SHINE ON YOUR CRAZY
DYAMOND
PREMESSA: Salve, sono io, Akane, che vi illumina con una
delle sue perle. Questa fic è per il tema di gennaio del Tempio di Shun. Il
tema proposto da me: Splendi ancora folle diamante. Il titolo dal tema e dall’omonima
canzone dei Pink Floyd che me l’hanno ispirato. Come prologo il testo della
canzone e la traduzione. La fic è su Saga tempo indietro. È solo un piccolo
pezzo di riflessione. Poco tempo dopo l’uccisione di Aiolos. Buona lettura e
spero di non aver fatto eccessivi disastri ma questa è la mia interpretazione
di alcuni dettagli su eventi poco chiari a tutti(mi riferisco sia ad Aiolos,
che a Aiola che un po’ anche a Saga….). Mah…chissà. Chiedo perdono in anticipo,
va’! Baci
Akane.
***
PROLOGO: SHINE ON YOUR
CRAZY DYAMOND
“Remember when you were
young, you shone like the sun
Slime on you crazy
diamond
Now there's a look in
your eyes like black holes in the sky
Shine on you crazy
diamond
You were caught in the
crossfire of childhood and stardom
Blown on the steel
breeze
Come on you target for
faraway laughter come on you stranger
You legend you martyr,
and shine
You reached for the
secret too soon you cried for the moon
Shine on you crazy
diamond
Threatened by shadows at
night and exposed in the light
Shine on you crazy
diamond
Well you wore out your
welcome with random precision
Rode on the steel breeze
Come on you raver, you
seer of visions, come on you painter you piper
You prisoner, and shine
“
(TRADUZIONE)
Splendi ancora folle dimante
“Ricorda quand'eri giovane, brillavi come un sole
Splendi, folle diamante
Ora i tuoi occhi guardano come buchi neri nel cielo
Risplendi ancora, pazzo diamante
Preso nel fuoco incrociato di fama e d'infanzia
Travolto dal vento d'acciaio
Vieni bersaglio di risa lontane, vieni straniero
Leggenda, martire: splendi
Troppo presto hai raggiunto il segreto, hai pianto alla
luna
Splendi, folle diamante
Minacciato da ombre la notte, ma esposto alla luce
Risplendi, pazzo diamante
Disfatto il benvenuto con precisione casuale
Hai cavalcato il vento d'acciaio
Vieni farneticante, vieni visionario, vieni pittore
pifferaio
Prigioniero, risplendi “
***
- voglio solo sapere perché, credo di aver diritto a
ricevere una risposta.-
Era ancor un bambino quello che aveva davanti. I ribelli
capelli biondo scuro si divertivano a giocare con la sua pazienza, ricadevano
selvaggiamente sul volto dai lineamenti così familiari….così impressionatamente
simili e decisi anche se solo in un volto di bambino. Ma erano gli occhi la
cosa che colpivano di più. Azzurro splendente. Folgorante. Eppure in quel
momento quelle pietre sembravano due piccoli cieli in tempesta. Cupi e tetri,
fissavano il Gran Sacerdote che gli stava riferendo di persona la notizia
dolorosa della morte del fratello adorato. Quel fratello con cui era cresciuto
insieme, quasi……e gli aveva dato la forza di arrivare a quel punto. Mille volte
si era scoraggiato innanzi all’allenamento per diventare Gold Saint…ma era
sempre stato lui a convincerlo ad andare avanti, lui che aveva una forza
d’animo fuori dal comune. Era sempre stato il suo esempio, il suo idolo. Ed
ora….ora stava crollando tutto in quel modo.
Il piccolo fiero ma incupito Aiolia stava a debita distanza
dal Sacerdote e seppur con mille sentimenti contrastanti dentro, manteneva una
certa riverenza e rispetto.
Così piccolo e già aveva provato un dolore così grande. Un
dolore che nessun essere umano e non dovrebbe provare mai. Perdere il proprio fratello.
La luce del quasi cavaliere di Leo non splendeva più come
un tempo….perché ormai non più accompagnata. La costellazione del sagittario si
era spenta per sempre.
- Aiolia.-
La voce bassa e penetrante dell’adulto arrivò a lui
rimbombando per l’enorme stanza. L’uomo allungò una mano nella sua direzione
cercando di essere meno irraggiungibile per il bambino che si sentiva smarrito
e tratteneva un esplosione di lacrime e dolore impareggiabili. Fece qualche
passo verso quella mano ma si fermò prima. Non l’avrebbe presa. Non voleva
toccare nessuno, non voleva fare nulla, non voleva consolazioni o pietà. Voleva
solo sapere.
- mi dica perché è successo.-
Sospirò stancamente e appoggiò la mano sulla gamba.
- si era ribellato ad Athena. Non era più degno di indossare
le sacre vesta di Sagitter. Se non fosse stato necessario non sarebbe
successo.-
Sbattè gli occhioni azzurri cercando di trattenere lacrime
o smorfie.
- un traditore…-
Disse fra se e se….sbalordito e incredulo. Non poteva
essere. No. Solo così, solo questo.
- vuoi parlare?-
Cercò di dimostrarsi gentile per quanto gli era possibile.
Ma l’offerta fu negata da una scossa energica del capo.
I modi di Gold Saint erano già molto radicati in lui….Lui
avrebbe vinto dove il fratello aveva fallito. Sembrava che tutti, guardandolo,
pensassero questo….ma Aiolia vedeva solo sguardi accusatori e ingiusti….come a
dire che anche lui li avrebbe traditi….e avrebbe vissuto in questo modo diversi
anni della sua vita.
