Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Clouds_Jas    08/01/2015    4 recensioni
Non avevo mai riflettuto su quanto fosse palese la mia cotta, o meglio, ipotizzavo che lui avesse capito tutto, ma che io non gli interessassi minimamente. Nonostante ciò continuavo ad amarlo senza riserve, non curandomi degli altri.
Era uno stupido amore a senso unico senza via di sbocco.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
I miei occhi urlavano “amami”, ma forse erano così piccoli e insignificanti che nessuno riusciva a leggerci dentro.
“Cosa ti costa andare lì e parlargli?” mi chiedeva sempre l’omino nella mia testa. 
“Niente” rispondevo “ è solo che lui è così bello e io mi sento stupida solo guardandolo. Non dovrei essere innamorata di un estraneo, non dovrei.”
Eppure continuavo a fissarlo incantata come se non esistesse nessun’altro.
Lui era il sole splendente e indipendente, mentre io ero la luna: m’illuminavo solo quando c’era lui. Sebbene la ragione mi ricordasse costantemente quanto fossi masochista, il mio sguardo continuava a cercarlo tra la gente e il mio cuore a battere all’impazzata quando lo scorgevo.

«Jas, se continui così lo consumerai!» Disse Micaela con tono esagitato.
Rimasi un attimo stordita dalla sua affermazione, tanto che dovetti chiederle spiegazioni. 
«Credi davvero che sia stupida? – La ragazza sembrava leggermente piccata. – Sono due anni che in pratica vivo con te, e durante tutto questo tempo, ogni volta che c’è quel ragazzo nelle vicinanze, cadi in una sorta di coma vegetativo mangiandotelo con gli occhi! Come avrei fatto a non accorgermene? Avrei dovuto essere cieca.»

Non avevo mai riflettuto su quanto fosse palese la mia cotta, o meglio, ipotizzavo che lui avesse capito tutto, ma che io non gli interessassi minimamente. Nonostante ciò continuavo ad amarlo senza riserve, non curandomi degli altri.
Era uno stupido amore a senso unico senza via di sbocco.
Michi mi guardava con i suoi dolcissimi occhi grigi in attesa di una risposta. «Di chi stai parlando? Continuo a non capire.»
Come potevo anche solo sperare di poter evitare il discorso “la mia piccola Jassy è più cotta di una pagnotta bruciata”? Ormai era impossibile spegnere il fuoco di cupido impossessatosi della mia migliore amica.

Intorno a me era il fermento: gente che urlava, bambini che cercavano madri, pullman che scendevano lasciando un acre odore di benzina e infine lui, tutto tranquillo, che parlava con un suo amico appoggiato contro un muretto.
«Jas, carissima Jas… Ti dice qualcosa il nome Giulio?» Pronunciò quella parola come fosse un’arma, una lama affilata che mi si conficcò nel cuore e m’impediva di respirare normalmente.

Il suo nome continuava a tornarmi sulle labbra giorno e notte, lo sussurravo durante il sonno, lo sentivo riecheggiare nella mente in continuazione.
Cominciavo ad odiare il fatto che un normale diciottenne potesse influire sul mio umore più di ogni altra cosa. Era folle.
Mi morsi il labbro inferiore. «Non so proprio chi sia.» Mai fu pronunciata menzogna più assurda di quella.
Micaela m’incenerì con uno sguardo assassino. Sembrava volesse prendermi a calci. «Jasmine Aufiero, tu mi stai dando della cretina!»
Si, le stavo dando della cretina.
In fondo stavo dando della cretina anche a me stessa: non avevo mai creduto nell’amore a prima vista e poi mi ero fatta ammaliare da un moretto dalla pelle ambrata. Non era da me.

«Senti, so chi è Giulio, ma non provo assolutamente nulla per lui. Nulla, nulla, nulla! Ora vado lì e te lo dimostro!»
Sorrisi orgogliosa di me stessa e anche un po’ imbarazzata. «Ti chiedo solo un favore: fallo smettere di fare quello che sta facendo o non mi muovo da qui!»

