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Autore: Gora_DC    10/01/2015    2 recensioni
Un amore improvviso, una guerra mondiale e due anime ingiustamente separate.Una lettera è tutto ciò che ne rimane.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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11 Novembre 1978



Caro Kurt, 
a cosa serve scriverti ora? Sinceramente non lo so. L’unica cosa che so, in questo momento, è di averne estremamente bisogno.

So bene che questo non cambierà le cose, ma sono arrivato ad un punto in cui l'unica possibilità che ho, per alleviare il dolore che porto dentro, è scriverti questa lettera. Una delle tante che continueranno a giacere sul fondo del mio armadio, nascoste in una scatola. Non vorrei mai le trovasse mia moglie. Magari quando sarò morto, a quel punto non mi farà più paura essere scoperto. 

La vita qui trascorre serena, la pensione arriva regolarmente e ho quasi finito di pagare le tasse al college di Elisabeth. Eh già, anche la più piccola sta per laurearsi. Un avvocato! Non immagini quanto io sia orgoglioso di lei! 

Le ho dato il nome di tua madre, spero che non ti dispiaccia, ma volevo regalarle qualcosa che significava tanto per te, per noi, perché sono proprio queste piccole cose che mi hanno permesso di andare avanti in tutta questa messa in scena. Ma ti assicuro, amore mio, non c'è stato niente di più difficile che potessi fare.

Ci sono giorni in cui rimpiango la guerra. Rischiavamo la vita tutti i giorni, è vero, ma almeno sapevo di avere te al mio fianco.

E adesso mi restano solo stralci di memoria, ricordi di te che, racchiusi nel mio cuore, nessuno potrà portarmi via. Come potrei anche solo pensare di poter cancellare il primo ricordo che ho di te? Di quanto fossi bello, di quanto immediatamente mi innamorai. Eri un angelo, un angelo perfetto che ho avuto il privilegio di avere accanto per una piccola parte della mia esistenza. È come se potessi riviverlo, ancora e ancora. Tu, appena arrivato, che scendi le scale della caserma. Eri poco più grande di me e attirasti la mia attenzione. Non so di preciso cosa successe allora, o meglio non saprei descriverlo, ma qualcosa cambiò, qualcosa dentro di me prese il sopravvento, qualcosa che avevo sempre cercato di nascondere decise di uscire fuori. Mi innamorai, mi innamorai di te, un ragazzo che non riusciva a nascondere le proprie emozioni, tanto fragile quanto forte. Su quella scala, nei tuoi occhi, lessi la paura, ma allo stesso tempo (accompagnata da) tanta determinazione. Scoprì, con il tempo che, sotto quell'aspetto angelico, si nascondeva un guerriero. 

Sei stato la persona più forte che abbia mai incontrato nella mia vita, perché tu non usavi la violenza per importi, ma le parole. Hai fatto la differenza per tutto il tempo che sei stato con noi e io non ho smesso un solo minuto di ammirarti, apprezzarti, amarti, da quell'attimo in cui le nostre vite si sono incrociate su quelle scale, quando con un sorriso incerto mi chiedesti dove avresti potuto trovare il sergente.

Credo che da allora non solo le nostre mani si siano unite, ma che le nostre anime si siano ritrovate, perché da quando tu non sei più con me, Kurt, mi sento vuoto, incompleto. 

E come si continua a vivere dopo aver provato la vera felicità?

Non riesco a dimenticare quanto bello era il tuo viso, quanto meravigliosi erano i tuoi occhi che, come diamanti azzurri, impreziosivano la mia vita. Non riuscivo mai ad imporre un battito regolare al mio cuore quando mi ritrovavo a specchiarmi in quelle pozze di acqua cristallina.
Non ci sono mai state regole in questo, né rifugi o nascondigli. Me lo insegnasti tu stesso, dopo il nostro primo bacio. Un bacio ruvido della mia barba accennata, ma allo stesso tempo dolce e delicato. Fu una scoperta per entrambi, che d'amore sapevamo così poco.

