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Autore: izzie_sadaharu    06/01/2015    1 recensioni
Rimini, Trecento.
Sara è a casa da sola con i figli Anna e Pietro, mentre il marito mercante è a Venezia. E arrivano i pirati, rozzi, barbari e con nient'altro in testa se non soldi e donne.
Brevissima one-shot (per poche parole poteva essere una flash) di come le donne, spesso, devono cavarsela da sole.
Fa parte della 'raccolta' Women in History
Genere: Drammatico, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
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Arrivano!






«Arrivano!»

L'urlo squarcia la notta fresca di novembre, spezzando quella calma che viene di solito a formarsi quando tutto tace, i bambini sono a letto addormentati e il bestiame è rinchiuso nelle stalle.

Mi alzo in piedi, stranamente calma. Mi sono preparata a questa possibilità da giorni e giorni ormai, e niente mi impedirà di portare a compimento quel piano mentale che mi sono costruita.

1. Metti al sicuro i bambini.

Mi sistemo una ciocca di capelli dietro all'orecchio e inspiro profondamente. Mi avvicino velocemente al letto di Anna e Pietro e li scuoto dolcemente per svegliarli.

Loro bofonchiano, ancora comodi fra le braccia di Morfeo. «Mamma?»

Accarezzo i capelli dei miei figli e parlo con parole chiare e concise: è necessario che capiscano la gravità della situazione ma non vadano nel panico. «Sono arrivati, bimbi. I pirati. Fate come avevamo stabilito: prendetevi per mano, e correte verso la casa dello zio Morio. Non dividetevi per nessuna ragione, e non fermatevi per alcun motivo. Assolutamente non fermatevi, capito? Dovete arrivare sani e salvi a casa dello zio. Se lui non c'è...» Chiudo un attimo gli occhi, percorrendo un secondo l'ipotesi che mio fratello sia già morto quando loro arrivano a casa sua, o che magari sia uscito per battersi contro i pirati. «Se lui non c'è, nascondetevi sotto un letto, e fate silenzio. E mi raccomando: state uniti. Insieme, capito?»

Loro mi guardano con gli occhioni sgranati, e annuiscono impauriti.

«Bene. Andate, allora!»

Sgusciano veloci fuori dal letto ed escono di corsa dalla casa, senza piangere o strillare. Devo riconoscere che i miei figli sanno mantenere la calma molto meglio di me: in questo momento vorrei solo buttarmi a terra e strillare, singhiozzare, strapparmi i capelli, aspettare il ritorno di mio marito. Ma devo, devo stare in me, avere il pieno controllo della situazione. Com'era? Ah, il piano, il piano.

2. Parla con Iacopo, non tenerti tutto dentro, e concorda insieme a lui il da farsi.

Mio marito Iacopo è a Venezia, a mercanteggiare insieme al suo socio. Dunque questo punto della scaletta mentale posso saltarlo a piè pari.

Già, peccato che fosse l'ultimo. “Concorda insieme a lui il da farsi”... pare proprio che lo debba concordare da sola!
Mi guardo intorno nella vecchia casa: non abbiamo oggetti di valore, dunque i pirati non dovrebbero essere troppo interessati al denaro... l'unico problema è che sono una donna, e so bene il rischio che corro. Mi sfilo veloce l'abito lungo che porto sempre e mi fascio stretto il seno, cercando alla bell'e meglio di camuffarlo. Afferro uno degli abiti più larghi di Iacopo e lo indosso alla svelta, sperando con tutto il cuore che questo basti a sviare l'attenzione di quegli scellerati da me. Al volo mi recido le ciocche di capelli rossicci con uno dei coltelli che usiamo per cucinare, finchè il mio volto non è circondato solo da fulvi ciuffi corti e spettinati.

Fuori sento del clamore: la voce dell'arrivo dei pirati si è finalmente sparsa per tutta Rimini, e tutti si stanno riversando nelle strade, nel panico più totale. Penso con apprensione ai miei bambini, ma ce la faranno. Arriveranno a casa di Morio sani e salvi, e quando tutto sarà finito mio fratello li riaccompagnerà a casa.

Esco dalla casa, e subito l'aria fredda invernale sferza il viso, arrossato dalla agitazione e dalla fretta.

Il mare ribolle nero, il suo sciabordare sovrasta in qualche modo le urla disperate dei riminesi e mi perfora le orecchie, ma io non ci faccio caso: la mia attenzione è stata catturata da quella. Una nave enorme fende la nebbia novembrina diretta al nostro porto, e già da qui posso vederne la punta, decorata a forma di mostro marino che tiene tra le fauci una sirena.

Rabbrividisco, e non è solo colpa del vento. Su quella nave ci sono uomini di ogni calibro, sanguinari e rozzi. Entro di nuovo in casa e afferro di nuovo il coltello che ho usato per tagliarmi i capelli.

Sono pronta: mio marito non è qui per difendermi; direi che è il caso che lo faccia da sola!
 

 







* ANGOLO AUTRICE *

Sono tornata con un'altra storia appartenente alla raccolta “Women in History”, questa volta ambientata nel Medioevo.

L'idea di una donna tanto 'badass' in un'epoca come quella del Medioevo devo dire che è un po' azzardata, ma facendo appiglio sulle idee innovative di Boccaccio ho voluto credere che ci fosse una donna con la spina dorsale anche nel Trecento.

E niente,spero che piaccia anche con uno stile -devo ammetterlo- un po' diverso dalle altre; se volete lasciate una recensione! ^^ Io intanto torno a disegnare...

Alla prossima,

Izzie

 

 

 

   
 
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