C’è un uomo, a pochi passi da lui, con un impermeabile.

Dean si rassegna alla propria morte imminente, biasimandosi per aver preferito un vicolo oscuro e isolato alla strada affollata del pomeriggio prima di Natale e concedendosi un ultimo pensiero alla crostata di mele della prozia Bathfield, che domani lo attenderà inutilmente sul tavolo imbandito.

Se solo le persone non comprassero così tante cose, ingombrando anche lo spazio vitale altrui e colpendoti con borse così pesanti e appuntite, come se l’unico regalo possibile fossero lucidissimi set di coltelli, la cui confezione evidentemente rappresentava un costo aggiuntivo eccessivo.

Dean è un po’ seccato di dover morire solo perché una qualche Tiffany possa avere un magnifico set di coltelli in regalo da qualcuno di cui non ricorderà il nome e a cui l’anno seguente cercherà probabilmente di riciclare lo stesso identico set. È per cose come le folle che intasano le strade nei giorni prima di Natale che proprio non se la sente di colpevolizzare chi sceglie la via del suicidio. E la gente che regala coltelli affilati non aiuta, certo.

Oh, grazie, Betty, ma che delizioso set di coltelli! Oh, ma di nulla, Tiffany, non vedo l’ora di scoprire quale userai per squarciarti le vene!

Non che lui abbia mai considerato seriamente l’ipotesi del suicidio –beh, c’è stata quella volta in cui la prozia Bathfield lo ha quasi soffocato stritolandolo nel tessuto pizzicoso del suo maglione o ancora la volta in cui gli ha stretto le guance tra le dita, deboli solo all’apparenza, per sfoderare una presa degna di un wrestler e tirare talmente forte che Dean, nel dolore, si è chiesto quale potesse essere la qualità della vita senza guance. Dean non le considera particolarmente importanti. Certo, è carino che la gente abbia le guance e non delle orrende cavità oscure che lasciano intravedere l’osso, proprio in mezzo alla faccia, ma non è l’esistenza delle guance il genere di cosa che potrebbe trattenere un uomo dal commettere il suicidio. Quel genere di cosa è invece la crostata, per la precisione la crostata che la prozia Bathfield prepara ogni Natale, con le stesse dita con cui ha quasi strappato pezzi di faccia al suo amato nipote.

È esattamente per la crostata che Dean è triste di morire, nonostante le folle Natalizie.

E, oh, sì, Dean morirà.

Suo fratello, Sam, sostiene che Dean sia un po’ paranoico.

Ma Sam sosteneva anche che i New York Yankees  avrebbero vinto il campionato e guarda un po’ la batosta che hanno subito.

Dean non crede di essere paranoico, solo che se un uomo se ne sta in un vicolo oscuro, le mani affondate nelle tasche di un lungo impermeabile, lo sguardo apatico fisso su di te, allora sì, stai per morire. È puro buonsenso capirlo.

È mentre aspetta che l’altro estragga la pistola dall’impermeabile e gliela punti contro che improvvisamente realizza due cose. Primo, se lo sconosciuto in impermeabile avesse il gusto per la teatralità e gli concedesse la possibilità di pronunciare le sue ultime parole, Dean si troverebbe in difficoltà e sprecherebbe l’occasione, non riuscendo a decidere se dedicare il suo ultimo pensiero alle crostate di tutto il mondo, alla sua Impala o a Robert Plant. Secondo, lo sconosciuto non indossa scarpe né, per quel che può vedere, pantaloni. Se ne sta in un vicolo umido a piedi nudi con solo un impermeabile chiaro addosso ed uno sguardo smarrito.

Dopotutto, forse Dean non morirà quel giorno.