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Autore: veronika95    09/01/2015    3 recensioni
MYSTRADE con accenni JOHNLOCK
Mycroft e Greg collaborano insieme da una vita. Ma cosa succederebbe se entrambi si accorgessero che sono più di meri colleghi l'uno per l'altro?
La storia di un lento innamoramento.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1- WHEN I SEE YOU SMILE

When I see you smile
I can face the world, oh oh,
you know I can do anything
When I see you smile
I see a ray of light, oh oh,
I see it shining right through the rain
When I see you smile
Oh yeah, baby when I see you smile at me
Baby there’s nothing in this world
that could ever do
What a touch of your hand can do
It’s like nothing that I ever knew
When I See You Smile-Bad English



Quel sorriso. Quel sorriso era davvero qualcosa di meraviglioso, era il paradiso; nell’istante in cui Greg lo scorse per la prima volta giurò a se stesso che avrebbe davvero fatto di tutto per poterlo rivedere, per poter beneficiare ancora e ancora di quella visione fantastica. Mycroft sedeva di fronte a lui e la scrivania dell’ufficio di New Scotland Yard li divideva. Greg avrebbe tanto voluto alzarsi di scatto, afferrare Mycroft per la cravatta -perfettamente annodata- e coprire finalmente quella distanza che li divideva con un bacio. Aspetta, stava davvero pensando una cosa del genere lì nel suo ufficio e per giunta proprio col maggiore degli Holmes davanti? da quando poi aveva pensieri di questo tipo? Cercò di distrarsi, altrimenti -sapeva ormai fin troppo bene- Holmes avrebbe subito dedotto i suoi pensieri. Greg alzò di poco lo sguardo, quel tanto che bastava perché i suoi occhi si scontrassero con le labbra ancora increspate in un sorriso appena accennato di Mycroft; quelle labbra, quelle labbra così rosse e così invitanti; ancora? ma cosa aveva messo Mycroft quel giorno nella ciambella che gli aveva portato?

Quel giorno Mycroft era entrato -come ormai accadeva da parecchio tempo, fin troppo- nell’ufficio di Lestarde, elegante come sempre in un completo tre pezzi blu scuro, in mano aveva un raffinato sacchetto di carta -si solo Mycroft riusciva ad avere anche i sacchetti di carta raffinati- con all’interno la ciambella preferita di Greg e il caffè nero e senza zucchero, proprio come lo prendeva lui. Ad Holmes era bastata quella sola volta in cui avevano fatto colazione insieme da Starbucks per memorizzare i gusti di Greg; l’ispettore all’inizio era lusingato dal fatto, ma poi ricordandosi che infondo si trattava di un Holmes ritenne che la cosa fosse normale visto l’infinità di informazioni che avevano in quei dannati magazzini- o forse erano palazzi?- che avevano per mente. Greg lo aveva salutato con una stretta di mano e aveva ringraziato come sempre per la colazione, pensando che infondo era davvero un gesto carino per uno soprannominato IceMan. Poco dopo l’atmosfera si era fatta seria e i due stavano discutendo ovviamente del minore degli Holmes che sembrava essere sparito ancora. Greg era abituato ormai a trovare una soluzione con Mycroft riguardo tutti i guai combinati dal fratello- cresciuti esponenzialmente negli ultimi mesi, chissà per quale motivo- dopo ore erano finalmente arrivati ad una conclusione; entrambi erano stanchi e Greg aveva potuto notare i muscoli di Mycroft farsi sempre più rigidi, i pugni farsi stretti, le nocche sbiancare, le palpebre più pesanti, era teso e preoccupato; Greg sapeva bene quanto tenesse a Sherlock e avrebbe fatto qualsiasi cosa per farlo stare meglio, ma nonostante si conoscessero ormai da anni sapeva così poco di lui; così fece l’unica cosa che gli venne in mente in quel momento e cercò di rompere la tensione con una battuta:

“Beh Mycroft almeno tuo fratello ha lasciato perdere quell’idea del pirata…ti immagini gli inseguimenti per mare altrimenti”

Era stato proprio quello il momento. Il momento del sorriso, dello splendido sorriso di Mycroft. Greg non l’aveva mai visto prima, non che non l’avesse mai visto sorridere, ma gli altri erano solo sorrisi di circostanza, non erano mai stati veri; L’ispettore poteva vedere che erano finti anche a chilometri di distanza -non ci voleva Sherlock Holmes per capirlo- erano solo maschere che Mycroft metteva, perché lui al contrario del fratello sapeva come comportarsi in pubblico, come essere diplomatico. Quel sorriso però era un’altra storia, Greg era rimasto spiazzato perché ogni volta che cercava di comportarsi in maniera più umana con lui il rosso lo apostrofava sempre “Gregory, per l’amor del cielo, torna serio le battute non sono il tuo campo”. Invece quella volta Mycroft aveva abbassato lo sguardo verso l’angolo più lontano della scrivania, le sue labbra si erano stirate in quel sorriso bellissimo, e -Greg non era proprio sicuro- era arrossito un pochino, perché le lentiggini sulla guancia sinistra si erano mostrate più prepotentemente del solito. Oh le lentiggini di Mycroft, Greg le adorava, le aveva sempre adorate; lo rendevano un po’ più umano a parer suo. Greg in tutti quegli anni aveva imparato a capire Mycroft proprio da quelle lentiggini. Non c’era nulla che l’uomo di ghiaccio facesse trasparire, non un sospiro diverso, non uno sguardo incerto, mai! ma le lentiggini proprio non le poteva controllarle, e Greg aveva imparato che a seconda dei suoi stati d’animo quelle variavano.

