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Autore: Kary91    10/01/2015    7 recensioni
[Post-Epilogo | Gale, Katniss e il piccolo David Mellark| Profondi accenni Everthorne (I warned you)| Fluff]

Uno scalpiccio di piedini irrequieti risuonò per il corridoio, inseguito dalla voce innervosita di Katniss.
“Non sto giocando, vieni subito qui! David!”
Gale non poté fare a meno di sorridere, quando il bimbetto si fiondò sul divano, mancandolo per un soffio. Era abituato all’iperattività del figlioccio: quando passava a trovarlo lo sorprendeva spesso a scorrazzare per i corridoi con i fratelli o i genitori che cercavano di riacciuffarlo.
“La mamma ti sta chiamando” gli fece notare con scarsa convinzione, mentre il bimbo faceva correre il suo dinosauro pupazzo sullo schienale del sofà. “È ora di andare a dormire”.
Il piccolo gli sorrise dispettoso e scosse cocciutamente la testa.
“I dinosauri non vanno a dormire” dichiarò, facendo pressione sulle sue braccia perché lo lasciasse andare. “I dinosauri giocano!”
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bimbo Mellark, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I don't love you (but I always will); '
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Premessa.  La storia è ambientata diversi anni dopo l’epilogo. Gale è tornato a vivere nel Distretto 12 da più o meno sei anni. David è il “cucciolo” di casa Mellark, il figlio più piccolo di Katniss (prima di lui ci sono una bimba – Haley – e un altro bimbo – Rowan - ) e su di lui aggiungerò qualcosina dopo la storia, perché adesso farei spoiler! Per ora posso solo dire che Gale è stato scelto come suo padrino.

Questa storia è stata scritta per la challengePrompting, Partenza, Via!” indetta dal gruppo FacebookThe Capitol” con il prompt: Gale/David – “Ninna Nanna”.

 

Ninna Nanna per il Figlio Ribelle.

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“David!”

Uno scalpiccio di piedini irrequieti risuonò per il corridoio, inseguito dalla voce innervosita di una donna.

“Non sto giocando, vieni subito qui! David!”

La risata vivace di David si mescolò alle esclamazioni di Katniss e, un istante dopo, il ragazzino  si precipitò in soggiorno. Gale non poté fare a meno di sorridere, quando  il bimbetto si fiondò sul divano, mancandolo per un soffio. Era abituato all’iperattività del figlioccio: quando passava a trovarlo lo sorprendeva spesso  a scorrazzare per i corridoi con i fratelli o i genitori che cercavano di riacciuffarlo. In quel momento Gale stava per andare a casa, ma decise di trattenersi ancora un po’ per cercare di dare una mano con l’irrequietezza del piccolo di casa Mellark.

“La mamma ti sta chiamando” gli fece notare con scarsa convinzione, mentre il bimbo faceva correre il suo dinosauro pupazzo sullo schienale del sofà. Non aveva voglia di fare il severo; in fondo non spettava a lui occuparsi di David, in quella casa.  “È ora di andare a dormire”.

Il piccolo gli sorrise dispettoso e scosse cocciutamente la testa.

“Zampa ti mangia, adesso!” esclamò poi, appoggiando ripetutamente il muso del suo dinosauro al collo di Gale. “Ha tanta fame così!” aggiunse, allargando le braccia per mostrargli la misura. “E adesso mangia anche il tavolo!”

Fece per balzare giù dal divano, ma Gale lo trattenne per i fianchi e se lo posò sulle ginocchia. Il bambino incominciò a dimenarsi, infastidito da quella costrizione. Katniss li raggiunse poco dopo, visibilmente esasperata.

“Andiamo a dormire” asserì, cercando di prendere in braccio il figlioletto.

David si lamentò a gran voce, divincolandosi per sfuggire sia a lei che a Gale. Riuscì a sgusciare via dalla loro presa, ma l’uomo lo riacciuffò quasi subito.

“Lasciami!” si lamentò il bambino, digrignando i denti e arricciando le dita per mimare gli artigli di un dinosauro. “Sono un T-Rex, non mi puoi prendere! Rawr!”

Gale non riuscì a trattenere un sorrisetto.

