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Autore: ivomarianini    10/01/2015    0 recensioni
Inizi del 900. Una nobile famiglia si trova alle prese con gravi problemi economici. La società sta cambiando. Da sempre basata sulle risorse agricole, gestite prevalentemente da nobili e signorotti locali, si vede costretta a difendersi dall’assalto di nuovi e giovani imprenditori.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le urla di Sofia ed Elena si fusero in un’unica voce per tutto il salone. Ginevra, alla vista della testa del figlio che esplodeva, si accasciò sul divano priva di sensi. Fortis colse l’occasione al volo. Gettandosi sull’arma caduta a terra, se ne impadronì rapidamente anticipando uno degli agenti. Alle spalle di tutti, il dottor Achilli si lanciò verso di lui in un disperato tentativo che, per sua sfortuna, segnò la propria fine. Il colpo lo centrò in pieno petto, facendolo stramazzare a terra in un lago di sangue. Pierre, paralizzato dal terrore, rimase immobile mentre il commissario, scostandosi dal corpo senza vita di Anacleto, estrasse a sua volta la rivoltella “Buttatela a terra…subito!” esclamò puntandola verso l’imprenditore. Velocissimo, Fortis si portò alle spalle di Elena e Sofia. Afferrando la giovane per il collo, le puntò la canna alla tempia “Non vi consiglio di provarci commissario, non esiterei un attimo a premere nuovamente il grilletto” Lentamente, Adinolfi abbassò il braccio, subito imitato dai due agenti che, nel frattempo, avevano estratto le loro armi “Bene. Ora io uscirò da questa casa e che a nessuno di voi venga in mente di seguirmi”  proseguì Fortis muovendosi a ritroso verso l’ingresso.

La porta che dava sulla cucina si richiuse lentamente. Appoggiandosi ad essa, Augusto chiuse gli occhi respirando a fondo. Durante quelle concitate fasi, era infatti riuscito a defilarsi senza essere notato. Inorridito da ciò che aveva appena udito, ripensò ai momenti trascorsi con Anacleto. Il pensiero che dietro quel ragazzo, si celasse un assassino spietato e senza scrupoli, l’aveva annichilito. Ma non era il momento di abbandonarsi a ricordi e recriminazioni varie, doveva agire. Ormai appariva chiaro che Fortis, come ampiamente ricostruito dal commissario, fosse a conoscenza di tutto. E l’omicidio del dottor Achilli gli aveva tolto ogni dubbio. Quel maledetto non avrebbe esitato ad uccidere anche Sofia, di questo ne era assolutamente certo. Doveva fare qualcosa, e senza perdere altro tempo prezioso. Dopo essersi guardato intorno per un istante, puntò con decisione verso il cassetto in cui venivano custoditi i coltelli. Scelse quello più grande, quello che Pierre solitamente utilizzava per tagliare grossi pezzi di carne. Uscendo dalla porta che dava sul retro, percorse tutto il perimetro della casa sino all’ingresso principale. Con il coltello ben saldo nella mano destra, si appiattì contro il muro rimanendo in attesa.

Terrorizzata e tremante, Sofia si lasciò trascinare verso l’ingresso. Lo shock del gesto di Anacleto le aveva tolto ogni forza residua. L’ultima immagine che vide, prima di essere trasportata all’esterno, fu il volto cadaverico della madre riverso sul divano “Sei la mia assicurazione sulla vita Sofia. Non avrei mai voluto arrivare a tanto, ma è stato tuo padre a dare il via a tutto questo” La giovane, fissandolo inebetita, scosse la testa con forza “Non nominare mio padre maledetto! Lui…lui…”  con una forza che nemmeno lei sospettava ancora di avere, iniziò a tempestarlo di pugni. Sorpreso da quella reazione inaspettata, Fortis abbassò la rivoltella cercando, non senza fatica, di difendersi da quella scarica improvvisa “Finiscila!” esclamò infine torcendole un braccio dietro la schiena “Non è certo colpa mia se tuo fratello era un pazzo scatenato oltre che un accanito giocatore. Io ero la sua ultima speranza, riesci a capirlo questo?” Le forze l’abbandonarono del tutto. Afflosciandosi a terra, Sofia iniziò a singhiozzare convulsamente. In quel momento, la porta si aprì di nuovo. Il commissario fece un passo in avanti, disarmato “Non avete nessuna possibilità Fortis, e lo sapete bene. Cercate di non aggravare la vostra situazione ma, sopratutto, non fatele del male. Lei non centra nulla” L’imprenditore sembrò non averlo nemmeno udito. Inginocchiandosi accanto a Sofia, le puntò ancora l’arma contro “Adesso noi ce ne andremo commissario. E vale lo stesso discorso di poco fa. Se provate a seguirci, vi giuro che l’ammazzo. Rientrate in casa…svelto!” Non fece però in tempo a rialzarsi. Qualcuno, alle sue spalle, lo investì con la forza di una locomotiva. Prontamente, il commissario si gettò verso Sofia mentre Augusto, forte della sorpresa, vibrò un fendente al polso che teneva la rivoltella. Urlando di dolore, Fortis ruzzolò insieme al proprio aggressore sin in fondo ai gradini che portavano alla veranda. Nonostante la differenza d’età, il vecchio maggiordomo riuscì a tenerlo sotto di se, la lama puntata alla gola “Tu hai armato la mano di Anacleto, tu l’hai trasformato in un assassino…”  disse col fiato corto “Non meriti di vivere” Trattenendolo con la mano sinistra, alzò il coltello.

“Non farlo Augusto, ti supplico. Non trasformarti anche tu in un assassino” Sofia, pallida da far paura, si avvicinò ai due stesi a terra. Il commissario non fece nulla per trattenerla. Allungando una mano verso il maggiordomo, rimase in attesa che l’afferrasse.

   
 
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