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Autore: Fanny99    08/01/2015    1 recensioni
"Beacon Hills, 2006 .
Quando la luna piena si alzava imponente nel cielo, occhi brillavano nella notte, nascosti dalle ombre più oscure."
[Ambientata prima dell'incendio di casa Hale.]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora Hale, Derek Hale, Nuovo personaggio, Peter Hale, Talia Hale
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Spazio Autrice

Grazie a tutti quelli che commenteranno o che si sono fermati a leggere questa nota.
Come avete già letto nella descrizione, questa storia è ambientata prima dell'incendio a casa Hale, quindi molto prima degli eventi di Scott McCall e degli altri ragazzi del liceo di Beacon Hills. La FF sarà molto breve -solo sette capitoli- ma avrà un seguito ambientato nell'anno della storia reale.
​Buona lettura.


Da lontano Beacon Hill appariva come un insieme di piccoli tetti rossi che si intravedevano tra gli alti alberi della riserva cittadina. Sì era bella, con le strade ciottolate, le case di mattoni con le staccionate bianche e i vicini che ti sorridevano, non importava se non li conoscevi o se non avevi mai sentito la loro voce. Sorridevano e basta e tu ricambiavi, perchè semplicemente non potevi farne a meno. Un americano stanco della città si sarebbe di certo sentito a casa, riunchiuso in una campana di vetro calda e accogliente ma, se solo avessero saputo cosa nascondeva quella misteriosa casa nel bosco, probabilmente tutti avrebbero girato a largo, perfino i vicini avrebbero smesso di sorridere. E come dargli torto. Quando la luna piena si alzava imponente nel cielo, occhi brillavano nella notte, nascosti dalle ombre più oscure. In una di quelle notti, mentre un ringhio passo si diffondeva nell'aria, Xavier e Rebeka Parker scivolarono silenziosamente nella loro nuova casa, una di quelle con i tetti rossi e le staccionate bianche e per la prima volta dopo anni qualcuno a Beacon Hill in una notte di luna piena dormì sonni tranquilli.

Con gli occhi ancora appannati dalla selvaggia notte appena trascorsa, Cora Hale si sollevò lentamente dal freddo pavimento della camera, non aveva i vestiti e tremava terribilmente quando si decise a infilarsi sotto il getto caldo della doccia. Era graziosa Cora. A soli quattordici anni con quegli occhi da cerbiatta e il fisico asciutto, era notata da ogni ragazzino che le passava vicino, anche se difficilmente li degnava di un solo sguardo, con la paura che in una notte di luna piena potesse rivederli nel bosco e morderli o peggio, ucciderli. Cora viveva nel terrore di instaurare rapporti e forse era quello il lato negativo di nascere licantropi: non sapere che vuol dire essere normali. Uscì velocemente dalla doccia e si asciugò i capelli, rientrò in camera e infilò un paio di jeans, delle superga e una maglietta. Giù nel grande salotto, suo fratello Derek e sua sorella Laura aspettavano impazientemente. Loro sì che avevano degli amici, sembrava che a differenza sua non avessero problemi ad interagire con le persone normali.

-Cora! Cora sbrigati o arrviamo in ritardo!- Laura Hale era la versione più alta e affascinante della sorellina ed era una beta davvero incredibile, era sempre riuscita a controllarsi, forse perfino più di suo fratello. Derek era un quindicenne decisamente particolare, forse era cresciuto troppo in fretta, decisamente in fretta. Sembrava quasi che fosse estraneo a qualsiasi cosa gli capitasse intorno, che fosse coinvolto o meno.

-Eccomi!- gridò la piccola, afferrando lo zaino e varcando velocemente la porta, seguita dai due. Laura arì la portiera e mise in moto la bella auto, aspettando che i fratelli salissero prima di partire velocemente. Se c'era una cosa positiva ad essere un licantropo era che i soldi non mancavano di certo, mai. 

La Beacon Hill Hig School era situata molto vicino alla Middle School dove scaricarono la più piccola per poi fare il loro ingresso nel parcheggio della loro scuola.

