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Autore: Lady K    10/01/2015    1 recensioni
AU, ma non troppo: in questo mondo parallelo di Detective Conan tutti gli esseri umani sono accompagnati da piccole creature simili a gatti chiamate Nekodachi. I gatti come li conosciamo noi non sono mai esistiti.
Tutto ha inizio col Nekodachi di Conan. Mentre intorno a lui si diffondono i misteriosi Crazydachi, lui deve combattere con i suoi sentimenti.
Quello che prova è sbagliato? E' anche lui un Crazydachi, come Heiji o Jodie?
...E dopo un piccolo gesto, lì su quel divano, tutto cambiò...
Tributo alla AixConan, 1999-2004.
Rating giallo per la lieve presenza di sangue/ferite in alcune scene.
[FF restaurata: è stata ripulita da errori di grammatica/battitura/codice html e altro.
Lo stile di scrittura rimane comunque quello vecchio.]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Quasi tutti, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Siete pronti? Arriva il capitolo otto!


The Nekodachi

Capitolo 8


Il finto bambino si mise a correre per l'ennesima volta verso la residenza di Agasa, la furia che lo inondava e che gli faceva ribollire la testa. Aveva cercato di ripercorrere la strada che aveva fatto il suo Nekodachi con l'aiuto di quello del dottore. Il felino aveva trovato delle macchie di sangue in una radura del parco di Beika, e appena aveva riferito al bambino a chi appartenevano, Conan non aveva più voluto sentire ragione. Ora il Nekodachi di Agasa lo inseguiva a fatica per tentare di fermarlo e placare la sua rabbia.
Il detective appena arrivò davanti al portone principale iniziò a battere violentemente la mano stretta a pugno sul duro legno.
-APRI, MALEDETTA! APRI!-
-Calmati, Shinichi! Lasciala in pace!- gli rispose l'anziano amico dall'altra parte della porta.
-MI SENTI, HAIBARA, BRUTTA BASTARDA?? PER COLPA TUA NON HO PIU' UN NEKODACHI!-
-Se non ti calmi non ti apro!- gli ribatté Agasa da dentro. L'uomo teneva girata la chiave e intanto guardava sconvolto la bambina in lacrime dietro di lui.
-VIENI FUORI SE HAI IL CORAGGIO! VIENI CHE TI AMMAZZO!!!-
Ai esplose in singhiozzi e si rintanò nel laboratorio sotterraneo; si appoggiò alla parete, si mise la testa fra le mani e continuò a piangere in modo incontrollato. Si sentiva un verme. Voleva sparire. Voleva morire e raggiungere la sua famiglia. Non avrebbe mai dovuto acconsentire alla sua piccola felina a dichiararsi a quel Crazydachi. Poi all'improvviso un pensiero la travolse. Lui probabilmente aveva frainteso. Conan pensava che lei avesse accettato la pazzia, in questo caso l'amore, della sua Nekodachi.
"Lui... lui non lo sa... non sa che la mia non è una Crazydachi... lui non sa che io lo amo."

