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Autore: Kia85    06/01/2015    7 recensioni
carino agg. [dim. di caro], fam.
1. Gradevole alla vista, grazioso
2. Piacevole, divertente
3. fig. Gentile, delicato, garbato
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The cute one

 

 

Con un’ultima spinta, John sospirò e si accasciò sopra il petto di Paul. 

Si concesse qualche istante di calma per tornare a respirare e sentire ancora il battito del suo cuore. Era così forte ora che rimbombava non solo nel suo petto, ma anche nell’intera stanza d’albergo.

Ogni volta che si abbandonava a Paul, gli sembrava davvero di morire e rinascere, come se in un istante non provasse più niente, e in quello dopo erano solo lui, Paul e un’esplosione di sensazioni. I suoni, gli odori, i sapori, le luci, la pelle dell’uno contro quella l’altro… Qualcosa di unico, indescrivibile, irripetibile, ineguagl-

John batté le palpebre, quando all’improvviso Paul, senza dire alcunché, lo spinse da un lato, prima per mettersi a sedere, e poi per alzarsi in piedi e raggiungere la finestra della loro camera, così com’era, totalmente nudo.  

L’uomo più grande si sollevò sul gomito, e con perplessità osservò la sua schiena. Aveva un debole per quella schiena, era così forte e delicata insieme, era chiara e liscia, era così… così… carina.

E ancora, quei fianchi stretti, perfetti quando incontravano i suoi; o quelle cosce pallide e lunghe, irresistibili soprattutto se fasciavano la sua vita.

Tuttavia non poteva restare lì, stravaccato sul materasso, quando era evidente che Paul non fosse totalmente in sé. Normalmente dopo tanta passione, Paul era solito accoccolarsi accanto a John e lasciarsi trasportare nel mondo dei sogni, mentre le braccia del compagno lo cullavano con dolcezza.

E se John ripensava a pochi minuti prima, quando erano aggrovigliati tra le lenzuola del letto, poteva ricordare che Paul non era sembrato particolarmente coinvolto da ciò che stavano facendo. Insomma, era stato fin troppo passivo per i gusti di John, solo che con la lussuria e l’amore che scorrevano nelle sue vene e annebbiavano la mente, era stato difficile accorgersene prima.

Perciò era ovvio che qualcosa ora non andasse. Il problema era… cosa?

“Ehi!” esclamò John, alzandosi in piedi, “Che succede, bel ragazzo?”

La sua mano si mosse per andare a intrecciarsi con i capelli di Paul, ma lui, come se l’avesse avvertita, prima ancora di sentirla su di sé, si scostò senza rispondere, causando un sussulto per nulla carino del cuore di John.

“Paul, ma che hai?” chiese, davvero preoccupato.

“Assolutamente niente.” fu la fredda e scostante risposta di Paul.

“Sì, certo.” sbuffò John, decidendo di far voltare il ragazzo verso di sé, “Questo sarebbe niente, giusto?”

E con quella domanda, indicò tutto il bel viso di Paul contratto in una smorfia.

“Lasciami stare.” sbottò Paul, liberando le braccia dalla presa di John, e distogliendo lo sguardo da lui.

John aggrottò la fronte. Cercò di scrutare attentamente il viso di Paul, i suoi occhi scuri, nella speranza di scorgere un solo indizio su ciò che l’aveva portato a comportarsi in quel modo, ma niente da fare. Paul era come una lastra impenetrabile di ghiaccio.

E per quanto John fosse preoccupato a riguardo, perché sicuramente era stata colpa sua, non poteva impedire a se stesso di trovare quell’espressione di Paul anche… carina. Era come un bambino capriccioso in quel momento, fastidioso ma certamente grazioso.

“Ok, allora, per qualunque cosa io abbia fatto, ti chiedo scusa.” disse John, scrollando le spalle, noncurante.

“Cosa?”

“Ti ho chiesto scu-sa.” ripeté lentamente, scandendo bene le parole, “Sicuramente devo aver fatto qualcosa di sbagliato perché sono una gran testa di cazzo, ma sai, proprio ora non riesco a ricordare.”

Cercò anche di ridere per alleggerire l’atmosfera. Mai errore fu più fatale di quello, perché ora l’espressione di Paul era diventata quasi indignata.

“Non vale fare così, non puoi scusarti senza sapere cosa cazzo hai fatto.”

“Allora spiegalo a questa testa bacata, dannazione.” sospirò frustrato John, dandosi una pacca in testa da solo.

Paul lo osservò per un istante, mordendosi il labbro, titubante. Poi incrociò le braccia e superò John per tornare a sedersi sul letto. John lo seguì, aspettando finalmente una spiegazione.

“Hai detto che sono carino.”

John spalancò gli occhi, incredulo, prima di scoppiare a ridere.

Che cosa?

“Santo cielo, hai ragione, sai.” esclamò, fingendosi estremamente sconvolto dalla rivelazione, “Sono stato davvero ingiusto con te, Paul, perdonami. In effetti avrei dovuto dire che ti trovavo orribile, disgustoso, a tratti quasi mostruoso.”