Cora scese dall' auto e con sguardo basso si diresse rapidamente verso la porta bianca a doppio infisso che tanto odiava, non vedeva l'ora di abbandonare quel misero edificio per andare nella bellissima scuola dei suoi fratelli, magari lì avrebbe incontrato qualcuno come lei, chissà. Persa nei suoi pensieri decisamente inusuali, andò a sbattere contro una ragazzina pressocchè della sua età che però non aveva mai visto. Era bassa e piccola, con il viso affilato e le sopracciglia troppo scure per il colore dei suoi capelli. Le diede una mano ad alzarsi e appena entrarono in contatto sentì una strana sensazione di calore, come se all' imporvviso il vuoto che aveva nello stomaco si fosse placato e l'ansia fosse sparita. Cora, per la prima volta in tre anni, sorrise a qualcuno in quella orribile scuola con i doppi infissi.

-Sono Cora, Cora Hale-

-Rebeka Parker, ma chiamami Beka-

-Sei nuova? Non ti ho mai notato.-

-Bhe si. Sono arrivata da poco, è il mio primo giorno-

Cora non seppe mai il perchè e forse neanche Beka, ma da quel momento un sottile filo legò il loro subconscio e nessuna delle due sarebbe più riuscita a fare a meno dell'altra, mai.

Mentre la loro sorellina stringeva la prima vera amicizia, Derek e Laura entravano a passo deciso nel grande edificio e si dividevano come ogni mattina, lui andava dai suoi amici, seguito dallo sguardo delle ragazzine che gli capita di incontrare e Laura andava da Cassy, attirando lo sguardo di ogni ragazzo in circolazione. I fratelli Hale erano ammirati da tutti e questo non poteva renderli più felici, li aiutava a distrarsi dai loro problemi, ma nessuno dei due si immaginava che presto la loro vita si sarebbe intrecciata a quella di qualcun altro.

I giorni passarano veloci e dopo appena due settimane Cora e Rebeka erano diventate inseparabili, perfino a casa la ragazza sembrava più spensierata e forse fu questo a convincere Talia a chiedergli di portarla a casa per studiare o forse semplicemente non si fidava a lasciar andare sua figlia a casa di questa misteriosa bambina, sentiva che c' era qualcosa in lei, qualcosa di potenzialmente pericoloso.

-Senti Beka, ti va di venire a casa a studiare oggi pomeriggio?-

Cora sperava che dicesse di si, che passassero un pomeriggio insieme senza che lei sentisse la stranezza di quella casa appicicarsi addosso, senza che sospettasse, che smettesse di parlarle. Fu Talia ad occogliere la piccola in casa e utilizzò ogni suo senso, ma non aveva nulla di strano o di particolare, era una semplice ragazzina un pò sgraziata che sapeva come strappare un sorriso perfino a lei.  

Le due si sedettero in cucina, un piatto di  biscotti al cioccolato avanti e il libro di letteratura sotto al naso. Se Rebeka amava la letteratua e la filosofia, Cora aveva uno strabiliante talento per i calcoli, riusciva a risolvere qualsiasi equazione in pochi minuti e ne andava fiera, decisamente fiera. Erano ancora lì quando Derek entrò in cucina, senza degnare di uno sguardo la piccola ragazzina bionda che, dal canto suo, era troppo piccola per pensare ai ragazzi. Così quegli occhi glaciali così diversi e distanti non si incrociarono mai. Almeno non quel giorno.

                                                                                            ***

.-E così hai deciso di smettere di provarci?-

-E a cosa serve? Non prendo mai più di una B- 

Rebeka non riusciva proprio a credere che la sua amica  si accontentasse di una B quando invece poteva ottenre di più, molto di più. La mente della bionda invece era come un uragano, portava via ogni cosa e la risucchiava, la faceva sua.

