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Autore: Dregova Tencligno    09/01/2015    0 recensioni
Sono la figlia di una strega, sono dotata di poteri che in molti non riuscirebbero nemmeno a immaginare. Vivo ricordi che non sono i miei ma sono gli unici indizi che ho per capire la mia natura. Sono stata una figlia, un’oggetto, un'anima, un fantasma. Se i nomi definiscono chi siamo sono stata Pulce, Piccola, Emma, Custode, Amore… Ma solo ad un nome, che ho perso molti anni fa, posso rispondere con certezza… nessuno me lo potrà togliere perché con quello sono morta e sono rinata.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È sconcertante come un latrato possa somigliare al verso di sofferenza di un uomo.
Sono distesa sulla terra fredda con ogni molecola del mio corpo che fa male nonostante sia morta già da tempo.
Ho la vista appannata e con fatica metto a fuoco le figure che si muovono causando tanto rumore.
Cerberus? Che ci fa qui? E cosa sono quelle…
Un paio di ali gli escono dalla schiena. Ringhia contro Samara, ha il pelo sporco di sangue, irto e qualche piuma manca all’appello.
Sulla testa di Samara svetta una coda infuocata di scorpione, sicuramente un incantesimo che usa per allontanare il lupo da lei; l’animale ha un’andatura claudicante ed il dorso è segnato da numerose ferite sanguinanti.
Ti voglio bene e veglierò sempre su di te. Lo sto già facendo da tempo anche se tu non te ne se mai accorta.
Non è possibile… anche se…
La coda di fuoco lo colpisce in pieno e mentre rotola per terra, Samara la trasforma in una frusta e lo intrappola stringendolo in una morsa letale.
Sento le sue ossa che scricchiolano e guaisce per il dolore; il terreno si macchia col suo sangue, una pozzanghera simile a quella dove giace il corpo di Lovro.
Lo devo aiutare. Lo devo salvare come lui ha fatto con me regalandomi l’ultimo tassello del mio puzzle. Lo devo fare perché non sono in debito solo con lui, anche con Lovro.
Il dolore è insopportabile mentre cerco di girarmi sulla schiena.
Il cielo davanti agli occhi… la prima cosa che ho visto quando sono stata attirata nuovamente in questo mondo. Un cielo notturno dietro a una finestra e le stelle che sorridono.
È lo stesso cielo che guardavo la notte quando ero viva e non riuscivo a dormire, lo stesso cielo che mi ha visto sorvegliare i sonni di mio fratello invidiando la sua capacità di sognare.
Mi metto in piedi ignorando il fuoco che famelico si avvinghia alla mia carne.
Samara mi dà la schiena. La punta della sua frusta si irrigidisce, pronta a colpire.
Evoco la mia nebbia creando una sfera contenente tutta la mia rabbia, i miei ricordi e i miei dolori. Immagino di poter un giorno ritrovare i bambini che hanno perso il loro padre, sorridere alla loro madre con la magra consolazione che ora suo marito è libero. Posare un fiore sulla tomba di Stefano, ricordare tutte le vite che sono state spezzate…
Uso la mia energia come una palla demolitrice colpendola. Il suo incantesimo si spezza liberando Cerberus che si accascia al suolo stremato.
Grazie, gli dico mentalmente, ma ora è il mio turno.
Samara trema inginocchiata per terra, il suo vestito sgualcito, la sua pelle perfetta segnata da profondi graffi. La vedo per la prima volta per quello che è in realtà. Una povera donna malata che ha trovato sollievo nel dolore altrui, che ha deciso di far sentire soli gli altri per non sentirsi sola. È ingiusto quello che ha fatto, ma posso capirla; non la perdonerò mai per quello… però non posso non provare pietà per lei.
-Sam… Esmeralda…- mi avvicino a lei cercando di non cadere sopraffatta dai dolori che percuotono le mie membra.
-Non mi parlare…-
-Adesso basta… guarda quello che hai fatto…-
-Stai zitta… non sai…-
-So tutto quello che mi serve sapere.-
La abbraccio, cercando di infonderle tutto quello che il convivere con lei mi ha dato anche se non per tutto il tempo che io credevo, tutto ciò che ho appreso stando a contatto con i Viventi, quello che ho provato rivedendo per l’ultima volta la mia famiglia. Vorrei anche farle sentire il dono più grande che Lovro mi ha fatto.
-Invece non sai nulla…-
-Ti sbagli, proprio adesso vedo frammenti del tuo passato.-
Mi spinge lontano usando la sua magia, ma è debole e non riesce a fare altro se non allontanarmi di un metro.
-Non puoi farlo.-
Un bagliore rosso illumina la terra e un serpente si ferma davanti al mio volto.
Sta piangendo.
-Sei incapace di farmi del male.-
-Perché?-
-Perché dopo tutto quello che hai fatto, dopo le minacce, i dolori che mi hai provocato… dopo tutto… mi vuoi bene… mi consideri la tua unica famiglia… per questo non sei riuscita ad assorbirmi, a uccidermi. Avresti finito coll’uccidere una parte di te.-
-No…-
-E questo non lo potevi permettere. Hai perso troppo, non volevi distruggere l’unica cosa che ti faceva sentire viva.-
-Ti sbagli.-
-Non mi sbaglio. Me lo sono sentito dire spesso, soprattutto oggi, ma no… non mi sbaglio.-
-Come ti permetti? Tu non puoi pensare di conoscermi. Non sei nessuno, lo vuoi capire? Sei morta e non sei più niente!-