“Sei proprio un ribelle” osservò, divertito. Si pentì di aver pronunciato quella frase non appena riconobbe la sfumatura di compiacimento nella propria voce. Sentì lo sguardo di Katniss premergli contro e non lo incrociò, per timore di trovarci dentro del rimprovero. La donna, tuttavia, non aprì bocca.

“Mi porti a volare?” chiese a quel punto David, aggrappandosi al colletto della sua felpa. Era una domanda che gli faceva spesso da quando Gale l’aveva portato con sé su un hovercraft, per fargli vedere come si pilotava[1].

“Domani” rispose l’uomo, sperando di riuscire a calmarlo con quella promessa. “Ma solo se adesso vai a dormire.”

David riprese a divincolarsi, scuotendo categorico la testa.

“I dinosauri non vanno a dormire” dichiarò, facendo pressione sulle sue braccia perché lo lasciasse andare. “I dinosauri giocano!”

“Gli stegosauri giocano, è vero” cercò di raggirarlo Gale, incominciando a camminare per la stanza con il bambino in braccio. “I T-Rex invece vanno a letto. Tu sei un tirannosauro, no?”

David ci pensò su per qualche istante, ma ben presto tornò a scuotere la testa. L’uomo si accorse, tuttavia, che non stava più scalciando; continuava a passarsi il peluche sugli occhi, come a volerseli stropicciare. Sembrava stanco e presto, probabilmente, avrebbe ceduto.

“Penso che Zampa abbia molto sonno” esordì in quel momento Katniss, accennando al pupazzo del bambino. “Guarda, si sta già addormentando.”

Gale le indirizzò una breve occhiata, come faceva sempre quando la trovava intenta ad occuparsi dei suoi figli. Erano passati anni dalla prima volta che l’aveva vista nelle vesti di madre, ma non era ancora riuscito a farci del tutto l’abitudine. Quando accudiva i suoi bambini somigliava ancora meno alla Katniss che aveva imparato a conoscere da ragazzo. In quei momenti c’era qualcosa fuori posto nella sua immagine, ma che in un certo senso l’abbelliva, smussando gli angoli più spigolosi del suo carattere.

David fece subito no con la testa, ma il suo sguardò incominciò a farsi più esitante. Guardò con attenzione il muso di Zampa, come per controllare che si stesse effettivamente addormentando. Gale approfittò di quel momento di tranquillità per tornare a sedersi sul divano, con il bimbo ancora in braccio.

“Zampa non sta dormendo” asserì a quel punto David, voltandosi verso Katniss. “Lui vuole la ninna nanna della mamma”.

La donna a quel punto esitò. Il sguardo stanco si posò per qualche istante su Gale e l’uomo riconobbe una punta d’inquietudine nei suoi occhi.  Infine, l’attenzione di Katniss tornò sul figlio. La donna si sedette sul divano e scostò una ciocca di capelli dal volto di David, prima di incominciare a cantare.

Il piccolo diede subito i primi cenni di resa: strinse a sé Zampa e abbandonò il capo contro il petto di Gale. Incominciò a giocherellare con le dita dell’uomo e continuò a battere per un po’ un tallone contro il sofà, ma non cercò più di fuggire. Presto la stanchezza arrivò a segnargli il volto, chiudendogli più volte le palpebre. David cercò di resistere, fissando assorto la madre;  la sua attenzione era completamente assorbita dal canto di Katniss.

Gale l’ascoltò addormentarsi, avvertendo le dita del bambino scivolare dal suo braccio per andare ad aggrapparsi alla sua felpa. Fece scorrere lo sguardo da lui alla madre, rapito tanto dal modo in cui il bambino stringeva a sé Zampa con la mano libera, quanto dalla voce della donna. Non la sentiva intonare pezzi da anni, ma prima di quel momento non si era mai accorto di aver patito per l’assenza di quel canto. Lo realizzò a causa del brivido che avvertì nel momento in cui riconobbe la ballata che la donna stava eseguendo.

“La ninna nanna per i figli dei ribelli[2]” bisbigliò, quando Katniss smise di cantare. Incrociò il suo sguardo e lei lo sostenne a lungo, prima di spostarlo verso il bambino.

