Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Crow    18/11/2008    4 recensioni
Dolce e romantica pausa prima del gran finale delle mie due precedenti storie....Una fiamma...Ecco cosa sei...Naturalmente SmokerXAce!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Portuguese D. Ace, Smoker
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
aaaaaaaaaaaaaa

Ciao a tutte! Anche se alcune di voi mi mozzeranno la testa per questo la fic non è il continuo e finale delle due precedenti storie, bensì una cosuccia romantica e dolce che ho voluto scrivere prima del gran finale che sto già scrivendo…che dire…..ho già detto che è romantica?! Bhè…che ci posso fare…sono una romanticona!  XDXDXDXD

Vorrei prima di tutto ringraziare coloro che hanno letto e commentato le mie storie precedenti e che spero apprezzino questa…cosa che ho scritto…^^

Il solito e riverente inchino alle grandissime “sensei” Airis e Haku le quali mi aiutano sempre…siete uniche!

 

My Dream

 

 

 

Incessanti e dal suono ritmico, le piccole gocce danzano con il vento al di fuori della mia cabina, battendo forte sui vetri e creando un alone opaco che, come un velo, mi separa da quella che è sicuramente una tempesta in piena regola.

La piccola candela, posta sulla scrivania, illumina con la sua flebile luce i documenti accatastati con ordine e la stanza quasi completamente oscurata,  mentre io, con un sonoro sbuffo di stanchezza, mi sdraio sul letto incrociando le braccia sotto la testa per darmi un maggiore appoggio.

E mentre la mia mente vaga da un pensiero all’altro, il mio sguardo si concentra su quell’unica fonte di luce che brilla con insistenza, come se volesse essere notata ad ogni costo.

Quella piccola fiammella.

Testarda nel continuare a brillare con intensità, non rinunciando mai al suo credo, dando il massimo in ciò che fa, come se ogni istante fosse l’ultimo.

Ostinata a continuare a vivere seguendo la sua indole libera ed indipendente.

Maliziosa con quei suoi movimenti seducenti e sinuosi che rapiscono la mia attenzione senza darmi alcuna possibilità di fuga.  

E un sorriso si dipinge sul mio volto a quella bizzarra associazione di idee.

Perché tu sei proprio così.

Una piccola fiamma che ha dissipato le ombre di un cuore indurito che, un tempo non molto lontano, credevo servisse solo a pompare il sangue.

Invece mi sbagliavo.

Perché quel sorriso caldo, come le fiamme che vivono in te, è capace di annullare ogni differenza che vige in questo mondo marcio e corrotto.

Guidandomi verso quella luce che solo in te scorgo con chiarezza.

Come il faro che guida i marinai nelle notti più buie.

Salvandomi da quella solitudine e desolazione che prima albergava in me.

E in questi momenti ringrazio quella buona stella, o quel destino beffardo e giocoso, che ti ha portato fino a me, rendendo la mia vita degna di questo nome.

Perché, forse, quel muscolo chiamato cuore ha ceduto a quella che si può considerare solo una pazzia.                                                                                                                                                                  

Sai, le prime volte credevo di essere impazzito completamente; dopotutto, nessuno immaginerebbe mai che due persone così diverse, di fazioni e mondi opposti, possano provare attrazione l’uno verso l’altro.

Un marine e un pirata.

Opposti in tutto e simili per un'unica eccezione.

Perché quando ti stringo fra le braccia sento i nostri cuori battere all’unisono…

Le mani si intrecciano alle tue in uno strano gioco di supremazia che prontamente vinco…

Le lingue sfiorano la pelle fremente dell’altro tracciando sentieri nuovi o già conosciuti…

I respiri affannati si mescolano assieme.

Gli sguardi non si abbandonano mai, rimanendo fusi l’uno nell’altro come i nostri corpi bollenti…

Perché sotto quella maschera di distinzioni e futili apparenze siamo tutti uguali.

Vittime di un nemico  intangibile e cieco.

Perché è così che è fatto quel sentimento chiamato amore.

Ti invade senza lasciarti scampo come il peggiore dei veleni, rendendoti schiavo del suo volere.

E tu non puoi fare nulla se non cedere e assecondarlo.

Perché dei semplici esseri umani, per quanto possano essere forti e temuti, vengono annullati da quella miriade di sensazioni che invadono le loro membra soffocando ogni razionalità.

E, per la prima volta nella mia vita, sento di aver fatto la cosa giusta scegliendo da me quello che sarà il mio destino, senza dovermi pentire un giorno della decisione presa.

