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Autore: BettyLovegood    08/01/2015    1 recensioni
E levo questa spada alta verso il cielo. Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo. Solo sulla cima attenderò i predoni, arriveranno in molti e solcheranno i mari. Oltre queste mura troverò la gioia, o forse la mia fine comunque sarà gloria. E non lotterò mai per un compenso. Lotto per amore, lotterò per questo.
Gli occhi della ragazza erano ancora bianchi, ma Percy leggeva la determinazione sul suo volto.
Non l'avrebbe mai lasciato andare e una piccola parte di Percy le fu grata per questo.
-Annie, tu non le puoi affrontare.- Ha detto il ragazzo stringendo la sua mano.
Annabeth ha scosso il capo, decisa.
-Non ti lascio solo.- Ha detto alzandosi in piedi tenendo la mano del ragazzo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy/Annabeth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E levo questa spada alta verso il cielo. Giuro sarò roccia contro il fuoco e il gelo. Solo sulla cima attenderò i predoni, arriveranno in molti e solcheranno i mari. Oltre queste mura troverò la gioia, o forse la mia fine comunque sarà gloria. E non lotterò mai per un compenso. Lotto per amore, lotterò per questo. 

 

Una delle megere si scaglió contro Annabeth. Lei la schivó d'istinto, caló il pezzo di roccia che aveva in mano sulla testa del mostro e la disintegró. Non che avesse scelta, Percy avrebbe fatto lo stesso.
Ma subito Annabeth lasció cadere la pietra, urlando:
-Non ci vedo piú!- Si toccó la faccia, guardandosi intorno impazzita. Aveva le pupille sbiancate.
Percy le fu subito accanto e la strinse a se.
-Sono qui io.- Le ha sussurrato all'orecchio.
Annabeth strinse forte la mano del ragazzo.
Un'arai scese dall'alto e voló sulla testa di Percy.
"Scegli la tua maledizione Percy Jackson" ha sussurrato la voce, "Scegli la maledizione con cui vuoi morire."
Percy levó Vortice in aria e tentó di far allontanare la vecchia megera cercando di non colpirla.
"Avanti Jackson" lo sbeffeggio la voce. "Scegli."
Un'altra arai si avvicinó e il ragazzo abbassó la testa per non farsi colpire. Tiró Annabeth a terra prima che venisse colpita e la trascinò dietro una grande roccia.
Non potevano farcela entrambi, non in quelle condizioni.
-Annie al mio tre scappa il piú lontano possibile.- Ha detto alla ragazza.
-No.- Ha urlato Annabeth. -Non ti lascerò affrontare quei mostri da solo.-
Gli occhi della ragazza erano ancora bianchi, ma Percy leggeva la determinazione sul suo volto.
Non l'avrebbe mai lasciato andare e una piccola parte di Percy le fu grata per questo.
-Annie, tu non le puoi affrontare.- Ha detto il ragazzo stringendo la sua mano.
Annabeth ha scosso il capo, decisa.
-Non ti lascio solo.- Ha detto alzandosi in piedi tenendo la mano del ragazzo.
