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Autore: Emily23    11/01/2015    1 recensioni
Madison,semplicemente Madison...una ragazza come tante trasferita da poco a Sydney che non ha nulla di speciale con una vita noiosa....o no?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Detesto la pioggia! Ma perché deve sempre piovere?! Voglio tornare in Australia..voglio tornare a Sydney..
“Forza Madison mancano meno di otto ore alla partenza tempo di finire di fare le valige e torniamo a casa” dicevo tra me e me
Come forse avrete già capito mi chiamo Madison, sto per lasciare l’Italia per tornare a Sydney questa volta però sarà un po’ diverso senza i miei genitori, per fortuna con me ci sarà Delia: lei è la mia migliore amica e vive a Sydney da qualche anno.
Delia è una ragazza simpaticissima ha i capelli biondi e gli occhi color nocciola ed a differenza mia è una dea scesa in terra per quanto è bella
Io sono una ragazza molto più semplice di lei dal punto di vista estetico: ho i capelli castani mossi e gli occhi marroni scuro.
“Mamma sono a casa!” urlai dal corridoio
“Ciao tesoro! Come sono andate le spese? Hai preso tutto per il viaggio?”
“No non ho trovato le ‘gomme anti nausea’ come le chiamo io”
“E come farai?”
“Mi arrangerò”
“ok…sicura?”
“Secondo te come altro potrei fare?” dissi guardando mia madre in modo dolce, mia madre mi guardò con un sorriso che mai le avevo visto sul volto “cosa c’è?”
“No..nulla..solo che..” fece una piccola pausa “insomma ti stai trasferendo.”
“lo so mamma…è che mi manca Sydney”
“Ti capisco tesoro manca tanto anche a me…”
“E allora perché non vieni con me?!” dissi esasperata
“Tesoro lo sai che non posso, devo rimanere con tuo padre”
“Viene anche lui”
“Non puo’”
“Perché?!”
“Tesoro abbiamo fatto questo discorso milioni di volte e..”
“E non mi hai mai detto perché ci siamo trasferiti qui!” la interruppi io
“Non è una cosa che ti riguarda Medison!” alzò la voce
“D’accordo..scusami..”
“Odio litigare con te lo sai?”
Feci una piccola risata e dissi:
“Vado a finire di preparare la valige”
Salgo in camera
“ok, allora… i vestiti sono già nelle valige, i trucchi e le creme ci sono gli smalti anche… il mio adoratissimo macbook è lì dentro.. ok, direi che ho finito…finalmente si parte!”
4:35 del mattino la sveglia suonò mi preparai e la mia famiglia mi accompagnò in aeroporto
“Mi raccomando tesoro stai attenta a chi inconti, non parlare con gli sconosciuti, stai attenta a..”
“Mamma ho diciassette anni, non tre.”
“Va bene..ora va Medison”
Abbracciai mia madre e mio padre
“Sono fiero di te” disse mio padre
“Per così poco” risposi sorridendo e lui ricambiò il sorriso. Feci qualche passo verso Dave: mio fratello maggiore gli volevo un bene dell’anima e era quello che più di tutti mi sarebbe mancato..Quando mi avvicinai aveva gli occhi lucidi
“Stai per piangere fratellone?”
“Mi è solo entrato qualcosa nell’occhio”
“Scusa banale” lui rise mentre si asciugava una lacrima con la manica della felpa
“Mi mancherai Madison..non sai quanto..”
“Anche tu mi mancherai Dave” lui mi abbracciò ed io ricambiai stringendolo forte
“Ora devo andare” dissi una volta sciolto l’abbraccio “Ci sentiamo su Skype”
“Ci saremmo” disse mio fratello
Sull’aereo:
Il viaggio sembrava non finire mai ed io iniziavo ad avere la nausea l’unica cosa che mi consolò fu il mio ipod… penso che sia l’oggetto a cui tengo di più non solo perché fu Dave a regalarmelo ma perché io amo la musica è l’unica a capirmi quando il resto del mondo è assente.
*Informiamo i gentili passeggeri che siamo giunti a destinazione*
“Finalmente”
Scesi dall’aereo ed andai a prendere le valige; improvvisamente sentì una voce familiare che urlava il mio nome che si avvicinava sempre di più mi voltai
“Delia!” dissi abbracciandola
“Mi sei mancata tantissimo!!” disse sciogliendo l’abbraccio
“Anche te sono tre anni che non ci vediamo”
“Cavolo Madison!” disse squadrandomi dalla testa ai piedi “Sei cambiata e in meglio anche! Cazzo sei bellissima!”disse un po’ stupita io arrossì dall’imbarazzo
“E-Ehm…grazie” dissi poi
“Dai ora andiamo ti aiuto a portare le valige”
Arrivammo nella nostra (nuova per me) casa era bellissima entrammo e mi fece vedere la casa, la cucina era super moderna il salone aveva una televisione grandissima; mi fece poi vedere la nostra camera il colore prevalente era il verde acqua c’erano due scrivanie bianche, due letti da una piazza e mezza (quindi più grandi del normale), due comodini bianchi con sopra le lampade una televisione (ovviamente più piccola di quella in salotto) e un piccolo divanetto di quelli in vimini con i cuscini azzurri sotto la finestra
“Ti piace?” mi chiese Delia
“Se mi piace? È stupenda! Ma come fai a permetterti tutto?”
“I miei mi spediscono parecchi soldi da Los Angeles. Il lato positivo di avere due genitori avvocati”
“Wow”
“Sbrigati a disfare le valige che domani inizia la scuola ed ho voglia di fare shopping!”
“Come? e non pranziamo?”
“Madison sono le quattro e mezza di pomeriggio” disse io rimasi un po’ perplessa
“mi dai una mano?” chiesi
“Certo!”  
