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Autore: WrongHysteria    18/11/2008    7 recensioni
Dopo Cappuccetto Rosso, ecco anche Cenerentola, rivisto ai giorni nostri e con un po' di ironia. Enjoy!
Genere: Commedia, Demenziale, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bellissima, bionda, secsi e perfetta moglie di un bellissimo, moro, figo e perfetto tizio ricco si ammalò e, quando sentì che stava per tirare le cuoia, chiamò la sua unica bimba e le disse: - Piciula cara, obbedisci sempre e china la testa davanti al volere del tuo papino, così il buon vecchio ti aiuterà e ti darà tanti tanti soldi (mica come a me...) ed io dal cielo, se non avrò altro da fare, ti guarderò. - Poi chiuse gli occhi e schiattò.
La fanciulla andava ogni giorno sulla tomba della mamma, a piangere, finché il padre, stanco di vederla inzuppare la tomba e i fiori di lacrime, prese di nuovo moglie.
La donna carina, mora, non molto secsi e tutt'altro che perfetta aveva portato in casa due figlie avute con altri due uomini, carine anch'elle. Insomma erano oche fuori, e oche dentro. Cominciarono tristi giorni per la povera piagnona. - Quella stupida oca, - esse dicevano (nota dell'autore: oca a chi? °-° loro due le battono tutte) - dovrebbe stare con noi? Mangiare con noi? Dividere la NOSTRA casa?? Mapperfavore! Fuori, stupida figlia di Minni! - Le tolsero i bei vestiti inzuppati di lacrime, le fecero indossare un vecchio sacco di tela grigia, e le diedero un paio di zoccoli di legno, quelli che lei usava per le prove di danza folk che aveva abbandonato dopo due ore.
- Guardate la principessina, com'è conciata! - esclamavano sghignazzando, anzi, producendo rumori simili a quelli di due oche che razzolano, e la condussero in cucina. Là dovette sgobbare da mattina a sera, alzarsi prima di giorno, portar l'acqua (tant'è che quand'era stanca piangeva e dava loro le lacrime invece dell'acqua), accendere il fuoco, cucinare, lavare (sempre con le lacrime) e preprare il caffè (in cui sputava spesso e volentieri). Per giunta le oc... ehm, le sorelle gliene facevano di tutti i colori, la prendevano per il cosiddetto e le versavano schifezze varie nel cibo, cosicché lei passava ore e ore al bagno. La sera, stanca morta e zuppa di lacrime, non andava a letto, ma si addormentava nella cenere, accanto al focolare. Ogni tanto le sorelle riaccendevano il fuoco e stavano a guardare le scintille che le davano fuoco ai capelli. E siccome cominciava a diventare pelata, ed era sempre sporca e impolverata, la chiamavano Cenerentola.
Una volta il padre, prima di andare a pu... ehm, alla fiera, chiese alle figliastre cosa dovesse portar loro. - Bei vestiti da prost... ehm, da ragazza in carriera! - disse la prima. - Preser... ehm, gioielli! - disse la seconda. - E tu, Cenerentola, - chiese il padre, annoiato. - Che vuoi?
- Babbo, portami il primo ramo che ti arriva in testa mentre torni.
Egli comprò delle minigonne e dei gioielli, poi, sulla via del ritorno, gli cadde in testa un ramo così grosso che svenne. Quando si svegliò, lo prese e lo trascinò via. A casa, diede a tutte le figlie le cose che avevano richiesto.
Cenerentola andò alla tomba della madre e piantò l'enorme tronco d'albero lì a fianco, piangendo così tanto che il tronco crebbe a vista d'occhio, come i fagioli magici.
Il re diede una festa che doveva durare tre giorni e invitò tutte le ragazze del paese, così che il figliuolo potesse scegliersi la ragazza. Le due sorellastre costrinsero Cenerentola a prepararle: - Cenerentola devi pettinarci, spazzolare le scarpe, assicurare le cerniere, prepararci le borse, truccarci, finire di cucirci i vestiti, darci tutte le precauzioni per... ehm... sapeeessi, sei troppo piccola per saperlo!