"Non puoi nasconderti Jackson." Ha mormorato la voce con una risata. "Noi viviamo nell'oscuritá, sappiamo dove sei"
Percy strinse forte la mano della sua ragazza.
-Ti amo Sapientona.- Ha sussurrato alla ragazza abbracciandola.
Il volto di Annabeth si é riempito di lacrime. -Anche io ti amo Testa D'alghe.- Gli ha mormorato cercando il suo viso.
Percy l'ha attirata a se e l'ha baciata. É stato il bacio piú bello e intenso che i due si sono mai dati.
Percy poteva cogliere tutta la disperazione di Annabeth, tutto l'amore che non erano riusciti a condividere.
Ripensó al loro bacio subacqueo, sembravano passati decenni, e riuscì perfino a sorridere.
"É arrivata la vostra ora" ha sussurrato la voce.
Percy ha stretto la mano della ragazza ed é uscito allo scoperto.
Una marea di arai li ha attaccati.
Percy si é messo davanti ad Annabeth e ha infilzato quelle stupide vecchiette oscure.
Molto probabilmente si é attirato una decina di maledizioni, ma in quel momento non ci fece caso.
Continuó a correre in avanti, facendo da scudo alla sua ragazza.
Non sapeva dove stava andando, correva nell'oscurità piú profonda.
Si fermarono parecchi metri piú avanti, stanchi per la corsa.
Annabeth si poggió vicino a quello che sembrava un tronco di un albero e inizió a tastarlo.
-Perce, cos'é?- Ha chiesto continuando a toccare quel grosso tronco.
Percy si é voltato verso di lei: era un tronco alto e nero.
Annabeth poco prima gli aveva detto, scherzando (per quanto si potesse scherzare in un luogo del genere), che si trovavano nel luogo piú oscuro del corpo del dio Tartaro, ovvero le ascelle.
Secondo quell'idea quelli che avevano davanti dovevano essere i peli dell'ascella. Storse il naso, e poi scosse la testa.
-Credo siano tronchi di alberi.- ha detto infine. -Sono alti e neri.-
-Come peli.- disse Annabeth abbozzando un sorriso.
" Jackson!" ha urlato una  voce.
-Diamine.- sibiló Percy. Afferró la mano della ragazza e fece per andarsene, ma lei lo trattenne.
-Perce, le maledizioni sono attratte da colui che uccide il mostro giusto?- Gli ha chiesto Annabeth.
Percy ha annuito, ma poi si é ricordato che la ragazza era ancora cieca. -Si.- le ha detto.
Sentiva le voci delle arai sempre piú vicine.
-Quindi se le uccide un tronco la maledizione spetta a lui, no?- Ha detto.
Percy ha guardato la sua ragazza un attimo e poi le ha dato un bacio sulla fronte.
-Sei un genio Annie!- ha esultato.
"Non puoi sfuggirci" ha mormorato un' arai avvicinandosi.
-Si, lo so-  ha detto Percy alzando Vortice in aria. -Voi vivete nell'oscurità.
Il ragazzo ha puntato la lama verso il grosso tronco e questo si é schiantato in testa al mostro che ha urlato e poi si é dissolto in una polverina nera.
Un altro gruppo di arai si é avvicinato e Percy ha tagliato diversi tronchi.
Ha poi afferrato la mano della ragazza e sono scappati insieme.



