- McGee credevo che fossi più sveglio!-
- Sono... Sveglio, mi chiedo solo perché adesso!-
- Non è adesso, è sempre stato ...adesso!-
- Non ti seguo...- le disse il collega, mettendosi seduto dritto sulla sdraio.
- Io credo che ci sia sempre stato qualcosa tra loro...-
- E che cosa ferma Tony? Ha avuto migliaia di ragazze...-
- Migliaia di ragazze, una Ziva soltanto!-


L'acqua le scivolava veloce sul volto. Il bagnoschiuma le aveva ormai cosparso tutto il corpo. Non ne poteva più, era in uno stato di ansia, paura, agitazione, emozione. Non sapeva che cosa fare o quello che esattamente voleva fare. Finì di farsi la doccia, poi uscì, si legò l'asciugamano sopra il seno e si pettinò i capelli.
Andò in stanza e pescò da un cassetto della biancheria, prima di mettersi dei pantaloncini di tuta e una canottiera. Si asciugò veloce i capelli, con quel caldo non avrebbe dovuto aspettare molto per trovarseli asciutti. Finito il tutto si spostò in sala.
- Abby...-
- Ciao Ziva...-
- Già finito la doccia?-
- Sì... Vieni, siediti un po' con me-
- Non voglio sentirmi la predica dalla mamma, lo so: regola 12, Gibbs non c'è, ma questo non vuol dire che io non sappia rispettare ciò-
- Sai a volte credo che Tony e McGee siano i più tonti del gruppo, ma in questo momento nemmeno tu principessa del deserto ci vai molto lontana. Diamine Ziva, se io fossi nei tuoi panni gli sarei già saltata addosso!-
- Stiamo parlando di...-
- Non lo so, dell'uomo che ami suppongo!- Abby era stata davvero furba, ma almeno aveva potuto aiutare una sua carissima amica a darsi una mossa con il bell'agente. L'abbracciò prima di accendere la televisione. Alla cena ci avrebbero pensato gli uomini, o meglio, Tony.


Finirono di mangiare e decisero di andare a fare una passeggiata sul lungo mare.
Presero una felpa, si misero scarpe da ginnastica e chiusa la porta si buttarono nella vita notturna.
- Chi vuole un gelato?- propose McGee.
- Io, grazie...- disse Ziva. I due si allontanarono un attimo dagli altri due, che li aspettavano appoggiato al 'corrimano' sopra le spiagge.
- Ti piace tanto, vero?-
- Non lo so, non riesco a capire...-
- Non c'è molto da capire, Tony?-
- Hai ragione...-
- Ehi, sono sempre qui...-
- Lo so, Abby, lo so!-
Quando anche Tim e Ziva tornarono, tutti e quattro ripresero la camminata, chiacchierando del mese appena trascorso. Non mancarono i riferimenti al loro capo che sempre era nei pensieri di qualsiasi agente che avesse anche per un giorno soltanto lavorato con lui. Decisero infine di guardare le stelle e quale posto migliore se non un gruppo di grandissimi scogli sul mare. Ci arrivarono prestando attenzione ai bordi bagnati e scivolosi, poi si sdraiarono, uno vicino all'altro. Dove c'era la testa di uno di fianco i piedi del compagno, per stare tutti insieme su un'unica roccia. Le ragazze erano nel centro, gesto di galanteria a detta degli uomini. Ziva stava osservando le stelle. Brillavano intensamente quella sera. Abby e Tim si erano lanciati in discorsi di luci e fluidi stellari, lei non aveva molta voglia di ascoltare, si lasciò cullare dalle loro voci. Tony alla sua destra, guardava sì il cielo, ma non riusciva a non pensare alla donna stesa vicino a lui. Prese coraggio e spostò la sua mano, toccando quella di Ziva. Aveva paura che lei la togliesse, o che si alzasse con una scusa qualsiasi invece lei fece qualcosa che lo sorprese. Intrecciò le dita con le proprie. Rimasero lì, con un piccolo sorriso sulle labbra a guardare il cielo, tenendosi per mano. Quando decisero che fosse il momento di tornare a casa si staccarono, si alzarono e guardandosi negli occhi allargarono la bocca in un sorriso vero. Chissà, magari avrebbe anche potuto funzionare.


La vacanza passò troppo velocemente, senza neanche accorgersene erano arrivati all'ultima sera di riposo. Il mattino seguente avrebbero dovuto tornare al lavoro.
- Che fregatura, neanche passare da casa!- Gibbs li aveva chiamati, dicendo che li avrebbe voluti vedere in ufficio al mattino. Ci erano rimasti male, ma per non rovinarsi gli ultimi momenti di pace non si erano arrabbiati più di tanto.
Tony stava lavando i piatti. Ziva era in camera a preparare il borsone e Tim ed Abby si stavano addormentando davanti alla televisione.
- Sono già nel mondo dei sogni?- disse la donna comparendo dietro a DiNozzo.
- Tu... Compari sempre all'improvviso...-
- Gibbs mi ha istruita bene!- gli disse, sorridendo vicino al suo viso.
Tony le spostò i capelli dal viso, le prese la vita e l'attirò a sé.
'Ora o mai più, DiNozzo...’ Si disse mentre cercava di non rovinare tutto.
Nella casa regnava il silenzio, due sul divano dormivano e l'unica luce accesa era quella della cucina. Tony e Ziva respiravano a fatica. Erano entrambi persi l'una nelle braccia dell'altro. Poi improvvisamente Tony parlò.
- Posso?- chiese dolcemente, in un modo che Ziva non gli avrebbe mai attribuito.
- Cosa?- rispose cercando di rimanere calma. Tony la stava per baciare, e lei, lei lo voleva sì, ma...
- Abbracciarti...- ' Che cosa, Tony?’ I neuroni di Ziva correvano veloci. Una punta di delusione la colpì dritta al cuore. Amica. Ecco che cosa era per lui, solo quello.
- C..certo...- gli disse, buttando le mani oltre il suo collo. Era stato tutto solo una bellissima illusione.