-E quel ragazzo che ti fissa sempre durante l'ora di biologia?-

Sul viso di Cora si disegnò un piccolo sorriso, anche lei aveva notato quel ragazzo con i capelli ricci e scuri e quegli occhi azzurri terribilmente belli, ma ancora non aveva il coraggio di provare ad affrontare altre persone, era già difficile covare la paura che Rebeka si allontanasse per provare a socializzare con altri. Le serviva tempo, solo un po' magari.

-Nulla di speciale, lo sai che non mi interessano queste cose-

-Sarà, ma secondo me gli piaci-

-Se lo dici tu Beka-

Le due si sorrisero e insieme andarono verso il giardino sul retro della scuola dove passavano la pausa pranzo, a Cora non piaceva la folla che c'era in mensa e a Rebeka bastava stare con lei. Il filo che le legava diventava i giorno più spesso e nessuna delle due in cuor suo sapeva se rallegrarsi o preoccuparsi. La dipendenza non è una bella cosa. 

***

"25 settembre". Cora aveva cerchiato la data sul grande calendario nella sua camera da letto. 25 Settembre. Il compleanno di Rebeka. Quindici anni. La bionda era di paio di mesi più grande di lei che era nata nel gelido mese di dicembre. Sua sorella sosteneva che era dannatamente adatto a lei. Cora aveva pensato per giorni interi cosa regalarle per il compleanno, così un giorno aveva rovistato nella sua cartella e aveva scoperto che aveva una passione per la fotografia. Per un attimo Cora era rimasta delusa dal fatto che non gliel' avesse detto, ma la delusione aveva lasciato spazio a un'idea: gli avrebbe regalato una polaroid, così avrebbero condiviso anche quello. Dovevano condividere tutto. Quel giorno però Beka non venne a scuola, si presentò a casa sua nel pomeriggio con i capelli un pò scompigliati e un bellissimo sorriso sul viso. Le aveva fatto gli auguri Cora, poi aveva preso il piccolo pacchetto rosso e gliel'avevo dato.

-Una polaroid? Dio Cora grazie!-

-Nel tuo zaino avevo notato delle foto così ho pensato...bhe sai...-

La mora era stranamente imbarazzata, ma quando Beka gli proprose di fare una foto si riscosse e cercò di sorridere come meglio poteva. Click. Un Flash. La loro prima foto insieme. Cora la custodì gelosamente nel cassetto, perchè se mai si fossero separate almeno in quel pezzo di carta sarebbero state insieme. Per sempre. Eppure la ragazza bionda e gracile della foto stava cambiando, Cora lo vedeva nei movimenti più misurati, quasi affettati e nel suo corpo sempre più tonico e forte. E passarono i giorni, le settimane, i mesi e quei cambiamenti cominciò a notarli di meno, quasi come se la novità era talemente frequente da diventare monotona, ordinaria. Tra loro però era sempre tutto uguale, tutto perfetto. Ormai erano l' una parte dell' altra. Cora la sentiva Beka. La sentiva nelle ossa. Quell' anno lo passarono con gli occhi spalancati ad osservare il mondo, a vedere quello che poteva offrire, quello che si accettava a braccia aperte e quello che si rifiutava stringendo forte gli occhi e storcendo il naso, come quella sigaretta che entrambe avevano gettato via, che l'aveva disgustate. E in quell' anno che Cora aveva baciato il ragazzo dell' aula di biologia, l' anno in cui avevano riso di quel momento mentre le guancie della mora si tingevano di un tenue rosa. Un anno che Cora stringeva forte per non lasciarlo andare più.

Ma quando all'improvviso Beka smise di venire a scuola, quando alle chiamate ormai gli rispondeva solo una voce meccanica e senza emozione, quando era rientrata a casa sbattendo la porta così forte da far tremare le pareti perchè aveva capito che se n' era andata. L'aveva lasciata sola e quel vuoto allo stomaco tornava a opprimerla ancora più forte di prima. Una voragine la trascinava e lei si lasciava portar via, si lasciava imprigionare. La cella? Sè stessa.

 

  
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