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Autore: itsharrysharibo    10/01/2015    0 recensioni
Leah capisce che è il momento di mettere da parte le insicurezze e avere più fiducia in sé stessa.
Noah è solo una bambina che indossa gonne troppo corte, top troppo scollati, rossetti troppo marcati e ruba i tacchi da sua madre.
Janet vuole essere libera come la farfalla che ha visto tatuata sullo stomaco di un ragazzo riccio qualche minuto prima.
Oliver non vuole che nessuno la tocchi da ormai sei mesi.
Se venti minuti prima le avessero detto che si sarebbe ritrovata sdraiata nei sedili posteriori della sua Mini Cooper con la testa appoggiata sulle gambe di uno sconosciuto a condividere la bottiglia di vodka che custodiva segretamente nel bagagliaio, probabilmente Blessed avrebbe sorriso perché, si, è proprio da lei.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Odio questa storia perché - ovviamente - non è venuta come volevo io. Cinque personaggi, cinque storie diverse, cinque tematiche diverse. 2.247 parole. Spero di essere riuscita a scrivere qualcosa di buono. Buona lettura!
 


I might get your heart racing
In my skin tight jeans
Be your teenage dream tonight
 Let you put your hands on me
In my skin tight jeans
Be your teenage dream tonight
 
 
Sono le 2AM e ci sono ventitré gradi. Leah trascina la sua amica sui divanetti della discoteca sorreggendola dalle spalle perché è troppo ubriaca per camminare da sola. Si siede a peso morto e fa riposare la schiena. Chiude per un secondo gli occhi provando a calmarsi per un attimo. In neanche un'ora almeno cinque ragazzi erano venuti a parlare con loro. Leah non è ancora abituata. Quando aveva ancora qualche taglia in più di pantaloni e non poteva permettersi di indossare un vestito che mostrasse troppo le gambe grosse tutto questo non le era mai capitato. Quando li riapre si trova davanti le figure di altri due ragazzi.
"Volete ballare?" domanda uno dei due, quello moro e non tanto alto.
Leah non fa tempo a scuotere la testa che la sua amica si è già alzata in piedi e ha trascinato il ragazzo dentro la pista. Leah si mette una mano sulla fronte e appoggia di nuovo la schiena sullo schienale del divanetto in pelle. Il secondo ragazzo ora è seduto accanto a lei. Leah inclina un po' la testa per osservarlo meglio. E' riccio, ha gli occhi verdi, le spalle larghe e le dita delle mani lunghe e affusolate. Indossa una camicia bianca aperta per metà e con le maniche alzate che lascia intravedere alcuni dei tatuaggi lungo le braccia e il petto. Le sorride e ai lati della bocca gli compaiono due piccole fossette. Quando le si avvicina Leah riesce addirittura a notare un leggero neo sulla guancia destra, poco più in basso della fossetta. Allora Leah si siede composta e sistema capelli e vestito perché la figura della maleducata non la vuole fare. Il ragazzo le porge la mano e le si avvicina all'orecchio.
"Harry"
"Leah"
"Vuoi ballare?"
"Preferisco restare qui."
Leah pensa che ora Harry se ne sarebbe andato, magari a cercare il suo amico - "la ragazzina non me l'ha data!" -, o magari da un'altra ragazza. Il riccio invece le sorride di nuovo.
"Neanche a me piace ballare."
Ma Leah sa che se avesse ancora quei chili in più Harry non le avrebbe mai rivolto la parola.
 