Il mattino seguente partirono molto presto. Arrivarono in ufficio per le dieci. Gibbs li attendeva alla scrivania.
- Buongiorno capo...- disse McGee, l'unico dei tre che sembrava avesse voglia di parlare. Tony e Ziva non si erano più rivolti la parola. Il viaggio di ritorno era stato più silenzioso del previsto ed Abby e Tim credettero che i due agenti fossero solo tristi di tornare al lavoro. Gibbs che come sempre aveva capito che qualcosa non andava mandò McGee dal direttore, affinché lo informasse del loro rientro.
- Allora, come è stata la vacanza...-
- Bella, capo...- liquidò in fretta Tony, leggendo il fascicolo pertinente al nuovo caso.
- Sì, bella...- concluse anche Ziva, per non rimanere zitta. Si beccò ugualmente l'occhiata gelida di Jethro.
- Tony...-
- Sì capo?- disse il giovane alzando lo sguardo e notando che Gibbs non aveva perso il contatto visivo con Ziva.
- Vai a vedere se McGee si è perso...-
- Capo?... Vado capo, corro...-
Appena Tony sparì in sala conferenze, Gibbs si rivolse a Ziva.
- Vuoi dirmi che cosa succede, agente David- chiese deciso il capo.
- Niente, tutto a posto Gibbs!-
- Non mentirmi, Ziva- la ragazza faticava parecchio a mantenere il controllo. Voleva solo finire la giornata di lavoro e andare a casa. Non ne poteva più delle pareti dell'NCIS. Ne aveva abbastanza di uomini poco cresciuti. Tony l'aveva presa in giro? In questo momento si sentiva così. Senza che se ne accorgesse rivolse al capo una domanda.
- Cosa fa un uomo quando è innamorato?- appena la disse si rese conto di quello che era successo. Lei. Lei che di uomini ne aveva avuti, chiedeva un consiglio ad uno che aveva divorziato parecchie volte.  Nel sentire quelle parole Gibbs sorrise, aveva avuto ragione, erano affari di cuori. Pensò di sgridarla ricordandole la regola, ma aveva capito che di mezzo c'era ben altro che il sesso.
- Beh un uomo innamorato ti prepara i pancakes e ...- lei lo stava fissando con la bocca quasi aperta.
- E...- gli chiese volendo che continuasse.
- E ti chiede il permesso prima di abbracciarti...- a quelle parole Ziva sbiancò, per poi alzarsi di scatto.
- Scusa, scusami Gibbs, devo... Io devo...- si mise a correre verso il piano superiore, faceva i gradini a due a due. In quel momento Tony uscì dalla sala conferenze. Non ci pensò molto, gli corse incontro e lo baciò. Lo baciò, stringendolo forte a sé, inspirando il suo profumo. Lo baciò come desiderava fare da tantissimo tempo.
- Ziva...- disse l'agente super speciale DiNozzo, allibito dalla situazione.
- Ti amo, Tony...- lui le accarezzò il viso e stava per chiederle di nuovo se potesse baciarla quando lei lo precedette.
- Non pensare neanche a chiedere di nuovo il permesso...-
- Giusto, regola 18!- le disse, praticamente ridendo, prima di baciarla di nuovo, profondamente e dolcemente.

- DiNozzo, David!- i due realizzarono di essere in ufficio. Guardarono di sotto e videro Gibbs in piedi tra le scrivanie.
- Ehm, capo...- cercò di iniziare un discorso Tony.
- Allora, vi muovete, abbiamo un caso!-
Si guardarono ridendo.
- Qualcuno mi vuole spiegare!- chiese McGee dietro ai due.
- Non hai sentito il capo? Abbiamo un caso!- ed insieme, tenendosi per mano scesero le scale.










My Cloud
Questa storia è il modo con cui io e mio marito ci siamo conosciuti. ho preso in prestito personaggi di una serie tv che mi sta particolarmente a cuore ed ho creato questo racconto. ognuno di noi ha una piccola favola da raccontare e spero davvero che voi possiate narrare la vostra. 
il viaggio negli Hampton era stata la prima vacanza dopo mesi di lavoro, chi l'avrebbe mai detto che dopo aver passato sei anni a fianco del mio migliore amico sarei arrivata a sposarlo. perdonate a volte il mio italiano, lo studio solo da pochi anni ed ogni tanto il mio accento americano prende il sopravvento.
Fly
  
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