Ora sapeva cosa doveva fare, sapeva qual era il suo posto,
sapeva ogni cosa e l’avrebbe fatta. Chiuse i pugni stretti e strinse gli occhi.
Non una lacrima usciva. Si chinò profondamente e mormorò solo:
- vorrei ritirarmi. Mi perdoni…-
- vai pure piccolo Aiolia.-
Lo congedò capendo bene cosa si agitava nel cuore del
fragile e forte apprendista. Tutti sapevano cosa sarebbe diventato, tutti
sapevano molte cose che lasciavano nel silenzio.
Andò, uscendo dalla stanza, percorse il grande tempio, e
scese molte scale osservato da chi stava in quelle 12 case sottostanti. Arrivò
alla nona casa. Seduto in un angolo ricordò e affrontò il dolore a modo suo.
Era davanti allo specchio delle sue stanze personali.
Nessuno poteva arrivarvi. Si osservava serio e serafico. La maschera nera non
permetteva la visione del suo volto a nessuno. Nessuno in realtà aveva idea del
viso che stava dietro a quella maschera. Nessuno. O quasi.
Liberò quei lunghi capelli biondo e mossi….erano fili d’oro
invidiabili, di una tonalità di biondo molto particolare. Lento sciolse le
vesti che avvolgevano il suo corpo regale. Infine con fare nobile si tolse
anche quella ‘pesante’ maschera scura. Si vide nella sua interezza di un corpo
ormai adulto nudo e in un identità segreta.
Non un volto qualsiasi, non un volto comune. Lì c’era un
volto che dietro quelle vesti non doveva stare….un volto che aveva lasciato
vuota l’armatura di Gemini.
La vasca incavata nel pavimento era piena d’acqua calda che
creava nebbioline e vapore nella stanza.
Occhi nei suoi occhi mentre tutto diveniva confuso a causa
dei vapori. Diamanti. Erano diamanti splendidi e splendenti.
Avevano delle luci intense, quei due occhi …dove dietro di
esse, lontano, si poteva scorgere dei misteri inspiegabili. Occhi pieni di ogni
cosa e di nulla. Occhi che sapevano molto e nulla …troppo ugualmente. Due
diamanti che dovevano splendere a tutti i costi….ma in fondo solo due diamanti
folli.
Si girò entrando nella vasca, il suo corpo marmoreo come
quello di una statua greca, si immerse lentamente nell’acqua insieme ai capelli
che si spargevano intorno. Abbassò il volto e ancora…si perse a fissare la sua
immagine riflessa. Un fratello……pensò ad Aiolia e al dolore che doveva provare
per il fratello Aiolos morto. Non aveva saputo molte cose, molti dettagli,
molte verità.
Verità nascoste. Che dietro ad un vetro due mani spingevano
e grattavano insistenti per far fuoriuscire. Un vetro che nascondeva un volto
molto simile a quello del piccolo Aiolia ora, forse, piangente.
Ricordò e immaginò. Erano cosa proibite, solo lui avrebbe
potuto saperle. Nessun altro aveva diritto e abbastanza lucidità per sapere
oltre ciò che sapevano. Ma lui era sopra tutti perché si era messo da solo. Ma
non lui…bensì l’altro.…Ora lui…doveva …andare avanti……con …quegli occhi che lo
tormentavano….Chi era in realtà il diamante perduto? Il folle, il traditore, il
ribelle……un diamante folle che continuava a splendere a discapito di un altro
spento.
In ognuno c’erano due parti, due lati, due personalità. Ma
bisognava fare attenzione ad esse perché se queste erano troppo opposte fra
loro il risultato era devastante per colui che le conteneva.
Una guerra. una grande e dura guerra lui la combatteva ogni
giorno nel suo silenzio e deserto. Nel suo splendore. Nella sua mente immensa.
Con se stesso.
Sospirò portandosi dell’acqua al volto, se lo bagnò
nuovamente constatando stanco che indietro non si tornava, ma si poteva solo
andare avanti….dove?
Ogni diamante ha tante facce, tutte autentiche….ma in un
diamante non dovrebbe mai prevalere la parte folle. Fatti innominabili aveva
compiuto. Il folle diamante spezzò vite importanti, sogni, speranze, promesse,
felicità….amori……riportò eventi gravi nella storia che si sarebbero ricordati
per sempre.
Aveva ricordi scolpiti col sangue nella sua mente. Ricordi
da non ricordare.
Quando… per lui sarebbe stato il momento della pace? Quando
non avrebbe più dovuto combattere contro se stesso e vedersi fare cose
terribili?
Ma sapeva che la pace non era ancora per lui, ciò che aveva
fatto non aveva nome e avrebbe dovuto soffrire molto per ripagare almeno in
parte la perdita grave che aveva costretto tutti.
Rimaneva il ricordo, il vuoto, la sofferenza, la
solitudine, le lacrime che sarebbero ancora rimaste a quel tempo…in lui, essere
peccaminoso ma puro.
Un diamante, un diamante che splende e che sarebbe sempre
rimasto acceso. Un diamante folle a tratti, saggio ad altri, ma che non si
sarebbe spento per ora.
Un diamante di cui c’era ancora bisogno.
Splendi.
Splendi ancora folle diamante.
FINE