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Autore: ivomarianini    11/01/2015    0 recensioni
Un maniaco seriale che, nel nome dell'arte, si macchia di efferati omicidi. Riuscirà la polizia a far luce su questi casi decisamente anomali?
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Flora alzò il bicchiere accennando a un brindisi. Dinanzi a lei, il giovane ricambiò il gesto con enfasi sin troppo esagerata.
“Sei stupenda questa sera ma cherìe...” disse con il tipico accento francese.
“Che ne diresti di cenare con me ce soir?” 
Flora inclinò il capo da un lato, quindi gli sorrise.
“Sei molto gentile Francois, ma stasera è proprio impossibile. Sai che domani ho un esame importante, probabilmente starò alzata tutta la notte a ripassare, perdonami”
Francois corrugò la fronte leggermente deluso, ma poi sorrise a sua volta.
“Tres bien Flora. Vorrà dire che l'invito è solo rimandato, sei d'accordo?”
La giovane gli accarezzò una guancia.
“Certo. Anzi, sai che ti dico? Domani festeggiamo insieme la buona riuscita dell'esame, che ne dici?”
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo. Per un lungo, infinito istante aveva pensato che volesse liquidarlo senza tante cerimonie.
“Ci vediamo domani sera allora. Passo io a prenderti ma cherie, in bocca al lupo” disse stampandole un bacio sulla guancia.

Dopo aver lasciato il locale, la ragazza si avviò lentamente verso casa. Il monolocale in cui viveva si trovava nei pressi della stazione di Santa Maria Novella, a una decina di minuti di strada. Amava particolarmente quel momento della giornata. Firenze, al tramonto, le appariva ancor più bella di quanto già non fosse. Alta e slanciata, Flora attirava l'attenzione degli sguardi maschili indipendentemente da ciò che indossava. Quel giorno ad esempio, portava con estrema eleganza un paio di jeans a vita bassa abbinati a una camicetta color cremisi molto sportiva.
Arrivata davanti al portone, frugò nella borsa alla ricerca delle chiavi. Nemmeno si accorse dell'uomo che, dall'altra parte della strada la stava osservando.

All'alba del giorno dopo, durante un normale giro di controllo, una delle guardie notturne in servizio al Giardino di Boboli si fermò stupito. Proprio nei pressi della Fontana del Bacchino, una delle sculture più visitate, il vigilante notò una cosa strana. Avvicinandosi, scoprì che un'altra statua, più piccola e leggermente defilata rispetto al sentiero, giaceva distesa accanto a quella ben più nota. Strano pensò. Era assolutamente certo che durante il suo primo giro, attorno alla mezzanotte, non ci fosse stata. Afferrando la radio dalla cintola, oltrepassò l'opera più grande salvo fermarsi quasi subito. Incredulo e spaventato, si portò la radio alle labbra.

Accendendosi l'ennesima sigaretta, l'ispettore capo Franco Manuelli si allontanò pensieroso dal luogo del ritrovamento.
Tarchiato e di bassa statura, si passò il fazzoletto sul cranio completamente rasato.
“Interessante, davvero interessante” disse a bassa voce.
Accanto a lui, il vice ispettore Igor Paolucci lo fissò stupito.
“Cosa ci trova di così interessante ispettore? Io credo si tratti di un'efferatezza inaudita” esclamò distogliendo lo sguardo dalla scena.
Prendendolo sottobraccio, Manuelli si allontanò di qualche metro.. 
“Un caso davvero interessante Igor” ripeté ancora. “Credo proprio che ci troviamo di fronte al primo di una lunga serie di omicidi, se non interveniamo prima”
Paolucci, nel frattempo, si rivolse ad alcuni agenti.
“Perlustrate tutta la zona, il corpo non dovrebbe essere troppo distante”
L'ispettore capo scosse il capo lasciandolo fare.
“Visto che siamo qui è giusto farlo, ma non troveremo mai i poveri resti. Almeno non in questo posto” disse dubbioso.
Il giovane subalterno rimase di nuovo a bocca aperta.
“E da cosa lo deduce se posso esserne messo al corrente?”
L'ispettore capo lo fissò serio.
“Non ne sono certo, ma perché non ha fatto ritrovare il corpo accanto alla propria opera Igor? Un vero artista non si comporterebbe mai così. Un vero artista vorrebbe che tutti abbiano la possibilità di ammirare la propria abilità”
Vedendo l'espressione perplessa dipinta sul volto del suo giovane vice, Manuelli si chinò sulla “vittima”
“E che si tratti di un artista non c'è ombra di dubbio” disse passando l'indice sul leggero strato di gesso.
“Non sono un esperto, ma ho sentito che per realizzare una statua a grandezza naturale occorre pochissimo tempo con questo materiale”

Paolucci si chinò a sua volta. La testa della vittima, recisa di netto, andava a completare il resto della “statua”
“E il nostro uomo l'ha realizzata in una sola notte?” chiese distogliendo lo sguardo.
“Non proprio. Penso che l'assassino abbia seguito e studiato questa sventurata per diverso tempo prima di agire. Che abbia preparato una specie di calco insomma. E che solo stanotte, dopo averla rapita, abbia definitivamente completato l'opera. Dobbiamo scoprire al più presto chi era questa poveraccia Igor, solo in questo modo potremo muoverci. In questo stesso istante, armato di blocchetto e matita, l'assassino potrebbe essere ovunque.” disse alzandosi.
“Intento a prendere le misure alla prossima vittima” terminò cupo.
   
 
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