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Autore: heitslottie    06/01/2015    5 recensioni
Il ragazzo si accigliò. -"Non intendo i materiali, quelli li distinguo"- gli trafisse l'anima guardandolo negli occhi. -"Cosa hai usato, da qui dentro."- e si portò una mano pericolosamente vicina al cuore.
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Zayn è un artista, Liam è un soggetto perfetto da ritrarre.
Louis e Harry sono semplicemente Louis e Harry. Niall è profondo.
Ziam accenni Larry.
3.2k words
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spaces
Spaces between us
Hold all our secrets.
Leaving us speechless
And I don’t know why.
1.

Andava così ogni maledettissima volta.
Zayn si chiudeva nel suo studio a dipingere, a spruzzare quelle cose tossiche colorate -che ormai erano il deodorante per ambienti del loro appartamento- dapertutto, e non voleva essere disturbato per nessuna ragione.
Zayn era una delle persone più strane che Louis avesse conosciuto in tutta la sua fottuta vita. Si erano incontrati quando avevano rispettivamente 16 e 18 anni, e non si erano mollati mai, anche se di litigi ne avevano avuti parecchi. Louis ci aveva messo poco a capire che l'unica via di fuga da quello schifo di mondo, almeno per Zayn, era l'arte. In tutte le forme in cui questa fosse capace di presentarsi.
Anzi, Zayn era l'arte fatta uomo. Non solo perché era esteticamente perfetto -probabilmente Louis avrebbe potuto trovare qualche studio anatomico pronto a reggere la sua tesi- ma anche perché l'Arte, solo quella con la A maiuscola, faceva parte di tutta la vita del moro. Impregnava i suoi capelli, i suoi vestiti, le sue scarpe, i muri della sua stanza, i blocchi da disegno e perfino l'agenda telefonica. Non dimenticò mai il giorno in cui prese quest'ultima e trovò dei piccoli ritratti accanto ai numeri di telefono dei loro amici.
Louis aveva imparato a conviverci, era una cosa che nell'amico gli piaceva. Gli dava solo fastidio quando stava lavorando a qualcosa, perché si chiudeva nel suo studio come in coma vegetativo, non si faceva vedere se non per rare occasioni, e non si dava più tregua, almeno finché non aveva finito.
In quei periodi Louis chiamava il suo ragazzo, Harry, e lo asfissiava, chiedendogli di uscire tutti i pomeriggi, perché davvero non ce la faceva a stare chiuso in casa con uno zombie-pseudo-artista, come gli piaceva prenderlo per il culo. Non che ad Harry dispiacesse, ci mancherebbe.
Un'altra cosa che Louis non sopportava in Zayn, durante questi periodi, era quando non gli faceva vedere ciò a cui stava lavorando. Zayn si impuntava con se stesso finché il lavoro non veniva perfetto -ritratto o paesaggio o fumetto che fosse- e anche se impiegava un intero mese per farlo, in quell'arco di tempo a Louis non era permesso neanche di pensare di entrare nello studio di Zayn, anche solo per dare un'occhiata alla svelta a qualche bozzetto. Il lavoro doveva essere perfetto e ultimato, prima che il moro si prendesse la briga di farlo vedere  qualcuno -che poi il primo era sempre Louis, ovviamente-. E Louis non poteva far a meno di uscirsene fuori con un aggettivo diverso, sempre positivo, perché non c'era davvero molto da dire, perché quando vedeva uno di quei capolavori rimaneva solamente e semplicemente estasiato, a bocca aperta.
Zayn frequentava un corso che era riuscito a infilare tra i suoi turni di lavoro come barista al Funky Buddha, nel centro di Londra. 

"Il prossimo lavoro da far vedere è un ritratto, e il tema è l'ossimoro."

Questa era stata l'ultima frase con più di tre sillabe che aveva sentito dire dall'amico. Poi quella stessa sera era andato a lavorare, e quando era rientrato aveva ringraziato Louis per averlo aspettato in piedi come sempre, gli aveva dato una pacca sulla spalla e aveva sorriso come un bambino, per poi chiudersi nel suo studio lasciando la luce accesa fino al mattino seguente.
In quel momento Louis aveva capito, e aveva smesso di stargli addosso, Zayn l'avrebbe chiamato una volta arrivato il momento giusto; il che accadde tre settimane e mezzo dopo.

"Tommo! Puoi venire?!"