Ad esempio quando era arrabbiato erano molte di più e molto più rosse; questo lo sapeva perché una volta aveva assistito ad un “litigio” tra lui e Sherlock. Mycroft non aveva mai alzato la voce, il suo tono era rimasto fermo e deciso così come i suoi occhi, ma le lentiggine lo avevano tradito -di questo solo Greg si era accorto-. Il D.I. di NSY avrebbe tanto voluto ridere, ma infondo quella volta Mycroft aveva ragione e lui era lì proprio per aiutarlo con quella causa persa di suo fratello, quindi si era trattenuto; poi mentre scendevano le scale Mycroft guardandolo di sottecchi gli aveva detto:

“Un giorno magari mi dirai perché hai quel sorriso idiota in faccia”

“Mmh…un giorno forse Mr ho-vinto-il-premio-gentilezza-Holmes…ma sai non sono l’unico ad avere dei segreti, e quelli su di te sono i miei preferiti ”


Poi Mycroft era corso fino alle scale e se ne era andato biascicando un “idiota” a denti stretti e a quel punto Greg era scoppiato a ridere.

Insomma gli occhi di Greg si erano posati per l’ennesima volta -o forse non gli aveva mai staccati- sulle labbra vermiglie di Mycroft. Poi era successo qualcosa -quella maledetta ciambella doveva sicuramente centrare qualcosa- si era accorto di quanto gli piacessero quelle labbra, di quanto gli piacesse vederlo così, allegro. Prima aveva sentito un nodo alla gola, una sensazione che non sentiva più da tanto tempo, poi invece era diventato più leggero, era riuscito a smorzare tutta quella tensione e aveva sorriso anche lui di rimando.Gli era piaciuto così tanto vedere Mycroft sorridere che ora avrebbe davvero potuto far fronte al mondo per vederlo di nuovo così; si sentiva più forte, più sereno, più tranquillo, si sentiva meglio. Tutto andava bene. Era così incredibilmente bello, e Mycroft era…

“Sei così bello quando sorridi davvero”

No non poteva essere successo, non poteva averlo detto davvero ad alta voce; -ma cosa succedeva oggi?- Eppure era convinto di averlo solo pensato, ma Mycroft si era irrigidito e l’aveva guardato storto, solo per questo Greg capì di aver pronunciato quelle parole non solo nella sua mente. Inoltre la sua mano era scivolata piano verso quella di Mycroft, che era appoggiata a metà della scrivania e con l’indice l’aveva appena sfiorata in un gesto tenero e delicato; delicato come Lestrade non era mai stato, come solo Mycroft lo faceva essere.
Bene! Ora Mycroft l’avrebbe sicuramente ucciso, forse prima lo avrebbe insultato e poi torturato lentamente oppure -cosa senz’altro peggiore- sarebbe andato via e non gli avrebbe più rivolto la parola. Però le lentiggini di Mycroft sulla guancia sinistra erano ancora più evidenti del solito; era arrossito ancora. allora forse…

“Gr-Grazie, Gregory”

E anche l’indice di Mycroft aveva esercitato una pressione leggerissima attorno a quello  di Lestrade. Erano rimasti fermi in quella posizione per interminabili attimi, semplicemente guardandosi negli occhi e sfiorandosi gli indici. Greg in tutto quel tempo sentiva il suo cuore battere così forte che temeva si strappasse dal petto. Poi Mycroft si era alzato:

“Bene direi che qui è tutto sistemato, ora se vuoi scusarmi dovrei andare, ho un’importante riunione e non posso tardare”

“Va bene, allora ti scrivo non appena ho qualche notizia di Sherlock…magari quel testone si decide a rispondere a tutti i messaggi che gli sto mandando”

“Non ci spererei troppo…mio fratello è più testardo di un mulo”

“Mi sottovaluti Mycroft…Non conosci ancora tutte le mie doti nascoste”

“Da quando sei diventato così modesto, Gregory”


-Oddio! il modo di pronunciare quel nome, un modo tutto suo che nessun’altra ha.-

“Beh! sai a stare con voi Holmes ho imparato che la falsa modestia è inutile”

“Sono contento di averti insegnato qualcosa, sai a volte sembri proprio senza speranze”

“Bene, bene… ora vai pure a quella riunione prima che tutte queste belle parole mi uccidano”

“D’accordo!…ah un’altra cosa: da domani niente ciambelle, ti rendono troppo smielato”

“Sicuro! Stavo giusto pensando la stessa cosa”


E Mycroft aveva sorriso ancora. Ancora il suo vero sorriso, ancora per l’amor del cielo, ancora.Poi se n’era andato.

Se Mycroft avesse osservato avrebbe sicuramente visto le mani un po’ sudate di Greg, le sue pupille dilatate, il fiato più corto, il volto più rosato del solito; ma quella volta Mycroft proprio non c’era riuscito ad osservare, era andato via velocemente con la mente troppo impegnata a reprimere i mille scenari che gli si proiettavano nel suo palazzo mentale invece di dedurre.

Così per la prima volta Mycroft Holmes aveva solo guardato, senza osservare.

Sarebbe sicuramente successo moltissime altre volte con Greg vicino.
 
   
 
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