La strana coppia di Nekodachi era in volo già da qualche ora quando il puntino rosso sulla lente di Conan si fermò. La pioggia, che si era placata il giorno prima, era ritornata con lievi e fresche spruzzate che rendevano quel viaggio non molto piacevole. Ma d'altronde anche senza di essa il cuore di Ai non avrebbe smesso di palpitare dalla paura per la sorte di Conan.
-Ti prego, fermiamoci...- le aveva pregato Kaito Kid.
-Ma ci stiamo avvicinando, ancora un piccolo sforzo!- pregava la scienziata a sua volta. Nei pochi momenti in cui non pensava all'amato rifletteva proprio sul comportamento del ladro, e di sicuro quello si stava comportando egregiamente. Nonostante il suo nuovo carattere di Crazydachi da "eterno disperato" doveva ammettere che si stava dimostrando abbastanza coraggioso. In qualche modo avrebbe dovuto ricambiare quel grosso favore. 
-E quello cos'è?- esclamò Kaito all'improvviso.
Ai si distolse dai suoi pensieri e focalizzò lo sguardo davanti sé; vide come un muro bianco opaco che si stagliava a pochi metri da lei, dalla collina sotto di loro fino al cielo, talmente immenso che non si vedeva la fine.
-Un banco di nebbia!- disse lei senza fiato, a bocca spalancata.
-Mai visto un banco così grande! Sei sicura che dobbiamo addentrarci lì? E' pericoloso...-
In effetti anche aggirare la nebbia sembrava impossibile: quel banco si estendeva per miglia e miglia in qualsiasi direzione i loro occhi guardassero. 
-Potremmo attraversarlo ad un altitudine più bassa...- suggerì la piccola.
-Roger...-
I due si addentrarono in quel muro fatto di nuvole, ma dopo un'altra oretta Kaito Kid cominciò a lamentarsi di nuovo.
-Non vedo neanche il mio naso! Non so neanche se sto andando dritto...-
-Stai andando bene, lo vedo dagli occhiali! Coraggio!- rispose Ai alzando gli occhi verso di lui. Si vedeva dal suo muso provato che il famoso ladro stava facendo una fatica immane a sorreggerla dopo tutto quel tempo.
Tutt'ad un tratto la scienziatina sentì un forte spostamento d'aria alla sua sinistra. Poi ancora una seconda volta, e una terza, finché non lo percepì ormai dietro di lei, in lontananza.
-Cosa caspita...- girò il collo indietro stranita e le sembrò di vedere un tubo bianchissimo sparire nella nebbia.
Ai ebbe un brutto presentimento.
-No... non mi dire che... Kid, stai attento forse sono...-
-AHHHHH! UN IMPIANTO EOLICO!!!-
La Nekodachi non ebbe neanche il tempo di guardare davanti a sé che Kaito Kid stava già virando bruscamente a destra, per non finire dritto contro il rotore di una torre.
-Ahhhh! Ma quanto eravamo alti ancora??- urlò lei. Un istante dopo una pala della stessa torre colpì in pieno il deltaplano del ladro e lo strappò. I due Nekodachi cominciarono a precipitare gridando come mai avevano fatto, le lacrime agli occhi per la velocità della caduta.
-AHHHHHH!-
Kaito all'ultimo prese Ai tra le zampe e la spinse verso il suo ventre, si girò verso l'alto e sbatté di schiena sul prato.
Ad Ai ci volle un minuto per scrollarsi e realizzare cos'era successo.
-I-idiota! Non dovevi salvarmi...-
Il Crazydachi aprì lentamente gli occhi e la guardò.
-Non dire sciocchezze... sei tu che devi salvare il tuo amico... io il mio lavoro l'ho fatto... grazie per aver creduto in me...-
-Non esagerare ora! Non stai mica morendo!-
Ai spostò sconsolata il deltaplano ormai fuori uso da sotto il Nekodachi e annusò la ferita sulla sua spina dorsale.
-Starai bene. Ora io... io devo andare. Non ti muovere da qui!-
-E chi si muove...-
-Accendi il badge di Yoshida-san, così potrò ritrovarti!- disse Ai mentre cominciava già a correre verso nord-est, inoltrandosi nella nebbia.
Il segnale era vicinissimo. Sto arrivando, Conan... resisti ti prego...
I minuti passavano inesorabili. La Nekodachi sentiva già la mancanza delle lamentele di Kaito Kid; in quel silenzio opprimente poteva solo sentire il battito del suo cuore che accelerava. Poi ad un certo punto la nebbia si diradò. La scienziata si bloccò alla vista di una costruzione enorme davanti a lei. Non aveva mai visto una cosa simile. Sembrava un tempio ma era circolare, con le pareti lisce e senza una singola finestra. Era molto alto e non aveva dei colori accesi: di sicuro non era in stile giapponese. Ai lo ammirò per qualche secondo, poi si scosse e si incamminò verso la porta principale, incuriosita. Conan... sei qui dentro? Si accorse con sgomento, una volta avvicinata, che la porta era aperta. Si acquattò con la pancia rasoterra ed entrò nello strano palazzo. Si ritrovò in una piccola camera scura con una serie di scale sulla destra. Annusò le assi del pavimento per cercare di cogliere l'odore di Conan, ma non lo trovò. La Nekodachi si alzò sulle quattro zampe, delusa. Stava per tornare indietro, quando la attirò la luce che proveniva dalla stanza davanti a lei. Entrò lentamente e venne avvolta da quella luce. Era una camera enorme, circolare proprio come il tempio. Ai lati c'erano file e file di gradoni, che sembravano proprio quelli di un teatro greco. Ma l'attenzione di Ai era rivolta alla sagoma che fluttuava al centro. Era un cristallo, un cristallo viola sospeso a mezz'aria. La piccola si mosse verso il cristallo come ipnotizzata. Vide che esso non era intero: in cima c'era un pezzo più grande, con attorno altri frammenti più piccoli. Eppure tutte le schegge sembravano muoversi su e giù all'unisono, come una cosa sola. Era sempre più vicina...
-Io non lo farei se fossi in te.-
Ai si voltò di scatto e vide davanti a lei un Nekodachi. Lo squadrò con attenzione. Sicuramente apparteneva a un umano più grande di lei. Alcune zone del pelo erano stranamente colorate. La scienziata ebbe un brivido, ricordando che anche la creatura che aveva attaccato lei e Conan aveva il pelo simile al suo. Ma quella figura in qualche modo la rassicurò.
-Questo... questo è il tempio del cristallo...?- chiese Ai senza rendersene conto. -Il cristallo... di Cristoforo Colombo?-

....

... e ora per colpa mia tiferete per la AixKaito D=

Ecco un'altra scena rifatta tanto per far ridere: "-E quellllo cosh'èèèèè???- esclamò Kaito Kid all'improvviso. Ai focalizzò lo sguardo davanti a sè e vide il corvo di Hamtaro con in groppa un Pikachu. -Pikachu-pika!!!!-" Ahahahah Dario Moccia is everywhere.

Vabbè... Siamo a metà della storia... Al prossimo capitolo!
  
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