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Autore: The2XGang_    07/01/2015    2 recensioni
New York.
Città pericolosa.
Soprattutto se sei un' agente di polizia inglese e ti hanno affibbiato un francese pervertito e guardone come partner per demolire dalle fondamenta i traffici tra le varie bande che occupano la città.
Aggiungi un rapimento, delle scazzottate e delle storie d'amore che rischiano di finire con un funerale, e otterrai la storia perfetta da raccontare ai tuoi nipoti.
Sempre se sopravvivi.
Prima fanfic *-* Alura, le coppie per stavolta sono tutte het... PER STAVOLTA... ma se date anche solo una sbirciatina mi rendete felice! [C]
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nyotalia, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Matthew si sentiva l'essere più felice del pianeta.
Lui e Katyusha passavano molto tempo insieme, spesso nel giardino, mano nella mano come due fidanzati, raccontandosi dei propri fratelli e sorelle, del proprio Paese, dei propri hobby... La giovane scoprì così che il suo adorato Mattie non solo era un poeta, ma gli piacevano gli orsacchiotti di pelouche (come a lei), andava matto per lo sciroppo d'acero sui pancake (che le cucinava ogni mattina, tra l'altro) e soprattutto era un MOSTRO a giocare a Hockey su ghiaccio.
I due si erano conosciuti per un errore postale; chissà come, una lettera per Matthew era arrivata in casa Braginskij, ed era stata prontamente recuperata dalla figlia più grande, letta e spedita al suo legittimo proprietario, assieme ad un'altra missiva che spiegava l'errore e si scusava. Dall'America poi era arrivata un'altra lettera dal ragazzo, che era rimasto piacevolmente colpito dalla gentilezza della giovane. E così la corrispondenza era continuata per molto tempo, finché non si erano scambiati anche le foto (Eh già, perché, da bravi romanticoni quali erano, avevano scartato subito l'opzione "mail"). La russa era letteralmente andata in brodo di giuggiole davanti agli occhioni viola di Matthew, e lui si era dovuto sorbire tutto il santo giorno i complimenti del fratello per essersi trovato "Miss Davanzale 2000".
E adesso il padre di Katia (come la chiamava Matthew) era a New York e i due piccioncini si erano finalmente incontrati di persona.
...ed erano diventati l'oggetto preferito delle battutine di Alfred. Ma a Matthew, stranamente, non importava più di tanto. Katyusha era veramente bellissima (almeno ai suoi occhi) e gliela invidiavano tutti.
Beh, la ragione dei loro sguardi sicuramente era da ricercare un po'più in basso del suo viso, ma a lui invece non importava e, per questo motivo, senza saperlo, si stava attirando il favore anche della Braginskij più piccola, che cominciava a vederlo di buon occhio.
Tutt'altro era il parere di Natalia riguardo ad Alfred.

~

-Sorellona, devi smetterla di seguirlo e fare tutto quello che dice! Non ne ricaverai nulla di buono!
-Chiudi il becco, Nat.
-Ma... Fa sempre casino e non si impegna! È un benemerito idiota, e tu lo sai! Non merita le tue attenzioni! Lascialo perdere!
-Natalia, ti avverto...
-So che credi che lui sia il tuo fantomatico  "Principe Azzurro", ma non è così! È un casinista e basta!
-... Natalia.
Il tono basso e minaccioso di Anja intimorì la ragazza, che trovò chissà dove la forza di ribattere, con voce tremante: -...è un'ossessione, sorellona. Smettila.
La russa la guardò con un sorriso a dir poco spaventoso. -Lo so, Nat. Lo so.
-Ma...!
-...AAAANJAAAAA!!!
Un urlo dal fondo del corridoio annunciò l'arrivo dell'americano in questione, che le raggiunse di corsa.
-ANJA! - Ripetè lui, prendendola per le spalle. La ragazza rimase silenziosa a guardarlo. - Vieni! Sai sparare?
- Da... Anche se mia sorella spara molto meglio di me...
Ad Alfred si illuminarono gli occhi mentre si girava verso l'altra giovane e le afferrava il braccio.
- Ti scongiuro, Nat, vieni anche tu!! Più siamo meglio è!!!
La russa gli rivolse un sguardo di odio allo stato puro, ringhiandogli di spiegare che cosa stava succedendo.
- Semplice, facciamo allenamento con il tiro al bersaglio umano coi proiettili di vernice e mi mancano due componenti per la squadra! Ci state, vero?
Le due donne non riuscivano a credere alle proprie orecchie. -Mi prendi in giro?! Che razza di allenamento è?!
Alfred le guardò. - Se le tue guardie del corpo muoiono devi saperti difendere. Ogni occasione può essere fatale per te.
Natalia lo fissò stupefatta. Non faceva una piega.
Anja le scoccò uno sguardo che diceva a chiare lettere "Visto? Non è così stupido!"
Un sorriso sicuro si aprì sul volto dell'americano biondo.
-Allora, giocate o no?