Tra un'ora suo padre la sarebbe venuta a prendere e Noah e le sue amiche non sono ancora riuscite a prendere da bere. Camminano ancora una volta verso il bar pieno di ragazzi e ragazze che si sbracciano per ottenere l'attenzione del barista. Noah si sistema la gonna, porta i capelli in avanti e controlla il rossetto in uno degli specchi li vicino. Si guarda intorno e poi dice alle sue amiche di aspettarla vicino alle casse del deejay. Batte più volte le dita dietro la schiena di un ragazzo per ottenere la sua attenzione e quando questo si gira sfodera il suo sorriso migliore. E' magro, moro e con gli occhi caramello. Ha una leggera barba e la puzza di fumo.
"Mi prendi un drink?"
"Quanti anni hai?"
"Non abbastanza."
Il moro sorride, ascolta il nome del drink che vuole Noah e lo riferisce al barista. Mentre aspettano il ragazzo si gira di nuovo verso di lei. "Potrebbero denunciarmi."
Noah ride e gli da una pacca sulla spalla assumendo un'espressione compassionevole per canzonarlo. Quando le consegna il drink la ragazza è felice come un bambino che scarta i regali di Natale.
"Grazie..."
"Zayn."
"Noah."
Inizia a bere e di tanto in tanto Zayn le runa il bicchiere e beve qualche sorso.
"Non mi merito un premio?"
"Mi hai già bevuto metà drink. Cosa vuoi ancora?"
"Passa il resto della serata con me."
Cosa ci ha da perdere? D'altronde Noah è solo una bambina che indossa gonne troppo corte, top troppo scollati, rossetti troppo marcati e ruba i tacchi da sua madre.
 
"Ti prego Janet, scendi dal di li."
Janet muove i fianchi, ondeggia, porta le braccia in aria e ammicca contro qualche ragazzo da quasi un'ora. Sopra quel cubo, dove tutti ammirano le sue gambe lunghe, i capelli che le arrivano fino allo stomaco piatto e le coprono il seno prosperoso, Janet si sente una regina.
"Janet!"
La ragazza ignora il suono che fa la voce di Liam quando pronuncia il suo nome. Ignora che la prima volta che l'ha sentito è stata nei sedili posteriori della sua vecchia auto, che è riuscito a cambiare lavorando sodo nell'officina di suo padre, quando fra le sue braccia si è sentita per la prima volta protetta e al sicuro. Non usata. E ignora il fatto che l'ultima volta che l'ha sentito è stata quando ha sbattuta la porta del loro appartamento ed è tornata a casa dei suoi genitori con le lacrime che le rigavano ancora il viso. Janet abbassa lo sguardo e lo osserva di sfuggita. Ha i pugni chiusi lungo i fianchi e la mascella contratta. I capelli che aveva rasato qualche mese prima si stanno allungando e gli occhi marroni sono supplichevoli. Al contrario degli altri ragazzi non le guarda le gambe nude o le curve che - grazie a dio! - sono al posto giusto. La osserva dritta negli occhi, come se in quelle iridi scure ci si potesse specchiare. Sopra quel cubo Janet spera di trovare la libertà, quella che non sente più da quando Liam ha iniziato a soffocarla con le sue paranoie e i suoi divieti. Vuole essere libera come la farfalla che ha visto tatuata sullo stomaco di un ragazzo riccio qualche minuto prima.
 