Louis quasi inciampò per le scale, rischiando di fracassarsi il femore, per correre da Zayn.
Entrò nello studio e rimase letteralmente a bocca aperta.

"Ho provato a usare gli acquacolor stavolta, che dici?"- disse passandosi una mano tra i capelli -" Mi piace, ma non ne sono troppo convinto."-

-"Amico, è il più bello che abbia mai visto uscire dalle tue mani."-

Il quadro era parecchio grande: probabilmente due metri per due; chiaramente un quadro da esposizione da galleria, o almeno per quanto riguarda le misure. Il soggetto era il volto di un ragazzo, leggermente di profilo, un po' paffuto e con un sorriso enorme e contagioso (*). Gli occhi stretti  a causa della risata, che era davvero la cosa più dolce del mondo. Finiva sul collo, dove si intravedeva la forma di una voglia. Un accenno di barbetta incolta andava a perfezionare le guancie, e i capelli castani cortissimi erano dipinti alla perfezione. Tutto il volto era di un rosa carne molto tenue, circondato da quello che sembrava un alone color azzurro, con delle strisce di  colore che andavano a sciogliersi all'interno di tutto il resto del quadro, di un colore rosso fuoco, e di tutte le sue sfumature.

"Zay, chi è questo?"

"Non lo so."

Louis si girò. -"Ma come non lo sai?"-

"L'ho visto al Funky Buddha quella sera che sono rientrato e mi sono chiuso nello studio, era la cosa perfetta per rappresentare il tema 'ossimoro' "- semplicemente disse.

"Un angelo all'inferno?"- Louis lo dedusse dai colori.

"Si, amico. Ma tu pensa al tuo di angelo. Sai com'è? Riccio, alto, magro.."

"Okay, okay. Ho afferrato."- sorrise.
2.

Erano passati due giorni da quando Zayn aveva finito il ritratto di quel ragazzo. Due mattine in cui si era svegliato e la prima cosa che aveva visto era stato quel sorriso, che gli aveva rallegrato entrambe le giornate. Aveva passato quasi un mese su quel lavoro, e ogni volta che andava al Funky Buddha per servire al bancone spulciava ogni singola testa a tiro d'occhio, per cercare il suo misterioso angelo. Perché non sapeva il suo nome, non conosceva la sua voce, e nemmeno la sua età. Zayn sapeva solo che quel ragazzo gli era entrato nell'anima come prima nessuno era riuscito a fare. Lo aveva visto per una maciata di secondi ed era riuscito a ritrarlo perfettamente, strano. 
Aveva quel sorriso impresso nella mente, che lo seguiva dapertutto e non lo mollava un attimo. Lo vedeva quando si faceva la doccia, quando la notte chiudeva gli occhi per andare a dormire, la mattina quando si svegliava, nei volti degli sconosciuti quando andava a fare la spesa. Ma quel ragazzo non si era più fatto vedere nel locale, Zayn era sicuro di aver controllato bene.
Comunque, angelo a parte - o non proprio -, oggi era una giornata importante. Avrebbe esposto il suo disegno in una galleria d'arte al centro di Londra, insieme ai ritratti dei suoi compagni di corso, e a fine giornata tutti coloro che avevano visto i quadri avrebbero dovuto votare, all'ingresso, uno degli artisti di quello stesso corso. Il vincitore avrebbe vinto una borsa di studio per l'Università di Belle Arti di Londra, una delle più costose. E Zayn aspettava questo momento da tutta la vita, sperava solo che il ragazzo dal sorriso angelico sarebbe bastato a farlo vincere.
Indossò dei jeans neri stretti, dei stivaletti neri da uomo, una T-shirt con Batman e una camicia a quadri nera e bianca sopra, a maniche lunghe. Poi semplicemente legò i capelli in un codino -per quanto riusciva dato che due o tre ciuffetti rimanevano inevitabilmente fuori- e uscì dalla sua stanza, incontrando Louis al piano di sotto, con Harry, pronti per uscire. Entrambi abbastanza eleganti. Harry aveva addirittura un farfallino, dall'aria molto gay, che fece sorridere il moro.

"Vuoi andare vestito così? Non è un'occasione importante?"- chiese Louis.

"E perché dovrei mostrarmi come qualcuno che non sono?"