Passammo tutto il pomeriggio a fare acquisti e mi ero divertita tantissimo! Tornammo a casa giusto per l’ora di cena
“Devo dire che hai gusto nel vestire” costatò Delia
“Grazie!”
“Ordiniamo la pizza?”
“E me lo chiedi?”
“Prendo il telefono, La margherita va bene?”
“Sì”
Poco dopo arrivò la pizza e la finimmo in poco tempo. Andammo in camera e chiacchierammo per un po’ poi andammo a dormire
Il mattino seguente:
“Alzati! Forza Madison! Arriveremmo in ritardo! Ma ti vuoi alzare?!” disse Delia scuotendomi sul letto
“Sì!Sì! Mi alzo!” dissi facendo un balzo fuori dal letto “Ma che ti è preso?” chiesi
“Non ti svegliavi! Dai preparati io vado a preparare i cereali”
Andai in bagno mi pettinai i capelli e applicai un po’ di mascara sulle ciglia, tornai poi in camera e non sapendo come vestirmi optai per abiti casual: un paio di jeans una canotta bianca con sopra una camicia a quadri azzurri e lilla come  scarpe misi le mie Vans azzurre. andai a fare colazione
“Ecco tieni sbrigati che siamo in ritardo!” disse Delia
“Ok,ok!”
Uscimmo di casa e prendemmo l’autobus.
A scuola:
“Eccoci arrivati!” disse Delia
“Wow, che bel cortile!”
“Si è vero, ora andiamo a prendere gli orari delle lezioni”prendemmo i fogli con i nostri nomi in segreteria “Tu che hai in prima ora?”
“Per la mia gioia latino”
“Io matematica. Ci vediamo all’intervallo allora”
“Ok a dopo!” dissi con un sorriso mentre si allontanava
“Ciao!”
Andai verso la classe di latino e mi sedetti al terzo banco vicino alla finestra. Durante la lezione cercai di stare il più possibile attenta ma, come molti, il latino non è proprio il mio forte. Dopo di essa, per fortuna, avevo la lezione di disegno e li me la cavavo più che bene.
La campanella suonò ed io andai al mio armadietto. Improvvisamente durante il tragitto un ragazzo mi venne addosso e mi fece cadere a terra
“Ehi attenta a dove metti i piedi!” disse in modo arrogante e continuò a camminare. Avevo gli occhi di tutti puntati addosso, stavo per esplodere, i nervi mi erano saliti alle stelle. Lo seguii, afferrai la sua spalla e lo girai di scatto verso di me poi dissi in modo nervoso:
“Scusami?!” a quel punto si dipinse sul volto dei ragazzi che ci stavano osservando un’espressione di stupore
“Ho detto: Attenta a dove metti i piedi”
“Guarda che sei tu che mi sei venuto addosso!” sentii una voce familiare che disse:
“Oh mio dio!” era Delia che osservava il ragazzo impaurita
“Sono io che ti sarei venuto addosso?” disse il ragazzo biondo dagli occhi azzurri rivolgendosi a me
“Nooo, sono io che mi immagino le cose” parlai con aria molto strafottente
“Oh no, Madison che cazzo fai?!” disse Delia con un sussurro ben udibile alle mie orecchie che però ignorai attendendo la risposta del ragazzo
“Ma lo sai chi sono?”
“Un pallone gonfiato?” lui rise  
“Sei nuova vero?”
“Sì e allora?”
“Si vede” disse con un sorrisetto arrogante “Ti do un consiglio: non mi provocare”
“Altrimenti che fai? Chiami i rinforzi?”
“Potrei anche farlo”
“Che paura..”dissi ironica
“Senti sta zitta e basta!”
“Adesso tocca a me darti un consiglio: accetta la sconfitta e non renderti ridicolo” dissi con un sorriso beffardo che lui, con mia sorpresa, ricambiò e se ne andò via senza dire nulla
I ragazzi mi guardavano esterrefatti e Delia si affrettò a raggiungermi prendendomi in disparte
“Ma che cazzo ti è venuto in mente?!”disse
“Perché?”
“Perche?! Lui è Luke Hemmings!”
“Dovrei conoscerlo?”
“C-cosa…no, ma sei nei casini”
“Perché chi è?”
“Un’idiota da cui devi stare alla larga.”
“Sembra che tutti abbiano paura di lui”
“Non sembra, è così”
“Perché?”
“Perche se vuole può farti diventare lo zimbello di tutti e non solo è pericoloso: se gli stai sul cazzo non si fa problemi a picchiarti, ha già mandato tre ragazzi in ospedale”
“Non mi fa paura”
“Dovresti averne, soprattutto dopo quello che hai fatto”
“Delia so badare a me stessa”
“No Madison! Sei nei casini!”
“Questo lo hai già detto”
“Mi spieghi cos’hai intenzione di fare ora?”
“Scappo via impaurita, mi trasferisco in un’altra scuola magari in un’altra città”
“Madison è una cosa seria!”
“è un ragazzo come tanti!” stavo seriamente perdendo le staffe!
“N-o-n  l-o  è! Quello te la fa pagare!”
“Cazzo Delia non credi di star esagerando un po’?!” ci fu un breve istante di silenzio
 “Va bene d’accordo, hai ragione” aveva uno sguardo rassegnato “Però ti prego sta attenta a lui ed i suoi amici!”
“Ah quindi ha amici?”
“Sì tre e..”
“Se ha tre amici non può essere così male no?”
“Non se i suoi amici sono come  lui!”
“Li conosci?”
“Di vista”
“Li conosci?”
“No”
“Allora non lo puoi sapere”
“Senti l’ultima cosa che voglio è litigare basta ok?” mi stava sorridendo ed io ricambiai
“Ok, ora andiamo in classe”

   
 
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