Oliver non riesce più a sopportare il caldo soffocante e la musica assordante che le trapana nelle orecchie della discoteca. Vorrebbe trovarsi a casa sotto le coperte a terminare un libro o a guardare una serie TV in streaming sul computer. Anche una chiacchierata con sua madre sul suo club di beneficenza sembra più divertente. Maledice mentalmente sua cugina - che per giunta ha perso di vista! - per averla convinta a venire. Quando una mano le si poggia sulla spalla Oliver fa uno scatto e si volta spaventata. Sospira sollevata quando davanti a lei nota la figura dell'irlandese biondo con gli occhi azzurri e la risata contagiosa. Oliver non vuole che nessuno la tocchi da ormai sei mesi.
"Niall."
"Oliver, che ci fai qui?"
Il ragazzo le sorride e l'abbraccia. Tra tutti i suoi conoscenti, Niall è stato l'unico ad ignorare la richiesta di non avere più un contatto fisico con la ragazza.
"Victoire mi ci ha portata a forza, si può dire."
"Visto che sei qui perché non andiamo a ballare?"
Niall indicò con un cenno della testa la pista piena di ragazzi e ragazze che si strusciavano fra di loro. Sul volto di Oliver comparve una smorfia di disgusto.
"Meglio di no."
"Andiamo un ballo non fa mai male a nessuno."
L'irlandese afferrò il polso della ragazza e la trascinò verso la pista. Oliver si sentì morire. Sentiva la pressione che esercitava la mano di Niall a contatto con la sua pelle. La stessa pressione che aveva sentito sei mesi prima. Gli attacchi di panico tornarono e gli occhi iniziarono a diventare lucidi. Con il coraggio che non aveva avuto mesi prima Oliver si liberò dalla presa del biondo che si fermò e si girò a guardarla.
"Perché non capisci?"
"Oliver io-"
"Sai benissimo quello che mi è successo eppure continui ad ignorarlo. Non vedi l'espressione che faccio ogni volta che qualcuno mi tocca, anche solo per sbaglio? Il terrore che mi passa per gli occhi? Perché vuoi farmi soffrire, Niall?"
 
E' ormai la quarta volta che esce dalla discoteca per fumare. Domano è certa che si ritroverà con un pacchetto di Lucky Strike vuoto e un terribile raffreddore. Appoggia la schiena contro il muro del locale perché i tacchi iniziano a far male ed è troppo stanca per sorreggersi da sola in piedi. Blessed aspira il fumo della sigaretta quando un ragazzo si avvicina al muro e si siede sull'asfalto. Lo guarda prendere il cellulare, spostarsi il ciuffo castano dagli occhi e sbloccare il display. Dopo alcuni secondi impreca e infila il telefonino nella tasca dei suoi pantaloni mentre dall'altra tira fuori un pacco di sigarette e un accendino. Ne incastra una tra le labbra e porta davanti l'accendino. Non funziona. Impreca di nuovo e lo lancia via. Blessed sorride, si avvicina e gli allunga il suo. Il castano alza lo sguardo - ha gli occhi azzurri - accenna un sorriso e accende la sigaretta. Blessed decide che non ce la fa più, sfila i tacchi e rimane scalza sul cemento, si siede accanto allo sconosciuto.
"Blessed." Gli porge una mano che il ragazzo stringe saldamente.
"Louis."
"In macchina ho una bottiglia di vodka, vuoi favorire?"
"Perché no."
 
"Non posso crederci."
Leah ride, gioca con una ciocca dei suoi capelli e tiene un drink nell'altra mano. Il suo fondoschiena è appoggiato sulle gambe di Harry e la mano di lui accarezza la sua coscia nuda.
"Te lo giuro, ci è bastato distrarre il bodyguard e scavalcare la recinzione."
Harry è simpatico, gentile e anche un po' egocentrico. Oltre ad averle detto di avere una sorella maggiore e una strana ossessione per i gatti è riuscito a farle bere almeno tre drink e a farla sedere sulle sue gambe senza farle pensare di potergli pesare.
"Allora, me lo dai un bacio o ti devo raccontare un'altra storia alla 007?"
Leah si incupisce all'improvviso e scende dalla gambe di Harry che è rimasto immobile a guardarla. Il solo pensiero che ora è desiderata solo perché è attraente la fa star male. Appoggia una mano sulla pancia piatta.
"Leah Mason voglio che tu sappia che la prima volta che ti ho vista non è stata stasera." La ragazza si gira guardandolo sorpresa.
"Forse tu non ti ricordi, ma dieci mesi fa sei entrata da Starbucks con le tue amiche e da quel giorno non sono riuscito a toglierti dalla testa."
E Leah allora sorride perché dieci mesi prima era ancora la ragazza in carne e goffa. Ha faticato tanto per ottenere il fisico che ha ora ed è ora che smetta di farsi delle paranoie. Capisce che è il momento di mettere da parte le insicurezze e avere più fiducia in se stessa.
"Prima chiedimi di uscire e poi vedremo."
 