E questo lo zittì. Il viaggio in macchina fu corto ma abbastanza stressante, qui ne andava del futuro di qualcuno. Arrivarono alla galleria, e tutto quello che Zayn voleva fare era seppellirsi vicino alle aiuole nel giardino, o che come minimo si aprisse una voragine dal pavimento, pronta ad inghiottirlo senza pietà. La mostra durò l'intero pomeriggio, durante il corso del quale parecchie persone si fermarono per chiedere a Zayn i motivi dietro al suo quadro. Tentò di spiegarsi, ci provò davvero, ma nulla di quello che poteva dire avrebbe mai espresso cosa c'era all'interno di quel quadro. Perché in fondo nulla poteva farlo davvero, l'arte è qualcosa di strettamente personale, che però arriva al cuore di chi la sa apprezzare in tanti fili diversi, pronti a farti ricredere su tutto ciò di cui sei convinto anche nel tuo Io più profondo. E Zayn si sentiva un artista.
"Si è artisti quando ci si sente tali, non quando una rivista di Belle Arti ti mette in prima pagina" gli avevano detto una volta.
Un ragazzetto biondo, con degli occhiali da vista rayban che davano risalto ai suoi occhi azzurro cielo gli si avvicinò, appena smise di parlare con una donna al suo fianco.

"Posso chiederti cosa hai usato?"- e indicò il quadro.

"Hm, certo"- disse Zayn -" Acquacolor azzurro e rosso, grafite rosa per il volto, grafite AB2 per il bozzetto sotto, che ora non si vede, e le tempere nere e bianche da mescolare agli acquacolor per creare tutte le sfumature di colore che vedi."

Il ragazzo si accigliò. -"Non intendo i materiali, quelli li distinguo"- gli trafisse l'anima guardandolo negli occhi. -"Cosa hai usato, da qui dentro."- e si portò una mano pericolosamente vicina al cuore.

Zayn sussultò. Ma prima che potesse rispondere o anche solo prima che potesse comprendere la domanda, una donna prese quel ragazzo e lo portò via. 

"Scusami, ha qualche problema." si liquidò.

Qualche problema una minchia. Perché in fondo nemmeno Zayn sapeva cosa aveva usato, che veniva da pericolosamente vicino al suo cuore, per fare quel quadro. In realtà non ci aveva neanche mai pensato.
Accadde esattamente alle 19:02, la mostra stava per chiudere e Zayn stava per andarsene, non senza prima aver lanciato un'ultima occhiata al suo quadro appeso alla parete. Accadde quando si girò. Che vide due occhi castani, grandi ed espressivi, fin troppo familiari, che lo scrutavano con un cipiglio indefinibile.

"Ma quello sono io?"

La voce del ragazzo era esattamente come se l'era immaginata, bassa ma dolce, abbastanza graffiante ma non troppo cattiva. Un po' come quando si associa una voce ad un orsetto di peluche, che dovrebbe essere roca perché è un orso ma in realtà è dolce e tenera. Comunque, Zayn per poco non bestemmiò quando vide l'oggetto del suo ritratto davanti a lui, in carne ed ossa. E bellissimo, tra l'altro. Pensò un 'porca puttana', ma non lo disse.

"Scusa" fu l'unica parola sensata che gli venne fuori dalle labbra. Si sentì terribilmente idiota.

Il ragazzo senza nome tuttavia distolse gli occhi dal quadro e li puntò sul ragazzo, aprendo sul suo volto un sorriso così ampio che Zayn temette di vedere quelle guanciotte perfette squarciarsi da un momento all'altro. 

"E perché dovresti chiedermi scusa. Eh, certo. E' una cosa un po' strana dato che sei uno sconosciuto. Ma suppongo che dovrei tipo esserne onorato. O almeno essertene grato. Cioè, sono in una galleria d'arte ritratto perfettamente. E oh, sembro anche carino, cosa che non sono. Ma perché ho un alone azzurro e del fuoco intorno? Però mi piace, non ti offendere. Ah, mi chiamo Liam" - prese un respiro profondo -"e sono uno che parla troppo, scusa. Ma mi piace, davvero."

"Zayn" - disse semplicemente l'altro.

"Non sei molto loquace eh? Beh, ci compensiamo. " - sorrise Liam -" Mi spieghi perché sono finito in una galleria d'arte?"

"Perché mi hai fottuto il cervello ballando nel locale dove lavoro?" avrebbe dovuto dire. Ma invece scappò come era solito fare.
"Ehm, storia lunga, ma dobbiamo andare, o ci chiudono qui dentro!"