Cenerentola, non si sa bene perché, ubbidì, piangendo (emmavà, chi lo avrebbe mai detto!). Sarebbe andata volentieri a vedere quel figo del principe al ballo. Così chiese il permesso alla matrigna, che le disse: - Tu sei tutta scema! Sei sporca, puzzolente, impolverata e mezza pelata, e vuoi andare dal principe? Non hai un vestito né delle scarpe, e vuoi ballare? Tzè, al massimo puoi fare una danza folk!
Ma Cenerentola, bontà sua, insistette finché la matrigna non le diede una vaga possibilità: - Toh, ti ho versato nella cenere un piatto di lenticchie, se in due ore le trovi tutte, ci vai.
Cenerentola andò dietro casa ed urlò come una pazza finché degli uccellini, curiosi e spaventati, non vennero a vedere. Lei li catturò e li costrinse a scegliere le lenticchie al posto suo.
Un'ora dopo avevano finito, e la fanciulla andò dalla matrigna, tutta felice per il principe. - Ma allora sei proprio cretina, Cenerentola! Non sai ballare! Non hai vestiti! Mapperfavore, vuoi davvero incontrare il principe tutta sporca?
E se ne andò, con le figliastre. Cenerentola cominciò a - si lo so che lo sapete, ma devo dirlo - piangere, mentre gli uccellini che aveva catturato guardavano annoiati fuori dalla finestra. - Se solo... - si disse Cenerentola. - Se solo potessi cucirmi qualcosa e... - osservò per un momento gli uccelli, che cercavano di passare inosservati, poiché avevano intuito cosa stava pensando la ragazza.
Troppo tardi. Ella li prese e li costrinse a cucire un filo di cotone bianco finché, esasperato, un uccellino non si trasformò in una stupenda, bionda, secsi fata turchina, che le disse: - E va bene, hai rotto! Toh il vestito, toh le scarpe, toh la carrozza. Vai, e torna entro mezzanotte, che pur'io ho un limite, eh! - e sparì.
Cenerentola così agghindata, tutta secsi, andò alla discoteca reale e nessuno la riconobbe. Il principe, che aveva occhi solo per le oche, non la notò; ma a lei bastò dire due cavolate che il principe le si avvicinò (essere oche paga sempre, eh? ._.). Ballarono musica House tutta la notte (e fecero anche altro, ma stanno leggendo anche i più piccoli). O, perlomeno, fino a mezzanotte.
- D'oh, è tardissimo, devo andare! - esclamò Cenerentola, uscendo di corsa dalla discoteca. Così facendo perse una scarpetta di plastica trasparente con la zeppa.
Il principe, che la stava rincorrendo, si fermò a raccogliere la scarpa. - Oh... è un 43 e mezzo! - esclamò sorpreso, prima di annusare la scarpona. - Ma che puzz... - e svenne.
Quando rinvenne, volle sapere a tutti i costi di chi diavolo era quella bomba atomica puzzolente, così girò per il paese tenendola con un guanto di lattice, facendola provare a tutte le ragazze.
Quando arrivò a casa di Cenerentola, logicamente, le sorellastre se la provarono, ma avevano il piede troppo piccolo.
 - Non avete altre figlie? - chiese il principe al padre, felice di non aver trovato la proprietaria di tanta puzza.
 - Veramente, sì... Cenerentola, quella che piange sempre, quella lì nell'angolo... è figlia della mia ex moglie, ma non può certo essere lei! - disse l'uomo.
"Beh tanto non è lei di sicuro, tanto per mostrare un po' di buona volontà a mio padre le faccio provare la scarpetta... single forever, yeah!!!" pensò il principe, porgendo a Cenerentola la scarpona. Lei la infilò: le stava a pennello (a dire il vero, un pelino stretta).
"D'oh, l'ho trovata" pensò il principe. "Mò mi tocca sposarla".

Quando - a malincuore - il principe stava per sposare Cenerentola, che tra l'altro era rimasta incinta da quella notte, le sorellastre approfittatrici arrivarono. Esse volevano accaparrarsi un po' della fortuna di Cenerentola. Ma le colombe liberate dal principe, con l'obiettivo di colpire Cenerentola, beccarono in pieno le sorellastre e cavarono loro gli occhi; così rimasero cieche per tutta la vita.
E vissero per sempre felici e contenti.
   
 
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