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Autore: Eleven    18/11/2008    6 recensioni
"Pansy Parkinson odiava dormire con Draco Malfoy.
No, non esattamente. Pansy Parkinson odiava
l'idea, di dormire con Draco Malfoy. Come logica conseguenza del fatto che odiava non avere la situazione - sé stessa - sotto controllo."
La mia prima Draco/Pansy, per un'occasione che solo io ricordo, ma che, se non la ricordassi, provocherebbe la mia morte a padellate.
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Breve flashfiction per un'occasione che solo io ricordo, ma che, se non la ricordassi, provocherebbe la mia morte a padellate.


La mia prima Draco/Pansy per una folle pantapairingata [leggasi, in una strana fusione tra greco e inglese, una pazza che ama qualunque pairing. E con qualunque intendo qualunque.]


Beh, tu sai che è per te, dunque saltiamo le melensaggini noiose. Ti odio (L).




Goodnight;





Pansy Parkinson odiava dormire con Draco Malfoy.


No, non esattamente. Pansy Parkinson odiava l'idea, di dormire con Draco Malfoy. Come logica conseguenza del fatto che odiava non avere la situazione - sé stessa - sotto controllo.


E sapeva perfettamente di non avere pieno controllo, nel sonno.


Un braccio poteva finire chissà dove, lei stessa poteva girarsi e cadere dal letto, poteva dire qualcosa di sconveniente... In fondo, chi le assicurava che non parlasse nel sonno? Nessuno aveva mai dormito con lei, in realtà.


Ma soprattutto... Più di ogni altra cosa, temeva il suo scarso controllo dell'aspetto fisico, durante la notte. Come avrebbe avuto i capelli, il trucco rimasto sul suo viso dalla sera prima, o - peggio! - il viso stanco e struccato, dopo una notte passata a dormire?!


Per questo ogni volta che, dopo l'amplesso, Draco Malfoy si lasciava andare accanto a lei cingendole le spalle pronto per un sonno ristoratore, Pansy si rassegnava ad una notte in bianco. Non poteva assolutamente permettersi che Draco la vedesse in quello stato, comunque quello stato fosse.


Si lasciò sfuggire un breve sospiro, mentre dalla posizione su un fianco si metteva supina, gli occhi neri spalancati e rivolti verso il soffitto.


Accanto a lei Draco allungò il braccio destro fino a posarlo sul suo ventre, quasi ad abbracciarla. Pansy non avrebbe saputo definire se si trattava di tenerezza - improbabile - o possessione - involontaria, ingiustificata -. Evidentemente Draco Malfoy se ne fregava altamente dell'effetto che la notte e il sonno potevano avere su di lui. Grazie a Salazar, sapeva sicuramente fin troppo bene che il giorno dopo si sarebbe alzato fresco e riposato, con i capelli appena appena scombinati e bello come il sole, come sempre.


Fanculo.


Pansy trasalì quando, lentamente, le dita di Draco si mossero sul suo fianco in un lieve solletico che le provocò inevitabili brividi involontari. Cominciato come quella che sembrava essere una mossa non controllata in preda al sonno, poi sfumata in una breve carezza per sfociare infine in una provocazione erotica, quel movimento così semplice era riuscito a mandarla in tilt. Spalancò ulteriormente gli occhi, artigliando insieme le lenzuola alla sua sinistra che, bloccate dalle gambe di Draco avvolte con noncuranza un paio di volte nella stoffa, arrivavano poco più in basso del suo bacino e tendendo le orecchie nella sua direzione.


Lentamente, con una breve emissione di fiato caldo sulla sua pelle, Draco alzò appena il capo fino a raggiungere il suo orecchio, le labbra contro la lieve peluria nera sul collo appena sotto al lobo e il mento a sfiorare ancora la sua spalla sinistra.


- Hai tre possibilità, direi. - sussurrò, mentre lei si irrigidiva. Il movimento delle sue dita sottili era cessato.