Io sono un guerriero, veglio quando è notte. Ti difenderò da incubi e tristezze, ti riparerò da inganni e maldicenze e ti abbraccerò per darti forza sempre. Ti darò certezze contro le paure, per vedere il mondo oltre quelle alture. Non temere nulla io sarò al tuo fianco, con il mio mantello asciugherò il tuo pianto.


-Annie hai bisogno di dormire.- le mormoró Percy per la seconda volta.
Annabeth scosse nuovamente il capo, tenendo gli occhi ben aperti.
Da quando aveva perso la vista aveva paura di chiudere gli occhi, come se chiudere le palpebre facesse diventare definitiva la sua cecità.
-Annabeth se non dormi non possiamo andare avanti.- Le ha detto il ragazzo sedendosi al suo fianco. -Non preoccuparti, ci sono io con te.-
Ha sentito il corpo del ragazzo poggiarsi al suo fianco, ha poggiato la testa sulla sua spalla, ma ha tenuto gli occhi aperti.
-Come va la gamba?- gli ha chiesto facendo scivolare la sua mano in quella del ragazzo.
Percy ha sospirato. -Meglio grazie all'ambrosia.- ha detto.
La ragazza gli ha lasciato la mano e ha fatto scorrere le dita sulla gamba che poco prima si era ferito mentre fuggivano dalle arai.
Percy ha sussultato e si é lasciato sfuggire un gemito di dolore.
-Sono ceca, non idiota.- Gli ha detto portando nuovamente la mano dov'era prima.
Aveva estremamente bisogno di contatto fisico, doveva sapere che lui era li.
Nonostante non lo vedesse, Annabeth sapeva che il ragazzo aveva sorriso. Da quando era diventata ceca Annabeth si sforzava sempre di piú di ricordarsi il viso del suo ragazzo, ma ogni volta gli sfuggiva qualcosa.
Cosí ha alzato la mano e l'ha portata sulla testa del ragazzo. L'ha fatta scendere pian piano per tutto il viso.
Ha studiato con ampia cura prima la fronte del ragazzo, su cui si sentivano diversi graffi, poi ha fatto scendere la mano fino agli occhi, che il ragazzo teneva chiusi. Annabeth si é ricordata il verde dei suoi occhi, quel verde che ricordava tanto il mare, quel verde che lei amava e ha sorriso. La sua mano ha continuato il suo viaggio, seguendo la linea del naso, anche esso coperto di graffi. É passata sugli zigomi, su quello destro aveva un profondo taglio lungo qualche centimetro ed infine si é posata sulle labbra, leggermente incurvate in un sorriso.
Annabeth ha seguito la linea della bocca e Percy le ha baciato la mano dolcemente.
-Sei piú bello di quanto ricordassi- Gli ha mormorato facendo tornare la sua mano in quella del ragazzo e poggiando nuovamente la testa sulla sua spalla.
Annabeth ha sentito il ragazzo ridere e ha chiuso definitivamente gli occhi, abbandonandosi alla stanchezza.
Non ha bisogno della vista per ricordarsi di Percy, ci puó riuscire anche cosí.
Dopo qualche ora, che ad Annabeth invece parvero pochi minuti, Percy la sveglió.
-Annie dobbiamo andare.- Le ha detto il ragazzo tentando di alzarsi in piedi.
Annabeth aprí gli occhi speranzosa ma niente, la vista non era ancora tornata. Si alzó in piedi, senza scoraggiarsi, e si voltó dalla parte dove sentiva Percy.
-Annie, puoi aiutarmi?- Le ha chiesto il ragazzo. A quanto pare la ferita é piú grave del previsto.
Ha cercato la mano del ragazzo e l'ha trovata a pochi centimetri da lei. Lo ha aiutato ad alzarsi e lo ha fatto poggiare a lei.
-Dobbiamo andarcene.- Ha detto il ragazzo. -Il gruppo di empuse é vicino.-
Annabeth ha annuito. -Poggiati a me.- gli ha detto.
-Non preoccuparti, ce la faccio.- ha detto lui tentando di fare qualche passo. Zoppicava, la ragazza lo sentiva dal modo in cui poggiava i piedi a terra.
-Percy io sono ceca, tu zoppo.- Ha detto la ragazza raggiungendolo a tentoni. -Tu guidi ed io cammino.-
Percy é rimasto in silenzio per qualche secondo, come per valutare la proposta e poi ha sospirato.
-Te l'ho giá detto che sei un genio?- Ha chiesto raggiungendola.
Annabeth gli ha passato un braccio intorno alla vita.
-Me lo avrai detto solo un centinaio di volte.- Ha replicato la ragazza abbozzando un sorriso.
Andarono avanti cosí: Percy indicava la via e Annabeth guidava.
Annabeth aveva finalmente capito che non aveva bisogno della vista per continuare a vivere. La vista era solo un aggiunta, un programma in piú in una televisione di mille programmi.
Poteva anche non vedere nulla in quel momento, ma grazie alle indicazioni di Percy le sembrava tutto nitido, tutto reale.
Percy in quel momento, come quando gli aveva toccato il viso, le stava ridando la vista.

 

E amore il mio grande amore che mi credi, vinceremo contro tutti e resteremo in piedi. E resterò al tuo fianco fino a che vorrai, ti difenderò da tutto, non temere mai.

 