-So di essere me stessa. L’ultima Custode delle anime. Ho riscoperto cosa significa amare. Ho sviluppato tutti i poteri che ci si aspetta da me. Risonante, capace di creare suoni facendo vibrare l’aria; Invisibilità, agli occhi dei mortali; Cambio di stato, per toccare e per essere toccata; Empatia, per scoprire piccoli grandi mondi; Telecinesi, per chi non mi vede; Guarigione, per lenire i dolori; Pirocinesi, per accendere le anime; Preveggenza, per sbirciare tra le pagine del tempo; Psicometria, per scoprire storie; Protezione, per proteggere con un velo di nebbia; Redenzione, per svegliare le menti; Lingua di Sirena, per ammaliare; Omnilinguismo, per capire il linguaggio del cuore; Possessione, per catturare; Espansione, per rendere uguali a me; Evocatrice, per richiamare ciò che si nasconde nel fumo. Sono una Maledetta, non posso stare con le persone che amo, sono l’immagine riflessa di quello che sono stata ma, in fondo, sono sempre la stessa ragazza che guarda fuori dalla finestra in cerca di un canto che solo lei può sentire.-
-NO!-
-Sono sempre io. Anche se non ho più un nome da molto tempo.-
-Perché sei morta…-
-No, perché sono rinata… E la prima cosa che si fa quando un essere nasce è dargli un nome a cui rispondere.-
Le prendo il viso fra le mani e lascio che i miei poteri facciano il resto. Vede quello che ho visto io, le mie memorie, il mio primo bacio e come mi sono sentita. Tutti i suoi ricordi attraverso i miei occhi e quelli della gente che ha accartocciato come fogli di carta senza più un’utilità. Osserva la mia anima, la sua, quello che ho fatto. Ritrova la Samara del passato, Zoe e Larz. Tutto ciò che hanno condiviso e quello che hanno sofferto. La perdita di un bambino. Le faccio vedere la sua storia. L’abbandono da parte dei suoi genitori, la tristezza sul suo volto. La rabbia nel suo cuore.
Ora so la verità. I suoi genitori non l’hanno abbandonata perché avevano paura di lei, l’hanno fatto per proteggerla, sapevano che se la sarebbe cavata. Volevano tenerla lontana dall’ignoranza delle persone, desideravano solo che la cattiveria dell’uomo non intaccasse la loro figlioletta, ma il buio ha mille tentacoli…
Vede la mia notte passata con Lovro, come i miei poteri siano aumentati traendo forza dai sentimenti.
Inizia a piangere, le lacrime scorrono sotto le mie mani e sul suo volto cominciano a formarsi crepe che si propagano su tutto il corpo. Si frantuma, come una bambola di porcellana che cade a terra.
Cerberus si avvicina e mi lecca la guancia.
-È finita…-
Ma è veramente finita? Al mondo esistono altre persone speciali come Samara… tutto può ancora ripetersi, altre vite possono essere ancora spezzate…
Mi volto verso Lovro. Ha gli occhi vuoti, non percepisco più niente provenire dal suo corpo.
Il naso freddo del lupo contro il mio braccio.
-È morto…-
Mi avvicino al corpo esanime. Il Lupangelo mi osserva tenendosi a distanza.
Lo prendo tra le braccia, mi viene da piangere vederlo ridotto così male. Il sangue che gli inzuppa i vestiti, la pelle cerulea…
È inutile vivere senza di te.
Lo stringo a me più forte. Ho sconfitto Samara ma non sono riuscita a salvarlo e ora non mi resta altro che piangere per sfogare la mia rabbia e il mio dolore.
Non posso credere che sia vero… non dopo essere riuscita a purificare l’anima oscura di una strega, non dopo aver capito che la mia eternità non ha nessun valore se non posso passare a osservarti vivere e amarti per la tua fragilità e la tua forza, per il tuo sorriso e per le gioie del tuo cuore. Perché dovevi morire…?
Un ultimo…
Le nostre labbra si incontrano.
Le lacrime scorrono senza freni.
Ricordati chi sei…
Chi sono?
Sono la figlia di una strega, sono dotata di poteri che in molti non riuscirebbero nemmeno a immaginare. Sono stata una figlia, un’oggetto, un’umana, un fantasma. Se i nomi definiscono chi siamo sono stata Pulce, Piccola, Emma, Custode, Amore…
Ma solo a un nome, che ho perso molti anni fa, posso rispondere con certezza… nessuno me lo potrà togliere perché con quello sono morta e sono rinata.
Un’esplosione di energia parte dal mio corpo, precisamente da un cuore che ho pensato aver perso per sempre, leggeri fili bianchi e luminosi compaiono nell’oscurità e io li afferro, tiro ciò che c’è alla loro estremità verso di me.
Non mollo la presa.
Non si spezzano.
Continuo a tirare verso di me ciò che si cela nell’oscurità.
Lovro. Colui che amo… sarei disposta a rinunciare al mio titolo di Custode se solo bastasse a far battere nuovamente il suo cuore, anche se questo mi condannerebbe alla mia seconda morte, una morte eterna questa volta.
I nostri corpi si fanno più leggeri, la nostra pelle vibra e brilla, il mio cuore comincia nuovamente a battere e, quando pulsa per la prima volta, un’esplosione di fiamme azzurre si libera dal mio corpo avvolgendoci.
Il fuoco frulla intorno a noi attecchendo alle nostre membra e cominciando a divorarle, ma non fa male, anzi mi sento bene, libera e felice, come se tutto quello che è accaduto avesse come ultimo fine quello di farmi giungere a questo punto.
Canto e la mia melodia viene affiancata da un’altra che conosco bene, mi accarezza al viso e mi prende per mano; semplicemente mi perdo nei suoi occhi azzurri.
Le fiamme crescono e ci coccolano diventando il nostro nascondiglio mentre, fuori, comincia a nevicare.
 
*
 
Questo è il mio diario. È la mia storia, la mia mente, il mio corpo.
   
 
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