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Autore: rosso rubino    09/01/2015    0 recensioni
Spesso la vita ci porta a scegliere delle strade. Ci sono molte strade, alcune giuste, altre sbagliate, altre ancora sono sbagliate e ci portano su quelle giuste. Spesso la vita pone ostacoli davanti al nostro cammino e ci disarma rendendoci soli, fragili, distrutti.
Spesso la vita ci pone davanti a muri.
E quei muri sono la nostra unica via.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Cammino. I miei piedi si slanciano in avanti, sempre di più, e proseguono sulla strada accidentata e ricoperta di ghiaia. E non penso altro che a camminare. Come potrei? Tutto attorno è di una luminosità accecante. Le celle si scagliano impetuose e minacciose sulle nostre teste e sembra che vadano man mano più in alto. Sono grigie, sporche, ricoperte di muffa e piene di crepe. Davanti e dietro di me, invece, c'è una squadra di Guardiani. Ma quanto tempo è passato? Cosa ho fatto? Dove stiamo andando? Man mano il cervello inizia a funzionare mi accorgo della cruda realtà e cioè che non mi aspetta nulla di buono. Quando mi è mai successo? La marcia della scorta è terribilmente regolare, noiosa. Le facce dei guardiani sono praticamente uguali l'una all'altra, tutte espressioni feroci e assetate di sangue. Ma la strada che stiamo percorrendo no, questa non l'ho mai seguita. E nemmeno Will. Porta da tutt'altra parte. Sarà la strada della morte, penso. Forse sono già nell'aldilà. Ma non posso che sorridere ad un simile pensiero. Dopo una vita di terrore non si può ricevere altro terrore. Sarebbe assurdo: una condanna inutile. Come per dire che tanto si soffre sempre e non si può cambiare nulla. Che non c'è scampo. Il mondo non è stato creato per incastrare le creature che vi vivono dentro. No, il mondo è nato sicuramente per qualcosa di bello. Deve per forza essere così. Entriamo in un edificio stretto e polveroso. Subito, giungiamo in una camera dove mi obbligano a sedermi e mi legano le mani e le caviglie al sedile con delle stringe. Non mi ribello neanche. Non so per quale motivo, ma qualcosa dentro di me lo impedisce. Mi sottrae ogni energia e ogni capacità che ho appreso. Non riesco nemmeno a ragionare. Mi svuota completamente. Una luce è proiettata su d me. Osservo inebetita la figura pallida davanti a me con la testa chinata. Inizio a sbavare.
-Ciao, D329. - ci manca solo lo strizzacervelli.
- Sono qui per aiutarti. Ultimamente hai protratto diversi ehm...comportamenti che non sono stati molto graditi. Me ne vorresti parlare? Un silenzio ininterrotto si espande in tutta la sala. -Cosa mi avete fatto?- dico a fatica, provando un dolore immenso ogni volta che pronuncio una sillaba.
-Non è importante. Ora...-
-Cosa mi avete fatto?- urlo- Cosa mi avete fatto!-. Una striscia di saliva cade a terra La strizzacervelli assume un'aria indispettita e, alzando il mento, orgogliosa, afferma:-E' solo l'effetto di una droga. Tra qualche ora passerà. Adesso, se non ti causa troppo fastidio, mi parleresti di questi tuoi comportamenti? Non posso darle la soddisfazione di aver vinto questa battaglia. Non voglio darle la soddisfazione di aver vinto questa battaglia. Quando sente che non rispondo inizia ad annotare qualcosa sul suo blocco di fogli. Non so leggere ma ho come la sensazione che non sarà nulla di buono. -Bene. Dunque, non dichiari di non aver infranto la legge? -No- sussurro.
-Come prego? -
-No!- le urlo convinta. Beccati questo, stupida approfittatrice. Sono sotto l'effetto di una droga ma non sono completamente incosciente. Infine noto, con mia enorme soddisfazione, che questa reazione l'ha spiazzata. E mi metto a ridere, isterica.
-Ridi, ridi. Ma sai cosa ti aspetta? La peggior punizione che un criminale possa ricevere. Non sai quante risate mi farò io quando sarai lì fuori! Ridi, finché ne hai la possibilità. Tra pochissimo tempo, perché non resisterai a lungo, ti pentirai di essere nata. Quindi, buona fortuna. Te ne servirà molta-
 E questa, droga o non droga, assomiglia molto ad una condanna a morte.