- Continuare a fissare quell'interessante e nobile soggetto che è il mio soffitto, quindi passare l'ennesima notte sveglia a credere che io dorma e sgattaiolare via quando puoi, quando riesci, se ne hai il coraggio... - riprese a sfiorarla, salendo piano con la mano, mentre lei tratteneva il respiro. Il porpora della vergogna era fiorito, innocente, sulle sue guance pallide. La sua ingenuità rimaneva protetta dall'abbraccio del buio della stanza.


- ... Andartene ora... - continuò Draco.


La ragazza si voltò verso di lui. Tenebra aveva avvolto il suo volto, ma non i suoi occhi. Poteva ancora disegnare il profilo acerbo del suo naso, la linea delle sue labbra perfette, indovinare la sua pelle pallida almeno quanto la sua. Non la stava rifiutando.


- ... O abbandonare qualsiasi pensiero completamente e semplicemente degno del mio regale dimenticatoio che di sicuro stai facendo e, per una volta, dormire. -


Salve, Pansy Parkinson. Sei appena stata beccata in pieno.


- Non ho sonno. -


- Non è bello che io ti tolga il sonno. - commentò semplicemente, come se stesse parlando del tempo.


- Non sei tu a togliermi il sonno. -


Draco si staccò lievemente, mentre le sue dita già cercavano una sigaretta immaginaria.


- Okay. Non è bello che tu ti neghi il sonno. -


- Non ho voglia di dormire, ti ho detto. - Pregò che non lo leggesse come un invito. Il lampo da predatore che lesse nei suoi occhi, seppure al buio, le confermò che per un'istante la parte di lui pervertita senza possibilità di recupero ci aveva pensato.


- Che vuoi fare, allora? -


Tre possibilità. Difficile decidersi.


Logicamente parlando, la terza era di sicuro la migliore.


La seconda avrebbe determinato probabilmente la fine del faticosamente conquistato amore e l'inizio - il ritorno - al sesso.


La prima, in tutta sincerità, la attirava parecchio.


- Se ti dicessi che me ne vado? -


- Non so se ti tratterrei. -


Scelta sbagliata. Lei voleva essere trattenuta.


Tacque.


Lui si mise a sedere sul letto, cercando realmente quella sigaretta che prima aveva solo immaginato.


- Non voglio e non mi interessa sapere a cosa pensi tutta la notte, ma mi infastidisce dormire sapendo di avere accanto te con gli occhi sbarrati e i muscoli tesi. -


Il tenue sapore amarognolo di quella lieve bugia si perse nella stanza sovrabbondante di pensieri. I sospiri e le confidenze trattenute a forza si agitavano ancora nell'oscurità, ma il turbinio ammattito che regnava nella mente di Pansy le impediva di notare qualsiasi altra cosa.


Avrebbe percepito, probabilmente, l'inclinazione della voce di Draco, sintomo di falsità. Se solo avesse avuto UN cassetto ordinato in tutto il cervello.


Odiava sottomettersi a lui. Eppure, spesso, cedeva.


Se però le avessero chiesto: - Ehi Parkinson, tu ti sottometti a Draco Malfoy? -, lei avrebbe risposto di no.


Era al suo stesso amore per lui, che cedeva. Il suo orgoglio era salvo.


Anche quella volta, comunque, non sarebbe stata da meno. Trasfigurò un sospiro in uno sbuffo e si distese, appoggiandosi alla spalla nuda di lui.


- Non ti assicuro che dormirò. - borbottò, chiudendo gli occhi.


Non avrebbe mai visto lo sghembo sorriso di soddisfazione che aveva preso posto sulle labbra di Draco, anche se, il giorno dopo, avrebbe giurato di averlo percepito nel sonno.







_______ Spazio dell'autrice:



Spero vi sia piaciuta; commenti, critiche e complimenti sono sempre ben accetti.


A chi interessasse, posto oggi anche il prologo di una long Draco/Hermione che avevo preannunciato, date un'occhiata al mio profilo questa sera.


Grazie in anticipo,


HK.

   
 
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