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Autore: Prato_Azzurro    08/01/2015    4 recensioni
Ross Lynch sembra il solito secchione che si incontra a scuola, un po' sbadato ed allegro.
Dentro di sè, però, ha un mondo; dietro i suoi occhi si celano... demoni.
I tagli si sarebbero visti di certo. Anche con tutto il fondotinta immaginabile avrebbe comunque dovuto entrare in acqua e Rydel non ne aveva nessuno resistente ad essa. [...]
- Cos’è? - chiese, accigliato.
- Cos’è cosa? - [...]
- Quel segno… appena sopra il tuo orologio. Lì, sul polso sinistro.

--
Spero vi piaccia, se recensite mi fate taaaanto felice :3
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Ross Lynch, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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AVVERTENZA: Allora, ce ne sono due. La prima è che il linguaggio usato non è da bimbi di un anno - ma non scrivo bestemmie o parolacce pesanti, tranquilli.

La seconda riguarda la trama: la scuola in America non è come da noi: ci sono dei gradi e la scuola è pressoché divisa come da noi se non che le superiori finiscono al quarto anno. In più non c’è una classe fissa ma si frequentano delle classi: alcune obbligatorie ed altre facoltative.

Ci tenevo a dirlo perché così riuscirete a capire di più.

Hope you like it!

 


- Non esiste Zack.

- Ma perché? Così fai un po’ amicizia… è solo una piscina, dai! Non fare il solito asociale.

- Non posso, veramente.

- Ma cosa dovrai fare di tanto importante?

- Ehm… cazzi miei?

- Seriamente, dai… devi venire.

Era da almeno mezz’ora che Ross continuava ad inviare messaggi del genere all’amico. Non voleva andare con i ragazzi della classe di Arte e, oltretutto, non poteva. Non doveva.

I tagli si sarebbero visti di certo. Anche con tutto il fondotinta immaginabile avrebbe comunque dovuto entrare in acqua e Rydel non ne aveva nessuno resistente ad essa.

- Ma minchia, ti ho detto che non posso. Smettila di insistere!

Aspettò di leggere la risposta di Zack. Era tenace e non si arrendeva mai e, poi, era cocciuto più di quanto Ross potesse essere. Era praticamente irremovibile quando si doveva trattare con lui: alla fine otteneva quasi sempre ciò che voleva. Poteva essere ossessivo al punto da dare sui nervi.

Quel giorno, però, Ross non poteva dargliela vinta… se avesse mai accettato di uscire con lui e quegli altri dieci o undici ragazzi e ragazze, ne era sicuro, avrebbero notato tutto e lo avrebbero di certo riferito alla madre.

Non poteva essere una tale delusione per lei.

Essere una delusione per le persone che lo amavano lo avrebbe definitivamente indotto a… non voleva nemmeno pensarci. Non che avesse paura della morte, quello no. Aveva più paura di ciò che ne sarebbe susseguito: pianti dei genitori, di Ryland e Rydel… non poteva far loro questo.

Non poteva farli soffrire.

- Sì, vabbè, fai come ti pare. Non so cosa dirti…

Non ci credeva… Zachary James si era arreso per la prima volta da quando lo conosceva! Che giorno era? Ventitré febbraio duemila quindici. Numeri da giocare al lotto.

Poi ricevette un altro messaggio.

- Tanto mancano cinque giorni a Sabato contando anche oggi. Riuscirò a convincerti, bello!

Ross sbuffò, bloccando lo schermo del cellulare e poggiandolo sul comodino. Era il solito! Si era pure illuso che lo avrebbe lasciato in pace. Macché, ‘lasciare in pace le parsone’ non era una frase che l’amico conosceva.

Si promise che non si sarebbe lasciato condizionare, ne andava della sua vita.

Stava diventando melodrammatico, lo sapeva, ma era così.

Non poteva lasciare che una stupidissima piscina gli rovinasse l’esistenza più di quanto era già pietosa di suo.

- Ross, dai, sono le sette e mezza. È ora che ti prepari. - Entrò in camera Rydel, ancora nel suo pigiama rosa, convinta di trovare il fratello nelle sue stesse condizioni.

Invece ecco lì Ross Shor Lynch perfettamente vestito.

Indossava una camicia blu mare a quadretti, dei jeans scuri e dei calzini bianchi. I loro genitori proibivano loro di entrare in casa con le scarpe, per cui le avrebbe messe dopo.