Cammino. Meglio pensare a questo che al mio destino. Non è possibile che tutto possa finire qui. Tutto questo tempo, tutti questi sacrifici non possono essere stati ignorati. Non può essere finita per sempre. Non riesco ad accettarlo. Penso a tutti i belli o i brutti momenti che avrei potuto passare, il mio futuro, con Will in una casetta di campagna con un soffice prato verde e un ruscello che vi passa accanto. Il lieto fine. Come nelle storie che mi raccontava mia nonna. Penso ai sogni, a tutte quelle cose che non si sarebbero mai avverate. A tutto ciò che non vivrò mai. Tutti i miei progetti, dal primo all'ultimo, buttati via. Tutto perso. Sento la nostalgia di tutti quegli attimi non ancora vissuti. E bruciano. Mi pesano dentro e mi mozzano il fiato. Fanno male e mi legano ancora alla vita che non mi ha dato niente. Neanche un nome. Alla vita che ha lasciato una neonata senza nulla e che l'ha abbandonata al suo destino. Alla vita che, tutti i giorni, diventa morte. E scopro che non ci sarà mai un futuro. Né con Will, né nella Thòlos, né da nessun'altra parte. Dietro di me vedo migliaia di attimi. Davanti solo il vuoto. Sento un dolore al braccio, come un pezzo di metallo che viene iniettato nel sangue e che si rompe in mille frammenti. -Questo è un localizzatore. Dovunque tu vada noi sapremo dove sei. E se ti azzardi a superare il limite prestabilito salterai in aria. Bum!- dice divertita la Guaritrice alzando e allargando le braccia in aria. Il localizzatore lampeggia di una luce bianchissima. -Forte, eh? Sai, è la prima volta che seguo un Condannato e sono emozionatissima! Non la sto neanche ad ascoltare. Lei ormai non appartiene al mio mondo. Quindi, perché sprecarsi tanto? La scorta arriva puntuale e mi accompagna fino ad una porta blindata. Dopo, ci sono da passare solamente due porte e basta. Due porte e non ci pensi più. Appena uscita, un'onda gelida pervade ogni fibra del mio essere. Il cielo è grigio, la terra è secca e nera, arida e facilmente sfaldabile. E attorno non c'è niente, se non qualche albero completamente prosciugato e privo di vita. Quindi non ci sono più speranze. Anche il mio soprannome è un fregatura. Come tutto. La speranza non è altro che un'arma che puoi usare subito ma che dopo fa male. Troppo male. Calpesto il terriccio e sollevo nuvole di polvere. Non ci trovo né un filo d'erba, né un bruco o una formica. Tutte menzogne. Siamo tutti nati con la promessa di essere felici, la promessa che è tutto meraviglioso. Siamo nati sotto una luce che non esiste. Sotto un'illusione. La carne invecchia, i sogni si consumano, l'anima muore. Tutto sembra infinito finché dura, ma tanto finisce anche quello. Perché il per sempre non esiste. Qualunque cosa finisce. Te ne accorgi solo quando la fine è vicina. E quando non puoi fare niente per cambiare la situazione. -Hope, è meglio farla finita subito. Se non lo fai ora morirai disidratata o di fame- dico fra me e me. Non ci sono più scuse a cui aggrapparsi. Ormai è così chiaro. Ma una piccola parte di me non riesce ancora a credere che non c'è una soluzione.
-Non c'è niente!-urlo- NIENTE! Non ci sono opzioni, né un tasto reset, hai perso! E' finita...-sussurro lasciandomi sopraffare dalla disperazione e rannicchiandomi a terra. Mangio, respiro polvere e presto le lacrime si confondono con il terreno che avevo sempre sognato di poter sfiorare. Ma ora devo fare un'unica cosa, l'ultimo atto di ribellione che posso compiere. L'ultimo desiderio prima di morire. Mi resta solo una cosa da fare: correre. E così corro. Chiudo gli occhi. Vedo Will e le nostre avventure. Sento il suo respiro sulla mia pelle, le sue braccia decise che mi abbracciano e la sua calda risata. Seguita da un altrettanto caldo sorriso. Vedo Annie e Charles che mi aspettano, dall'altra parte. Mi salutano e sorridono. Sembrano talmente felici... Aspettatemi! Le lacrime scendono e non si fermano, proprio come me. Bruciano a contatto con la pelle e il loro gusto salato mi arriva fino alle labbra. Il cuore palpita come non mai, amando tutto ciò che è stato, apprezzando ogni aspetto di ciò che non vivrò più. E ho tanta paura. Ma devo superare questa prova. Non posso fallire. Il localizzatore inizia a produrre dei sonori bip. Via via che mi avvicino al limite, la frequenza del suono aumenta di velocità. Sempre di più. Quei suoni corrispondono ai momenti che mi restano da vivere. La frequenza aumenta. Apro le braccia e mi gusto l'ultimo soffio di vento sulla pelle. La frequenza aumenta. Sono viva! La frequenza aumenta. Finalmente posso essere libera. La frequenza aumenta. Chiudo gli occhi e urlo. La frequenza aumenta. Ho paura. Sento un suono sonoro e senza termine.
Dove vai, Hope?
In un posto migliore.

E poi il nulla.
   
 
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