David non si era ancora addormentato, ma era entrato in una fase di dormiveglia e probabilmente l’avrebbe fatto presto.

“Che cos’è un ribelle?” trovò comunque il modo di mormorare il bambino, lottando contro il sonno.

Gale attese che le sue palpebre smettessero di fremere e i suoi occhi grigi si chiudessero del tutto, prima di rispondergli.

“Tu sei un ribelle” mormorò infine contro i suoi capelli, stringendolo più forte a sé. “Come il tuo papà.”

 

 

Note Finali.

*si prepara a pomodori e insulti vari*

Ebbene sì, gli altarini si scoprono. David Gale Mellark (a.k.a. il bimbo dinosauro) era già stato introdotto in S.O.S. Hawthorne, ma all’epoca avevo mantenuto il suo segretuccio, mostrandolo semplicemente come il terzogenito di casa Mellark. In realtà, biologicamente parlando, David è figlio di Gale: è il frutto degli avvenimenti raccontati nella one-shotIncancellabile”. Ho inserito l’avvertimento OOC alla storia per precauzione, perché questo piccolo grande dettaglio farebbe senz’altro storcere il naso al 90% dei lettori, ma ho comunque cercato di giustificare il più possibile ciò che è successo fra Katniss e Gale in quella storia sia nell’introspezione di Katniss sia attraverso il modo in cui ho costruito il mio head-canon in generale ** La storia di David e dei suoi familiari è molto complessa e piena di conflitti e non so se riuscirò mai a scriverci su, ma nel frattempo ci tenevo a condividere questo piccolo attimo fluff fra il bimbo dinosauro e i suoi genitori biologici, perché gli sono veramente tanto affezionata.  Per ora vi basti sapere che a questo punto della storia David non sa ancora che Gale è il suo papà. Gli è tuttavia molto legato, perché è anche il suo padrino e quindi trascorrono molto tempo insieme.

Oltre ai retroscena un po’ controversi, David è anche un bambino un po’ particolare. Come avevo già accennato in S.O.S. Hawthorne, soffre di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività), e questo comporta difficoltà di attenzione e concentrazione, impulsività e iperattività. Per questo sembra indiavolato e turbolento nel momento pre-nanna: c’è qualcosa dentro di lui che lo spinge a muoversi continuamente e a fare il diavolo a quattro (cit. <3). David ha ereditato il disturbo da nonno Joel sr. (il papà di Gale), che come viene mostrato in"Tutto ciò che ho"” era a sua volta iperattivo. Un’altra delle peculiarità di David è la sua ossessione per i dinosauri, già evidenziata in S.O.S. Hawthorne. In questa storia, tra l’altro, viene introdotto il suo ‘migliore amico’: il peluche Zampa <3 Il fatto che Davey si rilassi ascoltando qualcuno che canta per lui è un tratto che ha ereditato da papà Gale. Nel mio head-canon Gale ha un po’ un debole per le voci (come ho cercato di sottolineare nel ‘Ribelle’, nella scena in cui Mr. Everdeen canta la canzone degli impiccati e il piccolo Gale ascolta rapito).

Per quanto riguarda i genitori di David, sicuramente qui sono molto più morbidi rispetto a come siamo abituati a vederli nei libri. Gale non riesco a non immaginarlo come il genere di padre che vive per i suoi figli e quando è con David cerca di sfruttare al meglio ogni minuto del tempo trascorso assieme, visto che non può vederlo con la regolarità con cui vede gli altri suoi due figli. Katniss l’ho sempre immaginata comunque un pelino ‘fredda’ nei panni di mamma, in un certo senso, ma comunque è indubbio che ami tantissimo tutti e tre i suoi bambini.

Credo di aver detto tutto *va a nascondersi dietro Gale*

Un abbraccio e a presto!

Laura



[1] Gale nel mio head-canon personale è diventato pilota. Ha prima frequentato un’accademia di aeronautica per diventare pilota militare e poi, dopo gli anni obbligatori di servizio, è passato a essere pilota di linea.

[2] Piccolo riferimento a “The Miner Saw a Comet” e “Goodbye My Lover”. La canzone che canta Katniss è una ninna nanna che le madri cantavano ai figli dei ribelli, durante i giorni bui.

   
 
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