"Allora quanti anni hai?"
"Non credo tu voglia saperlo davvero."
"Mi arresteranno per pedofilia?"
"Quanti anni hai?"
"Ventidue."
"Beh, allora potrebbero."
"Correrò il rischio."
E Zayn bacia Noah come nessun altro aveva mai fatto perché se lei vuole giocare a fare l'adulta, lui vuole ritornare bambino.
 
Liam se ne andò ma prima che potesse fare qualcosa Janet lo vide salire sulla postazione del deejay.
"Fermate la musica." Tutti i presenti si girarono a guardare Liam con il microfono in mano. Prima di dire qualcosa il castano guardò Janet e le sorrise. "Vedete tutti quella ragazza? Quella sul cubo? L'avrete notata sicuramente. Lei è la mia ragazza. Da più di quattro anni è la mia ragione di vita e qualche giorno fa ho fatto una cazzata. L'ho lasciata. E' talmente perfetta che avevo paura che qualcuno potesse portarmela via, ero così geloso da soffocarla. Ti prego perdonami Janet."
Subito partirono applausi e fischi mentre Liam non toglieva gli occhi da Janet. Quando la mattina non ti sveglia nessuno e la sera non ti aspetta nessuno e quando puoi fare quello che vuoi, come la chiami? Libertà o solitudine? Janet sorrise. "Ti amo."
 
Oliver piange seduta sul divano in pelle della discoteca mentre Niall le si siede accanto.
"Oliver so quello che stai provando, quanto tu stia soffrendo. Non immagini la voglia che ho di spaccare la faccio di quel bastardo che ha osato toccarti. Sai perché io ho continuato ad abbracciarti, ad accarezzarti, malgrado tu non volessi? Perché non voglio che tu perda fiducia nelle persone. La fuori c'è gente che ti vuole bene e che non ti torcerebbe un capello. Non devi smettere di vivere la tua vita. Non devi avere paura di me."
Oliver sospira, perché ha capito. Niall è stato capace di raccogliere tutti i pezzi e incollarli tra di loro e di questo Oliver gliene è grata. Per questo le lacrime che versa non cadono più sulle sue mani. Vengono bloccate dal corpo di Niall che ha avuto il coraggio di stringere.
 
Se venti minuti prima le avessero detto che si sarebbe ritrovata sdraiata nei sedili posteriori della sua Mini Cooper con la testa appoggiata sulle gambe di uno sconosciuto a condividere la bottiglia di vodka che custodiva segretamente nel bagagliaio, probabilmente Blessed avrebbe sorriso perché, si, è proprio da lei.
"Incidente stradale. Amy e io ci siamo conosciuti qui. Stasera speravo di rivederla di nuovo dietro al bancone del bar a shakerare qualche drink. Che stupido, eh?" Louis si portò un'altra sigaretta tra le labbra.
"E' già passato un anno." Blessed gli afferra la mano e inizia a giocare con le sue dita.
"Sono persino finito dentro per aver picchiato quasi a morte il ragazzo che l'ha investita. La famiglia non ha fatto denuncia e con un giorno me la sono cavata. I miei hanno iniziato a pagare uno psicanalista." La ragazza schiude la bocca e inarca le sopracciglia.
"L'hanno tenuto dentro solo due mesi, doveva pagare per quello che ha fatto."
"Io credo che Amy non voglia che tu ti caccia nei guai."
"Devo sfogarmi."
"Per questo ti ubriachi e racconti tutto a una sconosciuta?"
Louis abbassò lo sguardo verso di lei e iniziò ad accarezzargli i capelli.
"Cosa penserà la mia Amy se ora ti bacio?"
" Penso che voglia vederti felice."
Blessed si alzò e sentì il calore delle labbra di Louis sulle sue.
 

 
  
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