Girò i tacchi e si avviò verso l'uscita, dandosi dell'idiota, anche se sapeva per certo che Liam dopo un attimo di smrrimento l'avrebbe seguito. In fondo era normale se voleva sapere perché uno sconosciuto che per quanto ne sapeva poteva benissimo essere uno stalker lo aveva ritratto e aveva esposto la cosa davanti a centinaia di persone. L'avrebbe denunciato per violazione della privacy? Dai, forse no.

"Ehi, non scappare!" - i passi pesanti di Liam lo raggiunsero -"Non vuoi dirmi il perché?"

Zayn continuò a camminare evitando di guardarlo, vergognandosi. -"Stasera lavoro al Funky Buddha, se vieni lì ti spiego, ora devo scappare."
3.

"Zayn Malik, sei un fottuto coglione!"- imprecò Louis da sopra il suo letto, mentre il diretto interessato tirava fuori i vestiti dall'armadio come se stesse cercando dell'oro.

"Tommo, è come se gli avessi dato un appuntamento per stasera. Praticamente sono stato intraprendente."

"Definisco intraprendenti le persone come Harry, che ti fanno un pompino al primo appuntamento, non quelli che scappano da un figo per il quale hanno perso la testa!"

Zayn fece una smorfia disgustata sulla battuta poco simpatica su Harry. "E io non ho perso la testa per nessuno." - aggiunse.

"Ti conosco meglio delle mie tasche Malik, e se stasera torni a casa presto ti chiudo in camera fino alla prossima settimana."

"Non sei mia madre."

"E' un ruolo che mi si addice abbastanza bene, invece."

Zayn sbuffò andandosi a chiudere nel bagno, con i vestiti in mano. Non aveva bisogno di farsi la doccia perché se l'era fatta prima di andare alla mostra quello stesso giorno, ma aveva bisogno di darsi una sistemata, almeno quello. Lui non era come Harry, non avrebbe fatto un pompino a Liam il primo giorno, ma voleva almeno cercare di fare colpo.
Indossò i suoi skinny jeans grigi chiari, una canotta abbastanza scollata nera, larga e comoda, e i stivaletti neri che gli aveva regalato Harry il Natale precedente,  uguali ai suoi. Si spruzzò il suo profumo preferito e semplicemente scompigliò i capelli mettendoci subito dopo un po' di lacca per farli stare fermi mentre lavorava. Uscì dal bagno e prese il telefono, le chiavi e le sigarette, da mettere nel suo giacchetto di pelle. Salutò Louis che lo salutò a sua volta con un urlo dalla cucina.

"SE NON TORNI AVVERTIMI, CHE FACCIO VENIRE HARRY!"

Si meritò solo una faccia disgustata come risposta e un risatina divertita. Sempre il solito Louis. Non che a Zayn non piacesse divertisi, mettiamolo in chiro, ma forse l'amico era un po' troppo esagerato. Ma forse.
Arrivò al locale in dieci minuti a piedi, e come al solito entrò con le chiavi dall'entrata posteriore -quella solo per i dipendenti- per evitare la fila. Erano le dieci, e il locale era già pieno di gente, con la musica al massimo e il bancone strapieno di gente. Zayn incrociò tutte le cose che possono essere incrociate, sperando di veder arrivare Liam almeno quel giorno. 
Si precipitò al bancone e si tolse la giacca, e cominciò a lavorare cercando di dimenticarsi di Liam, per quanto fosse difficile. La musica era altissima, l'odore di sudore e alcol impregnava tutta l'aria intorno a Zayn e in generale intorno al bancone, mentre senza sosta prendeva le ordinazioni e faceva del suo meglio. Non era la sua aspirazione più grande fare il barista, ma la paga era buona e gli orari gli permettevano di partecipare al corso di arte che frequentava, quindi per qunto gli riguardava era un lavoro perfetto. E poi lo divertiva e lo rilassava, vedere come i colori dei vari liquidi si mescolavano tra loro, quali facevano di più impazzire la gente per il gusto e la presentazione. L'arte era ovunque, in fondo.

"Il tuo miglior drink, grazie." 

Alzò lo sguardo per memorizzare il volto di chi avesse fatto l'ordinazione. Peccato che quel volto lo conoscesse più che a memoria.  Lo aveva addirittura ritratto.