~

-... COL CAVOLO!
Uno sparo risuonò nell'aria.
-NON MI FACCIO DARE ORDINI DA TE, IDIOTA!!!
-BEH, SONO IL TUO CAPOSQUADRA!
-NON ME NE FREGA UN...!
I due andavano avanti così da mezz'ora.
Anja sospirò afflitta. Sua sorella era così fortunata che poteva addirittura permettersi di litigare con lui. Lei, invece, era trasparente. Magari non trasparente quanto Matthew, ma comunque "poco visibile".
Era stata eliminata quasi subito dal gioco. O meglio, si era fatta eliminare. Preferiva di gran lunga restare seduta su una sedia a guardare i muscoli di Alfred mentre si muoveva per schivare i colpi piuttosto che prendere parte a quello stupido "allenamento".

~

Alfred cercò di concentrarsi sul gioco. Il che era un'impresa quasi impossibile: Le parole del Boss Braginskij continuavano a rimbalzargli da una parte all'altra del cervello.
"La mia figlia mezzana mi servirebbe per unire questa famiglia e il clan Wang", gli aveva detto quella mattina. "Ho previsto invece che la più piccola la sposassi tu."
Si era quasi rovesciato addosso la colazione per la sorpresa. Gli occhi azzurri del russo non lo abbandonavano un solo istante.
"Ma... E mio fratello?" Aveva detto.
L'altro aveva sospirato. Si era sporto verso di lui e gli aveva mormorato: "Sa, vero, che suo fratello non potrebbe mai tenere le redini di questo posto, sì?" Alfred aveva annuito, a malincuore. Mattie era troppo debole caratterialmente, lo sapevano anche i sassi. Lui stesso si considerava inadatto per certi tipi di incarichi.
"Non appena mia figlia avrà raggiunto la maggiore età, è previsto che vi sposiate e che le due famiglie vengano unite", aveva proseguito il russo. "Natalia ci dovrà fare l'abitudine."
Aveva concluso il suo discorso intimandogli di trovare il modo migliore per comunicarle la notizia e lo aveva mollato al tavolo senza un'altra parola.
E adesso? si era chiesto. Non gli sembrava corretto che una ragazza dovesse sposare  una persona che chiaramente non le andava a genio. Erano nel ventunesimo secolo, per Giove!
E poi lui era un eroe. Gli eroi non fanno certe cose.
Il problema, in ogni caso, era un altro.

Natalia gli piaceva.

~

-Ahia! Scotta!
-Scusa!
Alice fece un gesto come a dire 'non preoccuparti' e si massaggiò la mano con cui aveva preso la tazzona di caffè che Elizabeta le aveva teso.
L'inglesina scrutò l'amica ungherese. Elizabeta Hédervàry, ventiquattro anni, era arrivata solo tre giorni prima di lei. Nonostante ciò, i componenti maschili del gruppo avevano una fifa tremenda verso di lei (rana francese compresa), anche se a prima vista poteva sembrare una bella ragazza del tutto innocua.
E, dopo averla vista con in mano un coltello e trentadue manichini sventrati dietro, Alice era perfettamente d'accordo con loro.
Elizabeta si scostò una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio e scrutò prima la tazza e poi lei, con fare apprensivo.
-Sicura che va tutto bene?
Alice ridacchiò. -Tranquilla.
Le due donne si sorrisero e lo sguardo dell'ungherese si spostò su Mathias e Nora, che discutevano poco lontano.
La voce di Eliza si ridusse ad un sussurro: -Quei due si detestano come cane e gatto, non trovi?
-Nah...
-Come "nah"?! Guardali! Insomma...
Alice la interruppe: -Quei due non si detestano affatto. Anzi, credo sia vero il contrario.
L'altra la guardò stralunata. -Cosa? E come fai a dirlo, scusa?
Scrollò le spalle. -Ho imparato a capire il carattere delle persone solo a guardarle. Anche quando litigano, i loro corpi sono rilassati. Ciò vuol dire che sono perfettamente a proprio agio l'uno con l'altro. Per farla breve, scopano.
Elizabeta quasi si strozzò col suo caffè, mentre Alice proseguiva imperterrita. -E non solo, ma quei due si conoscono da anni. C'è un grande affetto tra loro...
Sospirò. -Sono innamorati... Litigare è perfettamente normale. Anzi, quasi li invidio.
Elizabeta non riusciva a credere alle proprie orecchie. Ora che ci pensava, Nora e Mathias erano sempre assieme.
Guardò la sua amica con occhi nuovi. Non riuscì ad immaginare quanti dettagli delle vite private di tutti loro era riuscita a carpire.
Ormai Alice conosceva tutti i membri della sua squadra: C'erano i cinque "Nordici", come li chiamavano tutti, ossia i cinque agenti provenienti, almeno per metà, dai paesi dell'Europa del nord (Oltre a Nora, Mathias, Tino e Anna c'era anche Emil Steilsson, in parte islandese); Poi c'erano Vash, Eduard, un cubano di nome Carlos e i fratelli Bella e Tim Mogens, olandesi; C'era ovviamente Eliza, un ragazzo di madre greca, Heracles, un giovane emigrato da Hong Kong, Wang Jia Long (o roba simile), un coreano, Im Yong, una taiwanese di nome Mei e un turco di cui non si ricordava mai il nome.
Ah, e poi c'era lui.
Francis.
Il suo partner.
Un francese e un'inglese. Il colmo dell'ironia.
Ogni tanto, quando si girava, lo trovava immobile a guardarla. Il che era preoccupante, perché lui aveva la fama di essere un libertino e pure piuttosto pervertito.
Ma lei non era disposta a dargliela vinta. Aveva giurato a se stessa di suonargliele il più possibile e in ogni occasione.
Ciò che Alice non sapeva era che si stava scavando la fossa con le sue mani.