Tu che sei stato capace di darmi così tanto, tendendomi la tua mano perché io la prendessi. Ricordo ancora il tuo palmo caldo, duro come quello di un soldato dovrebbe essere. È scolpita nella mia memoria, nonostante tutto, l'aspettativa che appesantiva l'aria, dettata dalla consapevolezza di ciò che avremmo fatto quella notte. Un solo letto e due uomini.

Come si scappa da un amore così? Non si può. Significherebbe solo lasciarsi cadere nel vuoto, invece di avere la forza per arrivare dall'altra parte, il coraggio di superare il timore del nulla, per lasciarsi alle spalle tutte le nostre paure. Ricordo di una notte fredda e ventosa che ci ha fatto entrare in un teatro e addormentarci nascosti dietro le quinte, stretti tra le nostre braccia, del sussulto che ci ha fatto svegliare e scoprire che, miracolosamente, nessuno ci aveva scoperti. Riesco tuttora a sentire il suono dei nostri cuori che, fusi insieme, battevano all'impazzata, mentre, accoccolati, ci donavamo l'uno all'altro.

Sono cose che non dimenticherò mai queste, perché dimenticarmi di te sarebbe come perdere me stesso.

Oh amore mio, mi rendo conto solo adesso di quanto la mia vita sia fasulla, una bugia in cui mi sono nascosto per tutti questi anni. Una matrimonio imposto da una società bigotta, una moglie che appena sopporto e tre bambine da crescere. Loro sono l'unica luce che ho scorto nella mia vita, dopo di te. Ma mi osservo allo specchio e vedo la maschera che indosso ogni sera. Ne riconosco ogni confine, ormai, ogni oscurità e ogni luce. So cosa si nasconde sotto il trucco, oltre la pelle. Speranze, timori, paure. E ciò che mi spaventa maggiormente è che non ricordo più quale delle due sia l'artificio e quale il mio vero viso.

Ogni singolo giorno vivo in una menzogna, in una vita costruita su falsi sorrisi e false speranze.

Eppure, a volte, fa male. Così male da ritrovarmi al suolo ferito e sanguinante. Tanto dolore da sentire un vuoto incolmabile all'altezza del cuore. Vorrei scappare, cadere nel vuoto e non dovermi più concentrare per mantenere l'equilibrio, perché ti amo. 

Ti amo perché non posso averti.  

Ti amo anche se tu non ci sei più.

E' successo questa mattina, mentre sfogliavo il giornale e aspettavo che mi servissero la colazione, sono capitato in un articolo che mi ricordava che giorno fosse oggi, come se noi potessimo dimenticarlo. Scorrendo la pagina, però, il giornalista ha catturato la mia attenzione. Ed eccomi, a distanza di quasi trent'anni, a leggere qualcosa che non mi aspettavo. Parlava di quella nave, quell'imbarcazione americana che avrebbe dovuto venirci a riprendere, quella che fece nascere in noi la speranza di poter partire in un paese lontano. Lontani dalla guerra, lontani dai pregiudizi. Per vivere il nostro amore. Nella mia mente, ritornano i ricordi della felicità di quando ci dissero che saremmo tornati a casa e della devastazione che provammo quando sapemmo che non saremmo tornati insieme. Sì, perché scoprimmo, solo a poche ore prima dell'arrivo, che quella nave era solo per alcuni di noi, solo per chi aveva finito il servizio, per chi era considerato libero di andare. Solo per pochi. Solo per te. 

Non avevamo più tempo, non avevamo più scelte o possibilità. 

Un anello e una promessa fatta. 

Sono ricordi di una notte in cui pioveva a catinelle e di due soldati inzuppati sotto un albero solitario nella pianura africana. Quella notte ci riportò in quel teatro, nel nostro posto segreto, stretti l'uno all’altro, per donarci amore ancora una volta, l'ultima. 
E poi, un caldo addio, su una spiaggia isolata, sotto il morbido cielo stellato di una notte tormentata e le lacrime che non smettevano di scendere, mentre ero sul molo e vedevo la tua nave allontanarsi all’orizzonte.