Micaela si sporse per poter inquadrare il ragazzo, nascosto da un albero lì vicino e, dopo aver fatto ciò, prese a ridere di gusto. «Sta solo respirando!»
Non era colpa mia se respirava in modo adorabile.
Sospirai piano cercando di racimolare un po’ di coraggio. 
Era strano ritrovarsi a camminare verso di lui. Mi fece ripensare alla prima volta i cui ci notammo davvero.


Era la giornata della creatività.
Ero tutta sporca di vernice colorata, indossavo una maglia XXL piena di manate e scritte e i capelli tutti spettinati; invece lui era perfetto, come sempre, nei sui jeans scuri e nella sua t-shirt azzurra.
Io ero in piedi e lui seduto su una panchina a bere da una bottiglietta.
Lo vidi e m’incantai, lui alzò lo sguardo all’improvviso e lo puntò nei miei occhi.
Guardò proprio me nonostante fossi un impiastro.
Fu allora che me ne innamorai.

 
In quel momento gli ero così vicina da sentire distintamente il suo dolce profumo. Sapeva di sapone da bucato e qualcos’altro.
Senza esitare sollevai la mano e afferrai un angolo della sua felpa per richiamare la sua attenzione.
Giulio si voltò e rivolse i suoi occhi a mandorla verso di me, sorridendo leggermente.

Il mio corpo smise di funzionare: il cuore mi si bloccò, polmoni non riuscivano ad immettere e rilasciare aria normalmente, il cervello non riusciva a pensare e gli arti mi si bloccarono.
Era così bello e, cavolo, mi stava sorridendo.

Presi un respiro profondo e parlai: «Ciao… Ehm… Io e la mia amica lì giù – Indicai Micaela (che intanto rideva sotto i baffi delle mie figure di merda) – Abbiamo scommesso una pizza se fossi riuscita ad… – Deglutii – Abbracciarti.»
Sembrava un po’ sorpreso di quella stramba richiesta e io non riuscivo a far altro che ansimare e guardare a terra. Non riuscivo a reggere in suo sguardo, mentre lui continuava a scrutarmi attraverso lenti dei suoi occhiali con aria divertita.

Se non avesse risposto entro cinque secondi sarei scappata.
Cinque. Si toccò i capelli.
Quattro. Si morse un labbro.
Tre. "Se non la smetti con quei capelli svengo."
Due. "Stai tentando alla mia vita per caso? Un altro secondo dei tuoi occhi e svengo."
Uno.
Scoppiò a ridere. «Sei adorabile, ragazzina!» La sua voce era cioccolato bianco fuso ai cereali.
Era la cosa più dolce che avessi mai sentito.

Allargò le braccia e mi circondò.
Sentivo gli occhi diventare liquidi mentre il suo profumo dolce cominciava ad intontirmi.
Mi strinse forte e io ricambiai la stretta appoggiando la testa al suo petto caldo, reso morbido dalla felpa. 
Era così bello stare tra le sue braccia e sentire le sue mani carezzarmi piano i capelli.

Era così bello sentire il suo respiro sulla mia testa.
Era così bello notare l'enorme differenza di altezza tra di noi.
Il mondo era come ibernato. Non volevo lasciarlo andare per nessuna ragione al mondo, eppure lo feci.

Una lacrima di gioia mi si incastrò tra le ciglia. Ormai il mio campo visivo era compromesso, ma riuscivo a distinguere ancora quegli stupendi tratti orientaleggianti.

Credevo fosse stranito dal mio comportamento, invece il suo sorriso era ancora lì ad infestare le sue labbra e la mia realtà.



Jas'world!
Buona sera carissimi biscottini al cioccolato.<3
Vorrei ringraziarvi infinitamente per il sostegno che mi date e per aver letto questa storia. Spero che vi piacerà almeno un po'! :D
Lasciatemi qualche commento se avete voglia, anche solo due paroline mi renderanno felice. Perchè ho scritto "Lo chiamano amore?"
Perchè provo qualcosa, un sentimento forte, per questo ragazzo e desidero trasmettere parte del mio amore (se così possiamo definirlo) a qualcun atro.
Vorrei donare un sorriso a chi, come me, è troppo timida per fare un primo passo. Cercherò di farlo anch'io.
Baci, 
Clouds_Jas
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Clouds_Jas