Sono nato il 12 febbraio 1996, Alte Brown, Argentina. Negli emisferi, le stagioni sono opposte, perciò era una giornata d’estate, calda, afosa e poco ventosa. Nacqui in un paese a detta di molti “magnifico”, peccato che essi però non ci abbiano magari mai vissuto né visitato come turisti. La realtà è diversa. Per adesso non ho bisogno di spiegare la mia affermazione, semplicemente perché questo capitolo parla di me. Non mi chiamo Jem Finch; è un camuffaggio, prendo in prestito il nome dal libro di Harper Lee –Il buio oltre la siepe. Io come mio fratello nacqui biondo con occhi azzurri cosa non molto frequente in Sud America, eravamo una specie di rarità anche se mio fratello adesso è castano scuro e decisamente più scuro di pelle, il contrario di me. Non ho molti ricordi della mia infanzia soprattutto perché gli ho volutamente cancellare; i ricordi spesso fanno sanguinare ferite che dovrebbero restare cucite.
Abitavo a due passi da casa di mia nonna, ero sempre lì, per vari motivi. Quello più importante era che in Argentina, le maestre non lasciano uscire i bambini dalla scuola se non vi si presenta un famigliare, in questo caso mia nonna perché i miei lavoravano fino a tardi quindi non era sicuro lasciare un bambino a casa da solo. Un secondo motivo forse più simpatico era che mia mamma non sopportava più i miei “esperimenti” ovvero le solite sciocchezze che può fare un bambino. Ho avuto un rapporto difficile con mia mamma sin dalla nascita. Dopo tre mesi che ero nato mi venne diagnosticata una infezione urinaria perciò ero appeso al filo della morte, che bello cose, vero? Guarì, per mia fortuna senza grandi problemi, ebbi difficoltà a stare con chiunque perché per un certo periodo non avevo sentito calore umano e ad un bambino appena nato, serve solo quello.