Caddero a terra sfiniti. Avevano camminato per chissá quanti chilometri.
-Tutto bene?- mormoró Percy mettendosi a sedere.
Annabeth annuí respirando a fatica.
Percy si avvicinó a lei e l'abbraccio.
É davvero una ragazza straordinaria la sua, ha perso la vista e nonostante questo ha continuato ad andare avanti, senza lamentarsi, caricandosi addirittura il peso di Percy sulle spalle. Senza pensarci la bació.
La ragazza improvvisamente si lasció sfuggire un urlo.
-Cosa c'é Annie?- Le chiese lui spaventato.
-Ti vedo, Perce.- Ha detto lei toccandogli il viso. -Ti vedo.-
Aveva il volto pieno di lacrime e Percy non poté non notare che i suoi occhi erano nuovamente tornati del colore che lui tanto amava, quel grigio che lo faceva perdere ogni volta che vi guardava dentro.
Stava per riabbracciare la sua ragazza quando una risata ha sferzato l'aria.
-Chi si vede, il famoso Percy Jackson e la sua dolce amichetta.-
Percy si voltó, sapeva a chi apparteneva quella terribile voce, se la ricordava bene.
Ed eccola li, Kelli, ancora con la sua divisa da cheerleader.
Poteva sembrare una bella ragazza, peró solo se la si guardava dalla vita in su. Perché il resto era un qualcosa di confuso: aveva una gamba d'asino e una di bronzo.
Ah giá: aveva due zanne scintillanti in bocca.
L'empusa si avvicinó lentamente, zoppicando.
-Chi di voi due vuole morire per prima?- Disse piano portandosi davanti ai due ragazzi.
Percy levó Vortice davanti, per farla allontanare ma il mostro rise.
-Credo che inizieró dalla biondina, infondo é lei che mi ha spedito qui.- Disse.
Fu talmente veloce che Percy non si rese neanche conto di quel che era successo.
L'empusa afferró Annabeth per un braccio e la tiró a se puntandole un lungo artiglio alla gola.
-Lasciala andare!- urló Percy puntandole Vortice contro.
L'empusa scoppió a ridere.
-Fallo e lei morirá con me.- disse affondando ancora di piú l'artiglio nella gola della ragazza.
Annabeth sussultó, un rivolo di sangue uscí dalla gola.
Percy abbassó lentamente la spada e si guardó intorno.
Doveva esserci un modo per scappare.
Improvvisamente si sentí una voce urlare e Kelli sbruffó.
-Kelli, dove ti sei cacciata?- chiese la voce.
Percy vide un'altra empusa avvicinarsi. Perfetto.
-Cosa vuoi Serefone?- chiese Kelli voltandosi verso di lei.
Serefone si avvicinó al demone e ringhió. -Porta piú rispetto il capo.- le disse con un'occhiataccia.
Kelli sbuffó nuovamente.
-Dovrei essere io a guidare il gruppo.- disse abbassando leggermente la mano che aveva intorno al collo di Annabeth. -Io sono stata lassú un paio di anni fa e so cosa ci aspetta. Tu no!-
Annabeth approfittó della situazione. Lanció un bel calcio nella gamba- asino del mostro.
L'empusa urló e cadde in ginocchio, Annabeth si buttó subito di lato per non farsi afferrare.
Percy nello stesso momento, con un gesto veloce infilzó Serefone e la fece esplodere. Si copri il volto e raggiunse in fretta, per quanto una gamba ferita permetteva, Annabeth.
La bionda gli cinse la vita e insieme iniziarono a correre, con la speranza di riuscire a seminare l'empusa.

 

Non temere il drago, fermerò il suo fuoco, niente può colpirti dietro questo scudo. Lotterò con forza contro tutto il male, e quando cadrò tu non disperare.
Per te io mi rialzeró. Io sono un guerriero e troverò le forze, lungo il tuo cammino sarò al tuo fianco sempre. Ti darò riparo contro le tempeste e ti terrò per mano per scaldarti sempre. Attraverseremo insieme questo regno, e attenderò con te la fine dell'inverno. Dalla notte al giorno, da Occidente a Oriente, io sarò con te e sarò il tuo guerriero.



 