Oggi, dopo una vita ad immaginarti insieme a un altro, a chiedermi se stessi bene, se fossi felice, se mi avessi dimenticato, mentre stringo tra le mani l'unico oggetto che ho sempre portato con me, il simbolo di quella promessa fatta e che speravo un giorno avremo mantenuto, solo oggi, ho scoperto che quella nave subì un naufragio, tre notti dopo la partenza.

Oggi ho scoperto che tu, amore mio, facendo parte di quei pochi che sarebbero dovuti tornare a casa, hai perso la vita nell'Oceano Pacifico.

Non ti so descrivere il dolore che porto dentro. Non ho parole per esprimere ciò che sento.

Giurammo che saremmo stati insieme di nuovo “a casa”, ma il destino ne sapeva più di noi. 

Non sei mai arrivato. E per questo, spero che là, dove tu sei, questi ricordi ti siano preziosi come lo sono per me.

Io porterò per sempre questi pezzi di noi che mi hanno reso ciò che sono. 

Sono perfettamente intatti nella mia memoria, sprazzi di vita vissuta insieme, a lottare sul campo, a guardarci le spalle. 

Sto tentando di racimolare le forze che mi restano. Perché ho imparato anche altro stando con te: amare è faticoso, richiede un equilibrio che persone come noi non hanno e lascia sfiniti, distrutti, in frantumi.

Il silenzio mi assorda e ho paura, anche se trovo il coraggio di incrociare i miei occhi nel riflesso dello specchio. Mi rendo conto che la mia espressione è ancora una maschera, ma la vedo crollare, sgretolarsi, mentre realizza quello che ho appena scritto. Non c'è più spavalderia, né coraggio, nessuna sicurezza. Solo quello che sembra terrore. Ciò che uno come me non dovrebbe mai provare.

Vorrei urlare di smettere di vivere in una vita che non mi appartiene, che odio tutto questo, che non posso farcela a superare questo da solo.

Invece resto zitto, come ho passato il resto della mia vita. E faccio l'unica cosa che posso fare, l'unica che ho fatto ogni volta che sentivo di dover fare quando stavo per crollare, anche se tu non ci sei più… Immagino. Immagino che affondi le tue dita fra i miei capelli per stringermi al tuo petto, che mi culli con le tue parole rassicuranti, sussurrate a mezza voce. 

E mentre tutto questo viene ritratto nella mia mente, spero che tu ti trova in un posto migliore, circondato da persone che sanno apprezzarti per quello che sei e che mi tu mi stia aspettando. Prego, ogni notte, che ci siano concesse altre opportunità, dove avremo vite più semplici, così da poterci godere il nostro amore e mantenere la promessa fattaci quella notte. Restare insieme per sempre. Perché tutto ciò che voglio, tutto ciò che desidero e spendere la mia vita amandoti.

Buona notte, dormi bene ovunque tu sia, amore mio.


 
Con tutto il mio amore, Blaine Anderson.




NOTE DELL'AUTRICE: 
Ok pubblicare una cosa del genere oggi credo sia un suicidio, ma non riesco a tenermela sul pc e far finta di niente. In mia difesa posso dire di non aver ancora visto la puntata quindi siate clementi!!!

L'idea di questa OS nasce per caso da un articolo letto on line qualche settimana fa. Parlava di una coppia di soldati, gay appunto, che si erano conosciuti in guerra e si erano innamorati. In un pezzo dell'articolo c'era un piccolo stralcio di quella che era una lettera ritrovata da uno dei due e che mi ha dato l'idea per tutto ciò. Vorrei darvi maggiori delucidazioni in merito ma purtroppo ho perso il link dell'articolo, anzi se qualcuno ha capito di ciò che parlo può contattarmi in chat, magari potrò aggiungere qualche maggiore  informazione qui sotto.

Per il resto, spero che, nonostante tutto, vi sia piaciuta. Fatemi sapere cosa ne pensate!

Ringrazio mia moglie babykit87l per averla letta per prima e avermi dato la giusta spinta per pubblicarla.

Per chi mi segue, volevo seplicemente dirvi che Come round sta per tornare e che spero di finire il tutto entro questo mese!! Lavoro e scuola permettendo, si intende!
Un bacio a tutti!
  
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