Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Beapot    10/01/2015    3 recensioni
Dal testo: Ogni giorno c'era un momento, nel cuore della notte, in cui il vento gelido soffiava nella sua direzione, portandogli il profumo del mare. Era quella l'unica cosa - così pura ed estranea ai suoi ricordi - che gli faceva ricordare davvero cos'era la vita.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bartemius Crouch junior
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il profumo del mare

 

Ogni giorno c'era un momento, nel cuore della notte, in cui il vento gelido soffiava nella sua direzione, portandogli il profumo del mare. Era quella l'unica cosa - così pura ed estranea ai suoi ricordi - che gli faceva ricordare davvero cos'era la vita. Non era il ricordo degli abbracci di sua madre, tanto meno quello dello sguardo tagliente di suo padre a scuoterlo ma, sebbene Barty non avesse mai provato davvero la sensazione della salsedine che gli si appiccicava sulla faccia, era quell'odore nel vento che lo faceva tornare in sé quel tanto che bastava a non lasciarsi trascinare via dalla disperazione.

Faceva freddo, nella sua cella vuota, faceva freddo anche dentro, sotto ai vestiti e fino alle ossa, e Barty rideva e piangeva quando sentiva il profumo del mare; piangeva perché non avrebbe mai potuto guardare le onde, e rideva perché stava impazzendo lentamente, perché l'idea di aggrapparsi a qualcosa che non conosceva per non crollare era stupida e incoerente, e lui non aveva altro da fare.

Ogni giorno c'erano anche momenti, poi, che duravano ore e non finivano mai, in cui Barty chiudeva gli occhi e la vita che gli stava sfuggendo la rivedeva, sfocata come su una vecchia pellicola impolverata, come se appartenesse a qualcun altro - eppure così vicina da ricordargli che sì, l'aveva vissuta lui ed era tutto ciò che gli restava.
Rivedeva tutti i suoi mostri, Barty, quando chiudeva gli occhi; vedeva quelli nascosti nel buio, tra le ombre lanciate dalle torce sulle pareti scure di casa Crouch, e quelli sotto al letto, di quando era bambino e non aveva un padre che li scacciasse con qualche incantesimo. In quei momenti Barty desiderava morire, desiderava semplicemente che tutto finisse, che quel caos nella sua testa smettesse di colpirlo in ogni istante, perché continuare a respirare in quelle condizioni era tremendo e inutile, perché le lacrime che non riusciva a fermare ogni volta che si rivedeva bambino erano sempre più difficili da asciugare, e facevano sempre più male.
Poi però rivedeva pure mostri diversi, Barty, vedeva quelli dei morti e quelli che erano teschi e serpenti arricciati, e quando arrivava a quel punto smetteva di urlare. Smetteva di tremare e di sentirsi solo, perché lo facevano sentire al sicuro, il teschio e il serpente, più di quanto non facesse il sorriso mai conosciuto di suo padre; quando arrivava a quel punto non urlava più, sorrideva e provava quella morsa allo stomaco che era nostalgia e felicità, la prima dopo anni passati a sentirsi nessuno ai suoi occhi.
Barty vedeva il Marchio Nero e si sentiva vivo, e i ricordi di ciò che era stato bastavano per un po' a fargli sentire di nuovo il profumo del mare.

 

All'improvviso venne un giorno, uguale agli altri ma sempre più vicino alla fine, in cui il vento arrivò prima del solito; il sole era ancora alto nel cielo e la porta del buco in cui era rinchiuso si aprì con un cigolio sinistro, lasciando entrare qualcun altro oltre al freddo e alla tristezza.
Barty ricorda poco di quel momento: c'erano state lacrime e singhiozzi che non erano i suoi, e anche il profumo dimenticato di casa nell'abbraccio di sua madre. C'erano stati una pozione e dei vestiti puliti, un addio soffocato e l'immancabile sguardo di disapprovazione di suo padre, presto sostituito da un dolore e un amore che, anche se rivolti al suo viso, nemmeno quella volta erano destinati a lui.

*

Lasciare Azkaban gli aveva permesso di non impazzire e di restare se stesso quel tanto che bastava a non perdersi del tutto, ma la nuova prigione in cui era stato rinchiuso non assomigliava nemmeno vagamente alla libertà che sua madre avrebbe voluto donargli.
Le mura di casa Crouch erano opprimenti come quando era bambino, impregnate della delusione di suo padre che ora si mischiava alla frustrazione di trovare lui invece che sua moglie, quando la notte tornava dal Ministero e tutto ciò che avrebbe voluto erano le premure e il sorriso stanco della donna che aveva amato per una vita, nel suo modo contorto di uomo ligio al dovere e alla responsabilità.
Barty sentiva i singhiozzi soffocati di suo padre, e a volte avrebbe voluto tornare bambino e piangere con lui per l'unica persona che lo avesse mai voluto, amato e protetto al punto tale di scegliere di sacrificare la propria vita per saperlo di nuovo libero e al sicuro, ma il signor Crouch non gli aveva mai permesso di farlo, riuscendo a mettere lo stesso odio di sempre anche negli occhi velati di lacrime, mentre gli sbatteva la porta in faccia e lo chiudeva fuori dal suo dolore.
I primi mesi erano stati i più difficili per Barty. Di nuovo solo, di nuovo indifeso, soggiogato dalla Maledizione Imperius impostagli dal padre nel momento esatto in cui era tornato ad avere le forze per fare qualcosa di più oltre a piangere, mangiare e dormire, Barty aveva dovuto lottare con tutto se stesso per non farsi sopraffare da tutto quello - dalla solitudine e dall'impossibilità di reagire - e restare ancorato alla realtà. Ma resistere è difficile quando non si ha più niente per cui farlo, quando tutto ciò che si è costruito si dissolve in uno sbuffo di fumo lasciando dietro di sé solo vecchi ricordi e speranze ormai bruciate, e Barty lo sapeva. Sapeva che scappare senza avere un posto in cui andare non aveva senso, sapeva che dei suoi vecchi compagni non era rimasto nessuno per cui valesse la pena rischiare di lasciare quel luogo che, per quanto odiato e soffocante fosse, rimaneva l'unico sicuro in cui poter continuare a respirare - almeno a respirare per esistere, solo quello, perché di vivere ormai non ce n'era davvero l'opportunità.

Barty sapeva un sacco di cose in quel silenzio che lo schiacciava contro i muri, e continuava a ripetersele di notte negli incubi quando gli sembrava di risentire le grida e il freddo che lo avevano annientato in quell'isola dimenticata da Dio o chi per lui, dove gli uomini smettevano di essere uomini e diventavano gusci vuoti e piagnucolanti in attesa della morte per sentirsi vivi un'ultima volta.

Quando fu quasi sul punto di arrendersi di fronte al fatto che non sarebbe stato mai più libero - libero di essere se stesso e di vivere per quello in cui credeva – qualcosa di diverso dalla pazzia arrivò finalmente a strapparlo da quella realtà che faceva sempre più schifo.
Solo allora riuscì a sentire ancora il profumo del mare e della vita vera, solo di fronte al suo padrone che lo liberava e gli affidava la sua stessa vita, investendolo di un onore che nessun altro avrebbe mai avuto.

Le labbra di Barty si stirarono dopo mesi nel ghigno di eccitazione e potere che temeva di aver dimenticato e, quando la porta della casa di suo padre si chiuse alle sue spalle, ricominciò finalmente a vivere.
 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Beapot