~

Doveva proprio essere uno scherzo del destino. Ad ogni donna che incontrava adesso paragonava un aspetto di Quellalà.
"Aaargh, che nervi!" non poteva farne a meno.
In pochissimo tempo Alice si era guadagnata il nomignolo di "Strega", perché amava i gatti neri e cucinava veramente, veramente da schifo.
E per il suo fascino, avrebbe aggiunto Francis.
Più lo rifiutava più lui cercava di avvicinarsi. Era troppo bella per lasciarsela sfuggire.
Ma soprattutto c'era qualcosa che non andava in lei... Qualcosa che la spingeva a chiudersi nel suo guscio. Lui non doveva fare altro che trovare il modo di farla schiudere.
I suoi pensieri vertevano continuamente su di lei. Era frustrante.

La voce del capo raggiunse le sue orecchie. -...hanno iniziato una sparatoria giusto sei minuti fa! Hanno bisogno di noi!
Subito tirò giù i piedi dalla scrivania e infilò la porta, seguito a ruota da Vash e da Alice, pronti quasi all'istante.
Seguì il capo per i corridoi, mentre lui spiegava l'accaduto: -Un appartenente al clan Vargas ha improvvisamente fatto fuoco contro uno degli Wang... È un massacro, un vero massacro... Stanno continuando a scannarsi l'un l'altro e sparano anche contro la polizia...
-Hanno fatto evacuare la zona?- domandò Nora, qualche metro più indietro. Von Bock le rispose a voce abbastanza alta affinché sentissero anche gli altri: -Li hanno portati quasi tutti via, e quelli rimasti si sono barricati in casa. Ah, un'altra cosa: Abbiamo l'autorizzazione del quartier generale di sparare a vista e di uccidere nel caso rifiutino la resa.
Tutti si guardarono l'un l'altro, i nervi a fior di pelle. La faccenda era seria.

Mortalmente seria. In senso letterale.

~

Era cominciato tutto per una stupidissima ubriacatura. Luciano Vargas sbuffò. Era tutta questione di disciplina; la prossima volta avrebbe scelto qualcun altro a cui affidare certi compiti. Con un sospiro si guardò distrattamente attorno. Lungo il vialetto che stava percorrendo si trovavano piante di Nontiscordardimé e fiordalisi. L'uomo avanzò lentamente verso la fine del sentiero e sorpassò suo nipote Romano che camminava con aria guardinga.

Aspetta un attimo.

Il famigerato boss Vargas tornò sui suoi passi.
Il nipote aveva tra le mani una chitarra e stava sgattaiolando verso la zona della casa riservata agli ospiti.
Guarda guarda guarda, pensò tra se e se, che cos'abbiamo qui?
Un sorrisone gli fece capolino sulla faccia.
Senza far rumore seguì il ragazzo e, quando questi si fermò, gli battè una mano sulla spalla. -Ohi!- esclamò.
Non potete immaginare il suo divertimento nel vedere la testa di Romano che girava su se stessa e la sua bocca spalancarsi in una 'O' perfetta.
-Scommetto- proseguì Luciano, senza togliergli la mano dalla spalla -che stai andando dalla bella ragazza che ho visto scendere dall'auto di Juan quasi una settimana fa. Mi sbaglio?
Romano scosse la testa, la bocca ancora spalancata.
La mano del nonno gli calò sulla spalla un altro paio di volte. -Vai, Romeo, vai dalla tua Giulietta, e dimostra al tuo vecchio di che pasta sei fatto!
Detto questo si allontanò come se niente fosse, lasciando il giovane basito a guardarlo.