- Già pronto, Delly. Parlavo con un mio amico, ora vado a far colazione. - Uscì lentamente dalla stanza, ancora un po’ assonnato sebbene fosse sveglio da almeno un’ora buona, dirigendosi in cucina. Appena ci entrò le sue narici vennero invase da un buonissimo profumo.

- Uhm, dimmi che sono pancake - disse affamato, sedendosi al suo solito posto, di fianco a Ryland. Il fratello, di tredici anni, era seduto a fare colazione. I capelli castani erano arruffati ed indossava ancora un pigiama rosso accesso.

- Sì, sono pancake - rispose il bruno, sbadigliando. Si girò, notando il fratello già pronto per uscire di casa. - Ross, sei già vestito?

- Esatto RyRy - rispose, addentando un pezzo di pancake che teneva tra le mani. Se sua madre lo avesse cibarsi in quel modo lo avrebbe di certo sgridato. - Mamma e papà sono già usciti?

- Sì, pochi minuti fa.

- Ok. Meglio che esca anch’io altrimenti rischio di arrivare tardi. Ma… non prima di aver finito questi pancake.

 

\\

 

- Ross, domani mattina mi accompagni tu a scuola? - chiese Ryland prima di portare un bicchiere pieno di coca cola alle labbra. Il biondo si strinse nelle spalle, continuando a mangiare la fette di pizza Hawaii che teneva in mano. Il ragazzo, interpretatolo come un sì, cominciò ad esultare mentre il padre gli diceva di non agitarsi troppo prima di cadere per terra.

- No, seriamente Ross, come fai a mangiare quella pizza? - chiese Rydel, il viso contratto in una smorfia schifata. Appena finita l’ultima fetta di pizza con ananas si decise a rispondere.

- E’ deliziosa, Rydel. Assaggia e vedi.

- Come faccio se tu te la spazzoli sempre dopo tre secondi che è pronta? - Tutti e quattro si misero a ridere, compreso Ross.

- Papà, quindi porto io domani Ryland a scuola? Nel senso… per te va bene? -

Annuì. - Ma sì, tanto ti dovrai esercitare un po’ ottenuta la patente, no? Invece di guidare sempre nella nostra via puoi portare a scuola anche il tuo fratellino. Piuttosto, sai no dov’è la Youth Middle School?

- Ma sì papà! -  rispose seccato Ross. - E’ poco prima della scuola dove vado io. Fidati che lo so.

Il padre gli sorrise tornando a mangiare la pizza alle quattro stagioni che aveva davanti a sé.

- Oh, sono piena, Mark! Non è che finiresti anche la mia? - chiese la madre, indicando il piatto da cui stava mangiando pochi istanti prima.

- No, la mangio io! - strillò Ryland. -Dalla a me, ma’.

Per qualche istante non si sentì altro che l’armeggiare con piatti, bicchieri e bottiglie. Poi Rydel ruppe il silenzio creatosi.

- Domani posso restare da Ell a dormire?

- Cosa? - chiese Mark, quasi sputando la birra che stava bevendo. Stormie gli diede qualche pacca sulla schiena, per poi sospirare.

- Non so Delly…

- Vi prego! - esclamò lei, giungendo le mani come a pregare i genitori. - Vi prego vi prego vi prego!

Stormie guardò Mark che, incredulo, era come rimasto come paralizzato. Certo, per lei sarebbe anche andato bene, ma per il marito… probabilmente no. Era molto protettivo nei confronti della sua figlia primogenita e di certo non la avrebbe lasciata andare così facilmente.

- Rydel Mary Lynch! - tuonò infatti il padre. - Cosa pensi di fare?

- Pa’, - si intromise Ross, timidamente. - quest’anno Rydel riceve il diploma, è al quarto anno… mi sembra responsabile e grande abbastanza da non… beh, ecco… sì, avete capito.

Rydel guardò con gratitudine il fratellino che, con imbarazzo, aveva appena tentato di difenderla.

Mark sembrò pensarci su. Assunse un’espressione crucciata e concentrata allo stesso tempo, prendendo in considerazione i pro e in contro del lasciarla andare a casa del suo ragazzo. Insomma, conosceva Ellington Ratliff alla perfezione e sapeva che fosse un ragazzo un po’ pazzo ma comunque responsabile. In più, sua figlia non era certo la tipa da concedersi così presto ad una persona.

Però ovviamente loro avrebbero potuto comunque fare quel passo in più che tutte le coppie facevano. Prima o poi anche la sua bambina non sarebbe più stata del tutto sua ma anche un po’ di quel ragazzo che per lui era stato come un quarto figlio.