Perché ho la certezza che tu non sei un errore.

Perché grazie a te, il mio nemico,  ho scoperto di poter vivere realmente senza limitarmi ad un esistenza di obbedienza e doveri.

Una leggera brezza fredda, capace di farmi rabbrividire, mi distoglie dai miei pensieri, facendo sì che la mia attenzione sia catturata da un rumore metallico poco distante.

“Pensieroso questa sera, Taisa?” sento chiedere da una voce familiare, mentre il mio sguardo, ora attento, si sposta sul demone tentatore dal sorriso candido e gli occhi carichi di divertimento per aver scassinato il grande oblò posto sulla parete.  

“Come mai da queste parti?” ti domando con una nota di rimprovero senza distogliere lo sguardo dal tuo.

Scrolli  le spalle in risposta alla mia domanda mentre ti avvicini con un ghigno, lo stesso di un bambino certo di non essere punito dopo una marachella.  

“Perché, non sono gradito forse ?” domandi mettendoti a cavalcioni su di me, saggiando con le dita affusolate la mia mascella ispida avvertendo le tue labbra avide posarvisi sopra, giungendo infine alle mie. 

E in questo momento mi accorgo che, per quanto possa essere sbagliato e innaturale, non potrò mai vivere senza di te.

“Ragazzaccio” borbotto prendendoti il mento con le dita per riappropriarmi delle tue labbra, che ora mi appartengono.

Mani operose compiono un sentiero immaginario ed esasperatamente lento su tutto il tuo corpo, soffermandosi dove sanno di procurare maggior piacere, e noto in questo istante quanto tu possa essere dannatamente bello ed eccitante.

Inspiro il tuo profumo salmastro di cui anche la mia mente è pregna.

Vedendoti in balia del mondo dei sensi, non nascondo un sorriso di rivalsa che tuttavia noti troppo tardi, quando ormai, con un colpo di reni, ti imprigiono sotto il mio peso in una morsa priva di vie di fuga, che comunque non ti curi nemmeno di cercare mentre faccio scivolare via i pochi indumenti che ancora portiamo, ritenuti ormai di troppo.

 E solo ora  mi accorgo che quest’incosciente è totalmente zuppo.

“Ace, maledizione…” dico allontanandomi da te mentre indico le coltri bagnate di pioggia.

“Ma cosa importa! Ho freddo” rispondi prontamente allusivo appendendomi le braccia al collo per riportare le mie labbra sulle tue.

Chiudo gli occhi concentrandomi sul bacio e, subito dopo, sulla sensazione piacevole che mi procura la tua bocca affamata sul collo, mentre ne succhia la pelle morbida fino ad arrivare alla clavicola leggermente in rilievo.

E di nuovo la mia lingua esplora il tuo corpo rovente occupandosi di un capezzolo dolorosamente turgido, mentre le nostre virilità tese si sfiorano facendoti gemere per il piacere che fino ad ora sei riuscito a trattenere.

“Shh… vuoi farti sentire da tutti?” ti sussurro all’orecchio mordicchiandone la cartilagine delicata.

“Sarebbe un bel guaio, capitano” mi canzoni puntellandoti sui gomiti in cerca di un bacio che non ricevi, come ogni volta quando mi innervosisci.

Le mie labbra si incurvano, di nuovo, leggermente alla vista del tuo viso imbronciato, leggendo nel tuo sguardo quella voglia insana di giocare e farmi perdere la pazienza.

“Sm… o… ker” mugoli preso in contropiede dalle mie mani, che hanno cominciato ad accarezzare la tua parte più intima con sempre più foga.

“Già al limite, Ace?” ti canzono con tono divertito posando casti baci su tutta la lunghezza dell’asta tesa e pulsante, godendomi una delle sue espressioni imbarazzate e succubi allo stesso tempo.

“Ma… ledet... to” sibili a denti stretti buttando la testa indietro quando avverti le mie dita farsi spazio nella tua apertura, dettando un ritmo identico a quello della mia mano ora stretta sulla tua erezione. 

E il silenzio di pochi istanti  viene interrotto da nomi invocati e respiri affannati  che dettano il tempo di un mondo solo nostro.

 “Ah… ti prego, basta...” mugoli avvicinando il tuo bacino al mio, facendomi perdere quel briciolo di controllo che avevo cercato di mantenere fino a questo momento.

Ignorando i mugolii di protesta che escono rochi dalla tua gola, abbandono l’occupazione della mia mano per posizionarmi in mezzo alle tue gambe.

Sussulti impercettibilmente nel sentire le mie mani farsi sempre più audaci.