Percy era sopravvissuto a tante battaglie, aveva combattutto contro milioni di mostri, era perfino sopravvissuto al Coach Hedge quando aveva scoperto che lui e Annabeth avevano dormito insieme.
Si era ferito in tutte le battaglie che aveva affrontato. A volte erano piccole ferite, altre volte grandi ferite.
Come quella volta che fece esplodere il Sant'Elena.
Sapeva cosa significa soffrire, l'aveva sperimentato sulla sua pelle molte volte, troppe volte se si considera il fatto che ha solo diciasette anni.
Una volta aveva anche rischiato la vita bevendo del sangue di una gorgone, aveva sorretto il peso del cielo, aveva combattuto contro un Titano e contro diversi giganti.
Ah, una volta aveva combattuto perfino contro il dio della guerra e aveva vinto.
Nonostante le sfide che aveva dovuto affrontare ce l'aveva sempre fatta. Era tornato sempre sano e salvo a casa.
Ma ora sapeva che non poteva andare più avanti, che non poteva più farcela.
Nonostante avesse Annabeth al suo fianco che lo sorreggeva sapeva che era arrivato il momento di fermarsi.
Annabeth è sempre stata al suo fianco. Sempre e comunque.
In teoria i due si dovevano odiare, dato che i loro genitori divini non vanno molto daccordo, ma i loro sentimenti erano troppo forti. Loro due si amano.
Percy non ricorda una sola battaglia a cui ha partecipato in cui lei non fosse presente. Non presente fisicamente, ma presente nella sua testa. Da quando si erano conosciuti lei era sempre stata con lui.
Era una presenza costante nella vita del ragazzo e lui non riusciva ad immaginarsi presenza migliore.
Percy ama Annabeth, la ama con tutto se stesso.
Per sopravvivere allo Stige ha dovuto pensare a lei, ha sorretto il peso del cielo per lei, si è buttato nel Tartaro per lei. Perfino quando Era gli aveva cancellato la memoria lui non l'aveva dimenticata.
Annabeth era il suo fascio di luce, e lui doveva andare avanti per lei.
-Perce, tutto bene?- gli chiese la ragazza, continuando quella folle corsa per sfuggire all'empusa.
-Fermiamoci.- le disse prendendo una boccata d'aria.
Annabeth lo guardò per un attimo, senza smettere di correre.
-Percy sei pazzo?- chiese continuando a trascinarlo dietro di lei.
Lui si lasciò il suo braccio e cadde a terra sfinito.
-Percy!- urlò la ragazza raggiungendolo.
Si inginocchiò vicino a lui e gli prese il volto tra le mani. Il volto del ragazzo era pallido e pieno di sudore.
-Non ti azzardare ad andare via da me- Gli disse la ragazza con il volto pieno di lacrime.
Percy abbozzò un sorriso. -Annie...Annie siediti..- non riusciva a parlare, sentiva la bocca asciutta.
Annabeth si sedette al suo fianco e gli poggiò la testa sulle sue gambe.
-Non piangere.- le sussurrò alzando una mano per toccarle il viso.
Annabeth strinse forte la sua mano.
-Non andare via, Perce.- Gli disse continuando a piangere. -Non mi lasciare.-
Percy non voleva lasciarla, voleva rimanere lì con lei. Voleva uscire da quell'orribile posto e vivere una vita felice al suo fianco.
Voleva sposarla, avere dei bambini, comprare una casa.
Ma non poteva. Lo sentiva, stava andando via da lei. Era arrivato il momento di lasciarla andare.
Si mise a sedere, soffocando un gemito di dolore, e le prese il volto fra le mani.
-Non..non posso andare.- deglutì -Non posso andare avanti.- disse.
Annabeth scosse il capo. -Perce..-
Percy le poggiò una mano sulla bocca per zittirla. -Non posso, tu si.- disse guardando i suoi occhi grigi.
-Non ti lascio qui, Percy!- le urlò la ragazza.
-Mi hai promesso che non ci saremmo più separati, che saresti stato sempre al mio fianco.- Annabeth continuava a piangere - Quindi ora alza il tuo sedere da qui e usciamo da questo dannatissimo posto.-
Percy sentiva la determinazione della sua voce, lei non sarebbe mai andata via senza lui.
Percy sospirò. Improvvisamente un forte dolore al braccio lo fece urlare, si piegò verso l'arto e lo strinse forte.
Il veleno era entrato in circolo, pochi minuti e sarebbe arrivato al cuore.
Annabeth gli strinse la mano. -Non andare via Perce- ripeteva tra le lacrime. -Non andare via.-
Percy si stese sulle sue gambe. -Starò sempre con te Annie.- disse mentre una lacrima le scivolava sul viso. -Sarò sempre al tuo fianco.-
Annabeth singhiozzò e Percy le accarezzo il viso. -Sarò sempre con te.- ripetè il ragazzo. -Sarò qui.- le disse indicando il cuore.
Lei si piegò su di lui e lo baciò.
-Mi dispiace per il terribile appuntamento.- disse abbozzando un sorriso.
Annabeth lo baciò di nuovo e lo strinse a se.
-Ti amo Percy.- Gli sussurrò all'orecchio.
Percy sentì un forte solore al cuore. Non riuscì a parlare. Intorno a lui si fece tutto buio e seppe che ormai se ne era andato.
Il suo ultimo pensiero andò a lei.
-Ti amo Annabeth.-



Note d'autore:
Non sono una fan di Marco Mengoni, ma questa canzone mi ha colpito particolarmente. La prima volta che l'ho sentita mi ha ricordato subito il viaggio di Percy e Annabeth nel Tartaro.
Così ho cercato di scrivere una piccola Percabeth integrandola con questa splendida canzone.
Spero vi piaccia, fatemelo sapere ;3
With love B. <3


 

   
 
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