- E va bene - concesse infine anche se un po’ riluttante.

Lei subito espresse la sua felicità con un ‘sì!’ e con una reazione simile a quella di Ryland quando Ross aveva accettato di accompagnarlo a scuola.

- Ma non fare cose sconvenienti! - la ammonì. Avrebbe rinnovato le ramanzine il giorno successivo, ne era sicura. Faceva così anche quando doveva uscire con le sue amiche.

- Sì, tranquillo.

Ross si alzò all’improvviso da tavola, scansando la sedia per poi riposizionarla con le gambe di legno sotto il tavolo.

- Vado in stanza mia.

- A fare che? - chiese la madre.

- Ascoltare musica. - Detto questo uscì dalla cucina, salendo le scale e dirigendosi nella sua camera. Chiuse la porta e si distese sul letto in posizione supina.

Prese le cuffie che aveva lasciato quel pomeriggio sul materasso, per poi allungare il braccio verso il comodino e prendendo il cellulare da sopra esso.

Inserì l’estremità del filo dentro l’entrata del cavo, per poi mettersi le cuffie bianche nelle orecchie.

Mise in riproduzione casuale, non gli importava quale canzone avrebbe ascoltato. Voleva solo riempire il silenzio del suo cuore e zittire il rumore del mondo.

 

I walk a lonely road

The only one that I have ever known

Don't know where it goes

But it's home to me and I walk alone

 

I walk this empty street

On the Boulevard of Broken Dreams

Where the city sleeps

And I'm the only one and I walk alone

                             

I walk alone

I walk alone

I walk alone

I walk a...

 

Perfetto, Boulevard Of Broken Dreams dei Green Day.

La sua canzone preferita.

 

My shadow's the only one that walks beside me

My shallow heart's the only thing that's beating

Sometimes I wish someone out there will find me

'Til then I walk alone

 

Ah-ah, ah-ah, ah-ah, aaah-ah,

Ah-ah, ah-ah, ah-ah

 

I'm walking down the line

That divides me somewhere in my mind

On the border line

Of the edge and where I walk alone

 

Cominciò a muovere le labbra quasi per cantare ma senza il coraggio di farlo veramente.

Sarebbe stato bello, pensò, se la vita fosse stata davvero così. Far battere il cuore a tempo di una melodia che conosceva ma senza veramente farlo battere.

Vivere senza dover veramente vivere.

Sì, vivere in modo silenzioso.

 

Read between the lines

Of what's fucked up and everything's alright

Check my vital signs

To know I'm still alive and I walk alone

 

I walk alone

I walk alone

I walk alone

I walk a...

 

My shadow's the only one that walks beside me

My shallow heart's the only thing that's beating

Sometimes I wish someone out there will find me

'Til then I walk alone

 

Ah-ah, ah-ah, ah-ah, aaah-ah

Ah-ah, ah-ah

 

Le palpebre cominciarono a farsi pesanti. Erano solo le otto di sera ed era strano che si stesse addormentando. Solitamente rimaneva sveglio fino alla una e mezza, per poi dormire fino alle quattro circa, svegliarsi e non riuscire più ad addormentarsi.

Era un effetto della depressione, aveva letto, era normale l’insonnia.

Non ne aveva parlato con nessuno, ovviamente. Doveva pur sempre sembrare normale come gli altri…

 

I walk alone

I walk a...

 

I walk this empty street

On the Boulevard of Broken Dreams

Where the city sleeps

And I'm the only one and I walk a...

 

My shadow's the only one that walks beside me

My shallow heart's the only thing that's beating

Sometimes I wish someone out there will find me

'Til then I walk alone...

 

I suoi occhi pieni di demoni si chiusero definitivamente dandogli una temporanea tregua alla grande guerra che era la sua vita.

Sapeva che comunque quella tregua non sarebbe durata, era come un’elemosina la quale, gettata al mendico, prolunga di un giorno la sua vita per continuare quello successivo il suo tormento.

Lo sapeva, aveva solamente deciso di prendere anche lui una tregua dai suoi pensieri.

Dalla vita.

 

ANGOLO AUTRICE

Gente! Allora, eccomi. Spero davvero che vi piaccia! Ringrazio chi ha ha recensito lo scorso capitolo =) mi fa davvero piacere. Ah, io ho uno stile strano: vado a capo sei mila volte... non so, faccio così da circa tre anni.

Bene, vi lascio, grazie ancora a chi ha recensito e chi recensirà ed anche a chi legge di nascosto, senza commentare.

Ciao a tutti!

Prato_Azzurro

  
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