“Smettila, John, lo sai che non è questo che intendo.”

“Allora, cosa, tesoro?” domandò John, sorridendo dolcemente, mentre prendeva posto accanto a lui, “Ti prego, illuminami perché davvero non ho idea di cosa tu stia parlando.”

Paul chinò il capo, mentre torturava le mani intrecciate sul proprio grembo.

“Credi che mi faccia piacere?” disse, voltandosi verso il compagno, “Essere definito da sempre e da tutti ‘il Beatle carino’? Tu sei quello intelligente, George quello tranquillo e Ringo il divertente. Voi siete giudicati per qualcosa che potete gestire voi stessi. Io no, quello stupido nomignolo è a causa di una qualità che non dipende da me. Sono nato così. Ma non voglio essere relegato a questa facciata per sempre. È come se tutte le canzoni che ho scritto, come se tutto quello che ho fatto non fosse mai esistito, o peggio, come se non contasse. E tu cosa fai? ‘Oh, fate entrare Paul per primo. Lui è il più carino, quelle lo farebbero a pezzi’. Grazie, grazie davvero, John.”

John restò senza parole per un momento. Ma come? Paul, la sua principessina, la principessina che curava il suo aspetto, sempre impeccabile nei capelli, nei vestiti, Paul il vanitoso, ora rifiutava tutto questo?

“E’ per questo che sei arrabbiato?” domandò, quando pian piano cominciò a comprendere ciò che intendesse davvero Paul, “Credi davvero che anche io ti consideri solo il Beatle carino?”

“Non mi dai molta scelta, a quanto pare.” sbuffò Paul, voltando il viso dalla parte opposta.

“Beh, ti sbagli.” ribatté John, portando una mano sul suo mento per voltarlo nuovamente verso di lui, “Tu non sei il Beatle carino, Paul, tu sei il primo Beatle, senza di te niente di tutto questo sarebbe avvenuto. Senza di te, non avrei mai imparato a suonare la chitarra in modo decente e non avrei neanche scritto canzoni. Senza di te non avrei preso George nella band, non saremmo andati ad Amburgo, né incontrato Brian, né Ringo. Senza di te non ci sarebbero tutti quegli album, e noi non avremmo mai visto l’America. Senza di te non avremmo realizzato il nostro sogno. Paul, senza di te, io ora sarei solo il nulla.”

John sorrise dolcemente, notando che Paul era arrossito man mano che il suo discorso procedeva. Come poteva anche solo pensare che per John lui fosse solo il Beatle carino? No, Paul era musica, amore, vita, Paul per lui era tutto.

“E poi, dopo tutto questo, sì, sei anche il Beatle carino.” aggiunse, rivolgendogli uno sfacciato occhiolino.

E a quello, Paul si lasciò scappare una risata, una decisamente più serena, ora.

“Sei serio, John?”

“Certo, sciocco ragazzo, è per colpa tua se ho anch’io i miei momenti di serietà.”

Un’altra risata, prima che Paul si avvicinasse a lui per baciargli dolcemente le labbra.

“Grazie.” fu il sussurro che fece tremare John da capo a piedi.

“Oh, figurati, per così poco, dolcezza.”

Paul sorrise, e stavolta c’era un velo di malizia che dipingeva il suo volto.

“Comunque, John…” iniziò a dire Paul, arrampicandosi a cavalcioni su di lui, “A voler essere pignoli, io non sono il Beatle carino.”

“Ah no?” domandò John, curioso, alzando un sopracciglio, mentre avvolgeva le braccia intorno alla sua vita.

“Certo che no, suvvia.”

Si passò una mano sui capelli in modo oh-così-eccitante, prima di spingere l’altro uomo all’indietro e farlo sdraiare sul materasso.

“Sono il Beatle bellissimo.”

 

 

Note dell’autrice: e buona Befana, anche se sta finendo, lol.

Niente, oggi è stata una giornata super impegnata, e dire che dopo giorni in cui non riuscivo a scrivere alcunché, stamattina mi sono svegliata con questa epifania, una storia intera tutta scritta nella mia testa. E non vedevo l’ora di mettermi a computer e scriverla, ma purtroppo è successo un casino, e non riuscivo mai ad aprire il maledetto word.

Alla fine ci sono riuscita. Non credo sia bellissima, è davvero una sciocchezzuola, mi basta sia carina. :) E’ ispirata a questo post: https://www.facebook.com/McLennonLuniversoSegretoDiJohnLennonPaulMccartney/photos/a.534837163235064.1073741828.534802619905185/538773696174744/?type=1

Grazie mille a kiki e Anya che hanno betato e mi hanno supportato in questa giornata davvero nervosa. -_- Dovevo scriverla oggi, a qualunque costo, e forse ne ha risentito un po’ la qualità, ma almeno mi sono sbloccata. :3

Quindi, buona serata e buon ritorno a scuola.

kia85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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