E  lentamente e con un’inusuale dolcezza, che solo a te dedico, tolgo le dita penetrandoti con calma, cercando di memorizzare tutte le sensazioni nella mia mente ormai in subbuglio. Non appena odo i tuoi gemiti di dolore misti a piacere, mi fermo baciandoti con ardore finché non ti sento totalmente rilassato sotto di me.                                                                         

E mentre avverto la tua pelle di fuoco bruciare e ustionare la mia, affondo con spinte delicate e decise in quell’anfratto caldo e stretto, masturbando con una mano il tuo membro fino a quando entrambi non raggiungiamo l’orgasmo, ricadendo poi su di te ormai soddisfatto.

Restiamo così, fermi, quasi immobili, beandoci di quel tepore reciproco finché non scivolo accanto a te, mentre il  martellare di due cuori ora felici di aver ritrovato la propria metà rimbomba nelle orecchie di entrambi.

Perché l’uno non può battere senza l’altro.

E vivono solo in quei rari momenti in cui entrambi sono uniti.

Felici di amare ed essere amati.

Privi finalmente delle loro maschere.

****

I timidi raggi del sole filtrano curiosi dall’oblò della nave, che fluttua fra le vaste acque di un mare cobalto ora placido e brillante. Il suono delle onde, che si infrangono pigre sullo scafo, pare quasi una dolce nenia cantata dagli abissi per i suoi piccoli esploratori, come una madre premurosa canterebbe per i propri figli.

E fra queste note, io, un marines, il famoso e temuto With Hunter, sorrido nella penombra osservando la meravigliosa creatura addormentata fra le mie braccia.

Dovevi essere parecchio stanco a causa del viaggio compiuto per incontrare casualmente la mia nave, dato che ti sei addormentato come un moccioso subito dopo aver fatto l’amore con me.

E non posso che provare felicità per questo.

Perché ciò rafforza ulteriormente la mia decisione.

Sai, mi sono imposto molte volte di odiarti, di cacciarti via dai miei pensieri.

Mi ripetevo che era per il tuo, no, il nostro bene.

Che non poteva esistere un futuro per due persone come noi.

Ma ogni volta che quegli occhi di brace incontravano i miei, tutte quelle elucubrazioni si dissolvevano come nebbia al sole. Perché, nonostante tu sia un pirata, sei una persona buona e generosa di cui, ormai, non voglio più fare a meno.

Viso lentigginoso e delicato incorniciato da capelli di seta del colore della notte, corpo tonico e sodo e gli occhi… quegli occhi che mi hanno catturato senza mai più lasciarmi dalla prima volta che li ho incrociati.

E’ questo il mio peccato, e la mia redenzione.

Un mugolio, accompagnato dal movimento lento delle tue braccia verso di me, riporta la mia attenzione a quell’esile corpo ora accoccolato accanto a me. Il viso rilassato e sereno mentre le labbra umide e leggermente dischiuse vanno a formare quello che è un sorriso di bambino, come se gli anni non avessero avuto il coraggio di privarti di quell’ ingenuità che trasmette.

“Ruffiano” sussurro vedendo che, lentamente, socchiudi le palpebre incrociando ancora una volta il mio sguardo.

“‘giorno” bisbigli strusciando il viso sul mio collo come farebbe un gatto desideroso di attenzioni.

Ti accarezzo la schiena tatuata, simbolo della tua incrollabile fede, mentre, inclinando il capo, avverto le tue labbra solleticarmi il mento, raggiungendo infine le mie per unirle in bacio umido e desiderato.

Labbra calde contro le mie, come un marchio impresso a fuoco in due anime unite.

“Buongiorno” rispondo staccandomi da te, ora soddisfatto per quel piccolo e consueto rituale mattutino, mentre istintivamente il mio braccio ti circonda la vita in un gesto quasi possessivo, come a voler impedire a quell’alba, ormai odiata, di scorgerti e portarti ancora un volta lontano da me.

“Smoker” dici  un po’ perplesso dopo aver notato che la mia presa non accenna a diminuire.

“Dormi” dico risoluto.

Sorridi in risposta prima di scivolare un’altra volta nel mondo dei sogni a cui appartieni.

Perché tu rappresenti quel sogno che ogni uomo, ogni essere vivente, anela per tutta la vita.

Sperando che un giorno arrivi.

E ora che io ho trovato il mio non lo lascerò più, mai e poi mai.

E vivere senza pensare al domani che ci attende non mi pare più così male.

 

[End]

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Crow