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Autore: Vera_Davvero    07/01/2015    2 recensioni
Quale sarebbe il tuo ultimo desiderio prima di andartene per sempre? Jenny ha le idee chiare: vuole vedere la Terra di Mezzo. Visitare la Contea, ammirare lo splendore di Gran Burrone e la maestosa Erebor, vivere una straordinaria avventura, come i personaggi delle storie che legge. È solo un'utopia, e lo sa bene.
Nella realtà, queste cose non succedono.
Ma nei sogni è ancora libera di sperare...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bilbo, Gandalf, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono giorni che non riesco nemmeno a rendermi pienamente conto di quello che mi accade intorno. Certi giorni non mi alzo nemmeno dal letto, e certi altri non ho nemmeno voglia di parlare con la gente.
Le infermiere sono sempre gentili con me. Con Hannah, poi, ho un rapporto del tutto speciale. Non è fatto di chissà quali discorsi e di grandi confidenze, ma di profondi silenzi e sguardi. E non sguardi velati di compassione come quelli che mi rivolgono più o meno tutti, no. Sguardi colmi di sincero affetto. Quel tipo di sguardo che ti da la conferma di non essere un peso, ma di essere ancora una persona, anche se disumanizzata completamente dalla malattia.
Ci sono giorni che perdo il senso del tempo. Mi sembra di essere in questo ospedale da una decina d'anni, ma la verità è che sono solo un paio di mesi. Il tempo scorre con una lentezza disarmante. C'è una piccola sveglia grigia appoggiata sul mobile affianco al mio letto, la ascolto ticchettare nei rari momenti in cui sono totalmente vigile.
Quei momenti sono sempre meno. Il più delle volte resto incastrata in una strana dimensione fra il sonno e la veglia, un innaturale tropore che mi raggiunge sempre più spesso.
Vorrei fuggire, vorrei scappre da tutto questo. Ma la verità è che le mie gambe non sarebbero in grado di reggermi nemmeno se decidessi di andare a fare un giro nei giardini dell'ospedale.
La prima volta che sono arrivata in questo posto sono rimasta affascinata da quei giardini. Le rose, i sentieri, i cespugli ordinati e il bellissimo gazebo al centro del prato. Quanto vorrei potrmi sedere sotto quel gazebo e sentire ancora il vento sul viso... quanto vorrei poter lasciare i miei piedi liberi di correre fra l'erba...
Niente più corse per me. Niente più giardini. Solo quella maledetta stanza e il suo soffocante silenzio. Il tragitto più lungo che riesco a ricordare di aver percorso è quello che mi separa dal bagno. È l'unico che il mio fisico riesce ancora a sopportare prima di crollare rovinosamente a terra, come un burattino a cui vengono tagliati improvvisamente i fili.
I miei genitori mi fanno visita ogni giorno. Mia madre mi porta sempre fiori freschi, e mi racconta della mia sorellina, Mary, che ha da poco incominciato a camminare. Mi parla dei vicini di casa, di zia Adele e del suo nuovo compagno, e di Percival, che abbaia ogni notte perché sente la mia mancanza.
Mio padre, invece, non è un uomo di molte parole. Per la verità non abbiamo nemmeno un grande rapporto.
Ricordo la prima volta che è venuto a farmi visita. Finsi di dormire, perchè non aveva nessuna voglia di parlare con lui. Si avvicinò al letto, accompaganto da Hannah, che gli stava spiegando che in quella fase della malattia dormivo praticamente tutto il tempo, ma questo non stava a significare che non sentissi quello che mi stava intorno.
Rimasti soli, sentii mio padre aprire la sua ventiquattrore e tirare fuori qualcosa. Si sedette accanto al mio letto, e dopo qualche momento di silenzio, iniziò a leggere.
"In un buco nella terra, viveva uno hobbit."
Ricordo il mio cuore fare un balzo nel petto, in quel momento. Più ascoltavo la voce di mio padre, meno riuscivo a credere a quello che stavo sentendo. La tentazione di aprire gli occhi era forte, ma riuscii a reprimerla.
Mio padre odiava quel libro. Odiava che perdessi il mio tempo a fantasticare su un mondo che non esisteva realmente. Odiava che ne parlassi, odiava quando mi trovava a leggerlo in sala il sabato sera, invece di uscire con la gente della mia età. Più di un volta, quando era tornato a casa ubriaco dal pub, aveva minacciato di buttarlo nel camino.
Non l'aveva mai fatto. Non ne aveva avuto il coraggio. Perchè sapeva quanto fosse importante per me. 
Ma mai e poi mai avrei pensato che avrebbe accettato di fare questo compromesso con sè stesso. Addirittura leggerlo ad alta voce.
E viene ancora, ogni giorno. Io faccio finta di dormire e lo ascolto leggere.
Mi mancava il libro di Tolkien. I miei occhi sono sempre troppo affaticati per leggere da sola.
Mio padre, che mai e poi mai è riuscito ad accettare il mio amore per quel libro, forse è l'unico ad averlo davvero capito. 
È qui, accanto a me, che legge. Io ho gli occhi chiusi e lo sto ascoltando. Vorrei non smettesse mai, ma ecco che, ad un tratto, la lettura si interrompe, e sento mio padre chiudere il libro, infilarlo nella ventiquttrore, alzarsi dlla sedia, ed uscire senza dire una parola.
Allora apro gli occhi, e vedo Hannah sulla porta della stanza. Mi guarda con un sorrisetto complice. Si avvicina e mi dice: "Facevi finta di dormire,  eh?"
Annuisco, e le sorrido.
"Lo fai ogni volta? Non è carino"
Controlla il monitor alla mia destra,  poi si volta nuovamente verso di me.
"Come ti senti oggi?"
"Fluttuante" rispondo. Ho la gola secca e a stento riconosco la mia voce, un tempo allegra e squillante.
Annuisce. 
"Torno più tardi, Jenny." dice, e mi prende la mano. "E voglio trovarti meglio."
Fa per lascirmi la mano, quando io gliela trattengo.
"Hannah" comincio. "Sto morendo."
Non è una domanda, e Hannah lo capisce. A dispetto delle mie aspettative, non nega tutto, si limita a stringermi la mano.
"Hannah..."
"Dimmi cara"
Parlare è uno sforzo senza eguali. I miei polmoni sembrano ricolmi di cemento fresco, e l'aria a malapena raggiunge la gola.
"I condannati a morte non hanno diritto ad un ultimo desiderio?"
Hannah ascolta quei rantoli e fa cenno di sì con la testa.
"Tu che desiderio esprimeresti?"
"Io..." 
Dillo scema! Esprimi il tuo desiderio!, grida la mia mente. 
Ma qualcosa non va. Sento il mio corpo intropidirsi, e so che significa. Il buio sta arrivando. 
Rccolgo le mie forze, quelle ultime che ancora conservo, e dico: "Io voglio vederla..."
Mentre l'oblio mi inghiotte, sento la voce di Hannah, lontana e ovattata, chidermi: "Cosa vuoi vedere, Jenny?"
La Terra di Mezzo, risponde la mia mente.
Mi addormento prima di riuscire a dire altro. 
  
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