"Ciao Liam" disse, mentre si girava per preparargli una vodka alla pesca e lime, fingendo indifferenza.

"Ciao, Zay. Come stai?"

Zayn rabbrividì semplicemente, quando si sentì affibiato un nomignolo. Era dolce, quasi. Ma evitò di rispondere, perché probabilmente se ne sarebbe uscito con la più grande cazzata della sua vita, anche se la domanda era così banale. Era così Zayn, non riusciva mai a parlare, semplicemente non era qualcosa che gli veniva naturale. 

"Quando hai un minuto possiamo uscire a parlare? Devo dirti una cosa."

Una scossa che partì dal pavimento gli percorse tutto il corpo, arrivando fino alla punta ei capelli. Ringraziò il cielo per le luci soffuse del locale quando sentì la temperatura sul viso decisamente più alta e le gote in fiamme.

"Due minuti, credo"- azzardò.

"Ti aspetto di fuori."

Inutile dire che appena il ragazzo scomparve dalla sua visuale ci mise mezzo secondo per aumentare il ritmo e cercare di far diminuire la gente sul bancone. Approfittò del momento appena un gruppo di una decina di ragazzi si allontanò per raggiungere la pista, facendo cenno a Michael -suo collega al bancone- che si andava  fumare una sigaretta di fuori.
Non si tolse neanche la maglietta da lavoro, prima di precipitarsi di fuori.
Liam era lì, appoggiato al muro con la schiena, con il peso su una sola gamba, le mani in tasca. Era ancora più bello sotto la luce fioca del lampione che illuminava malamente la strada trafficata.

"Ei" - si sforzò di dire.

Lui gli sorrise. -"Ciao artista."

"Quale onore."

"Che ne dici di dirmi come ci sono finito, ritratto in una galleria d'arte?"

Prese un respiro più profondo dell'oceano. -"Storia poco avvincente in realtà: tentavo di vincere una borsa di studio. Ti ho visto qui al locale lo stesso giorno che mi hanno dato il tema, eri un bel soggetto da ritrarre. E quando si tratta di disegnare non ci penso su così tanto."

"Ah." - Liam mise su un ghigno divertito davvero troppo dolce -"Quindi mi stai dicendo che solo un bel ragazzo? O solo un bel soggetto?"

Okay, il suo flirt spudorato lo fece rabbrividire decisamente, per la terza volta nella serata. Non trovò nè il tempo nè le parole per rispondergli a dovere, prima di trovarsi schiacciato con la schiena contro il muro, una mano del castano sul fianco e i loro corpi e i loro volti davvero troppo, troppo, vicini.

"Riesci a lasciarti andare, per una serata? Vorrei ringraziarti a dovere, artista."

"Fai pure, bel ragazzo."

E così si era trovato piacevolmente stretto nel bacio caldo di Liam. Aveva avvolto le braccia intorno al suo collo e si era lasciato andare come non faceva da tempo. Labbra calde su labbra calde, un bacio aggressivo, bagnato, totalmente sbagliato e che eppure sembrava così giusto in quell'istante. Le cose più sbagliate, più proibite, sono sempre quelle più belle.
Entrambi ci misero esattamente dieci secondi per capire di essere fatti l'uno per l'altro, ma non come quegli amori o quei corpi finti descritti nei libri o nelle canzoni. Semplicemente la mano di Liam sembrava essere nata per stringere il fianco di Zayn, il corpo di Liam sembrava essere stato creato per intrappolare quello dell'altro in una stretta meravigliosa.
Io non so come finisce questa storia, e forse non lo sapete neanche voi. Ve lo lascio immaginare, dicendovi solo che Zayn in lui ha trovato qualcuno da stringere più forte di quanto abbia mai stretto anche la sua stessa arte. E forse ora aveva capito la domand di quel ragazzo biondo alla galleria. E la risposta era: sentimento.


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Hey! Se siete arrivati fin qui è già un traguardo. Spaces all'inizio è davvero motlo - forse troppo- random, ma è una canzone che amo. Beh, niente da aggiungere, a parte che mi scuso se ci sono errori grammaticali o di battitura. Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, anche se magari avete solo delle critiche, per me sono ben accette!
Ringrazio da morire chi ha recensito, seguito e messa tra le preferite la mia One Shot sui Larry, davvero, lo apprezzo tantissimo! (pubblicità occulta, fateci un salto).
Baci, horanschip xx

 
   
 
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