~

Ludwig si stiracchiò da dietro la scrivania.
Era incredibile: Luciano Vargas era esattamente l'esatto opposto di ciò che si era aspettato.
Era gioviale e amichevole e non perdeva un'occasione per provarci con le appartenenti al gentil sesso che gli passavano sotto il naso.
Suo nipote Romano, invece, era perennemente di cattivo umore e nervoso; quasi non sembrava sangue del suo sangue, tranne per il suo innegabile fascino, che sfoggiava in ogni occasione possibile con le ragazze del circondario.
Il terzo membro di quella famiglia fuori di testa era la ragazza con i capelli castani.
Melania...
Gli sembrava di essere a tre metri da terra ogni santissima volta che ci pensava. Era così dannatamente... Bella.
I suoi pensieri furono interrotti bruscamente dal rumore della porta che sbatteva contro la parete.
-Guten taaaaag!! Dormito bene? Vieni a bere un caffè con me? Per piacere, mio fratello è sparito e non riesco a trovarlo! Tienimi compagnia!
Melania gli si appiccicò al braccio, parlando con la sua usuale velocità.
Il tedesco non potè fare altro che alzarsi dalla sedia per essere trascinato via dalla ragazza.

~

-Per la miseria!-
Era la giornata delle coppiette felici, quel giorno?
Stava camminando tranquillo tranquillo per il suo bel parco quando l'altra sua nipote gli era finita addosso, mentre si trascinava dietro il fratello del boss Beilshmidt... Ludwig, gli pareva.
Melania lo aveva guardato da sotto in su e con un sorrisone gli aveva spiegato che stava accompagnando 'Luddy' a bere un caffè.
A quelle parole Luciano aveva notato il ragazzo biondo dietro di lei impallidire e poi arrossire come un pomodoro.
Gli era quasi scappata una risatina e le aveva bisbigliato: -Sta' alla larga da tuo fratello... È molto impegnato al momento.
Lei gli aveva sorriso e aveva annuito. Poi aveva afferrato saldamente il braccio di Luddy (non avrebbe mai smesso di ridere, se lo sentiva) e lo aveva strattonato via.
Luciano non potè trattenere una risata liberatoria. Qualcosa in fondo al suo stomaco gli ricordò che Romano non avrebbe affatto gradito sapere che sua sorella usciva (sì, era il verbo giusto, anche se una persona che ne strattona un'altra in giro di qua e di là non sta esattamente 'uscendo' con lei) con un crucco mangiapatate; non sapeva perché, ma il suo nipotino provava una profonda avversione per i tedeschi.
Non gli sarebbe piaciuto. Proprio per nulla.

Continuò a ridere.
Non osava immaginare la sua espressione.

Povero, povero Ludwig.

Salì la scala che dal giardino portava al corridoio, ilare, attorniato dalle espressioni scioccate dei camerieri.

E la sua allegria durò fino al momento in cui un suo scagnozzo non venne a riferirgli lo stato della scaramuccia scoppiata qualche ora prima.
-Capo- aveva detto -i nostri stanno sparando a qualsiasi cosa si muova, ma sono arrivati quelli della squadra speciale... Quella fatta da FBI, polizia e militari... I bastardi c'hanno fatto fuori mezza gente... La metà della gente che c'avevamo, intendo...
-...e?...- lo aveva spronato Luciano.
Il tono dell'altro uomo si era abbassato all'improvviso: -... E è stata una in particolare... Una bona, biondina... Colli occhi verdi!
Luciano si era immobilizzato all'istante.
Si voltò lentamente e gli si avvicinò. -... Per caso aveva una cicatrice sulla spalla?
-... No, non credo... Dovrei chiedere.
Luciano sospirò.
-Vai, chiedi e dimmi.
-Vado, signo'!
L'uomo si allontanò di corsa, lasciando Luciano immerso nei suoi pensieri.
E nei ricordi.




NOTE DELL'AUTRICE
Guten tag: "Buon giorno" in tedesco
...Ssssalve. ^^"
Scusate per l'elenco della spesa riguardante la squadra speciale!! Ringrazio caldamente chiunque sia arrivato fin qui, non mi aspettavo proprio che una storia TUTTA het in QUESTO fandom fosse tanto apprezzata!!! *commossa* Vi ringrazio tanto, davvero :D
Ringrazio un SACCO pure Siv per il supporto morale xD
Grazie anche a chiunque abbia dato anche solo una sbirciatina!
...ADESSO cominciano le danze!! E sarà una reazione a catena... La storia si complica!!!! BAHAHAHA-
Tranquilli, se non capite adesso, capirete alla fine :D ....perché io AAAAAAMO le storie complicate!!
...ho finito?... Ho finito.
*muove la manina salutando e se la svigna alla chetichella quando vede Siv con in mano la padella di Ungheria*

APPRESTO!!
[C]
   
 
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