Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Fenicella    07/01/2015    1 recensioni
E c'era l'odio
e c'era il rancore
e c'era la tristezza
e la voglia di cambiare
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Loro due abbracciati,
sul ciglio della strada
come fossero stati due amanti.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Dolore, urla
dolore dentro
dolore fuori.
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ne aveva già passate.


-.-.-.-.-.-


Ne aveva già passate

Si alzò da terra sospirando,
mordendosi la guancia
fino a farla sanguinare.
Sapore di sangue, 
rosso scarlatto e dolce fastidio
di ferita che guarirà. 

Si ripulì i segni sui pantaloni
e sulle maniche. 

Chiuse gli occhi per pochi secondi
Fece qualche sospiro. 
Vista annebbiata, mente in pausa
voglia di essere dove
non poteva e non doveva. 

Si disse che in fondo 
poteva farcela,

Ne aveva già passate tante. 

Figuriamoci se proprio questa volta si fosse arresa, non c'era nulla
da temere. 

Mise le mani nelle tasche del giubbotto, 
Anche se tanto lo sapeva che non sarebbe
stata più calda di così. 
Che il gelo che sentiva nelle ossa proveniva dal suo cuore, non 
dall'esterno. 

Ma non le importava del dolore,
quello alle gambe o 
quello alle braccia
quello che mordeva le vene e le arrossava 
la pelle. 
Quello era il dolore che passava,
erano le ferite che guarivano. 
Erano i dolori del rosso del sangue,
quelli della ferita alla bocca. 

A chi importava delle gambe
che cedevano per la stanchezza?

No, lei moriva per quell'orribile
gelo alla testa. 
Quella sensazione di non poter dire
di non poter parlare
quel dolore che s'insinuava nella linfa

E c'era l'odio
e c'era il rancore 
e c'era la tristezza
e la voglia di cambiare

Riuscire a guardare le stelle da quella pozza di fango 
dove giacciono tutti. 
E fregarsene di quello 
che non si doveva fare
quello che non si doveva dire

Succhiare il midollo della vita?

Questo essere persa 
e non ritrovarsi
solo perché in fondo

Ne aveva già passate tante ma...

Ma anche se voleva succhiare il midollo
della vita
vivere in profondità 
come quello che se ne va per i boschi...

Il dolore non smetteva
e non lo superava

Non capiva 
e non si capacitava 

che le parole 
sono solo un insieme di suoni

Ma lei continuava a lottare
ma lei perdeva ogni giorno

così tanto da credere di essere una perdente. 
E si guardava attorno 
dopo quel tramonto inaspettato, 
perché un giorno non dura mai 
ventiquattro ore,
e non è mai così come te l'eri aspettato.

Perché gli altri attraversano la vita
con occhi aperti per metà 
con orecchie sorde
con pensieri addormentati. 

E a lei faceva proprio schifo 
come il suo dolore non lo potesse gridare
perché agli altri non interessavano
i suoi pensieri vivi
che sbagliavano in modo felice. 

Chi la uccideva se ne rendeva conto?

Ma non le importava
doveva solo resistere. 

Un altro mese, un altro anno
altri tre, quattro anni,
forse altri dieci. 
Ma il suo cuore si richiudeva 
anche se nel profondo
non aveva mai sperato

Mentre lei si diceva che 

Ne aveva già passate tante ma nessuna così. 



E c'era il dolore 
e c'era l'odio
e c'era la delusione
e c'era la voglia di dare un taglio 
a quel passato che la perseguitava. 

E forse chiudere anche col presente
era la soluzione migliore
e forse contava di andarsene,

E tagliare la corda una volta per tutte, 
dire "Ciao"
un'ultima volta, perché
sarebbe stato un addio. 

E forse le macchine erano veloci
troppo per tratto di strada dissestata

E forse non avrebbe mai dovuto 
marinare la scuola quel giorno. 
Lo si poteva dire in tanti modi, aveva scoperto. 

Si poteva dire che 
Marinavi
o che
Bigiavi
o che
Facevi manca. 

Così come drogarsi si diceva in molti modi. 
Si poteva dire che
Ti facevi
o che
Ti facevi un pera
ma solo se erano punture
o che 
Tiravi
ma solo se era polvere
e la marijuana era
Erba
semplice, come quella del giardino sotto casa. 

Non era più 
Baciare, 
era 
Limonare. 

Non era più fare l'amore
era 
fare sesso.

Forse era esistito un tempo
in cui tutto era perfetto
in cui si succhiava il midollo della vita
in cui uomo e donna 
si amavano oltre il loro sesso
in cui c'era un giardino. 

Ma adesso no. 

E lei ne aveva passate tante, ma nessuna così dolorosa. 

E aveva bigiato, 
era in una strada dove passavano le macchine
ed erano troppo veloci. 

E i pensieri tristi l'avevano invasa

E aveva voglia di darci un taglio

E si era fumata quella sigaretta strana. 

Camminò fino in centro strada, dove un fuoristrada procedeva troppo veloce per quella via stretta. 

Era troppo vicina perché si riuscisse a fermare 
In tempo. 

C'erano i suoi tatuaggi,
fatti di nascosto con un ago
che raccontavano di lei. 
C'erano quei disegni che le prendevano le mani
la base del collo
e gli avambracci. 
Raccontavano dei soprusi
della violenza
dell'innocenza che 
forse c'era stata. 

Non ci fu l'impatto però. 

Non fece in tempo a chiudere gli occhi. 

Sentì delle braccia forti che le cingevano la vita
un petto che le si avvicinava
e un respiro vicino
che la trascinava 
via di lì. 

In salvo. 

Ne aveva già passate tante, ma nessuna così dolorosa. Ma non le importava, perché c'era quel momento

In cui credeva che tutto, tutto, tutto, fosse in pausa 
fosse perfetto così com'era. 

Loro due abbracciati, 
sul ciglio della strada 
come fossero stati due amanti.





Buongiorno!!!!
Anzi, buona sera. Inizierò dicendovi che oggi é stata una giornata da schifo, e ho scritto questo di getto. Quasi come se lo avessi vomitato, sul serio. Infatti ho proprio la sensazione di quando vomiti, che poi ti senti stanco ma più leggero. 
Racconta...si, racconta di come mi sento io. Spero davvero che vi piaccia, e che qualcuno si faccia sentire. Vi preeego! 
E' una cosa nuova per il mio stile, questo misto di poesia e di prosa, non so, né carne né pesce che non si capisce se li vuole unire o non vuole decidersi. Forse tutti e due. Sento che mi sto smontando da sola!! Hahahah! Comunque, in realtà vorrebbe simboleggiare il confine tra realtà e fantasia che non si può definire. 
Comunque, fatemi sapere se vi piacciono le mie parole o se sono solo scarabocchi senza senso, come mi ha detto il mio prof. di italiano. 
Mille baci a tutti! 

A presto!!! ;) Fenix



  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Fenicella